Letta a due piazze tra “il lenzuolo” Bilderberg e “la federa” Aspen!

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Chi è davvero Enrico Letta? L’uomo umile e determinato che oggi, nel suo discorso da Premier incaricato, ha parlato di lavoro, giovani e drammaticità della situazione italiana? Chi è quest’uomo… da sempre più un ombra il cui nome è sempre dietro a qualche altro leader?
E’ il nipote di Gianni Letta, uomo di fiducia di Berlusconi, è colui che inviò a Monti un “pizzino” per ricordargli che era a “sua completa” disposizione, ma soprattutto come ha ben ricordato il Presidente della Repubblica Enrico Letta è un uomo conosciuto a livello europeo. Ebbene sì Letta dorme sul “lenzuolo” Bilderberg e poggia la testa “sulla federa” Aspen (succursale di Bilderberg).
Letta poi aveva predetto il voto nel 2013… Predetto? Ebbene sembra proprio che abbia la sfera di cristallo ( o forse non serve la sfera in politica, ma servono accordi multilaterali).  Il 4 giugno 2012  Fassina chiede il voto anticipato ad autunno. Due minuti dopo Letta lo smentisce: “Si vota nel 2013”. Il giorno dopo è costretto, tramite il suo profilo Facebook, a  scrivere proprio sulla riunione del Bilderberg avuta qualche giorno prima:

“In molti in questi giorni mi fanno domande sul meeting Bilderberg al quale son stato invitato a Washington lo scorso fine settimana. In sintesi, era presente una parte importante dell’amministrazione Obama e dei partiti democratico e repubblicano americani. C’erano poi leader socialisti, liberali, verdi e conservatori di molti Paesi europei. E, inoltre, sindacalisti e imprenditori, docenti universitari e finanzieri. Senza contare rappresentanti dell’opposizione siriana e russa. La lista dei partecipanti è stata peraltro resa pubblica dagli stessi organizzatori. 

Si è discusso dei principali temi in materia di economia e di sicurezza al centro dell’agenda globale. Ed è stata per me un’occasione interessante e utile per ribadire la fiducia nei confronti dell’Euro e per rilanciare con grande determinazione l’invito a compiere i passi necessari (e indispensabili) verso gli Stati Uniti d’Europa. 

Nulla di queste discussioni, e del franco e ‘aperto’ dialogo tra i partecipanti, mi ha fatto anche solo per un momento pensare a quell’immagine di piovra soffocante che decide dei destini del mondo, incurante dei popoli e della democrazia, descritta da una parte della critica sul web e sulla stampa. 

È vero: la discussione era a porte chiuse. Ma la presenza dei direttori di alcuni dei principali giornali internazionali (di tutte le tendenze politico-culturali) mi pare possa ‘rassicurare’ i sostenitori di una lettura complottistica del meeting”.

Certamente Letta ci ha rassicurato ponendo in rilievo “la presenza di alcuni direttori dei principali giornali internazionali”… ora siamo certi che la stampa scrive solo quello che gli viene detto di dire, in modo chiaro ed evidente, tutto ciò che dobbiamo sapere è sotto i nostri occhi… il resto rimane a porte chiuse, top secret  nel Club Bilderberg.

Letta è inoltre membro del comitato europeo della Commissione Trilaterale, un gruppo di interesse di orientamento neoliberista fondato nel 1973 da David Rockefeller. Ma guarda caso l’organizzazione Aspen, dic ui Letta naturalmente è membro, è finanziata dalla Rockefeller Brothers Fund. Quindi la Rockefeller Brothers Fund finanzia la Trilaterale e poi un Istituto per promuovere secondo la carta, che si occupa di diffondere  ” idee e valori universali”. A ben vedere, nell’ipotesi più rosea, la Aspen porta alla globalizzazione e alla standardizzazione di idee e valori culturali, in quella un po’ più grigia, impone, attraverso i suoi influenti membri, direttive e indirizzi a Paesi che altrimenti potrebbero scappare al loro controllo.

 

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Napolitano motiva la sua scelta, con un appello alla collaborazione

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Napolitano si dice soddisfatto perchè si è aperta la strada ad un governo con una larga convergenza che possa assicurare la maggioranza in entrambe le Camera. Il Presidente, nel decidere, ha tenuto conto di tutte le consultazioni tenute ieri, in particolare quelle con le forze politiche già predisposte alle larghe intese, che da parte loro non hanno avanzato proposte pur dimostrando stima nei confronti di Enrico Letta, che appartiene ad una generazione giovane ma ha già ottenuto diversi riscontri positivi in ambito politico. Giorgio Napolitano afferma “ho piena fiducia nello sforzo che farà Letta” e che quindi è ottimista riguardo al futuro. “In questa fase è indispensabile che si affermi un clima di massimo rispetto politico tra le forze politiche” e che “si riconosca il ruolo che ognuna di esse deve avere in un ambito di larghe intese”. “Confido che tutti cooperino, e con tutti mi riferisco anche ai mezzi di comunicazione, per favorire il clima di distensione invece che rinfocolare vecchie tensioni”.

Enrico Letta accetta l’incarico con riserva

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Dopo che, a seguito della rielezione di Giorgio Napolitano e del terzo giro di consultazioni, il Presidente della Repubblica ha conferito l’incarico di formare il nuovo governo ad Enrico Letta, l’onorevole ha accettato il mandato con riserva. Nel frattempo il primo messaggio di stima da parte di Matteo Renzi: “In bocca al lupo e un forte abbraccio a @EnricoLetta”. Presa la parola, Letta afferma di sentire che un simile impegno è un peso gravoso, forse più forte della resistenza delle sue stesse spalle. Il primo tema che tratta è il problema del lavoro, con la povertà e l’emigrazione dei giovani ad esso connessi. Il secondo tema è quello del “come dare risposte attraverso una politica che sia di nuovo credibile”. “o si rittrova credibilità tutti e tutti assieme, o non c’è possibilità di avere gli strumenti per risolvere il problema”. L’impegno è per una politica italiana diversa, con misure necessarie in ambito politico, come il bicameralismo, la legge elettorale e la riduzione del numero dei parlamentari. Lancia quindi un appello a tutte le forze politiche presenti in Parlamento per richiedere la più larga partecipazione possibile, utile anche per cambiare la situazione all’interno della Comunità Europea che impone un modello di austerità non più tollerabile. Letta inizierà già da domani un giro di consultazioni per riuscire a tornare a colloquio con il Presidente il prima possibile con delle soluzioni chiare. Le ultime parole sono di ringraziamento per Giorgio Napolitano. Per quanto riguarda il Toto-ministri, Letta promette di presentare la lista, se scioglierà la riserva, quanto prima. L’idea è quella di un “governo di servizio al Paese”.

I giochi sono fatti: Letta sale al Colle alle 12:30

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E’ arrivata la convocazione ad Enrico Letta: oggi, alle 12.30, salirà al Palazzo del Quirinale per incontrare Napolitano. E’ l’onorevole del PD a vincere nella sfida contro Amato, anche se dalle forze opposte sono già arrivate, nei giorni scorsi, le prime “minacce”. Angelino Alfano avvisa che “per noi non ci sarà un nuovo caso Marini, non daremo il sostegno a uno di loro cui loro non daranno un sostegno reale, visibile”. E aggiunge: “Se si tratta di un governicchio qualsiasi, semibalneare, lo faccia chi vuole, ma noi non ci stiamo”. Anche Brunetta, che ieri aveva dichiarato che il PdL non condivideva l’ipotesi Amato o Letta, tiene a sottolineare: “Le elezioni sono finite in pareggio, il Pd ha preso Camera e Senato, ora prenderà la Presidenza del Consiglio, ha confermato una persona straordinaria ma di sinistra alla Presidenza della Repubblica, quindi lascio agli altri le valutazioni. L’eventuale delegazione del Pdl dovrà essere funzionale al programma. Se nella discussione del programma non ci saranno dei punti per noi fondamentali non ci sarà il governo con il Pdl. Il primo punto? Abolizione e restituzione dell’imu. O ci saranno i nostri dieci punti programmatici o diremo che questo governo non fa per noi. La durata del governo? Un’intera legislatura, deve essere un governo forte, politico e di legislatura che sia forte in Europa”. Il segretario del Prc, Paolo Ferrero, aveva invece messo in evidenza stamattina che “La probabile nomina di Enrico Letta a presidente del Consiglio segna la piena continuità con il governo Monti: entrambi fanno parte della Trilateral Commission, fondata da Rockefeller e che costituisce uno dei centri di direzione più rilevanti del capitalismo internazionale. Il fatto che la Trilateral continui a nominare i presidenti italiani significa che siamo stati definitivamente trasformati in un protettorato, in cui la sovranità del popolo italiano è un puro simulacro. Facciamo appello a tutte le forze di sinistra per costruire una opposizione unitaria a questo ennesimo governo dei poteri forti”. Ormai i giochi sono fatti… benvenuti in Italia!

Enrico Letta visto da Travaglio

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Marco Travaglio ha definito Enrico Letta in un suo articolo come colui che:

“Dopo anni di relazione clandestina, ha trovato il coraggio per un liberatorio coming out sul Corriere: “Preferisco che i voti vadano al Pdl piuttosto che disperdersi verso Grillo”. Finalmente, era ora: B. è meglio di Grillo perché Grillo propone di “non ripagare i debiti, uscire dall’euro e non dare cittadinanza ai bambini nati da immigrati in Italia”. E pazienza se Grillo, diversamente da B., non ha mai proposto di uscire dall’euro e di non ripagare i debiti: quanto allo “ius soli”, il centrosinistra è talmente favorevole che ha governato 8 anni su 18 e non ha mai fatto la legge… Beata ingenuità. Sono 18 anni che sinistra e destra governano insieme, ovviamente sottobanco per non farsi beccare dai rispettivi elettori. Perciò Grillo e Di Pietro li terrorizzano: non fan parte del giro, non inciuciano, non sono trattabili né ricattabili né controllabili, insomma hanno il guinzaglio lungo.
Infatti il Letta minor sogna “un’alleanza guidata da Bersani con ai lati Casini e Vendola” e non esclude nemmeno la “grande coalizione” col Pdl anche se ora “non è l’opzione principale”. Una cosa è certa: “Non vorrei che si tornasse alla logica dell’antiberlusconismo e delle ammucchiate contro il Cavaliere”. Ecco, bravo. Le ammucchiate contro il Cavaliere no. Invece quelle col Cavaliere sì: infatti oggi il Pd è in maggioranza con B., per giunta in posizione gregaria. Ma chi si scandalizza non s’è accorto che la Grande Coalizione esiste almeno dal 1994, quando – rivelò Violante alla Camera – “abbiamo garantito all’on. Berlusconi e all’on. Letta (Gianni, ndr) che non avremmo toccato le tv”. Due anni dopo nacquela Bicamerale, che ufficialmente fallì nel ’98, in realtà non ha mai chiuso i battenti. Al di là del teatrino destra-sinistra per gabbare gli elettori, non c’è legge vergogna pro B. su tv e giustizia che Ds, Margherita e poi Pd non abbiano avallato o confermato o addirittura proposto e votato. Resta da capire se l’han fatto gratis o a pagamento. Nel 2006 Enrico Letta, vicepremier del secondo governo Prodi, si diede subito da fare: Gentiloni, ministro delle Comunicazioni, gli scrisse di cambiare le regole d’ingaggio all’Avvocatura dello Stato affinché smettesse di difendere la legge Gasparri alla Corte di Lussemburgo contro le giuste richieste di Europa7, come aveva fatto col governo Mediaset. Naturalmente Lettino lasciò tutto com’era e l’Avvocatura seguitò a difenderela Gasparri e Mediaset. Del resto lui aveva appena confessato di invidiare al Pdl “gente in gamba” come “zio Gianni e Tremonti”: non potendoli ingaggiare, pensò bene di imitarli. Così tornarono al potere. Nel 2009 B. aveva il solito problema: disfarsi dei suoi processi col “legittimo impedimento”. Scendiletta diede subito il via libera sul Pompiere: “Il Pd non opporrà obiezioni al ricorso al legittimo impedimento: consideriamo legittimo che, come ogni imputato, Berlusconi si difenda nel processo e dal processo”. All’espressione “come ogni imputato” c’è chi rischiò l’ipossia da risate. Altri sospettarono che si facesse scrivere i testi da zio Gianni. Ma era un’infame calunnia: zio Gianni è intelligente. Enrico invece è talmente astuto che ora è allarmato dal ritorno di B. perché “blocca la trasformazione del Pdl”. Quale? Ma naturalmente quella avviata dallo statista Alfano, “interlocutore affidabile e credibile” che stava trasformando il Pdl “da movimento carismatico a moderno partito conservatore europeo”, mentre ora “tornerà a essere il partito di Arcore”. Invece Angelino Jolie, com’è noto, con B. non parlava neppure, anzi manco lo conosceva. Altre risate da soffocare. Il fatto è che Scendiletta dice ciò che pensano quasi tutti i papaveri Pd, adusi a mercanteggiare con B. su tutto, anche sulla Costituzione. Con la differenza che gli altri sono più furbi e si limitano a farlo. Lui lo dice pure. Il che fa temere l’ipotesi più agghiacciante: CHE LUI, PER B., LAVORI GRATIS.”

Insomma Enrico Letta è l’antiberlusconismo che parla in berlusconiano, che sogna quel modello e che, ora, avrà la possibilità sul campo di sperimentare le sue teorie (sulla pelle degli italiani, ma questo poco importa). Così dopo i governi Berlusconi, dopo Monti, cambiamo di nuovo per non cambiar niente… però che bello poter dire finalmente all’estero abbiamo una faccia nuova… ENRICO LETTA, il nuovo BERLUSCONI… abbiamo fatto restyling?

Ma quanto ci metterà Letta a farsi crescere i capelli come Berlusconi? Lo faccia almeno per la Merkel, che lei, così amareggiata per la sconfitta di Monti, deve pur avere i suoi punti di riferimento in Europa!

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Uno sguardo a Honk Kong… L’incrocio per il porto!

The Cross Harbour Tunnel - view of the tunnel entrance on Hong Kong side and the network of roads and flyovers, early 1970s

Uno sguardo a Hong Kong ’70… una strada!

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L’ascesa del Pd al Colle?

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La disponibilità e la responsabilità sulla scia del discorso di ieri del Capo dello Stato.

2 punti: emergenza economico sociali, lavoro, far cambiare linea all’Europa da un lato e dall’altro dei costi della politica, abolizione delle provincie e Senato delle regioni.

Per il resto ci atterremo alle indicazioni che il presidente della Repubblcia nella giornata di domani ci darà.

Benvenuti nel medioevo… Amato, Gallo, Letta, Giovannini

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Il nome di Matteo non ha mai convinto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, alle prese con l’ennesimo giro di consultazioni con i partiti. E adesso, in pista per la guida del governo di larghe intese, restano i nomi del vice segretario del Pd Enrico Letta; Enrico Giovannini, presidente dell’Istat nonché uno dei dieci saggi nominati dal capo dello Stato a fine marzo; Franco Gallo, ex presidente della Corte Costituzionale; Giuliano Amato, carta da sempre in campo per un esecutivo di larghe intese, anche se non gradita alla Lega.

Si pensa davvvero che con questi voti sia attuabile un cambiamento? Uomini politici di vecchio stampo o a capo di istituzioni “conservatrici” come l’Istat che per cambiare un paniere aspetta che un prodotto vada fuori commercio e poi lo inserisce con prudenza, in modo da non far più capire quanta inflazione ci sia in Italia. Vogliamo poi un Franco Gallo, un ex presidente della Corte Costituzionale? Non si può gridare allo scandalo e perpetrarlo con decisioni medievali.

Ecco perchè ci voleva Rodotà!

La minoranza linguistica della Val d’Aosta dice ok al governo.

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Con senso civico e grande responsabilità i rappresentanti della minoranza linguistica della Val d’Aosta, Albert Lanièce e Rudi Franco Marguerettaz, confermano il loro appoggio al governo qualsiasi sia la persona su cui ricada la scelta del presidente. Un altro stile rispetto al  Südtiroler Volkspartei che si era presentato questa mattina ribadendo con forza solo il diritto all’autonomia senza curarsi della grave crisi che attenaglia una nazione che certo non ha mai fatto discriminazioni sulle minoranze. Albert Lanièce e Rudi Franco Marguerettaz hanno invece messo da parte la loro individualità – pur ribadendo i passi del discorso di Napolitano su delle scelte condivise da tutto il parlamento e dai rappresentanti quindi anche delle minoranze – per offrire il loro appoggio alla nazione di cui sono una parte integrante anche se con una cultura diversa, ponendosi come una ricchezza ulteriore e non come  elemento divisivo per l’Italia.

Berlusconi e la sua vittoria… le larghe intese!

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Berlusconi ribadisce le larghe intese e attende il nome che verrà formulato dal Presidente per iniziare a collaborare. Non si ferma il leader del Pdl a rispondere ai giornalisti, ma il suo appoggio è chiaro sia sul nome di Amato che di Renzi. Nelle ultime ore però, si profila di più l’ipotesi di un governo Amato dopo che il Pd ha deciso di rimettere a Giorgio Napolitano la decisione sul nome, adottando la linea di Franceschini di inginocchiarsi e fare i buoni sudditi, anche perchè ci sono ancora troppe correnti all’interno dei democratici che rischierebbero di far crollare un’ipotesi di governo guidato dal sindaco di Firenze.

Crimi al Quirinale: opposizione sì, ma intelligente!

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Crimi: “Applausi ipocriti, in una situazione al limite dell’assurdo perché ti viene detto che non sei capace di fare quello che i cittadini ti hanno chiesto. Hanno applaudito quando sono stati criticati. Noi siamo all’opposizione che non vota solo contro ma voterà di volta in volta se le proposte hanno il bene centrale i cittadini”

Lombardi: “Oggi siamo stati per la terza volta a fare un giro di consultazioni. Noi siamo l’unica opposizione, ma con noi è schierata una grande fetta della cittadinanza, quindi valuteremo caso per caso quello che ci verrà proposto. Il mondo dei partiti è un muro compatto. Il Capo dello Stato ha convenuto che non è il M5S l’emergenza ma il Paese”

Le larghe intese passano nel Pd. Buona fortuna al Popolo Italiano!

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La delegazione pronta ad andare al Quirinale e proporre le larghe intese con 14 astenuti (fra cui la Bindi) e 7 contrari. Sembra quindi che per il Pd si apra la porta anche se complessa e difficile a un mandato per Renzi? E’ probabile che molte sono le differenze e le correnti che si sono vissute anche oggi, ma sembra chiaro il carico di responsabilità nei confronti del paese che il partito democratico si è assunto. Buona fortuna al popolo italiano, che sia cambiamento vero!

Scelta Civica per l’Italia: come Napolitano ha detto

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Da parte di Scelta Civica per l’Italia, non sono state poste condizioni in quanto condividono la posizione assunta dal Presidente ieri alla Camera e che indica un preciso ambito dentro il quale deve lavorare il Governo. La necessità è quella di avere un Governo che contenga sì elementi di novità ma, al contempo, che mantenga la serietà che è stata caratteristica chiave del Governo Monti e che, inoltre, non preveda differenziazioni di genere.
Riguardo alle priorità, dev’essere stabile, deve porsi come obbiettivo il fare le riforme indicate da Presidente sulla riga dei documenti stilati dai Saggi e deve durare almeno il tempo necessario per attuarle. Da parte loro, i rappresentanti di Scelta Civica si dicono determinati a offrire un apporto costruttivo al riguardo.

La consultazione della Lega Nord: parla Maroni

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Dopo l’incontro con Giorgio Napolitano, Maroni spiega le posizioni della Lega Nord che, essendo all’opposizione, non darà appoggio esterno. Se il partito non ha proposto nomi, ha comunque messo veto a due delle possibili proposte: “A prescindere dai contenuti delle proposte, sarebbe impossibile aderire ad un sostegno se incarico dato a Giuliano Amato o a chi, secondo noi, rappresenta un governo tecnico come Mario Monti”. I tre punti chiave, per la Lega, restano le necessità di: “creare lavoro, creare ricchezza, trattenere la ricchezza sui territori per abbassare la pressione fiscale a imprese e famiglie”. Riguardo ai possibili candidati, Maroni ha tenuto a sottolineare che non spetta a loro “dare indicazioni né fare nomi ed è esclusiva competenze del Presidente della Repubblica decidere e dare il mandato.” L’unica osservazione presentata, e condivisa da Napolitano, è quindi l’estrema necessità di procedere con la massima urgenza, con l’augurio che sia dato l’incarico e si formi il nuovo Governo entro la fine di questa settimana.

Napolitano vuole Amato, ma le forze politiche puntano su Renzi

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Giorgio II vuole Amato, il quale ha dichiarato già  che se fosse lui a guidare il prossimo governo, non verranno adottati provvedimenti che riguardino una patrimoniale sulle famiglie e il prelievo forzoso dai conti correnti bancari. Intanto arriva anche il no di Maroni su un Governissimo guidato da Amato. Quindi sembra ormai probabile che il Presidente debba chiamare Renzi per conferire l’incarico di formare un governo dando anche un forte segnale di rinnovamento.

Già verso le 20 di oggi potrebbe venire conferito l’incarico e dalla giornata di domani Matteo Renzi potrebbe già iniziare a lavorare da domani.

Intanto arriva secco il no di Vendola al Governissimo sia guidato da Renzi che da Amato.

Giorgia Meloni e Ignazio La Russa: OK PER RENZI!

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Il gruppo di Fratelli d’Italia parla con la Meloni che ribadisce il ringraziamento che hanno rivolto al Capo dello Stato per i 7 anni di lavoro svolti e per questo nuovo incarico che ha appena ottenuto. Inoltre ribadisce un “no” per un governo di larghe intese che porti la firma di Amato come premier, perchè non è possibile mettere in campo forze che da sempre hanno obiettivi diversi e storie diverse in contrapposizione fra loro e su cui un accordo non può essere trovato come lo testimonia la recente esperienza del governo Monti.  Tuttavia sono aperti al dialogo per leggi che troveranno conformi con il loro programma e disponibili loro stessi, come soggetto politico attivo, a fare proposte per il cambiamento.

Gli fa eco e amplifica La Russa il concetto di base con un’apertura a Renzi che potrebbe incarnare l’uomo del cambiamento e traghettare l’Italia verso il futuro. Quindi ribadisce un “no” all’inciucio e un “sì” per le larghe intese con un governo che sappia affrontare le riforme di cui questo Paese ha bisogno a iniziare dall’elezione del Presidente che dovrebbe essere votato dal popolo e non dal parlamento.  Per questo La Russa afferma che loro nella giornata di oggi proporanno nuovamente alla Camera il testo per l’elezione diretta del Capo dello Stato già approvato in Senato.

Il provincialismo del Sudtiroler Volkspartei… conferenza stampa!

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Il rappresentate del Sudtiroler Volkspartei ribadisce la sua disponibilità a un governo di larghe intese solo se viene preso in conseiderazione il programma già ampiamente discusso e approvato con il Pd di Bersani, che verteva sull’autonomia e su un maggior rispetto delle minoranze linguistiche e di aiuti alle comunità di lingua tedesca.

Da anni le conferenze stampa dei leader del Sudtiroler Volkspartei vertono su questioni provinciali e personalissime, già ampiamente riconosciute a livello costituzionale e soprattutto finanziate con i soldi pubblici italiani. Il ribadire di queste posizioni in uno stato di emergenza suona delirante nei confronti di tutto il resto del paese che ha già dimostrato ampiamente di rispettarli e di concedere tutti i diritti che la nostra Carta riconosce alle minoranze, che sono da sempre le più tutelate al mondo. Sono disposti a sacrificarsi, per una volta nella loro storia, per il Paese di cui fanno parte e che da sempre li sostiene? Non sembra proprio visto che, come dimostrano ampiamente in conferenza stampa, non sono neppure in grado di parlare correttamente la lingua italiana.

Inoltre i rappresentanti di  Sudtiroler Volkspartei si sono accorti di essere in Europa o pensano solo ed esclusivamente alle loro provincie, chiusi a qualsiasi tipo di esperienza più internazionale che potrebbe levarli dall’implosione a cui sono destinati? In tanti anni di democrazia italiana i discorsi del Sudtiroler Volkspartei sono sempre gli stessi simbolo di un immobilismo mentale che non riesce a entrare nel futuro. Una consultazione triste e grigia della solita cantilena che da troppo tempo si ripropone sempre identica a se stessa.

 

Le parole di Pisticchio, del gruppo misto, dopo la consultazione.

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Pino Pisicchio per il gruppo misto : “Noi abbiamo ringraziato il capo di stato per la sua disponibilità e abbiamo appoggiato in pieno l’intervento di che ieri che Giorgio Napolitano a rivolto al Parlamento. Siamo concordi anche su quelle parole dure che il Capo dello Stato ha rivolto alle forze politiche. Stiamo pronti, lo dico agli amici giornalisti e cronisti, perchè il Presidente della Repubblica non perderà tempo e nelle prossime ore annuncerà un nuovo incarico. Noi abbiamo, da parte nostra collaborato a fare solo un identikit per un leader capace di dare un consenso ampio, non abbiamo fatto nomi. “

Gruppo misto Sel… le consultazioni della de Petris

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Loredana De Petris: “Abbiamo riconfermato la stima e la fiducia in Napolitano ma abbiamo detto al presidente che c’è una nostra indisponibilità a un governo di larghe intese perchè riteniamo che il paese abbia bisogno di cambiamento e quindi un governo di larghe intese con membri che portano la responsabilità del disastro a cui stiamo assistendo per noi non è possibile appoggiarlo”

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