Si terrà nel pomeriggio al ministero dello Sviluppo economico il vertice per fare il punto sulla vicenda Electrolux, l’azienda svedese che ha presentato un drastico piano di risanamento che prevede pesanti tagli alle buste paga e i cui dipendenti continuano con le loro manifestazioni di protesta. Intanto, alcune delegazioni sindacali sono partite per Roma per partecipare all’incontro al ministero dello Sviluppo che si terrà alle 15. I sindacati si oppongono al taglio drastico degli stipendi e hanno annunciato una dura lotta. “Mi impegno personalmente a fare in modo che tutta la produzione Electrolux resti in Italia e lo faremo senza aiuti di Stato”. È quanto ha detto il ministro dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato, intervenendo alla trasmissione Agorà, su Rai 3. Sulla trattativa per mantenere tutta la produzione Electrolux in Italia “sono state date notizie false che hanno creato allarme. Non ci sarà un taglio degli stipendi del 40%”, ha poi detto il ministro dello Sviluppo economico che ha anche ricordato la vertenza Indesit finita positivamente. “Abbiamo risolto il caso Indesit. E fino al 2018 non ci saranno problemi”. E ancora: “Oggi il quadro è più chiaro. Stiamo cercando di comprendere come mantenere la produzione in Italia. Ci possono essere accordi di solidarietà come si è fatto in altri casi. Ma un taglio del 40% non lo vedo”. Il sottosegretario all’Economia Pierpaolo Baretta, questa mattina dai microfoni di Radio Città Futura, ha sottolineato: “Il piano Electrolux è inaccettabile per come è formulato, per modalità e per il merito, ma o noi abbiamo tutti insieme Governo, sindacati, enti locali, delle controproposte oppure anche l’azione democratica diventa inutile”. A chi sottolinea l’intervento tardivo da parte del Governo, ha quindi risposto “non credo che siano stati due mesi in cui il Governo è stato fermo, so che ci sono stati contatti anche informali – e ha spiegato – in casi come questi, accanto all’iniziativa sindacale e industriale, c’è un intervento diplomatico che ha delle caratteristiche anche internazionali”. Beretta auspica che passi più decisi sia possibile farli nei prossimi giorni, direttamente nei confronti della casa madre perché “è evidente che queste decisioni arrivano direttamente da Stoccolma – e ha concluso – contemporaneamente dico che per fare questa operazione bisogna avere delle controproposte”.
Come ogni giorno i quasi 40 dipendenti della Firem azienda che produce resistenze elettriche a Formigine, nel Modenese si sarebbero dovuti recati a lavoro, ma con loro grande sorpresa l’azienda è stata svuotata. Nei giorni scorsi l’impresa aveva chiuso per ferie, e per i titolari, la chiusura estiva è stata l’occasione per trasferire tutto in uno stabilimento in Polonia. Una quindicina di lavoratori della Firem, non appena hanno saputo che si stava svuotando la fabbrica, si sono riuniti in presidio permanente dalla tarda serata di ieri. Nella notte hanno anche impedito che un ultimo camion carico di materiale lasciasse lo stabilimento. Un tavolo di confronto con la proprietà, attraverso la mediazione di Comune di Formigine e Provincia, sarà avviato tra martedì e mercoledì. «Pur in un periodo di forti difficoltà economiche – si legge in una nota del Comune – comportamenti come quelli tenuti dai titolari dell’azienda Firem sono censurabili sia nei modi sia nei tempi. Siamo vicini ai lavoratori e alle loro famiglie, disponibili insieme alle altre istituzioni e alle organizzazioni sindacali, ad avviare un confronto serio e costruttivo».