E’ rientrato a Bologna il 17 agosto Francesco Guccini, sul volo Olympic dopo aver trascorso una vacanza dalle parti di Zante, in Grecia. All’arrivo in aeroporto, però, la brutta sorpresa: nè i suoi bagagli nè quelli degli altri passeggeri dell’aereo erano arrivati a destinazione. E così spartiti, chitarra e appunti di lavoro per le nuove canzoni del cantautore sono rimasti in Grecia. Tutti si auguravano di riavere le proprie valige il giorno dopo, ma le speranze si sono rivelate vane. Spiega il Gazzettino che tutte le telefonate dirette da Bologna all’aeroporto di Zante si sono infrante nei rimpalli fra Compagnia aerea e Tour operator, approdando a un’unica sentenza, affidata a un irritante risponditore automatico: “Siamo spiacenti, il vostro bagaglio non è stato localizzato”. E’ trascorsa una settimana, ma ancora non si sa in che mani siano sia i bagagli che gli appunti musicali di Guccini che, accompagnato dalla moglie Raffaella Zuccari, sarebbe dovuto ripartire subito per San Benedetto del Tronto, dove lo attendevano impegni di lavoro legati a pezzi che stava scrivendo, rimasti purtroppo anch’essi in valigia.
I fan di tutte le età conoscono a memoria la locazione della tomba del cantautore al cimitero monumentale di Roma. «Riquadro 119, piano terra, cappella quinta, loculo 10». Ma oltre agli ammiratori che ogni giorno vanno in pellegrinaggio al loculo, sabato mattina c’è stato anche chi invece ha compiuto veri e propri atti vandalici nonché il furto della chitarra di marmo che era d’ornamento alla lapide. Era stata la sorella del cantautore ha farla realizzare in afyon, una pietra di luminosità particolare. Tra gli oggetti rubati anche un quaderno dovei fan del cantautore potevano lasciare una frase o un pensiero dedicato all’artista.
Sembra proprio che il furto sia avvenuto sabato mattina, anche perché sono veramente molto i visitatori che quotidianamente portano un fiore o lanciano uno sguardo alla tomba e sembra strano che nessuno abbia notato che la chitarra di marmo era stata divelta e rubata. L’ipotesi più accreditata è che qualche ladro abbia preso il cimelio per poi venderlo a qualche collezionista senza scrupoli.
«Questa mattina presenteremo la denuncia – dice l’avvocato Leopoldo Lombardi che rappresenta la famiglia Gaetano – Io non credo all’ipotesi dell’ammiratore feticista. Non mi meraviglierei se quell’oggetto finisse in vendita on-line o, peggio ancora, fosse usato per un’estorsione alla sorella di Rino. Si tratta di un reato grave, perché oltre al furto con destrezza scatta anche l’articolo 408 del codice penale in materia di vilipendio di tomba che prevede una pena da sei mesi a tre anni».