Gli assegni shock dei pensionati!

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E’ l’Inps a rilasciare i dati sugli assegni shock dei pensionati italiani e quelli del bilancio sociale 2012 sono un vero e proprio grido dall’allarme: quasi la metà, cioè il 45,2% degli italiani in pensione non arriva a un reddito di mille euro al mese. Su quasi 7,2 milioni di pensionati, ce ne sono 2,26 milioni, cioè il 14,3% del complesso che non arrivano a 500 euro. Possono invece contare su più di 3.000 euro al mese poco più di 650.000 pensionati. Il 55,3% delle pensionate può contare su meno di 1.000 euro al mese a fronte del 33,6% degli uomini. Nella classe di importo più bassa (fino a 500 euro) ci sono il 17,4% delle donne (1,479 milioni di persone) e appena il 10,7% degli uomini (786.000). Nelle classi di reddito da pensione pari o superiore i 1.500 euro si situa il 20% delle donne a fronte del 41% degli uomini. Sotto il profilo geografico il 48% dei pensionati (7,7 milioni) è al Nord con un reddito pensionistico medio di 1.337 euro al mese. Nel Mezzogiorno risiede il 32% dei pensionati (5 milioni di persone) con un reddito medio mensile di 1.105 euro mentre nel Centro risiede il 20% dei pensionati (3,2 milioni) con un reddito da pensione medio di 1.362 euro.

Il reddito da pensione dei pensionati pubblici nel 2012 era in media di 1.948 euro al mese, superiore di oltre 700 euro rispetto ai 1.223 euro medi portati a casa da coloro che hanno lavorato come dipendenti nel settore privato. Lo si legge nel Bilancio sociale Inps con riferimento ai beneficiari di una sola pensione. La differenza dipende anche dal numero di anni lavorati e si amplia tra le donne con 826 euro medi di pensione per le donne del fondo lavoratori dipendenti e i 1.613 di quelle del settore pubblico. Per artigiani e commercianti il reddito da pensione si ferma in media sotto i 1.000 euro.

Il potere d’acquisto delle famiglie è crollato del 9,4% tra il 2008 e il 2012. Lo si legge nel bilancio sociale Inps presentato oggi secondo il quale solo tra il 2011 e il 2012 il calo è stato del 4,9%. Nel complesso nei quattro anni considerati il reddito disponibile delle famiglie ha perso in media l’1,8% (-2% tra il 2011 e il 2012). -130

Emorragia di dipendenti pubblici nel 2012. Nell’anno, secondo quanto emerge dal bilancio sociale Inps, i lavoratori pubblici sono diminuiti, a causa del blocco del turnover e dei numerosi pensionamenti di 130.000 unità (-4%) passando da 3,23 milioni a 3,1 milioni. Nel 2012 le entrate contributive ex Inpdap sono calate di 4,78 miliardi (-8,2%). I contribuenti del fondo pubblici statali sono diminuiti di 107.012 unità (da 1.780.000 a 1.672.988 con un -6%) mentre quelli del fondo pubblici enti locali sono calati di 25.070 unità (da 1.305.542 a 1.280.472 e un -1,9%). Cresce invece di 1.870 unità il fondo pubblici sanitari e il fondo pubblici ufficiali giudiziari (+721 unità). Le entrate contributive dell’ex Inpdap, si legge nel bilancio sociale Inps, si sono ridotte di 4.781 milioni di euro, dato legato al blocco del turn-over nel pubblico impiego e al rallentamento della dinamica retributiva del settore. Nel 2012 quasi tutte le categorie di lavoratori mostrano una riduzione della consistenza. I lavoratori dipendenti del settore privato si riducono di 48.888 unità (-0,4%); i lavoratori pubblici di 129.515 unità (-4%); i lavoratori autonomi di 13.817 unità (-0,3%) e i parasubordinati di 22.167 unità (-2%). Il blocco del turnover ha accentuato nel pubblico la tendenza che c’è anche nel privato di diminuzione dei dipendenti con meno di 30 anni (-20,1% nel pubblico, -8,7% nel privato) e di progressivamente invecchiamento dei lavoratori. Le variazioni per classe d’età, infatti, sono negativi fino ai 50 anni con una riduzione media del 9,3%. Si rilevano invece incrementi dell’1,4% per i dipendenti tra i 50 e i 60 anni e del 5,9% per quelli oltre i 60 anni.

SPESA AMMORTIZZATORI +19% La spesa per gli ammortizzatori sociali nel 2012 è aumentata del 19% rispetto al 2011 superando quota 22,7 miliardi. Lo si legge nel bilancio sociale Inps. L’Istituto sottolinea che la spesa principale è quella per la disoccupazione con 13,811 miliardi, oltre due miliardi in più rispetto ai 11,684 miliardi spesi nel 2011. L’Inps sottolinea che i 22,7 miliardi (+3,6 miliardi sul 2011) si sono suddivisi in 12,6 miliardi di prestazioni e 10,1 di contributi figurativi. La parte principale ha riguardato la disoccupazione (13,8 miliardi con un +18,2%), mentre per la cassa integrazione sono stati spesi 6,138 miliardi (oltre un miliardo di spesa in più con un +21,8%) e 2,824 miliardi per la mobilità (+17,3%). Il peso maggiore degli ammortizzatori è a carico dello Stato con 14,237 miliardi a fronte dei 8,536 miliardi di contributi da imprese e lavoratori. Il finanziamento della cassa integrazione è stato coperto dallo Stato per il 37,8%, quello della disoccupazione per il 70,1% e quello per la mobilità per il 79%. Nel 2012 oltre 4 milioni di persone hanno usufruito di ammortizzatori sociali. Lo rileva l’Inps nel suo bilancio sociale spiegando che oltre 1,6 milioni di persone hanno usufruito di cig e mobilità a fronte dei 1.250.000 lavoratori nel 2011 (+28,5%) con una permanenza media pro capite in cassa di di due mesi e 2 giorni lavorativi. Nel complesso hanno avuto il sussidio di disoccupazione (ordinaria, agricola e quelle a requisiti ridotti) 2,5 milioni di persone a fronte dei 2,26 milioni dell’anno precedente.

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Il male dell’Italia non sono solo i politici: denunciati 5mila dipendenti pubblici

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Drammatico il rapporto della Guardia di Finanza che per il 2013 parla di oltre 5mila dipendenti pubblici denunciati per corruzione e truffa (dai falsi poveri ai finti consulenti) e 3 miliardi rubati allo stato.

Nel rapporto si legge:

“Nell’ambito delle verifiche imposte dai processi di spending review sono state predisposte campagne massive di controllo su forme diffuse di irregolarità, relativamente alla fruizione dei ticket sanitari e delle prestazioni sociali agevolate, per incrementare i livelli di compliance tra i potenziali beneficiari di tali agevolazioni”.

A godere della agevolazioni soprattutto i falsi poveri:

“Su 8.000 controlli effettuati, sono stati trovati 2.500 soggetti che hanno indebitamente beneficiato di prestazioni sociali agevolate come l’accesso in corsia preferenziale ad asili nido ed altri servizi per l’infanzia, la riduzione del costo delle mense scolastiche, i “buoni libro” per studenti e le borse di studio, i servizi socio sanitari domiciliari, le agevolazioni per i servizi di pubblica utilità, quali luce o gas. Sono state accertate frodi al sistema previdenziale ed assistenziale per oltre 77 milioni di euro. Le principali truffe hanno riguardato la corresponsione del cosiddetto ”assegno sociale” a favore di cittadini extracomunitari fittiziamente residenti, l’indennità per falsi invalidi, le misure di sostegno alla disoccupazione per falsi braccianti agricoli ed il pagamento di pensione a soggetti deceduti”.

Capitolo “consulenze inutili”:

Tra gennaio e ottobre 2013 la Guardia di Finanza ha denunciato alla Corte dei Conti 150 casi di consulenze non necessarie, calcolando un esborso illecito pari a 8 milioni e 454 mila euro. Ben più alte sono le altre spese causate dalla mala gestione delle istituzioni.

Appalti truccati, uno dei casi più eclatanti a Brindisi dove “è finita sotto inchiesta l’attività dell’Area Tecnica della Asl per l’assegnazione di lavori a ditte amiche”:

“Il meccanismo fraudolento prevedeva l’apertura e successiva chiusura delle buste contenenti le offerte economiche delle ditte concorrenti; la comunicazione a ditte conniventi delle informazioni così acquisite, affinché fosse possibile formulare l’offerta più idonea per vincere la gara; la sostituzione furtiva delle buste contenenti le originarie offerte presentate dalle medesime imprese con delle nuove predisposte fraudolentemente in base al vantaggio conoscitivo indebitamente ottenuto”.

Sanità malata:

Scrive il Corriere della Sera: Sono 626 i dipendenti pubblici che dovranno rendere conto dei propri illeciti e di aver provocato un danno di ben 233 milioni di euro. E sono migliaia i cittadini che hanno truffato lo Stato riuscendo ad ottenere prestazioni pur non avendone i requisiti o comunque rimborsi non dovuti. Le denunce finora presentate nel 2013 sono state 5.300 con un danno calcolato di oltre 9 milioni di euro.
Vicenda simbolo — molte altre analoghe sono state verificate in numerose parti d’Italia — è stato scoperta dai finanzieri di Caserta dove la Asl non aveva aggiornato da anni gli iscritti nelle liste dei medici di base. Sfruttando sia pur inconsapevolmente queste omissioni circa 400 dottori di tutta la provincia hanno continuato a percepire compensi relativi a «1.215 soggetti deceduti, 2.010 emigrati all’estero e 2.763 emigrati fuori provincia». Danno accertato: 1,5 milioni di euro.

Falsi poveri e ville:

Da Padova a Lecco, arrivando a Roma, sono migliaia i casi di «falsi poveri» scoperti dai finanzieri. A Padova è stata denunciata una pensionata settantenne che abitava in una villa con piscina, aveva altri 14 immobili di proprietà affittati «in nero» per un canone mensile che oscillava tra i fino a 4.600 e i 5.000 euro al mese. Non solo non aveva denunciato introiti per oltre 220 mila euro, ma negli anni scorsi aveva ottenuto il rimborso delle tasse universitarie sostenute per il figlio e chiesto al Comune le prestazioni economiche assistenziali, dichiarando di appartenere a un nucleo familiare indigente. A Lecco sono state denunciate 53 persone che hanno percepito illecitamente dal Comune il sostegno dovuto a chi si trova in «stato di bisogno». Si tratta di una somma mensile che oscilla tra i 500 e i 3.000 euro al mese, quindi un vero e proprio stipendio pur non facendo nulla e soprattutto potendo contare su altre «entrate»

Che vadano a lavorare! Il pensionato stanco di vedere i comunali fuori dagli uffici

pensionato-dipendenti-tuttacronacaUn pensionato non apprezza per nulla le scene a cui assiste quotidianamente e così ha inviato una segnalazione alla Procura di Udine, alla Corte dei conti e al Comune di Udine. Perchè questa decisione? L’uomo, abituato a incontrarsi la mattina con amici o ex colleghi in un bar del centro cittadino, è stanco di notare ogni giorno dipendenti comunali che, in orario di lavoro, passeggiano per strada, si fermano a parlare tra loro, a ridere, a fumare per strada, invece di svolgere le loro attività lavorative in ufficio. Così ha preso carta e penna per far sapere di essere “Disgustato dal fatto di notare che alcuni dipendenti del Comune di Udine si dedichino prevalentemente ai piaceri della vita varie volte al giorno in orario di lavoro”. E chiude “nella speranza che questo serva quanto meno a moralizzare un malcostume che non è solo un’erba che cresce nel Sud d’Italia ma anche nel laborioso Friuli”. In calce, anche la sua firma.

Statali a rischio? In arrivo tagli per il pubblico impiego?

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Sembra che la spending review debba anche interessare i dipendenti pubblici. Il Governo è pronto a varare un piano che prevede un taglio di 200mila unità. Se si considera che complessivamente lo stato a 3 milioni di addetti si capisce la dimensione del provvedimento. Chi sarà colpito? L’idea è quella di mandare in pensionamento anticipato gli over 57 e risparmiare circa 2 miliardi di euro. Quindi si punterebbe su una riforma che andrebbe davvero controtendenza rispetto alla legge Fornero. Il punto d’incontro, forse, potrebbe essere quello di una promessa di ulteriori tagli più legati a superpensioni, consulenze e sprechi: che, specie secondo il leader della Cisl Bonanni, rappresentano il vero, grande problema della Pubblica Amministrazione. Naturalmente si rivedere gli stipendi dei manager pubblici non se ne parla. Si può intervenire su chi ha maturato un diritto acquisito? Con i Governi che si susseguono in forte successione, gli italiani non riescono più a progettare un futuro: dall’innalzamento dell’età pensionabile ora si va al prepensionamento? Naturalmente, tutto sulla pelle dei cittadini in balia delle idee del politico di turno.

 

6,7 milioni di dipendenti in “coma” in attesa del contratto

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E’ stata raggiunta quota 52,1% ovvero, come era già accaduto a maggio, sono di più i lavoratori che attendono il rinnovo rispetto a coloro che hanno un contratto in vigore. I dati Istat poi rivelano che di circa 6,7 milioni di dipendenti almeno 2,9 milioni lavorano nel settore pubblico. Oltre al rinnovo dei contratti c’è attesa anche per ben 51 accordi che anch’essi devono essere rinnovati. Esecutivo al servizio dei cittadini o esecutivo che continua a prendere tempo perché non si trovano voti con i quali approvare le urgenze del Paese?

 

Dipendenti pubblici: ripristinato il Tfr, stop alle trattenute

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