E’ stata approvata in via definitiva dal Senato la Legge di Stabilità ma ora, conti alla mano, ci si rende conto che si tratta di una manovra sbilanciata. Lo spiega l’Huffington Post:
Alla fine ci sono 2,1 miliardi di euro di tasse in più. È questo il saldo per il 2014, previsto nella Legge di Stabilità, fra le entrate che vengono aumentate (8,2 miliardi) e quelle che vengono tagliate (6,1 miliardi).
La manovra, approvata in via definitiva dal Senato, è sbilanciata: nel 2014 il 67% delle coperture arriva da maggiori entrate, che scendono al 59% nel 2015 e nel 2016. Il prelievo fiscale e contributivo aumenta di 2,1 miliardi nel 2014, di circa 600 milioni nel 2015 e di 1,9 miliardi nel 2016. Le misure sulla casa comporterebbero una parità di gettito, con minori entrate da 3,7 miliardi di euro derivanti dall’abolizione dell’Imu sulla prima casa compensati dalla introduzione della Tasi. A fornire i calcoli definitivi, al termine dell’iter parlamentare, è il relatore Giorgio Santini (Pd), nel suo intervento in Senato.
Sempre nel 2014 è prevista una variazione netta della spesa con un aumento di 3,6 miliardi, sintesi fra 7,6 miliardi di euro di maggiori spese e 4 miliardi di euro di tagli. Nel biennio successivo la manovra implica una riduzione netta delle spese pari a circa 3,4 miliardi nel 2015 e 5,9 miliardi nel 2016.
La Legge di Stabilità, ha spiegato Santini, vale 14,7 miliardi nel 2014 di cui 12,2 miliardi riconducibili a coperture di misure contenute nel provvedimento e circa 2,5 miliardi di interventi a deficit. Nel 2015 e 2016, invece, l’impatto sull’indebitamento netto è positivo rispettivamente di circa 3,5 e 7,3 miliardi.
“Gli effetti delle misure contenute nel disegno di legge di stabilità, come approvate dalla Camera dei deputati, comportano nel 2014, in termini di indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche, una correzione netta corrispondente ad un peggioramento di circa 2,5 miliardi, pari a circa lo 0,2% del Pil – afferma Giorgio Santini in Aula al Senato-. Per il biennio successivo le richiamate misure di intervento comportano un miglioramento dell’indebitamento netto della pubblica amministrazione di circa 3,5 miliardi nel 2015 (0,3% del Pil) e di circa 7,3 miliardi nel 2016 (0,4% del Pil). Gli effetti in termini di fabbisogno sono analoghi a quelli sull’indebitamento netto”. Il disegno di legge di stabilità è stimato comportare “effetti sul bilancio dello Stato, cioè in termini di saldo netto da finanziare, pari ad un peggioramento di circa 1,7 miliardi nel 2014, seguito da un miglioramento di circa 13 miliardi nel 2015 e 7,1 miliardi nel 2016. Rispetto al disegno di legge approvato dal Senato in prima lettura, prosegue l’ex sindacalista Cisl, “l’esame da parte della Camera ha determinato un miglioramento dell’indebitamento netto di circa 174 milioni di euro nel 2014 seguito da un peggioramento nel biennio successivo di circa 6 milioni di euro nel 2015 e di circa 20 milioni nel 2016. Gli effetti dell’esame della Camera sul fabbisogno sono identici a quelli sull’indebitamento netto”.
Molte le voci critiche sulla Legge di Stabilità. Significativa, all’interno della maggioranza, la posizione espressa da tre senatrici “renziane”: “abbiamo smesso di credere in Babbo Natale, ma un buon padre di famiglia ed aggiungiamo noi, una buona madre di famiglia, per riprendere la metafora di Letta, deve avere più coraggio e le idee più chiare per sostenere il Paese ad uscire dalla crisi” affermano le senatrici del Pd Laura Cantini, Isabella De Monte e Nadia Ginetti che annunciano un voto favorevole sofferto alla manovra. “Non è la finanziaria di cui il Paese ha bisogno, non c’è una visione unitaria ma tanti micro interventi, alcuni persino molto discutibili inseriti a caso nei tanti provvedimenti che hanno creato un vero e proprio ingorgo parlamentare. Una legge che aumenta il prelievo fiscale e contributivo e che si limita a cambiare il nome di alcune tasse, aumentandone peraltro il carico, come avviene con la Tasi, non è la medicina che serve al Paese”. Sempre dentro la maggioranza, si registra il malumore di Scelta Civica, che vota la fiducia “per senso di responsabilità”, ma “senza alcuna convizione politica”; un vero e proprio ultimatum del gruppo, che chiede che “nel decreto milleproroghe siano eliminate le norme relative in particolare alla stabilizzazione dei precari della pubblica amministrazione e delle società partecipate. Altrimenti valuteremo molto seriamente il nostro ruolo all’interno di questo governo”.
Fiat e sindacati trovano l’accordo a Melfi… I cittadini pagheranno 2 anni di Cig
Fra due anni gli italiani si potranno permettere solo questo! (Forse)
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Pubblicato da tdy22 in gennaio 24, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/01/24/fiat-e-sindacati-trovano-laccordo-a-melfi-i-cittadini-pagheranno-2-anni-di-cig/