Plastic Bodies: che modello inseguono le donne?

bambole-donne-tuttacronacaUna fotografa statunitense, Sheila Pree Bright, di Atlanta, ha creato una serie che fa emergere il contrasto tra donne reali e modelli proposti dalla cultura occidentale facendo coincidere i lineamenti delle bambole e delle donne statunitensi, in particolare afroamericane. La serie si chiama Plastic Bodies e la fotografa ne parla in questo modo: “In America la concezione del ‘corpo perfetto femminile’ viene alimentata dall’introduzione di mode che le persone seguono spendendo centinaia di dollari. Non ci si può meravigliare se le donne gonfiano il proprio seno con il silicone, allungano capelli corti con altri sintetici oppure cambiano il colore degli occhi con delle lenti a contatto. Il risultato è un corpo femminile che assomiglia a quello di una bambola. E così il concetto di bellezza naturale in America viene gradualmente rimpiazzato dalla fantasia”. Gli scatti sono in mostra fino al prossimo 7 dicembre presso lo Spelman College Museum of Fine Art di Atlanta. Dal 19 gennaio al 16 marzo 2014, invece, la mostra si trasferirà all’Evansville Museum di Evansville, in Indiana

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Uomini di Ducati: quando la pubblicità… è “maschio”

manigale-tuttacronacaTutti i giorni si criticano le pubblicità che utilizzano il corpo della donna per commercializzare qualsiasi prodotto. C’è chi ha pensato di provare a cambiare registro. E si è spinto oltre: ha modificato anche il binomio donne e motori. MotoCorsa, un concessionario Ducati a Portland, in Oregon, dopo aver realizzato degli scatti con una modella accanto a una moto ha preso come testimonial i suoi stessi dipendenti, facendoli posare come la ragazza. Il risultato è la serie Manigale. Che ne pensate?

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Una camicia, due “stili”: la pubblicità sessista che infiamma gli animi in Svezia

pubblicità sessiste

Ancora accuse di sessimo per la catena di abbigliamento Usa American Apparel, che si vanta di nutrire particolare attenzione per i diritti dei lavoratori e per la sostenibilità sociale e ambientale della sua produzione ma sembra destinata ogni volta a naufragare quando si parla di pubblicità, dove appaiono sempre ragazze poco coperte mentre, per quel che riguarda il settore maschile, i modelli sono sempre perfettamente abbigliati. Dopo i recenti attacchi partiti dalla Gran Bretagna, ora è una giovane blogger svedese ad accendere la miccia. La 24enne Emelie Eriksson, confrontando i due diversi usi di una stessa camicia a quadri, una di quelle care ai boscaioli americani, ha notato che, mentre un giovane con la barbetta chiara la indossa educatamente, una ragazza bionda la porta aperta sul seno nudo e accompagnata esclusivamente dagli slip. Ancora una volta, insomma, “un’immagine degradante della donna” da parte dell’azienda americana. Ma basta scorrere il sito della catena con sede a Los Angeles e di proprietà di Dov Charney per vedere quanto sia “affezionata” a questa mentalità: una pubblicità di leggings da discoteca è interpretata da  ragazze a seno nudo  e che assumono pose provocanti.  Dopo la segnalazione, il blog della ragazza è stato letto da centomila persone e le associazioni dei consumatori svedesi hanno chiesto l’intervento delle autorità che dovrebbero vigilare sulla pubblicità che però hanno negato la possibilità di oscurare il sito per ragioni pratiche e legali. Ma non c’è da augurarsi che il cattivo gusto lasci le prossime campagne, dato che lo stesso Charney ha affermato che il sesso è un elemento che rientra nelle caratteristiche del prodotto. Ancora una volta un becero maschilismo fa capolino e non è possibile contrastarlo, visto che i ripetuti attacchi non portano ad alcun cambio di rotta. L’importante è che se ne parli? Anche se è offensivo per l’intera società? 

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Laura Boldrini e il corpo della donna nella pubblicità

LauraBoldrini

In un’intervista al Mattino, la presidente della Camera Laura Boldrini afferma che per per fermare la violenza sulle donne serve partire “dalla disoccupazione femminile: in Italia solo il 47% lavora, percentuale tra le più basse d’Europa. E al Meridione si scende ancora”. Ma “la donna che lavora e’ più libera, ha più possibilità di decidere della sua vita”. Ma è indispensabile anche creare “norme sull’utilizzo del corpo della donna nella comunicazione e nella pubblicità” perché “se la donna viene resa oggetto nella sua immagine puoi farne quel che vuoi”. E’ determinata a dar voce ai tanti “eroi positivi ignorati dai media” la Boldrini, e per questo è intenzionata ad “di aprire la Camera per farne la casa della buona politica. Due volte al mese incontrerò le associazioni che si occupano di temi specifici, coinvolgendo anche la commissione parlamentare competente sul tema in discussione, il ministro e il sottosegretario”. Ma le sue idee non si limitano a questo, vorrebbere rendere Montecitorio più vicino alla gente e anche “più comprensibile l’iter legislativo”, velocizzando anche l’iter delle leggi oltra a creare “percorsi stabiliti e certi alle leggi di iniziativa popolare”.
Ma a cosa si riferisce la presidente della Camera quando parla della donna “resa oggetto”? La pubblicità è la forma di comunicazione più pervasiva e s’insinua ovunque, creando così un sostrato culturale che s’insinua nelle menti ed è in grado d’influire sul nostro modo di pensare. Il corpo femminile ormai viene utilizzato per vendere prodotti di qualunque tipo con immagini che propongono un costante ammiccamento all’atto sessuale trasmettendo un messaggio indiretto: che può essere usato a piacimento. Di seguito una carrellata di pubblicità… che valgono più di molte parole.

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Scandalo in Danimarca per lo spot sessista!

ThomasBlachman

Lo spot del nuovo show di Thomas Blachman, jazzista che è stato anche giurato dell’edizione danese del talent show X-Factor, è stato definito in Danimarca “sessista e umiliante per le donne” creando così un vero e proprio scandalo attorno al programam che va in onda ogni martedì sul canale pubblico DR2. Lo spot è incentrato su una donna bionda, bellissima, che, dopo pochi secondi dal suo ingresso, si sfila la vestaglia per mostrarsi nuda allo stesso Blachman e ad un altro uomo. Dopo averla osservata, i due esprimono i loro pareri sul suo corpo. Se le critiche sono state dure, il jazzista non si è scomposto ed ha anzi giustificato la sua scelta tentando di assegnarle quasi un’aura “caritatevole”: “Ho fatto un favore alle donne, così possono sapere come gli uomini valutino i loro corpi, senza alcuna ipocrisia”. Una domanda sorge spontanea: alla testa delle donne, al loro carattere, al loro cuore, alla loro anima, come riescono a “dare i voti”? Forse è più importante capire come una donna valuta se stessa, anche per insegnare alle nuove generazioni che l’autostima, l’amore ed il rispetto per se stessi è ciò che permette di andare avanti nella vita, senza cadere trappola di troppo facili trappole pubblicitarie!

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