Libero estremizza un concetto di Violante espresso durante la Commissione d’Indagine del 1999 e quello che viene fuori dall’articolo potrebbe compiere l’ennesima deflagrazione. Secondo Libero la frase di Violante sotto la lente di ingrandimento che potrebbe a detta del quotidiano prefigurare una certa legittimità alla compravendita dei deputati si evincerebbe in questa frase: “Questi cambi si sono manifestati sin dalla scorsa legislatura e si sono moltiplicati in modo del tutto legittimo (…) Gli inviti al cambio di gruppo avvengono in molte sedi, anche autorevoli (…) Oggi tutto questo è formalmente legittimo”.
Ecco l’articolo su Libero:
La sinistra non ha alcun problema ad avere a che fare con ciò che lui descrive come un «collaudatissimo “sistema corruttivo”». Non deve porsi alcuno scrupolo di fronte a qualsiasi forma di shopping di deputati. E, soprattutto, può anche evitare di dipingere il Cavaliere come responsabile di chissà quale inaudito misfatto. Non lo diciamo noi bensì un autorevole esponente progressista, ovvero Luciano Violante. Il quale, nel 1999 – da presidente di una commissione d’indagine composta da Lorenzo Acquarone, Pierluigi Petrini, Alfredo Biondi e Carlo Giovanardi – certificò che comprare un parlamentare è legittimo. Deprecabile e un po’ vergo – gnosetto, certo. Ma comunque legittimo. Sta tutto scritto negli atti parlamentari della Camera, precisamente nel resoconto stenografico datato 21 dicembre 1999. Questi i fatti. Il 16 dicembre di quell’anno, onorevole Paolo Bampo – espulso dal gruppo della Lega e passato nel gruppo minsto – dichiara all’Ansa di aver ricevuto una proposta indecente.
L’onorevole Luca Bagliani gli ha offerto duecento milioni «in cambio del passaggio al gruppo parlamentare dell’Udeur». Su richiesta divari parlamentari, il 18 dicembre viene istituita una commissione di indagine, guidata da Luciano Violante dei Ds (allora presidente della Camera), con il compito di stabilire se effettivamente l’onorevole dell’Udeur abbia offerto soldi al collega per fargli cambiare schieramento e se tale proposta avesse qualche rapporto con la crisi di governo e la costituzione di un nuovo esecutivo. La commissione interroga vari parlamentari e il quadro che emerge è abbastanza chiaro. Prima Luca Bagliani nega di aver offerto soldi, poi ripensa. Anche perché saltano fuori testimonian- ze di altri parlamentari che sostengono di aver ricevuto proposte di questo genere da parte sua. Cesare Rizzi fa sentire alla commissione una registrazione telefonica in cui Bagliani spiega di aver ricevuto parecchi vantaggi col suo passaggio nell’Udeur e «promette analoghi vantaggi all’onorevole Rizzi». A questo punto, la dinamica dei fatti è cristallina. Ecco dunque ciò che scrivono Violante e soci a conclusione del loro lavoro:
«La commissione, all’unanimità, ritiene che l’onore – vole Bagliani abbia offerto utilità economiche all’onorevole Bampo in cambio di un suo passaggio al gruppo parlamentare dell’Udeur». Insomma, la compravendita c’è stata, anche se non è andata a buon fine. Bene, e a questo punto che succede? Salta fuori Woodcock da un cespuglio ad arrestare tutti per corruzione? Appare Travaglio su un bianco destriero a giustiziare tutti i parlamentari dell’Udeur da Mastella in giù? No. Non accade assolutamente nulla. Anzi, la commissione certifica che tutto va bene. Si legge nel verbale che dai lavori «è emersa la facilità con la quale si può conversare di utilità economiche e di carriera in cambio di passaggi di gruppo e di schieramento. Questi cambi si sono manifestati sin dalla scorsa legislatura e si sono moltiplicati in modo del tutto legittimo». Segue breve reprimenda, in cui si fa presente che lo shopping parlamentare non è proprio il massimo. Tuttavia «la formazione di nuovi gruppi parlamentari, tanto di maggioranza quanto di opposizione, spesso risponde a rispettabili esigenze politiche. Gli inviti al cambio di gruppo avvengono in molte sedi, anche autorevoli, come è emerso nel corso delle audizioni». Ed ecco il passaggio più interessante: «Oggi tutto questo è formalmente legittimo». La commissione precisa che i cambi di gruppo non fanno bene alla stabilità delle istituzioni e possono gettare «un’ombra su tutti coloro che in queste istituzioni lavorano». Ma non c’è corruzione che tenga: o si cambiano leggi e regolamenti oppure tutto è «legittimo». Speriamo che, lette le dichiarazioni di stimati rappresentanti della sinistra, il Giannini di Repub – blica si metta il cuore in pace. E se lo stimato collega non si fida, ce lo faccia sapere. Gli possiamo passare le fotocopie. Gratis, s’intende.
Naturalmente questa è solo un’opinione, voi che ne pensate?