Identificato il mittente dei pacchi con le teste di maiale recapitati a Roma

n-MINACCE-EBREI-tuttacronacaLa Digos di Roma ha individuato il presunto mittente dei pacchi contenenti teste di maiale che, alcuni giorni prima della Giornata della Memoria, erano stati recapitati nella Capitale alla sinagoga, all’ambasciata israeliana e a un museo che ospitava una mostra ebraica. A fare la mababra spedizione dei tre pacchi sarebbe un 29enne romano legato agli ambienti del movimento di Forza Nuova. Ora è indagato per istigazione all’odio razziale. L’uomo è stato identificato, dopo una perquisizione, incrociando i dati emersi dall’esame dei materiali sequestrati, dalle testimonianze delle persone informate sui fatti e monitorando gli ambienti di estrema destra.

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“Hanna Frank bugiardona”: attaccano la comunità ebrea… e sbagliano a scrivere

olocausto-tuttacronacaNel pomeriggio di venrdì, con un corriere privato, era stato recapitato un pacco contenente una testa di maiale alla Sinagoga di Roma. Oggi, altri due involucri con lo stesso contenuto sono invece giunti  al museo di piazza Sant’Egidio, dove è in corso una mostra sulla cultura ebraica, e all’ambasciata d’Israele ai Parioli. Tutti i plichi sono stati recapitati tramite la stessa ditta di spedizioni. E mentre la Digos indaga sull’accaduto, nella mattinata di oggi hanno fatto la loro apparizione sulle mura della sede del III Municipio svastiche e slogan antisemiti. “Olocausto menzogna” e “Hanna Frank bugiardona” (sic!) è quanto si legge, come informa il presidente della commissione Politiche sociali di piazza Sempione, Yuri Bugli, che definisce i vandali “idioti senza paragoni”.  E sottolinea: “I vigliacchi autori dello scempio attaccano in questo modo tutta la nostra comunità. La vergogna e l’onta che questi personaggi gettano su tutta la città deve portarci a reagire con fermezza condannando l’atto e ricordando ogni giorno gli orrori causati dall’odio razziale nazifascista”.

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“Affronto”: recapitato un pacco con una testa di maiale alla sinagoga di Roma

sinagoga-roma-tuttacronacaMancano ormai pochi giorni alla Giornata della Memoria per il ricordo della Shoah e mentre ci si prepara arriva una macabra provocazione: un pacco contenente una testa di maiale è stato recapitato alla sinagoga di Roma. Il fatto è avvenuto nel pomeriggio di venerdì, quando una società privata di spedizioni ha consegnato il cartone imballato che ha insospettito chi lo ha ricevuto. Sul posto sono intervenuti gli artificieri per verificarne il contenuto dopo l’allarme lanciato alla polizia. Il pacco non conteneva messaggi né mittente. Sono in corso indagini per ripercorrere a ritroso il viaggio del pacco e raggiungerne il punto di partenza, attraverso la collaborazione della stessa società privata di spedizione. Lo scopo è individuare gli autori del gesto, che probabilmente hanno agito in forma anonima cercando di eludere il tentativo di identificazione. Il sindaco Ignazio Marino ha parlato di “un affronto”: “Condanno – prosegue – con fermezza questo gesto inqualificabile nei confronti della comunità ebraica di Roma. Chi la offende fa un oltraggio a tutta la città. Sono vicino al presidente Riccardo Pacifici, al rabbino capo Riccardo Di Segni e ha tutti i componenti della comunità”.

Brunetta e le “marchette” alla Fondazione Memoriale della Shoah: infuria la polemica

Fondazione Memoriale della Shoah di Milano-tuttacronacaBrunetta ha definito i “900mila euro assegnati dalla legge di Stabilità alla Fondazione Memoriale della Shoah di Milano” come una delle “principali ‘marchette’ della Legge di stabilità Letta-Alfano-Saccomanni”. La dichiarazione non poteva certo passare inosservata e subito si sono alzate voci di protesta. E’ Emanuele Fiano, del Pd, a sostenere che “E’ possibile che Brunetta non conosca quest’opera ma ciò  non diminuisce le sue responsabilità per un’affermazione tanto indegna quanto profondamente sbagliata”. E ancora: “Quel memoriale è stato realizzato con prevalenza di contributi privati, ed è unico nel mondo perchè è ricostruito esattamente nel luogo da cui sono partiti migliaia di deportati ebrei e non verso i campi di sterminio nazisti. Quel luogo dunque non è di qualcuno ma di tutti. Solo la preservazione corretta e oggettiva della nostra storia, anche nei suoi aspetti inaccettabili, può permetterci di combattere oggi i rigurgiti di odio, intolleranza e razzismo, che di nuovo si diffondono in Europa”. “Solo pochi giorni fa – ricorda ancora Fiano – un’orribile battuta di uno dei leader dei leader dei Forconi ha risvegliato in tantissimi italiani la memoria di un tempo che pensavamo sepolto per sempre. Mi auguro che l’on. Brunetta vorrà scusarsi e ritornare sulle sue parole”. Non si è fatta attendere neanche una nota della Comunità ebraica di Milano: “Consideriamo le dichiarazioni di Renato Brunetta populiste e pericolose”, si legge. “La Fondazione Memoriale della Shoah-Binario 21 (luogo della Stazione Centrale di Milano dove partirono i treni per Auschwitz) è un presidio per la memoria”. “Inoltre, la realizzazione del Memoriale è comunque vicino al completamento grazie alle donazioni in maggior parte di privati”.”Le attività culturali del memoriale sono degli anticorpi che servono alla nostra società per frenare le derive populistiche, purtroppo sempre più presenti nella società italiana, anche a causa di una triste e pericolosissima strumentalizzazione della crisi economica”. “Dire che quei soldi sono una marchetta è una dichiarazione pericolosa, non degna di un deputato della Repubblica italiana”, conclude la Comunità ebraica di Milano.

Berlusconi chiede scusa per il paragone con le persecuzioni degli ebrei

berlusconi-scuse-tuttacronacaIn una nota dell’ufficio stampa di Riccardo Pacifici, Presidente della Comunità ebraica di Roma, si legge che sabato sera “il Presidente della Comunità Ebraica di Roma era a cena in un ristorante a Portico d’Ottavia. Nello stesso locale, a un tavolo poco distante, si trovava Berlusconi con alcuni suoi ospiti. E durante il pasto l’ex premier ha chiesto a Pacifici di avvicinarsi per salutarlo. I due si sono intrattenuti in un colloquio che ha visto Berlusconi scusarsi per i paragoni con le persecuzioni contro gli ebrei, frasi che avevano suscitato indignazione”. Nella nota, redatta dal portavoce della Comunità Ebraica di Roma, Fabio Perugia, si legge ancora che Pacifici “ha spiegato serenamente che nessun paragone di quel tipo è accettabile e un chiarimento sarebbe stato più efficace in un incontro successivo”. Inoltre, il presidente ha ribadito che “la frase inserita nel libro di Bruno Vespa sarebbe dovuta, a suo avviso, essere cancellata in una seconda edizione del testo. L’ex premier ha concordato con la proposta di Pacifici. I due si sono quindi salutati e hanno proseguito la serata ognuno con i propri ospiti”.

Berlusconi e la “polemica smaccatamente strumentale” sulla sua frase

silvio-berlusconi_tuttacronaca“I miei figli dicono di sentirsi come dovevano sentirsi le famiglie ebree in Germania durante il regime di Hitler. Abbiamo davvero tutti addosso.” Questa la frase che ha innescato le polemiche e indignato la comunità ebraica. E ora Silvio Berlusconi prende la parola per spiegare le sue dichiarazioni: “Una polemica smaccatamente strumentale su una frase estrapolata da un ampio contesto”. E sottolinea: “La mia storia, la mia amicizia verso Israele non consentono alcun dubbio sulla mia consapevolezza della tragedia dell’Olocausto e sul mio rispetto del popolo ebraico”.

Berlusconi shock: i miei figli come gli ebrei ai tempi di Hitler…ed è polemica

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«I miei figli dicono di sentirsi come dovevano sentirsi le famiglie ebree in Germania durante il regime di Hitler. Abbiamo davvero tutti addosso» così Berlusconi che genera polemiche infinite e poi ribadisce la sua ferma volontà di voler rimanere in Italia «Sono italiano al 100 per cento. – continua Berlusconi – In Italia ho le mie radici. In Italia sono diventato quello che sono. Ho fatto qui l’imprenditore, l’uomo di sport, il leader politico. Questo è il mio paese, il paese che amo, il paese in cui ho tutto: la mia famiglia, i miei amici, le aziende, la mia casa, e dove ho avuto successo come studente, come imprenditore, come uomo di sport e come uomo di Stato. Non prendo neppure in considerazione la possibilità di lasciare l’Italia». «Il primo sentimento è stato di non volerci credere, che fosse impossibile che capitasse a me tutto questo, e da lì il rifiuto di prendere in considerazione qualsiasi ipotesi, perchè tutte sarebbero comunque ingiuste», aggiunge il Cavaliere, che si dice indignato per quanto gli è capitato. «Sono stato assalito da una profonda indignazione, che da allora non mi ha lasciato mai. Ho molto pensato a quanto soffrirebbero mio padre e mia madre se fossero qui. E mi sono chiesto come avrebbero voluto che mi comportassi. Credo con la stessa dignità che mi hanno sempre insegnato».

Immediata la replica della comunità ebraica che ha ritenuto il paragone «non soltanto inappropriato e incomprensibile ma anche offensivo della memoria di chi fu privato di ogni diritto e, dopo atroci e indicibili sofferenze, della vita stessa».  Renzo  Gattegna, presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane, ha poi sottolineato che «l’Italia repubblicana è un paese democratico. La Germania nazista era una spietata dittatura governata da criminali che teorizzavano e commettevano i più gravi delitti contro l’umanità. Contro gli ebrei i nazisti si accanirono con spietata crudeltà tanto che, alla fine di quel tragico periodo, gli ebrei dovettero contare oltre sei milioni di morti». «La vita degli ebrei d’Europa sotto il nazismo – ha aggiunto il presidente dell’Unione – fu segnata da un vortice nero di violenza, persecuzione, morte. Una catastrofe che non è soltanto del popolo ebraico ma dell’umanità intera».

Marco Borriello e la maglia numero 88: da polemica a gossip

borriello-88-tuttacronacaIeri sono stati resi noti i numeri scelti dai giocatori della Roma e subito ha preso l’avvio la polemica per la scelta di Marco Borriello: l’88. Solo un numero? No, perchè l’ottava lettera dell’alfabeto è la H e le due cifre sono interpretate come acronimo di Heil Hitler. 88 come numero caro ai neonazisti dunque e che ha spinto molti esponenti della comunità ebraica romana a chiedersi che motivazione potesse avere quella scelta. Del resto in Italia non è la prima volta che una simile scelta fa discutere. Anche Gianluigi Buffo, all’inizio della stagione 2000-2001, quando militava nel Parma, aveva puntato sull’88, spiegando che quei numeri simboleggiavano quattro palle, simbolo della rinascita dopo l’infortunio che gli aveva impedito di partecipare all’Europeo 2000. Ma all’epoca diverse associazioni protestarono, in particolare l’allora responsabile Sport della comunità ebraica di Roma Vittorio Pavoncello e alla fine il giocatore, pur avendo detto di non conoscere il presunto significato del numero, finì con l’optare per il 77. Ora la emplice ipotesi che Borriello si possa essere ispirato al dittatore nazista ha suscitato diversi rumors. Ma tante sono state le possibili interpretazioni che gli utenti di Twitter hanno dato. Ad esempio Luca Prestigioso ha scritto: “Sono andato su Wikipedia. Ho contato i gol tra club e nazionali e sono 88”. “Speriamo”, la risposta di Giorgio P. Ma vari esponenti della comunità ebraica romana vogliono risposte: “Dovrebbe chiarire il perché di quella scelta”, scrive qualcuno. Altri sono più netti: “Perché ha scelto l’88, che ha un chiaro significato nazista?”. C’è anche chi chiama un causa lo stesso Pavoncello, memore della vicenda Buffon: “Perché non sollecita la Roma a fornire una spiegazione?”. La squadra, che nel frattempo di trovava a Toronto, in Canada, a prepararsi per un’amichevole, viene raggiunta da quest’ondata d’irritazione e, verso la mezzanotte ora italiana, sul suo profilo Twitter fa comparire una dichiarazione di Borriello: “Il mio numero di maglia preferito è il 22, ma essendo occupato ho scelto l’88: data di nascita di una persona a me cara”. Nessun significato politico, dunque. Non si sa se questo basterà a placare le polemiche ma di certo ha sollevato un’altra questione: qual è la persona cara alla quale il bomber napoletano ha voluto dedicare la sua maglia?

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Scontro ebrei e Grillo… poi arriva la smentita di Pacifici!

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«Non ho mai dichiarato che il movimento di Beppe Grillo è peggiore dei fascisti e non l’ho mai pensato». Cosi il presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici in merito alla sua intervista al quotidiano «Haaretz». «Apprendiamo con stupore il fatto che ci vengano attribuiti falsi pensieri su Grillo e il Movimento 5 Stelle. La frase ‘Grillo è ancora più pericoloso dei fascistì non è stata mai pronunciata in nessuna intervista. Siamo vigili, però, di fronte ai molteplici commenti che si leggono sui post del suo blog – aggiunge Pacifici – che richiamano alla mente la cultura dell’estrema destra e dell’estrema sinistra. Commenti che spesso sono ostili nei confronti degli ebrei e di Israele». «Ci preoccupa il tentativo di chiunque e di qualunque partito di scardinare il sistema democratico e costituzionale del nostro Paese, perchè dove non c’è stabilità democratica c’è un pericolo per tutte le minoranze, compresa quella ebraica. La Comunità Ebraica di Roma – conclude Pacifici – guarda con grande rispetto al risultato elettorale delle ultime elezioni e alla capacità del nostro Paese di proseguire sulla strada della democrazia e non intende entrare nel merito delle dinamiche politiche e partitiche».

Beppe Grillo commenta il paragone tra il Movimento 5 Stelle e il fascismo, che compare in un’intervista al presidente della comunità ebraica di Roma, poi smentita da Pacifici. «In rete – sottolinea il capo politico del Movimento 5 Stelle – potrà trovare tutte le iniziative dei quattro Comuni amministrati dal M5S per il Giorno della Memoria, e anche da parte del M5S stesso con l’iniziativa ‘Mi ricordo di tè lanciata dal M5S Milano». «Sempre in Rete – prosegue – potrà trovare una raccolta di sei anni di articoli su questo blog contro il fascismo, a favore della Resistenza e della Costituzione e in memoria del popolo ebraico con interventi di personalità della cultura ebraica come Moni Ovadia». «Riguardo al ruolo dei partiti – conclude – Pacifici può approfondire il discorso legato alla democrazia diretta: uno spunto viene proprio dal pensiero della filosofa ebrea perseguitata dal nazismo Simone Weil con il suo ‘Manifesto per la soppressione dei partiti politicì e da Adriano Olivetti, altro amico del popolo ebraico e profondo democratico».

Ormai sembra proprio che in Italia sia il “Tutti Vs Tutti”. La rete non ci ha portato a guardare il mondo a 360 gradi ma a soffermarci su un dettaglio, su un singolo errore e cogliere l’altro in fallo, omettendo un universo di complessità che ruota intorno a ciascuno di noi. Violenza contro odio e fanatismo che degenera nel più becero protagonismo… Alla fine della giornata ci interessa solo vedere quanti follower abbiamo incrementato? Quanti abbiamo colpito con le nostre parole trasformate in proiettili solo per far notizia?

Memoriale Shoah inaugurato a Milano!

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Questo è quello che importa a Berlusconi del Giorno della Memoria?

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