Un Consigliere del Pdl che non gradisce il risultato elettorale e distrugge l’ufficio, questa è la notizia shock uscita stamane sul quotidiano Il Messaggero che riporta l’episodio ripercorrendo quanto è avvenuto in via delle Vergini, martedì sera:
“Il day after da sconfitta è andato in scena martedì sera, in una delle sale del gruppo Pdl in via delle Vergini, quando ormai i numeri definitivi dello spoglio avevano spento le speranze di molti consiglieri comunali di tornare in aula Giulio Cesare.
Dentro quella stanza che oggi reca sulla porta un cartello con la scritta «inagibile», raccontano alcuni testimoni, si sarebbe scatenata l’ira di un consigliere furibondo per la mancata rielezione.
Urla, vetri rotti, oggetti lanciati in terra, liti e accuse ai colleghi. Un parapiglia che ha lasciato esterrefatte, e anche un po’ intimorite, le persone che hanno assistito alla scena e quelle che si trovavano nelle stanze adiacenti.
«A giudicare dai rumori e dalle urla – racconta chi passava di lì – sembrava stesse accadendo il finimondo». E oggi, a due giorni di distanza, la stanza è ancora chiusa per motivi di sicurezza.”
La stanza in questione, come si vede dalle foto, è la numero 335 posta al terzo piano del palazzo di via delle Vergini e assegnata all’ex consigliere comunale Patrizio Bianconi, eletto nel 2008. Il consigliere era già noto per una singolare risposta data a un cittadino della capitale. Al centro della richiesta un cittadino di Prati che chiedeva il riposizionamento dei bidoni della spazzatura che secondo lui erano stati messi in maniera illogica. Bianconi si era reso disponibile a spostare i cassonetti se il cittadino avrebbe stretto un “patto di sangue” e votato nel 2013. Naturalmente tale risposta fece scalpore e sulla stampa locale della capitale fu dato risalto ai metodi molto “eccentrici” di Bianconi di procurarsi voti. Sembra che nonostante la sua richiesta il consigliere non sia stato rieletto: i suoi 3621 voti non sono stati sufficienti, così ha deciso di farsi “giustizia da solo”?
Questo atto vandalico, ancor più grave perché, da quanto si evince dall’articolo de Il Messaggero, l’artefice è un consigliere comunale, ci sarà una sanzione per l’autore? Qualcuno pagherà i danni? O ancora una volta saranno i cittadini a dover sostenere la spesa?