
Basta Europa! Intervistando i cittadini europei il coro sembra unanime e se poi si analizzano i dati (Eurobarometer) lo sconforto dei cittadini lo si tocca con mano.
Il 42% dei polacchi vuole uscire dall’Europa, il 53% degli italiani non sopporta più neppure il termine, i francesi che si oppongono all’Europa sono il 56%, il 59% dei tedeschi si dichiara contrario all’Unione, seguiti dal 69% degli inglesi e dal 72% degli spagnoli.
Euroscetticismo è quindi dilagante? Diciamo che la formula di Europa applicata fino ad oggi è perdente.
Lo sa bene José Manuel Barroso che qualche giorno fa ha dichiarato che il sogno europeo è minacciato “da una rinascita del populismo e del nazionalismo” che si è diffusa in tutta Europa e che “in un momento come questo, in cui così tanti cittadini devono vedersela con la disoccupazione, con l’incertezza e con l’ineguaglianza, è nata una sorta di stanchezza europea che procede di pari passo con la mancanza di comprensione. Chi fa cosa, chi decide cosa, chi controlla chi? Da che parte stiamo andando?”
Il populismo e il nazionalismo però sono nati dalla politica di Austerity applicata per tanti anni e ritenuta la guida suprema per uscire dalla crisi. L’austerity non funziona… anche perché chi l’ha teorizzata ha sbagliato!
Thomas Herndon, studente della Università del Massachusetts, insieme a Michael Ash e Robert Pollin hanno “rifatto i conti” utilizzando gli stessi dati e criteri impiegati da Carmen Reinhart e Kenneth Rogoff – i padri della regola del 90%, che teorizza che paesi con un alto debito pubblico hanno un livello di crescita più lento – hanno ottenuto risultati molto diversi.
Il 90% di debito pubblico della produzione economica è già stato ampiamente superato dagli Stati Uniti, ma come dimostrano i dati dell’ultimo trimestre, se pur con una certa fatica, la crescita c’è stata… Cosa non funziona quindi nella teoria di Reinhart e Rogoff? Il problema è sulla formula di Excel sulla quale si è basato gran parte dello studio dei due economisti di Harvard. Sono stati esclusi alcuni Paesi che invece avrebbero avuto un impatto concreto se fossero stati inglobati nella ricerca, poi vi è stato un errore nell’attribuire il peso assegnato ad alcune nazioni per renderle confrontabili e per ultimo sulla teoria pesa l’esclusione di alcuni periodi storici.
Insomma sembrerebbe che due grandissimi economisti sono crollati davanti a una formula matematica sbagliata e che tutto il mondo si sia adeguato senza rifare i calcoli.
I cittadini europei non ci stanno a dover subire gli errori (ma è davvero stato solo uno sbaglio macroscopico ci calcolo?) soprattutto quelli che si sentono lesi nella loro democrazia e supremazia, uccisi dalle politiche economiche imposte da Bruxelles, traditi dai propri governi incapaci di dire “no” a questa schiavitù eonomico-finanziaria.
Cosa si è creato? Una guerra tra cittadini europei… tra i cittadini “forti” che “pagano” il prezzo dei cittadini “deboli” e li accusano di averli ridotti in povertà. La verità dove è? Che l’austerity è un ottima arma per controllare le nazioni con l’Alta Finanza, a colpi di spread che s’impenna e fa tremare i Premier europei, a colpi di Pil che non cresce e di disoccupazione che avanza… è un business che diventa oligarchia… sul quale poi le agenzie di rating fanno i loro calcoli, promuovendo e bocciando le nazioni, salendo anche sui cadaveri, vittime innocenti della crisi economica.
E’ ancora Europa?
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