Braccialetti Rossi… in attesa della seconda puntata, ecco le anticipazioni

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La nuova fiction targata Rai 1, dal titolo “Braccialetti Rossi”, andata in onda per la prima volta il 26 gennaio, ha fatto un boom d’ascolto insperato. La storia che ruota intorno ad alcuni ragazzi, tra gli 11 e i 17 anni, che sono ospiti di una struttura ospedaliera pediatrica, ha tra i suoi protagonisti adulti attori affermati come Laura Chiatti, Michela Cescon,Carlotta Natoli, Giampaolo Morelli, Giorgio Colangeli,Ignazio Oliva. Il vero perno della trama restano i ragazzi “diversi”, che la malattia unisce. Inevitabile l’amicizia che si sprigiona tra i piccoli “grandi” protagonisti e proprio in nome di questo sentimento sono pronti a sostenersi uno con l’altro nelle sfide quotidiane che ognuno di loro deve affrontare. Nella seocnda puntata che andrà in onda questa sera  Davide e Leo si ritroveranno chiusi insieme in ascensore e, dopo gli scontri avuti inizialmente a causa del difficile carattere del primo, i due ragazzi riusciranno finalmente a comunicare tra loro creando un bel rapporto di amiciziaAl gruppo formato dai giovani pazienti ricoverati in un ospedale pediatrico si aggiungerà anche il personaggio di Toni, un 14enne dalla personalità estrosa che entrerà subito in sintonia con Davide. I due ragazzi saranno poi eletti dai braccialetti rossi come il bello (Davide) e il furbo (Toni) del gruppo. Nel frattempo Leo scopre che si deve sottoporre ad un’altra serie di terapie per curare il tumore alla tibia e in questo frangente troverà conforto soprattutto in Cris, che in questo modo susciterà la gelosia di Vale, innamorato da sempre della ragazza. Alla fine però il ragazzo riuscirà a stare vicino al suo amico così come il resto del gruppo, che si unirà per sostenere Leo nel difficile momento. Anche questa sera lo share arriverà a toccare il 20%? Dall’attesa che si registra sul web sembra che il successo di questo format catalano traghettato in Italia sia destinato a un nuovo successo! 

 

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Amanti della natura… fino a far sesso con gli alberi: treefisting

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Pier, Davide e Daniele sono tre ragazzi italiani del Trentino che hanno inventato il “treefisting”, ovvero una pratica sessuale con gli alberi che ha anche l’intento di essere una performance artistica. I tre ragazzi raccontano la loro “passione” a Lucignolo e attraverso un video mostrano le azioni principali del treefisting che consiste nello scavare nicchie tra le radici degli alberi, nicchie in cui vengono infilate le braccia esprimendo così tutto il loro amore, anche fisico, per gli alberi e la natura. “A mani nude è più soddisfacente”, provare per credere?

Sì della Camera: il governo incassa la fiducia

fiducia-letta-tuttacronaca379 sì, 212 no e due astenuti. Ha risposto così la camera alla richiesta di Enrico Letta: “Sono qui a chiedere la fiducia per un nuovo inizio“. La promessa del premier è quella “svolta” che i partiti della nuova maggioranza chiedono a gran voce e che permetta di creare, nel 2014, un gran numero di misure per “evitare di rigettare il Paese nel caos, proprio quando sta rialzandosi”.   Un’agenda in cui non mancano alcuni provvedimenti – come l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, anche per decreto entro fine anno, e un sito unico per la trasparenza di tutta la Pubblica Amministrazione – che vanno incontro alle richieste di Matteo Renzi. Nel discorso del premier, che ha accusato Grillo di incitare alla violenza, anche il patto di coalizione, “impegno 2014”, da siglare a gennaio con i partiti della “nuova maggioranza”, che non potrà rimettere in discussione il voto di fiducia odierno. Un modo per blindare il governo che conferma come Letta continui a nutrire qualche timore sulla reale volontà di Renzi di cercare le urne l’anno prossimo. L’intervento di Letta è durato 50 minuti, e le prime parole sono un riferimento al leader del M5S: Le istituzioni esigono sempre rispetto”, non “parole illegittime che avallano la violenza” e “incitano all’insubordinazione delle forze dell’ordine”. Parole che provocano la dura risposta di Riccardo Nuti che accusa il premier di avere la “faccia di bronzo”.  Nel chiedere una fiducia che «segni discontinuità» con le larghe intese, il capo del governo parla di “nuova maggioranza politica, meno larga ma più coesa”. Dopo aver rivendicato l’operato dei primi sette mesi, ne ha chiesti al Parlamento altri 18 per “avere istituzioni che funzionino e una democrazia più forte”, ricordando le riforme ineludibili: dall’abolizione delle province, all’archiviazione del bicameralismo perfetto; dalla riforma del titolo V, alla riduzione del numero dei parlamentari. Non è mancato neanche il capitolo legge elettorale, che abbia un “meccanismo maggioritario” e che venga preparata in “tempi brevi”. Le novità principali però riguardano il fronte economico. Ha ricordato che gli indicatori confermano come finalmente, nel trimestre in corso, ci sarà il segno più davanti al Pil. Ma anche che l’Italia deve continuare a ridurre l’enorme debito pubblico. Al riguardo, ha promesso una riforma degli ammortizzatori sociali che metta al centro il lavoratore e non più il posto di lavoro e conferma che le risorse recuperate con la revisione della spesa e con le misure per il ritorno dei capitali dall’estero saranno raccolte in un fondo per l’abbattimento del costo del lavoro, punto che condivide con Renzi.  Letta ha poi spiegato che venerdì prossimo il Cdm varerà il piano per incentivare gli investimenti esteri che oltre a un credito d’imposta per la ricerca e a fondi per la digitalizzazione delle Pmi, prevederà una riduzione dei costi dell’energia e interventi per ridurre il costo delle assicurazioni e, sopratutto, un primo test di coinvolgimento dei lavoratori nell’azionariato di società pubbliche. Un altro tema, che aveva menzionato anche a inizio mandato, è quello di istruzione e ricerca, che avranno priorità. Rispondendo ai dubbi di Renzi, ha inoltre confermato di ritenere essenziali le privatizzazioni per abbattere il debito e per consentire al capitale privato di contribuire alla ripresa. Per quel che riguarda il fronte europeo, infine, “Chiedo un mandato per un’Europa migliore, ma chi cerca consenso con il populismo non voti la fiducia”. Le sue intenzioni al riguardo restano invariate: un semestre a Bruxelles con una presidenza italiana “all’attacco” e la sfida rivolta ad “alcuni tecnocrati” che mettono in dubbio la salute dei conti italiani. Quello che è indispensabile sul fronte Ue, tuttavia, è la credibilità dell’Italia. All’Europa, dopo 30 anni di obiettivi di lungo periodo “fissati e raggiunti”, manca per i prossimi dieci anni uno scopo vero , ha detto il premier: “Non c’è e bisogna dirlo. Manca un progetto per legare le singole riforme e se è così l’Europa si ferma e può implodere. È con questa consapevolezza che ci apprestiamo a guidare il semestre europeo che non è per noi un appuntamento rituale e burocratico. Dobbiamo giocare in attacco, rispondendo a chi lucra sulle paure dei cittadini, parlando alle opinioni pubbliche anche di quei paesi che fanno resistenza e dire che senza Ue non si salva nessuno”. Nella replica si riaccendono le polveri con il Movimento Cinque Stelle, quando Letta accusa Riccardo Nuti di aver riproposto quella gogna contro i giornalisti annunciata da Grillo.

Nuti contro Faraone: scoppia la lite in Parlamento

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Il capogruppo del Movimento 5 Stelle alla Camera, Riccardo Nuti ha accusato Davide Faraone del Pd di avere contatti con pregiudicati. Con questi toni, Nuti ha annunciato la sfiducia al governo Letta (come era per altro prevedibile) innalzando la tensione in Aula. Poi riferendosi ai poliziotti il capogruppo del M5S ha detto: “Chi devono difendere? Le istituzioni corrotte o i cittadini onesti?”. E, ricordando la sua origine da un quartiere popolare di Palermo, sostiene che Davide Faraone, da poco nominato nella segreteria del Pd da Matteo Renzi, “è stato visto andare in casa di un pregiudicato e durante le primarie prometteva posti di lavori in cambio di voti”. Non mancano gli attacchi al ministro della Giustizia Cancellieri ed al viceministro Vincenzo De Luca “che quando lo buttate fuori è sempre tardi”.

Nuti respinge gli attacchi di Letta a M5S per le critiche alla stampa “Essere giornalista significa essere indipendente e non scrivere sui giornali di partito, significa dire il vero e non offendere e scrivere il falso”, sostiene, ma anche sulla lettera di Grillo alle forze dell’ordine. ”Presidente Letta, lei è tornato a prenderci in giro, ha la faccia come il bronzo. E malgrado ciò si premette anche di offendere l’unica forza politica che nel bene e nel male quello che aveva detto poi lo ha fatto”.

Le parole di Nuti hanno scatenato, come prevedibile, la bagarre: Faraone ha chiesto di parlare per fatto personale, ma il vicepresidente Luigi Di Maio gli ha chiesto di farlo a fine seduta, con vive proteste dai banchi del Pd. Dure le critiche anche di Sel alla contestazione avanzata dal deputato M5s ai deputati, che ha generalmente accusato di scarsa onestà.

Davide contro Golia: la class action contro la Rai

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Andrea Maestri, l’avvocato che ha promosso la class action di 123 abbonati Rai di Ravenna contro la tv pubblica, si è definito proprio Davide contro Golia. La battaglia intrapresa  da Maestri è destinata a vedere in campo la tv pubblica che si difenderà da 125 abbonati Rai che non possono usufruire del servizio o ne usufruiscono solo parzialmente, pur pagando il canone. Il problema è sulla recezione del segnale, un disagio che non è sicuramente circoscritto all’area di Ravenna, ma che è stato rilevato in vaste zone d’Italia, dalla Val D’Aosta alla Sicilia. E’ passato un  anno dal completamento dello switch off e molti teleutenti sono rimasti senza poter vedere i programmi della Rai, tanto da promuovere un caso che è stato portato davanti al Tar del Lazio il 18 Luglio e di cui ora, si attende la sentenza.

“Mi sento un po’ come Davide contro Golia – dice Maestri – perché la Rai e la sua controllata Raiway (la società che possiede e gestisce la rete) si sono costituite in giudizio schierando fior fiore di avvocati. Nel pool di quattro legali della tv di Stato c’è anche Giuseppe De Vergottini, professore emerito di diritto costituzionale dell’università di Bologna, con il quale mi sono laureato io stesso col massimo dei voti, nonché uno dei trenta saggi nominati dal premier Enrico Letta per lavorare alle riforme”.

Non solo, De Vergottini fa anche parte del team di otto giuristi che ha stilato i sei pareri che puntano a sancire l’incostituzionalità della legge Severino, ovvero della norma che potrebbe scrivere la parola fine alla carriera parlamentare di Silvio Berlusconi.

La Rai schiera anche un altro nome illustre, Carlo Mirabile, che oltre a essere un esperto nel settore degli appalti pubblici, tra le varie cariche ha ricoperto quella di vicepresidente di Lottomatica Sistemi e di consigliere giuridico dell’amministratore delegato di Poste Italiane. Una potenza di fuoco giuridica che farebbe impallidire qualunque controparte. Così come farà impallidire anche la parcella del “dream team” di consulenti legali Rai, ben superiore a quella di Maestri: “Noi abbiamo chiesto 10 euro a ogni sottoscrittore della class action e il rimborso delle spese di bollo”.

Ma chi dovrà pagare il conto della Rai? I contribuenti, ergo gli abbonati della televisione pubblica. Gli stessi che stanno portando avanti la class action, gli stessi che continuano a pagare un canone per il quale non ricevono il servizio (l’azione collettiva punta alla restituzione dei versamenti degli ultimi tre anni) ma che intanto retribuisce indirettamente chi è dall’altra parte della barricata da dove chiama in causa anche il Ministero dello Sviluppo Economico.

La Rai, per adesso, ha risposto alla diffida inviata da Maestri (come da prassi) sottolineando che il canone di abbonamento “ha natura di prestazione tributaria fondata sulla legge, e non costituisce quindi un corrispettivo per la prestazione di un servizio” e che il digitale terrestre non funziona per l’inadeguatezza “dei sistemi di ricezione dei singoli cittadini anche per difetto di puntamento delle antenne”.

Intanto gli abbonati ravennati attendono il verdetto del Tar: “Sono un po’ preoccupato perché in effetti io sono solo un piccolo avvocato – ammette Maestri – ma è anche vero che siamo in tanti a far valere le nostre ragioni”.

Davide, Chiara, Ics: chi di loro ha l’X-Factor? Lo scopriremo stasera!

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