La Boldrini e l’altolà a Letta?

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Laura Boldrini, ha deciso di scrivere al Premier per fargli presente la sua preoccupazione circa l’uso frequente da parte del Governo dello strumento del decreto legge che da prassi straordinaria è diventata ormai una pratica quotidiana. In questo momento sono ben 9 i decreti legge alla Camera e 6 sono in scadenza nel mese di febbraio. Ecco il testo che il presidente della Camera a inviato a Letta:

“Caro Presidente, desidero rappresentarLe una forte preoccupazione istituzionale derivante dalle oggettive difficoltà – se non impossibilità – di organizzare i lavori della Camera dei deputati a causa del ricorso sempre più frequente allo strumento del decreto legge da parte del Governo. E ciò anche alla luce delle misure cui sono stata costretta a far ricorso nella giornata di mercoledì scorso al fine di garantire, nel rispetto dei principi costituzionali, la messa in votazione del disegno di legge di conversione del decreto legge n. 133 del 2014, prima della scadenza del termine di efficacia del provvedimento previsto dall’articolo 77 della Costituzione. Allo stato, pendono presso le Camere complessivamente 9 disegni di conversione di decreti legge; di questi, ben 6 hanno il termine di scadenza nel mese di febbraio 2014. E’ noto che tale situazione, unita al carattere spesso eterogeneo del contenuto dei decreti, genera tensioni nel rapporto tra maggioranza e gruppi di opposizione; essa incide anche – come è sotto gli occhi di tutti in questi giorni – molto negativamente sull’ordinato svolgimento dei lavori parlamentari, rendendo di fatto assai difficile una razionale programmazione dei lavori stessi, anche alla luce dell’attuale assetto regolamentare che disciplina la procedura di esame dei decreti stessi.  Tutto ciò, peraltro, come ripetutamente rilevato anche da parte dei gruppi parlamentari, costringe di fatto l’Assemblea – chiamata a convertire entro il termine costituzionale una mole così ingente di decreti legge – a concentrarsi pressoché esclusivamente nell’esame dei provvedimenti di urgenza, a scapito dell’esame di altri progetti di legge, anche di iniziativa parlamentare. Ho inteso rappresentarLe quanto sopra, affinché il Governo possa valutare l’opportunità di un uso più appropriato dei vari strumenti normativi a sua disposizione”.

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Napolitano e la lettera contro i decreti legge con dentro qualsiasi cosa

Boldrini,_Napolitano_and_Grasso_tuttacronacaIl Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha inviato oggi venerdì 27 settembre una lettera al presidente del Senato Pietro Grasso e al presidente della Camera Laura Boldrini, con la quale invita il Parlamento a “verificare con il massimo rigore l’ammissibilità degli emendamenti ai disegni di legge di conversione” rispettando criteri di attinenza e omogeneità dei provvedimenti. Napolitano fa riferimento al decreto cosiddetto “salva Roma” e, in genere, agli esiti dell’ingolfamento parlamentare. Come quello che si èverificato in questi ultimi giorni,  durante i quali il Parlamento ha introdotto nei decreti una serie di emendamenti che non c’entravano più nulla con lo scopo originale dei provvedimenti. Ecco il testo della lettera come riportato dal Post:

Le modalità di svolgimento dell’iter parlamentare di conversione in legge del decreto legge 31 ottobre 2013, n. 126 recante misure finanziarie urgenti in favore di Regioni ed Enti locali ed interventi localizzati nel territorio – nel corso del quale sono stati aggiunti al testo originario del decreto 10 articoli, per complessivi 90 commi – mi inducono a riproporre alla vostra attenzione la necessità di verificare con il massimo rigore l’ammissibilità degli emendamenti ai disegni di legge di conversione.

Numerosi sono stati i richiami formulati nelle scorse legislature da me – in presenza di diversi Governi e nel rapporto con diversi Presidenti delle Camere – e già dal Presidente Ciampi alla necessità di rispettare i principi relativi alle caratteristiche e ai contenuti dei provvedimenti di urgenza stabiliti dall’articolo 77 della Costituzione e dalla legge di attuazione costituzionale n. 400 del 1988.

Come è noto questi principi sono stati ribaditi in diverse pronunce della Corte Costituzionale. In particolare nella sentenza n. 22 del 2012 la Corte ha osservato che “l’inserimento di norme eterogenee rispetto all’oggetto o alle finalità del decreto spezza il legame logico-giuridico tra la valutazione fatta dal Governo dell’urgenza del provvedere e i provvedimenti provvisori con forza di legge”, valutazione fatta sotto la propria responsabilità e sottoposta a giudizio del Capo dello Stato in sede di emanazione. Conclude la Corte affermando che “la necessaria omogeneità del decreto legge deve essere osservata anche dalla legge di conversione”, riservandosi la facoltà di annullare le disposizioni introdotte dal Parlamento in violazione dei suindicati criteri.

Proprio a seguito di questa sentenza il 22 febbraio 2012 ho inviato ai Presidenti pro-tempore delle Camere una lettera nella quale avvertivo che di fronte all’abnormità dell’esito del procedimento di conversione non avrei più potuto rinunciare ad avvalermi della facoltà di rinvio, pur nella consapevolezza che ciò avrebbe potuto comportare la decadenza dell’intero decreto legge, non disponendo della facoltà di rinvio parziale. Esprimevo inoltre l’avviso che in tal caso fosse possibile una parziale reiterazione che tenesse conto dei motivi posti alla base della richiesta di riesame. La stessa Corte Costituzionale, del resto, fin dalla sentenza n. 360 del 1996, ha posto come limite al divieto di reiterazione la individuazione di nuovi motivi di necessità ed urgenza.

Rinnovo pertanto nello stesso spirito di collaborazione istituzionale l’invito contenuto in quella lettera ad attenersi, nel valutare l’ammissibilità degli emendamenti riferiti ai decreti legge, a criteri di stretta attinenza allo specifico oggetto degli stessi e alle relative finalità, anche adottando – se ritenuto necessario – le opportune modifiche dei regolamenti parlamentari.

Decreto Legge sulla P.A., ecco dove viene messo il freno

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Il decreto legge sulla Pubblica Amministrazione è diventato legge dopo che essere stato approvato con 174 sì e 53 no e un astenuto.  Di cosa si tratta?

Tra le principali misure, la riduzione delle auto blu e delle consulenze (anche se in percentuali limitate), il freno alle buonuscite d’oro dei manager delle aziende pubbliche e lo stop alle assunzioni degli statali fino a gennaio 2016.

Nel dettaglio:

– ILVA-RIVA ACCIAI: in caso di sequestro di società, beni o quote il custode giudiziario ne può con sentire l’uso agli organi societari per garantire la continuità aziendale. Si tratta di un emendamento che consente la continuità di produzione messo a punto dopo le vicende della Riva Acciai.

– AUTO BLU-CONSULENZE: Il tetto di spesa per le auto blu scende dall’80% al 60%, con un ulteriore giro di vite del 10% sulle consulenze esterne il cui tetto di spesa per il 2014 passa al 75%.

– BUONUSCITE D’ORO: Freno alle buonuscite d’oro di dirigenti di società partecipate dalle amministrazioni pubbliche. Le società controllate, in assenza di preventiva autorizzazione, non possono inserire clausole al momento della cessazione del rapporto di lavoro che prevedono “benefici economici superiori a quelli derivanti dal contratto collettivo di lavoro”.

– STIPENDI RAI: e’ esteso anche alla società concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo l’obbligo di comunicare alla presidenza del Consiglio e al ministero dell’ Economia il costo annuale del personale, relativamente ai singoli rapporti di lavoro dipendente o autonomo. E’ cosi’ confermato l’emendamento, inserito dalla Lega alla Camera, sulla pubblicità degli stipendi Rai

-CIVIT: la Commissione indipendente per la valutazione e la trasparenza diventa un’agenzia senza scorpori ma con rafforzamenti dell’organico e assume la denominazione di Anac, Autorita’ nazionale anticorruzione.

– TESTIMONI DI GIUSTIZIA: estesa la possibilità di inserimento nella Pubblica amministrazione anche a chi e’ uscito dal programma di protezione.

– LAVORO FLESSIBILE: e’ consentito solo per esigenze temporanee ed eccezionali.

– CONCORSI: Viene sanzionata la stipulazione di contratti che eludono l’obbligo di reclutamento tramite concorso. Non più fino al 31 dicembre 2015, ma anche per tutto il 2016 le Pubbliche amministrazioni potranno effettuare assunzioni utilizzando solamente le proprie graduatorie di vincitori e idonei ancora in vita. E i nuovi concorsi (sempre fino al 31 dicembre 2016 e non più fino al 2015) saranno riservati “esclusivamente” ai precari con tre anni di servizio nelle Pa negli ultimi cinque, sempre tenuto conto del turnover. Inoltre, precari e vincitori di concorso avranno priorità nelle assunzioni pubbliche fino al 2016.

– VIGILI DEL FUOCO: si incrementa di mille unita’ l’organico, prorogando la validita’ delle graduatorie di concorsi pubblici.

– CROCE ROSSA: I Comitati locali e provinciali della Croce Rossa italiana esistenti al 31 dicembre 2013 acquisteranno la personalità giuridica di diritto privato e saranno iscritti di diritto ai registri provinciali delle Associazioni di promozione sociale.

– SISTRI: Per quanto riguarda il sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti, alcune categorie vengono escluse dalla tenuta dei registri di carico e scarico, tra queste le aziende agricole. C’è una proroga per le sanzioni, che si applicano a decorrere dalla scadenza di 90 giorni dopo la data di avvio dell’operatività del Sistri.

– ISTITUTI SCOLASTICI ALL’ESTERO: non c’è più l’assunzione di personale in loco per gli istituti scolastici all’estero e si stabilisce il raccordo agli ordinamenti delle scuole statali in territorio nazionale. Finora era prevista l’assunzione di supplenti con contratti locali.

Si rinvia il Decreto legge sul femminicidio. Non morite fino al 2 ottobre!

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I troppi emendamenti rischiano di mettere a rischio il decreto legge sul femminicidio, la discussione intanto è slittata al 2 ottobre, ma a questo punto, servendo la legge di conversione entro il 15 ottobre, potrebbe anche decadere.

Anche perché il dl femminicidio, che è stato approvato lo scorso 8 agosto dal Consiglio dei ministri, contiene diverse norme oltre a quelle per contrastare la violenza di genere: ci sono norme in tema di protezione civile, di commissariamento delle Province, disposizioni per il potenziamento del corpo nazionale dei Vigili del fuoco , di contrasto ai furti a danno di infrastrutture energetiche e di comunicazione. Una eterogeneità che rallenta l’iter.

Non morite prima del 2 ottobre!

Dormire tra le fronde: primo via libera al ddl per costruire case sugli alberi!

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Le case sugli alberi una cosa da bambini? A Trento non più! La Terza Commissione della Provincia ha infatti dato il via libera al ddl proposto da Mauro Delladio (Pdl) che introduce la possibilità di realizzare questo tipo di costruzioni. La tipologia abitativa è però consentita “solo in presenza di immobili che offrano servizi centralizzati” e all’interno di strutture turistiche già esistenti, come villaggi e campeggi. Ma è solo un primo passo, ora la palla rimbalza al consiglio della Provincia autonoma di Trento che dovrebbe avvenire intorno a metà giugno. Pur non conoscendo ancora gli aspetti specifici (dalle metrature alle altezze fino alle modalità costruttive e alla distribuzione dei locali), per i quali si devono ancora attendere i dettagli della giunta provinciale, è già certo che le queste case in “stile Tarzan” non potranno aver né bagno né cucina. Alla fine, quindi, potrebbe sbarcare anche in Italia la possibilità di dormire immersi nel verde, così come già capita all’estero.

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Il PdL presenta un nuovo decreto: si renda noto il reddito di Grillo

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Se Grillo è stato sotto la lente d’ingrandimento, il nuovo disegno di legge depositato dal parlamentare del Pdl Lucio Malan sembra lo voglia mettere definitivamente a nudo, e con lui Casaleggio. Sembr infatti che la trasparenza, uno dei cavalli di battaglia durante la campagna elettorale del Movimento 5 stelle si stia trasformando in un incubo per i grillini. Sono ancora nell’aria le liti per la diaria e i rimborsi ed è da poco andata in onda la puntata di Report in cui si parlava del circuito Grillo-soldi-M5s-Casaleggio associati, e sembra che il Popolo della Libertà voglia cavalcare l’onda rendendo pubblici gli stipendi delle due menti del movimento.  Nel presentare il decreto Malan ha spiegato che “I cittadini possono contare sulla trasparenza patrimoniale di tutti i leader di partito, grazie a norme che avevano sempre determinato la trasparenza dei redditi dei leader dei partiti politici rappresentati in Parlamento”. E aggiunge: “Almeno fino ad oggi. Ma oggi non è più così, non da quando un movimento che fa della trasparenza dei redditi degli esponenti politici uno dei punti principali della propria propaganda è entrato con numerosi rappresentanti eletti in entrambi i rami del Parlamento”. Il decreto prevede “l’estensione dell’obbligo di dichiarazione a tutti coloro che percepiscono compensi a carico della finanza pubblica per un ammontare complessivo pari o superiore al quello dell’indennità parlamentare”. Oggi è stata anche la gioranta in cui si è raggiunto l’accordo politico sulle linee guida per l’abolizione del finanziamento pubblico e, proprio mentre si avvicinano le elezioni a Roma, si vuole dimostrare di combattere l’antipolitica… mirando direttamente agli avversari.

Il ddl che prevede il carcere per chi contesta e disturba le manifestazioni

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Alla Camera sta circolando la bozza di un disegno di legge del Pdl, messa a punto dall’onorevole Ignazio Abrignani ed al vaglio del capogruppo Renato Brunetta, che prevede il carcere per chi disturba le manifestazioni in piazza dei partiti in qualsiasi iniziativa politica, non solo durante le campagne elettorali. Il ddl, che introduce un reato per punire chi fa azioni di disturbo e organizza contestazioni durante le manifestazioni, è stato messo a punto dopo gli episodi occorsi a Brescia.

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