L’Italia dei valori già non godeva di ottima salute, ora arriva l’ennesima pietra. Ad affondare ancor di più il partito di Di Pietro è la Corte dei Conti in Molise che senza mezzi termini dice che l’Idv nel 2012 ha speso 90mila euro in modo “non ammissibile”. Ma le disgrazie non arrivano mai da sole ed ecco che qualcosa di strano succede anche a Cristiano Di Pietro figlio del fondatore del partito da sempre in lotta per la legalità. Come riporta il “Corriere della sera”:
Il figlio del leader del partito, approdato finalmente nella precedente tornata elettorale al consiglio regionale, dopo essere passato per il consiglio provinciale e per quello comunale. Il 2 novembre 2012, mentre infuriava lo scandalo del Lazio, dichiarava risoluto: «Dopo i tristi esempi provenienti da alcune Regioni possiamo andare controcorrente e dimostrare che non tutti i consiglieri sperperano il denaro pubblico». Faceva parte del gruppo, abbiamo detto, perché ne è uscito qualche settimana fa dopo che un candidato dell’Idv rimasto fuori dal Consiglio alle ultime elezioni ha presentato un ricorso al Tar. Lui non ha gradito e ha imboccato la porta.
Lo stesso “Corriere della Sera” poi aggiunge un dettaglio interessante. Cristiano Di Pietro è uscito dal gruppo, ma non dal partito:
È soltanto emigrato al gruppo misto, che prima non esisteva. Lui l’ha costituito, ne è l’unico componente nonché il presidente: incarico, per inciso, che vale 800 euro netti in più al mese. Tanto per Di Pietro junior come per altri suoi 15 colleghi. Perché con la nascita del misto i gruppi politici della Regione Molise sono infatti diventati 16, per 21 consiglieri. In media, 1,31 per ogni gruppo.