Era fine maggio quando, nel Canale della Giudecca, a Venezia, affiorò un cadavere senza testa. Ancora non è stato possibile risalire all’identità della vittima morta non per annegamento ma per asfissia meccanica, ossia strangolata. In cerca di risposte, Chi l’ha visto questa sera ha mostrato gli stivaletti indossati dalla donna. Di ottima fattura, rari, costosi, misura 34 e mezzo, forse realizzati su misura. La domanda è: sapete chi li indossava?
Era il 27 agosto del 2011 e Matteo Maestri si trovava con un gruppo di amici lungo la scogliera del Romito, alle ‘Vaschette’, tra la Torre di Calafuria e il ponte di Calignaia. Quel giorno il mar Tirreno era in burrasca e Matteo con i suoi amici era rimasto affascinato dai flutti che si si innalzavano dopo l’impatto con gli scogli. Erano circa le 15 quando arrivò un’onda anomale che trascinò via il giovane 30enne, figlio unico che viveva con i genitori e la nonna Viera e lavorava come grafico all’Arci Zona del Cuoio, a Ponte a Egola.
A due anni dalla sua scomparsa il mare ha restituito forse il suo corpo. Mercoledì scorso sulla spiaggia dei Tre Ponti, vicino Livorno, è stato infatti recuperato un cadavere decapitato e in avanzato stato di decomposizione. Dopo le prime analisi, sembrerebbe che quei resti possano appartenere proprio al giovane originario di Castelfranco di Sotto (Pisa). A fugare ogni dubbio saranno le analisi che si compiranno sul dna nei prossimi giorni, ma ci sono molti indizi che riconducono proprio a Matteo Maestri: il costume da bagno e i pantaloncini rinvenuti sono della stessa marca di quelli indossati dal giovane al momento della scomparsa.