Iniziano ad arrivare con calma e a scaglioni, le critiche alla nuova legge di stabilità. Forse anche i più acerrimi “nemici” del governo questa volta non sono riusciti a trovare subito il punto debole della manovra… Che in fondo era lì sotto gli occhi di tutti. L’Italia è in ginocchio e questa è una finanziaria per tempi migliori. Danneggia la classe media, non aiuta davvero chi è sull’orlo della povertà e non riesce a rilanciare l’industria italiana. Il cuneo fiscale è insufficiente e il leader di Confindustria Giorgio Squinzi attacca e anche il rappresentante dei lavoratori, Luigi Angeletti della Uil, dice che è pronta la mobilitazione soprattutto per il pubblico impiego, il settore più colpito da questa “stabilità”: blocco dei contratti, blocco del turn over, tagli degli straordinari e ciliegina sulla torta le misure sulla liquidazione.
Più cauta la Cgil con il segretario generale, Susanna Camusso: “Bisogna cambiare la legge di stabilità e decideremo tutte le cose utili per questo fine”. “Sono sempre poco affascinata dai dibattiti di chi prima decide quali modalità e poi i perché”, ha detto rispondendo a chi le chiedeva se anche per la Cgil fosse necessario uno sciopero come evocato da altre organizzazioni.
”I passi sarebbero anche nella direzione giusta ma ancora una volta non sono sufficienti per farci ritrovare la crescita”, afferma Squinzi. Il provvedimento ”non incide realmente sul costo del lavoro. Noi avevamo indicato come priorità assoluta il cuneo fiscale. Cosa fare? Non sono il primo ministro di questo Paese ma vorrei dire che ci vuole più coraggio”. Per Squinzi non basta mantenere ”lo status quo. Anche se ci sono passi nella direzione giusta che possiamo valutare positivamente non cambiano l’andamento economico né la visione del futuro del paese”.
Quanto alle misure per gli statali, il ministro della Funzione Pubblica, Gianpiero D’Alia, ha detto che ”Nella legge non ci sono novità sui contratti rispetto a quanto già deciso per il pubblico impiego”. ”Il blocco della contrattazione per la parte economica – afferma D’Alia – è stato approvato dal consiglio dei ministri ad agosto, lo abbiamo trasformato in norma di legge”.
Poi c’è chi non usa mezze misure e afferma che era meglio l’IMU della TRISE. E’ Sebastiano Messina nel suo quotidiano ‘Bonsai’ su Repubblica:
“L’anno prossimo non si pagherà più l’Imu e nemmeno la Tares, che doveva sostituire la Tarsu. Ci sarà una nuova tassa che non si chiamerà Taser, come la pistola che dà l’elettroshock, ma Trise. Il fatto è che la Trise, come un missile a tre stadi, contiene altre due tasse: la Tari e la Tasi. Se abitate nella vostra casa, pagate tutta la Trise, dunque sia la Tari che Tasi. Se siete un inquilino, pagate solo la Tari, ma anche una quota della Tasi. Se siete il padrone di casa, pagate la Tasi ma non la Tari. Più l’Imu, si capisce. Ma l’Imu, raddoppiata, la pagate anche se siete in affitto, su quell’appartamento dove abita vostra madre. Che però pagherà la Tari, lasciando a voi la Tasi che avete evitato sulla casa dove pagavate la Tarsu, e invece ora — scampata la Tares e aggirata la Taser — pagate solo la Tari ma non l’Imu. Adesso ripetete”.
E se poi vogliamo invece vedere i grandi vantaggi del cuneo fiscale basta lanciare un occhio a questo specchietto per accorgersi che i più fortunati avranno 14 euro al mese e in media saranno dati invece 8 euro.