“E’ l’ultima goccia!”, gli imprenditori scendono a Roma con le bare

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Imprenditori, commercianti e artigiani sono scesi in piazza a Roma per l'”Ultimatum day”, la giornata di mobilitazione delle piccole imprese per protestare contro il prelievo fiscale “arrivato al 65,7%”. A Montecitorio, quelli che si definiscono “sopravvissuti alla strage di Stato, vittime delle tasse e di Equitalia”, hanno riempito la piazza di bare. “Oggi è la giornata per dire basta”, ha spiegato Giuseppe Graziani, presidente di Cobas Imprese.

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Il 2013 sarà l’anno degli scioperi e delle tensioni a Natale?

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Tante, troppe le questioni che bollono in Italia. Tra cittadini discriminati, crisi economica, ripresa lenta e al momento inesistente, nuove tasse in arrivo e una manovra che se darà i suoi frutti, non li vedremo prima della fine del prossimo anno. Intanto aumentano le famiglie allo stremo e le categorie di lavoratori che non si sentono protetti. La battaglia quindi si gioca sul sociale ancor prima che sulle grandi ideologie che sembrano ormai disinteressare i più. La disoccupazione sale e i salari non si adeguano al costo della vita, i giovani costretti a cercarsi lavoro all’estero e quella lunga sequela di “mali” che ogni giorno sentiamo nei talk show. Soluzioni? Non si vedono al momento all’orizzonte e quindi il 9 dicembre 2013, il Movimento Forconi, Movimento autonomo autotrasportatori, promettono di bloccare l’Italia. L’iniziativa è stata lanciata su Facebook. “Ci hanno accompagnati alla fame, hanno distrutto l’identità di un paese, hanno annientato il futuro di intere generazioni…”.

Inizia così il manifesto che annuncia l’iniziativa e che finisce con “quando un governo non fa ciò che vuole il popolo va cacciato con mazze e pietre”.

Rispetto alla precedente protesta, che è avvenuta in prevalenza in Sicilia, stavolta il Movimento dei Forconi punta alla protesta ad oltranza su tutto il territorio italiano, probabilmente per una settimana, la stessa durante la quale è stato tra l’altro proclamato anche il fermo nazionale dell’autotrasporto.

Alla protesta aderiscono oltre al Movimento dei Forconi anche altre sigle ed altri comitati, tra cui Azione Rurale Veneto, comunemente definiti come i “Cobas del Mais”, l’A.I.Tras, Associazione Italiana Trasportatori, C.R.A. Comitati Riuniti Agricoli. Ed ancora Life Veneto, il movimento dei Liberi Imprenditori Federalisti Europei, M.A.A. Movimento Autonomo Autotrasportatori, i Cobas del Latte ed NVPP – Non vogliamo più pagare.

A guidare la protesta dal prossimo 9 dicembre del 2013 saranno in prevalenza gli agricoltori, i camionisti, gli allevatori, i piccoli commercianti e, di sicuro, anche tanti disoccupati che chiedono lavoro e dignità.

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Il sindaco-medico e il primo soccorso a Auschwitz

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Ignazio Marino era in visita al campo di sterminio di Auschwitz. E’ il primo viaggio da sindaco di Roma e ha scelto di compierlo insieme ai ragazzi delle scuole. Mentre a Roma vi era la manifestazione ad alto rischio, la partita Roma-Napoli e i Cobas in corteo, il sindaco della città ha dovuto prestare soccorso a una ragazza  di una scolaresca israeliana che all’interno di Auschwitz ha accusato un piccolo malore. Il sindaco ha effettuato un primo soccorso tranquillizzandola e alzandole le gambe per farle riprendere colorito. La giovane ha poi bevuto dell’acqua, si è ripresa e ha proseguito la visita con i suoi compagni. Nel corso della visita il sindaco ha, anche, rivelato che il padre fu deportato in un lager tedesco, quello di Stalag 327. Durante la visita erano presenti anche Sami Modiano e Piero Terracina, due testimoni sopravvissuti allo sterminio nazista, che hanno raccontato l’orrore della deportazione vissuto sulla loro pelle.

L’accampamento romano autorizzato da Marino

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Il sindaco del pedale, sarà ricordato anche per essere il primo sindaco ad aver autorizzato un campeggio nel cuore della Città Eterna consegnando il giardino antistante la Basilica di San Giovanni in Laterano ai Cobas che il 18 ottobre prossimo potranno piantare le loro tende e dormire in piazza. Un vero accampamento in un luogo pubblico che ancor prima di essere installato già è stato definito ad alto rischio di incidenti. E pure se ci sono rassicurazioni da parte delle forze dell’ordine che saranno poste a presidio dell’accampamento, i timori restano. Non sarebbe la prima volta che manifestanti violenti o estranei alla manifestazione si annidino proprio tra quanti invece vorrebbero protestare pacificamente. Quale migliore opportunità di accamparsi a Piazza San Giovanni in Laterano? Forse il sindaco di Roma, amante della cultura, avrà pensato di poter ricreare un “accampamento romano” e dopo la liberazione dei Fori Romani ha pensato bene di poter istituire un vero e proprio campeggio all’interno di una Piazza la cui basilica è solo uno dei monumenti artistici. Lì accanto vi sono le mura romane e la Scala Santa, aree che dovrebbero essere tutelate e valorizzate e non diventare luogo di bivacco e campeggio ad altissimo rischio.

E per questo tra Prefettura e Campidoglio pare ci siano stati non pochi attriti nell’ultima riunione del comitato per la sicurezza. Il prefetto Pecoraro ha chiaramente detto: “Rischiamo di trasformare piazza San Giovanni in un fortino, un posto ingestibile soprattutto perché il sabato arriveranno moltissimi antagonisti, No Tav e No Global, e anche anarchici”.

I commercianti della zona già annunciano che probabilmente chiuderanno. Troppo alto il timore ed il rischio di vedere le proprie vetrine ed i propri negozi devastati. 

 

Tensione a piazza Montecitorio, manifestante tenta di darsi fuoco

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Sit in nervoso quello di fronte a piazza Montecitorio dove in protesta c’erano i docenti ‘inidonei’ e i precari della scuola. L’amministrativa precaria Virginia Taranto, 55 anni, napoletana, separata e con figli a carico, da giugno senza stipendio, ha tentato di darsi fuoco, fortunatamente bloccata dai colleghi e dagli altri manifestanti presenti in piazza. «È stato un attimo – racconta Anna Grazia Stammati, dell’esecutivo nazionale Cobas – nessuno di noi era a conoscenza del suo intento suicida. Ha tirato fuori una bottiglia di alcol pronta a darsi fuoco. È disperata». Provvidenziale l’intervento dei colleghi per fermarla. «Subito dopo – spiega la sindacalista – ha avuto un malore ed è arrivata l’ambulanza per assisterla. La verità è che viviamo una situazione drammatica e il governo si mostra sordo alle nostre richieste. La giornata era iniziata bene ma ha rischiato di finire nel peggiore dei modi. Poi è arrivata la notizia che il cdm ha deciso di rinviare alcune decisioni a lunedì, ma nessuno è venuto a informarci delle scelte assunte e così in piazza è prevalsa la disperazione».

E’ un governo di servizio ai cittadini quello che rimanda ogni decisione a lunedì, mentre in piazza le persone si danno fuoco? Se l’esecutivo è bloccato dalla sentenza Mediaset perché continuare con gli annunci e rimandare le decisioni invece di prendere atto che le larghe intese hanno fallito?

Imprenditori in slip protestano a Montecitorio.

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Equitalia li ha ridotti in mutande e così si presentano a Montecitorio per protestare contro il sistema fiscale italiano. Capitanati dall’associazione ‘Io cambio’ e Cobas, gli impreditori oggi hanno portato in piazza le loro ragioni:  “Fino ad agosto non avremo il parere della Suprema Corte – sottolinea il presidente di ‘Io cambio’, Angelo Alessandri – L’obiettivo è tornare alla riscossione comunale perché i comuni non hanno interesse a perdere tributi, ma hanno anche interesse a fare finire l’ondata di suicidi”. Il fisco oggi è diventato “uno strumento vessatorio impossibile da gestire – osserva ancora Alessandri – così si aprono tre strade: fallire, delocalizzarsi andando all’estero, per chi può permetterselo, suicidarsi. Tutto ciò va contrastato. Questo palazzo – prosegue – indicando uno dei due rami del Parlamento, non è più in grado di capire l’urgenza e ancora perde tempo sulla legge elettorale. Il cambiamento deve venire dal basso. Attraverso una mobilitazione politica , ma popolare. Il Parlamento non ci farà fare il referendum, ma cambierà le regole e allora avremo vinto”.

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Scontri all’Ikea

Continua l’agitazione iniziata due settimane fa dei facchini che aderiscono ai Cobas. Dopo la giornata festiva di ieri, stamattina sono tornati a bloccare i cancelli all’Ikea di Piacenza. Gli scontri di oggi hanno provocato 12 contusi, tra manifestanti e forze dell’ordine. Le mediazioni falliscono, inclusa una tentata dal console egiziano, connazionale di molti dei manifestanti.

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