Ludopatia, febbre da gioco, il rischio che diventa uno scopo di vita. Sarebbero centinaia di migliaia gli italiani che sarebbero divenuti giocatori problematici e alcune migliaia quelli compulsivi. Il problema è quindi di ordine sociale, legato anche alla crisi economica, ma con ripercussioni in ambienti criminali. La complessità è proprio negli interessi miliardari del business d’azzardo che vive di concessioni pubbliche. La politica ruota intorno al problema, si discute su una legge ad hoc e intanto gli italiani vengono falcidiati e si indebitano. La patologia cresce con il disagio sociale, con la perdita del lavoro, con l’insicurezza economica. In tutto questo ad arricchirsi sono i gestori delle slot machine. Proibire? Curare? Tassare?
E secondo voi?