Malala all’Onu: “Non sarò ridotta al silenzio dai talebani”

malala-onu-tuttacronacaHa festeggiato i suoi 16 anni all’Onu, con un discorso che è il primo pubblico da quando i talebani tentarono di ucciderla sparandole alla testa mentre tornava a casa da scuola lo scorso ottobre, Malala Yousafzai. “Un bambino, un insegnante, un libro, una penna possono cambiare il mondo. L’istruzione è la sola soluzione”. Ha affermato, per poi proseguire: “Mi hanno sparato, hanno sparato anche alle mie amiche. Credevano che quel proiettile ci avrebbe zittito. Ma hanno fallito. Dal silenzio, migliaia di voci si sono sollevate. Quello che hanno ottenuto? La debolezza, la paura, l’impotenza sono morte. La forza, il potere, il coraggio sono emersi”. Malala, nell’occasione, ha anche consegnato al segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon una petizione per il diritto all’istruzione lanciata che lei stessa ha lanciato e la quale ha già ottenuto 4 milioni di firme. “Io sono la stessa Malala, le mie ambizioni sono le stesse, i miei sogni sono gli stessi. Non odio nessuno. Sono qui per parlare per il diritto all’istruzione. Voglio che anche i figli e le figlie dei talebani siano istruiti e se mi trovassi con una pistola in mano di fronte al talebano che mi ha sparato non lo ucciderei. Questa è la compassione che ho imparato da Maometto, da Gesù Cristo e da Buddha, da Martin Luther King, da Nelson Mandela e da Mohammed Ali Jinnah”.

Il discorso della giovane è inizito “nel nome di Dio” e più tardi ha sottolineato che il vero Islam non è quello dei talebani: “il loro Dio è una piccola conservatrice che manda le donne all’inferno se studiano», ha spiegato, «perché loro usano l’Islam per i propri obiettivi personali”. Malala ha anche sottolineato il diritto all’struzione: «Non chiedo agli uomini di lottare per loro, ma dico alle mie sorelle di essere coraggiose, di combattere per se stesse”. Il suo appello è stato poi per i leader mondiali, affinchè cambino la propria politica, in favore della pace e della tolleranza. Gli estremisti, ha spiegato, dovunque nel mondo “hanno paura dei libri e delle penne, hanno paura della forza delle voci delle donne. Questa è la ragione per cui 14 studentesse sono state uccise a Quetta e le insegnanti nel nord del Pakistan”. E nonostante fosse il suo compleanno, nonostante centinaia di ragazzi accorsi per ascoltarla le abbiano cantato “Happy Birthday”, Malala ha sottolineato: “Ricordate una cosa, questo Malala Day non è il mio giorno. Oggi è un giorno dedicato ad ogni donna, ad ogni bambino, ad ogni ragazza che ha alzato la voce per difendere i suoi diritti. Ci sono centinaia di attivisti sociali che non solo parlano ma combattono per la pace, l’istruzione, l’uguaglianza. Molti danno la vita, moltissimi sono stati feriti. Io sono solo una di loro”.

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