Quei database di DNA dove chiunque può essere schedato

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Esiste un database federale, in America, in cui si raccoglie il DNA degli autori di delitti di una certa rilevanza. I limiti sono severi per quel che riguarda la raccolta di questo dato ed esiste un numero tipizzato di casi e di procedure da seguire. Ma le cose cambiano a livello locale, dove ci si affida anche all’improvvisazione di qualche procuratore o sceriffo. Il New York Times racconta che negli archivi locali finisce il DNA di coloro che si riesce a convincere, spesso con l’inganno, ad acconsentire alla raccolta e anche di chi non acconsente. E non si parla più di persone colpevoli di qualche reato, nei database locali finirebbero infatti anche i dati del DNA delle stesse vittime o addirittura di ignari che in qualche modo hanno consegnato un loro campione biologico alle forze di polizia. Diventa quindi un abuso la pratica che, che in teoria, è nata solo per trattenere solo il DNA dei colpevoli di determinati reati raccogliendo così che possono agevolare la scoperta degli autori di diversi crimini. A livello locale, i database servono per abbreviare i tempi necessari per interpellare gli archivi federali, ma mancano di controllo o supervisione e vengono creati al chiaro ed esclusivo scopo di giungere più facilmente all’incriminazione dei colpevoli, non per scagionare gli innocenti. Il pericolo è che non è dato conoscere se quei database riescano ad essere consultati da curiosi, come la stessa NSA o le compagnie assicuratrici, che hanno un evidente interesse nel DNA dei potenziali clienti. 

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Quanto mi dai? Arriva Lulu l’app per votare il tuo uomo!

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L’inglese Alexandra Chong ha pensato di trasformare le chiacchiere che le ragazze scambiano tra di loro su fidanzati e mariti in una database di servizio pubblico. Si chiama “Lulu” l’app creata dalla Chong per smartphone Android (per ora è disponibile per il mercato americano e inglese).

Vuole essere una sorta di Tripadvisor degli uomini: le compagne presenti e passate danno i voti alle performance sessuali degli uomini, senza tralasciare il primo bacio, l’aspetto fisico, l’abbigliamento e persino il loro livello di igiene personale. L’obiettivo è mettere in guardia la popolazione femminile e indicare i tipi con i quali è meglio non perdere tempo.

E per mettersi al riparo dalle accuse di discriminare gli uomini e di violare la loro privacy e il loro “diritto all’oblio”, la Chong è corsa ai ripari. Ha messo a punto anche una contro-applicazione che permette ai ragazzi di dare spiegazioni sui giudizi espressi nei loro confronti. I due database, quello maschile e quello femminile, andranno quindi a collaborare tra loro senza intralciarsi. Agli uomini citati da Lulu non sarà possibile cambiare in maniera diretta i voti ricevuti, anche se ingiusti.

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