Troppi rinvii, troppe promesse e quello scheletro che giace davanti all’isola del Giglio. Una carcassa che doveva essere rimossa entro la fine del 2012, poi entro maggio 2013 e ora non prima del 2014. La ruggine si sta impossessando dell’imbarcazione con gravi conseguenze all’ambiente e a dirlo stavolta è un quotidiano tedesco: Bild. Prima l’interesse (macabro) di andare a vedere il luogo della tragedia, poi il disinteresse dei turisti ora come dice il sindaco del Giglio nell’intervista al Bild: “Sembra che ci sia una leggera ripresa, ma si parla di pochi punti percentuali”. Ma la peggior minaccia ora è quella ambientale: quello scafo che lentamente, ma inesorabilmente viene mangiato dalla ruggine. Se mai verrà realizzato, il recupero della costa sarà da guiness dei primati. Una grande operazione che vedrà impegnati 400 tecnici, tra cui 100 subacquei con il compito di recuperare il gigante da 600 tonnellate. Il costo dell’operazione naturalmente lievita e ormai si è arrivati a circa 400 milioni di euro, cioè poco meno di quanto è costato costruire la nave. L’ennesima vergogna italiana?