Arrivano le prime ammissioni sulle vittime degli scontri turchi

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Le rivolte in Turchia ormai vanno avanti da giorni e stanno, come un’epidemia, montando di città in città. Nell’ultima notte i manifestanti hanno protestato ad Ankara dove sono stati dati alle fiamme alcuni uffici del partito islamico Akp, la forza politica che ha permesso a  Tayyip Erdogan, di diventare premier. Nella notte si è reso necessario anche isolare le strade intorno agli uffici del primo ministro e sono stati lanciati alcuni lacrimogeni dalla polizia per far indietreggiare i manifestanti che si stavano avvicinando al palazzo.

Arrivano anche le prime ammissioni sulle vittime degli scontri. In particolare è stata diffusa la notizia della morte di un giovane ferito da un colpo d’arma da fuoco alla testa ad Ankara.

Non si placa ancora la rivolta in Turchia, che entra ormai nel quarto giorno: nella notte tra il 2 e il 3, la protesta si è trasferita da Istanbul alla capitale Ankara dove i manifestanti hanno dato fuoco ad alcuni uffici del partito islamico Akp del premier Tayyip Erdogan. Sempre nella notte, le strade intorno all’ufficio del primo ministro sono state isolate mentre i poliziotti hanno usato gas lacrimogeni per respingere l’avanzata dei manifestanti.. Lo ha riferito il segretario generale della Fondazione turca per i diritti umani, Metin Bakkalci, da Ankara. «Il giovane si chiama Ethem Sarisuluk ed è stato raggiunto da un colpo di pistola alla testa. Si trova in stato agonizzante e i medici hanno dichiarato la sua morte cerebrale», ha spiegato Bakkalci.

Nelle prime ore dell’alba di lunedì ad Ankara la protesta sembra che sia stata sedata, almeno al momento non si registrano scontri. Invece, è notizia delle ultime ore, che gli scontri si sono spostati a Smirne (Izmir), città nel centro-occidentale della Turchia.

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Qui i manifestanti hanno lanciato molotov contro le sedi del partito Akp. Intanto a Instabul sono state danneggiate fermate dei bus e segnali stradali.

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La strana storia… la morte di Lo Presti!

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Da predatori a prede così il quotidiano britannico Guardian riflette sulla morte di Daniele Lo Presti, fotografo dei vip ucciso da un colpo di pistola tre mesi fa sotto il Ponte di Testaccio a Roma.

 “Il fatto – scrive Tobias Jones – ha scioccato l’Italia perché Lo Presti era uno dei nomi più noti nell’ambiente dei paparazzi. Aveva pizzicato Brad Pitt a Malta, Rihanna a Capri e aveva scattato parecchie foto anche a Sara Tommasi, una delle ragazze del Bunga Bunga di Berlusconi, mentre faceva uno striptease davanti a un bancomat. Era considerato un professionista molto scaltro, disposto a qualsiasi cosa pur di fare uno scoop. Si è subito pensato che Lo Presti fosse stato ucciso per via di qualche scatto compromettente, o che fosse stato eliminato per via di grossi debiti. […] Ma, con il passare delle settimane tutte queste ipotesi si sono fatte via via sempre più inconsistenti: Lo Presti è stato ucciso da un professionista e nessuno viene ucciso soltanto per una fotografia”. Il Guardian quindi, arriva a una conclusione che la mano era quella di  un killer di professione… al soldo di chi? e perchè?

Il Guardian prende in considerazione l’ipotesi di Rino Barillari che aveva affermato che bisognava cercare in ambito personale e non professionale… forse una donna che faceva parte di una potente famiglia della mafia calabrese. Un mistero ancora aperto quello di Lo Presti.

Spara alla ex e si suicida!

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Un uomo di circa 40 anni ha ucciso con un colpo di pistola l’ex fidanzata, una giovane di 22 anni, e poi si è tolto la vita con la stessa arma. L’omicidio-suicidio è avvenuto nel parcheggio di un supermercato, a Montebelluna (Treviso)

Ucciso per debiti?

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Un caso avvolto nel mistero, quello dell’omicidio di Daniele Lo Presti, il fotografo dei vip ucciso a Roma, sotto Ponte Testaccio. Dall’autopsia arriva una risposta: a sparare, da distanza media, è stata una pistola calibro 7,65. Un testimone, inoltre, avrebbe visto Lo Presti parlare animatamente con due persone, non lontano dalla pista ciclabile, dove è stato trovato morto poco dopo.
Le indagini sono concentrate sui numerosi debiti economici che aveva Lo Presti.

Negli ultimi tempi, forse scoraggiato da un mercato sempre più avaro, pensava di ritirarsi e aprire un ristorante in Calabria assieme a uno zio. Lo Presti non si era mai sposato e viveva assieme a un amico per dividere le spese. «Aveva le sue storie sentimentali, ma niente di impegnativo, si dedicava quasi esclusivamente al lavoro», racconta un collega.

Quattro anni fa, un precedente che il team investigativo di Renato Cortese, il capo della mobile, e Mario Viola, dirigente del commissariato di Monteverde, stanno riesaminando: il fotografo aveva ricevuto alcune minacce di morte in Calabria e la sua auto era stata data alle fiamme. In quel caso si trattava, a quanto sembra, di una storia di gelosia. Escluso un legame con la morte di un altro fotoreporter della stessa agenzia, Danilo Cerreti, 51 anni che, il 25 gennaio scorso, si schiantò col suo scooter contro gli archi di Porta Ardeatina. Sull’asfalto, nessun segno di frenata. Un incidente atipico di cui si occupò anche la trasmissione Chi l’ha visto?.

E nell’attesa di imboccare una pista precisa, gli investigatori stanno ripercorrendo le ultime ore della vittima. Due ore prima della sua morte, Lo Presti era andato a un appuntamento in Prati, vicino alla sede della Rai.

Poi era tornato a casa in macchina, si era cambiato per indossare la tenuta sportiva ed era uscito a piedi. Gli amici, con cui aveva ripreso di recente ad allenarsi per buttare giù qualche chilo, avevano deciso di cambiare il solito percorso perché l’Isola Tiberina era quasi allagata dalla piena. L’assassino potrebbe aver aspettato il fotografo all’uscita di casa e averlo seguito fino alla banchina. Poi lo sparo, forse preceduto da una lite. Il colpo, secondo chi indaga, è stato esploso da un metro e mezzo di distanza, ma il bossolo non è stato ritrovato e, senza sapere di che arma e munizioni si trattasse, queste valutazioni sono ipotetiche.

Denaro, amore, una foto al personaggio sbagliato, magari legato a un giro di malavita e perfino un cecchino che ha sparato al primo bersaglio disponibile, come nel caso Marta Russo: le ipotesi, in questa fase sono tutte valide. E tutte, ugualmente, campate in aria.

Quel che è certo, è che poche ore prima di morire Daniele Lopresti ha litigato con qualcuno. Se n’è accorto il vicino di casa che lo ha sentito urlare, forse al telefono, «almeno in cinque riprese, a distanza di un minuto una dall’altra» durante le quali il fotografo «sembrava molto arrabbiato e imprecava». I tabulati sono già nelle mani degli investigatori. Verso le 16.30, secondo la ricostruzione, Lopresti esce dall’appartamento al terzo piano di via Portuense 145.

Nessuno lo sente andarsene. Ha appuntamento con alcuni amici per una corsa, com’è abituato a fare ultimamente. Qualcun altro conosce le sue abitudini. Il reporter scende la riva del lungotevere e comincia a correre. All’altezza della volta di Ponte Testaccio incontra il suo assassino, non si capisce se andando o tornando dal giro. Un podista, dopo il ritrovamento del cadavere, dirà ai poliziotti di aver incrociato il fotografo lungo il percorso. Ma sono dichiarazioni confuse, come quelle degli amici.

Il magistrato, intanto, ha disposto gli esami tossicologici. Anche la perizia balistica è fondamentale. Capire l’angolazione del tiro e la forza d’impatto del proiettile è importante per la ricostruzione. Perché se è possibile che un killer abbia agito da solo sparando a distanza ravvicinata, c’è un’altra ipotesi che gli investigatori della squadra mobile non intendono lasciare al caso: qualcuno potrebbe aver sparato con una carabina da lontano. Una sorta di tiro al piccione che per errore, o forse no, ha incrociato la vita di Daniele Lopresti, il fotografo dei vip.

 

 

Un mese fa era morto un altro fotografo… Danilo Cerreti

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Il giallo della morte di Daniele Lo Presti segue poco più di un mese un’altra morte misteriosa: quella di Danilo Cerreti, 51 anni, fotografo collaboratore della stessa agenzia con la quale lavorava il reporter assassinato ieri a Ponte Testaccio. Cerreti perse la vita il 25 gennaio, schiantandosi con il suo scooter contro uno degli archi di Porta Ardeatina a Roma. Aveva appena percorso via delle Terme di Caracalla e stava per immettersi su via Cristoforo Colombo quando, per cause ancora da accertare, il suo mezzo è uscito di strada.

L’incidente è avvenuto intorno alle 14 in una giornata di traffico intenso per lo sciopero dei mezzi pubblici. Dai rilievi effettuati dai vigili urbani non sarebbero risultati segni evidenti di frenata. Forse Cerreti ha effettuato una sterzata brusca nel tentativo di evitare qualcuno o qualcosa. Della vicenda si è occupata anche la trasmissione “Chi l’ha visto” alla ricerca di possibili testimoni e notizie utili a chiarire la dinamica dell’incidente.
Secondo la ricostruzione dei vigili urbani, Cerreti andava così veloce che nello schianto il casco si è spaccato. La Municipale non esclude che l’incidente possa essere stato causato da un altro mezzo, che però non si sarebbe fermato.

Ucciso Lo Presti, fotografo dei vip!

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Il fotografo dei vip Daniele Lo Presti, trovato morto ieri a Roma, e’ stato ucciso da un colpo di pistola alla testa. Inizialmente si era pensato ad una caduta accidentale forse dovuta ad un malore mentre stava facendo jogging, poi e’ stato verificato che l’uomo e’ stato ferito mortalmente da un proiettile. Il corpo di Lo Presti e’ stato trovato ieri pomeriggio nel quartiere Testaccio. A riconoscere il corpo sono stati alcuni colleghi che avevano preso appuntamento con lui per correre insieme. Daniele aveva al collo una chiave, probabilmente della sua auto, ma nessun documento con sé. Lo Presti è autore di diversi scatti ad attori e cantanti internazionali. Era fotografo per l’agenzia La Presse. Aveva scattato tra l’altro anche le foto di Sara Tommasi nella manifestazione con Marra di qualche mese fa.

Ucciso titolare di un bar di Mentana (Roma). Tentata rapina?

Stava chiudendo l’attività quando è stato raggiunto da un colpo di pistola.

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