La Cameo ha dovuto ritirare il suo budino Muu Muu alla Vaniglia con Macchie al Cioccolato da 120 supermercati presenti sul territorio nazionale per la presenza di acqua ossigenata. Si tratta di circa 31mila confezioni consegnate ai supermercati Esselunga, Iper, Bennet, Coop, Crai , Pam Panorama, Metro, Unes, Gs. Anche l’Asl conferma il problema dopo aver analizzato il prodotto e trovando acqua ossigenata in 2 vasetti sui cinque rimasti. Il lotto contaminato è il n. 27.02.2014 22:01 022 con scadenza 27-02-2014 . La notizia è stata anche segnalata nel sistema di allerta europeo Rasff visto che il dessert è stato prodotto in Germania. A presentare la denuncia era stato un consumatore che aveva avvertito forti bruciori alla gola dopo aver mangiato il budino. Cameo precisa che sono stati fatti altri controlli su campioni dello stesso lotto senza riscontrare alcun problema e di aver proceduto immediatamente al ritiro del prodotto dal mercato, prima ancora dell’attivazione dell’allerta. Ancora, la ditta produttrice ha spiegato che l’acqua ossigenata viene utilizzata per disinfettare i vasetti prima dell’utilizzo e che tutti i lotti limitrofi sono stati controllati senza riscontrare alcuna contaminazione.
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La Cameo ritira il budino Muu Muu: acqua ossigenata nelle confezioni
Pubblicato da tdy22 in febbraio 19, 2014
https://tuttacronaca.wordpress.com/2014/02/19/la-cameo-ritira-il-budino-muu-muu-acqua-ossigenata-nelle-confezioni/
Dimmi “da dove” mangi… etichette e tracciabilità
Sarà perchè la crisi accentua la paura di subire una truffa, sarà perchè si è sempre più preoccupati per la propria salute, fatto sta che s’inizia a far sempre più attenzione a quanto riporta l’etichetta dei generi alimentari, per conoscere la provenienza di quello che si sta per portare in tavola. E proprio per questa trasparenza si sta combattendo in Italia, affinchè venga adottato il Regolamento Europeo 1169/2011 che ha l’obiettivo di armonizzare le normative europee in fatto di etichettatura alimentare. L’avvocato Valeria Graziussi, responsabile del settore agroalimentare del Codacons, ha spiegato all’Huffington Post: “Gli operatori del settore si dovranno adeguare entro e non oltre il 13 dicembre 2014 perché è indispensabile controllare in maniera più stringente l’intera filiera produttiva, modificando l’etichetta e introducendo non solo il luogo di ultima trasformazione del prodotto, ma quello di produzione dell’ingrediente primario”. E sottolinea quindi: “Una grossa battaglia innanzitutto a difesa del Made in Italy e contro la contraffazione alimentare”. Del resto che questo sia un problema con cui già si stanno fancedo i conti è risaputo: i dati provenienti dal Nucleo Agroalimentare e Forestale del Corpo Forestale, forniti dal commissario capo Lando Desiati, parlano infatti di 1180 sanzioni amministrative per un valore di circa 3 milioni di euro e della scoperta di oltre 105 reati su un totale di oltre 6.400 controlli effettuati solo nel 2012. E se il concumatore ne esce disorientato, almeno sa di poter fare affidamento sui controlli qualità che iniziano quando i prodotti arrivano alla frontiera. Sempre Desiati rende noto: “Alla dogana vengono verificate le condizioni igienico sanitarie e la “carta d’identità”. Bidogna inoltre ricordare che sul territorio nazionale operano anche gli organi di sorveglianza, quali Nas, Ministero della Salute, Ministero delle Politiche Agricole, Corpo Forestale e altri ancora. Tutti questi effettuano controlli periodici. E se al consumatore non è dato conoscere la provenienza dei prodotti, gli organi di polizia non soffrono di questo handicap: “A meno che non si tratti di un prodotto Igp o Doc è praticamente impossibile per l’utente finale capire da dove proviene con esattezza quel che consuma. Per i prodotti non certificati, infatti, in etichetta viene indicato solo il territorio nazionale di provenienza, non l’area o la regione geografica”. Ma le forze dell’ordine possono far riferimento al codice di lotto, indicato obbligatoriamente sui preconfezionati della grande distribuzione, e da qui accedere ai registri delle aziende riuscendo a risalire addirittura al terreno da cui proviene l’ingrediente primario utilizzato. Senza contare che controlli a campione permettono di analizzare tutti gli ingredienti primari. Poi ci sono le segnalazioni che provengono direttamente dal consumatore finale: “Ne riceviamo” conferma Desiati, “prodotti scaduti, non buoni, mal conservati o con etichetta dubbia e poco trasparente. In tal caso ci muoviamo subito per condurre tutte le indagini necessarie a garantire la sicurezza alimentare”. Ma per il consumatore che non vuole attendere controlli a campione e saperne di più, ora ci pensa la Coop, con un portale dedicato, www.cooporigini.it, che permette di conoscere il paese di provenienza di almeno due ingredienti principali dei prodotti del marchio. Come spiega l’Huffington Post:
Il procedimento è semplice: basta scrivere il codice a barre o il nome del prodotto e compariranno subito le informazioni relative alle principali materie prime impiegate nelle produzioni. Per offrire un’informazione ancora più completa, oltre alla provenienza degli ingredienti, sarà indicato anche il Paese dov’è situato lo stabilimento di produzione. Realizzata anche un’App (disponibile su piattaforma iOS ed Android) che consente, semplicemente fotografando il codice a barre, di ottenere le stesse informazioni offerte dal sito. Infine, per i 4 italiani su 10 che non usano Internet (secondo dati Confindustria) ci saranno punti di accoglienza negli oltre 1400 punti vendita Coop, dove saranno messi a disposizione depliant, cartellonistica e, in alcuni, pc per una consultazione “in loco”. “Massimo sforzo di trasparenza e correttezza per dichiarare e far capire ai nostri soci e consumatori che cosa arriva dall’Italia e cosa non può arrivare per i motivi più vari a partire dalla scarsità di alcune materie prime del nostro Paese. Un progetto apripista che ci auguriamo altri seguano” dichiarano dalla Coop. “Questo dell’origine delle materie prime è un progetto a cui lavoriamo da tempo, con rigore e determinazione – spiega Marco Pedroni presidente di Coop Italia– ma essendo la materia complessa, non basta limitarsi a dire se il latte o i legumi in scatola sono italiani o vengono dall’estero. Il problema è anche cercare di fare in modo che si capisca il perché. Il 60% dei nostri prodotti alimentari oggi sono fatti con materie prime di origine italiana. Ma l’informazione che spesso manca a tante persone è che, per tanti altri prodotti, che pure sarebbe possibile coltivare o produrre nel nostro paese, non siamo autosufficienti”.
Pubblicato da tdy22 in ottobre 31, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/10/31/dimmi-da-dove-mangi-etichette-e-tracciabilita/
Incontro ai cittadini: Ikea, Esselunga e Coop mantengono i prezzi
Quell’Iva che si alza all’improvviso e apre la crisi di Governo, quando invece da tutti era atteso un rinvio al prossimo anno. Così ci sveglia una mattina e si costata che il passaggio è avvenuto e non senza dolore, perché dal 21% al 22% la differenza si sente. Ma c’è chi, come Ikea, Esselunga e Coop ha deciso di andare incontro ai propri clienti e di riassorbire l’aumento Iva abbassando il prezzo.
Pubblicato da tdy22 in ottobre 1, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/10/01/incontro-ai-cittadini-ikea-esselunga-e-coop-mantengono-i-prezzi/
Il contro-slogan della Coop che mira alla Littizzetto
Tra ironia e tragica realtà il sindacato Usb lancia il contro-slogan della Coop che mira proprio a minare lo spot televisivo di Luciana Littizzetto, testimonial della nota catena di supermercati.
Nel contro-slogan viene sconvolta quell’atmosfera da sogno descritta nello spot ufficiale e vengono alla luce le scomode domande: “Sai che una cassiera della Coop guadagna 700 euro al mese? Sai che i contratti part-time sono l’unica opzione per essere assunti? Sai che ci cambiano il turno con una telefonata? Ma la Coop non eri tu?”.
Tra sarcasmo, ironia e dramma sociale le domande sembrano condannate a non aver risposta.
Il video postato a luglio 2013 è tornato in questi giorni nel mirino dopo che il web si è scatenato contro la pubblicità di Enel: #guerrieri.
Pubblicato da tdy22 in settembre 28, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/09/28/il-contro-slogan-della-coop-che-mira-alla-littizzetto/
Omicidio nel piacentino, uccide una 50enne e tenta il suicidio
Ha ucciso la compagna 50enne soffocandola e ha poi cercato di togliersi la vita. Il dramma sarebbe scoppiato in una abitazione a Castelvetro Piacentino nei pressi di via Stazione vicino al supermercato Coop. Secondo le prime informazioni l’omicidio è avvenuto nell’abitazione della coppia e l’uomo avrebbe soffocato la donna, sua compagna. A dare l’allarme questa mattina intorno alle 6,30 il figlio dell’uomo, rientrato a casa. Sul posto è giunto anche il sindaco, Luca Quintavalla.
Pubblicato da tdy22 in settembre 26, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/09/26/omicidio-nel-piacentino-uccide-una-50enne-e-tenta-il-suicidio/
Assalto all’area carburanti a Brindisi
Nella notte è stato compiuto un assalto all’interno dell’area carburanti Coop annessa al centro commerciale Le colonne di Brindisi. Il commando composto da un numero imprecisato di persone, almeno 10 secondo le prime fonti investigative, avrebbe utilizzato anche un cingolato. Due mezzi pesanti un pullman e un rimorchio sono stati utilizzati per bloccare la superstrada Brindisi-Taranto, mentre si provvedeva a sradicare le colonnine self-service. Il bottino è stimato intorno ai 50mila euro.
Pubblicato da tdy22 in Maggio 20, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/05/20/assalto-allarea-carburanti-a-brindisi/
Bufala o non bufala?
Tornato libero l’Armani della mozzarella, Giuseppe Mandara , e dissequestrato il suo caseificio. L’accusa volta all’imprenditore era di associazione a delinquere di stampo mafioso. Tutto sarebbe iniziato nei primi anni ottanta quando il “re delle mozzarelle” avrebbe chiesto aiuto al capoclan Tiberio La Torre, padre del collaboratore. Nel marzo 2011, Augusto La Torre ha raccontato: “Ci propose di entrare in società con lui nella quota societaria che lui avrebbe acquistato, quota rilevante perché avrebbe potuto gestire la società e dunque l’attività, divenendo sostanzialmente il proprietario”. L’azienda in poco tempo assunse quasi 200 dipendenti per produrre 78 mila pezzi di mozzarella di bufala prodotti al giorno, commercializzati anche con i marchi Coop e Conad. Nel 2010 si scoprì che la mozzarella veniva prodotta con latte congelato proveniente dall’est europa, ma neppure lo scandalo del latte è riuscito a far chiudere l’azienda. Tutto regolare, andiamo avanti!
Pubblicato da tdy22 in febbraio 14, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/02/14/bufala-o-non-bufala/
Poesie e racconti: i colori della fantasia
Two sides of God (dog)
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NON SONO ACIDA, SONO DIVERSAMENTE IRONICA. E SPARGO INSINCERE LACRIME SU TUTTO QUELLO CHE NON TORNA PIU'
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