Seiji Sasa è uno dei “contractor” che si aggira nei pressi della stazione ferroviaria di Sendai, in Giappone. Lo scopo è di avvicinare i senzatetto e recrutarli. Offre loro un lavoro che non è certo tra i più sicuri:ripulire Fukushima dai rifiuti radioattivi.
Il lavoro nella zona colpita dal disastro nucleare quasi tre anni fa viene retribuito anche 90 dollari, dai quali vengono tuttavia scalati i soldi per vitto e alloggio, il che significa che ai senzatetto non resta poi molto denaro. Vanno inoltre messi in conto gli altissimi rischi per la salute, dal che si deduce che per i clochard non si tratta di una possibilità di riscatto sociale, tutt’altro.
Nella centrale atomica di Fukushima proseguono i lavori di smantellamento e la Tepco, per dimostrare che la situazione sta lentamente tornando alla normalità dopo l’esplosione di idrogeno che ha fatto seguito al sisma/tsunami dell’11 marzo 2011 , ha deciso di ospitare giornalisti di tutto il mondo affinchè ne siano testimoni. Ma per agire in sicurezza, nonostante la radioattiità stia calando, è necessario procedere con le dovute precauzioni. Spiega il manager dell’impianto, Akira Ono: “Non credo ci sia bisogno di affrettarsi. Vogliamo fare le cose in sicurezza”, proprio per questo “Cominceremo quando saremo pronti”. Il manager ha quindi aggiunto, menzionando la radioattività ambientale: “Non sarà la prima volta per noi dato che in tutte le strutture si rimuove il carburante dalle piscine. La differenza questa volta è che dobbiamo essere molto attenti perché i lavoratori indosseranno tute in tyvek e maschere”. “Avete visto l’equipaggiamento e i macchinari: sono quelli delle normali operazioni, è difficile dare un rating sulla pericolosità in una scala da 1 a 10, anche se direi che non è estremamente pericolosa”, osserva ancora. A seguito del disastro del 2011, la Tepco ha eliminato i detriti più ingombranti caduti nella vasca: “La mia preoccupazione è che i pezzi più piccoli possano essersi incastrati, causando un rallentamento delle operazioni”, conclude Ono.
Un terremoto di magnitudo 7.3, stando a quanto riporta la Japan Meteorological Agency, ha colpito le coste del Giappone 325 km a largo della provincia orientale di Fukushima. L’ipocentro è stato rilevato a una profondità di 10 km. A seguito del sisma era stata diramata un’allerta tsunami il cui livello più basso si è manifestato in un’onda di soli 30 cm che non ha causato danni nella prefettura orientale di Ishinomaki, la più esposta. A riferirlo la tv pubblica Nhk. La popolazione era stata invitata ad allontanarsi dalla costa dalle autorità, che non possono dimenticare il disastro del terremoto di magnitudo 9 e successiva onda anomala di 13 metri, che, l’11 marzo del 2011, distrusse la prefettura di Fukushima. I dipendenti della centrale atomica di Fukushima hanno ricevuto lo stesso ordine: nella centrale ci sono ancora centinaia di serbatoi pieni di acqua altamente radioattiva, residuo delle attività di raffreddamento dei reattori. Stando alla proprietaria Tepco, l’impianto non ha riportato danni e non si sono registrati aumenti nel livello di radioattività.
Un rapporto del Comitato scientifico delle Nazioni Unite sugli effetti delle radiazioni atomiche (Unscear) ha rilevato che le autorità giapponesi potrebbero aver sottostimato del 20% la radioattività assorbita dai tecnici intervenuti nella prima fase della crisi nucleare alla centrale di Fukushima, colpita dal sisma/tsunami di marzo 2011. Nel rapporto vengono inoltre sollevati dubbi sulle stime sia del governo che della Tepco, gestore della struttura.
E’ stata la stessa Tepco (Tokyo Electric Power Company), l’ente che gestisce la centrare nucleare di Fukushima, a segnalare una nuova fuga radioattiva nella struttura. Ha anche però assicuarato che “L’incidente, dovuto con tutta probabilità ad un errore dei tecnici, non ha provocato una fuoriuscita all’esterno della struttura”. Da quanto riferito dall’ente, un dipendente avrebbe staccato un tubo collegato a un sistema di desalinizzazione di acqua versata nei reattori danneggiati della centrale. Tale errore avrebbe causato la perdita di “diverse tonnellate” d’acqua. La Tepco ha inoltre spiegato che 6 lavoratori all’impianto nucleare di Fukushima Daiichi sono stati contaminati dall’acqua radioattiva. Secondo quanto riporta un portavoce della compagnia, “Forse c’è una piccola possibilità che non abbiano ingerito acqua, poiché non sono stati investiti in faccia”. Al momento non si conosce nulla riguardo le loro condizioni di salute. Il 14 ottobre l’Aiea, l’agenzia internazionale per l’energia, farà una missione di bonifica intorno al luogo devastato dallo tsunami.
“L’energia nucleare – L’energia per un futuro migliore”. E’ quanto recita il cartello sotto cui transita una donna che sta andando a visitare la sua casa. E’ una delle circa 160mila persone che sono state costrette ad abbandonare la propria casa per ordine del Governo. L’evacuazione, che ha colpito i residenti in un raggio di 20 chilometri dalla centrale nucleare di Fukushima, era arrivata dopo lo tsunami del marzo 2011 e la successiva fuga radiattiva. Ancora oggi, due anni e mezzo dopo, agli abitanti è permesso tornare alle loro dimore una volta al mese, una visita per la quale sono necessari dei permessi speciali e che esclude la possibilità di fermarsi per la notte. Il fotografo di Reuters Damir Sagolj si è accodato a uno di questi viaggi e ha realizzato le foto che seguono. Immagini che parlano di paesi abbandonati, case in attesa del ritorno dei proprietari dei quali conservano i ricordi più cari, strade le cui luci servono per illuminare solo l’asfalto. E a tutte quelle persone, che una casa ce l’hanno ma non vi possono fare ritorno, non restano che i centri d’accoglienza per gli evacuati, con le loro fredde case prefabbricate, senza un passato.
Nuova perdita di acqua radioattiva all’impianto nucleare Daiichi di Fukushima, teatro del gravissimo incidente innescato dal terremoto e lo tsunami del marzo 2011. Secondo quanto ha riferito nella notte la Tepco, la società che gestisce la centrale, l’acqua fuoriuscita da un serbatoio potrebbe essersi riversata nell’oceano Pacifico.
Ormai è inarrestabile la fuori uscita di acqua radioattiva nella centrale nucleare di Fukushima in Giappone. Secondo la Tepco l’ultima perdita sarebbe stata stimata intorno ai 430 litri. Ogni litro d’acqua contiene 200,000 becquerel di sostanze radioattive che emettono radiazioni beta, compreso lo stronzio 90. Il limite legale è di 30 bequerel al litro.
Bastano questi dati per capire la tragedia mondiale che si sta verificando in Giappone e di come, in molte nazioni, il problema non abbia la giusta rilevanza da parte dei media.
La fuga d’acqua questa volta sembrerebbe essere dovuta ad un riempimento eccessivo del serbatoio che si trova su un terreno in pendenza. Altre piccole perdite erano state rilevate in settimana in altri serbatoi.
Stando a quanto riporta l’agenzia Reuters, Fukushima era una struttura a rischio, degradata dall’incuria e le autorità giapponesi hanno finora mentito non solo ai giapponesi ma al mondo intero. L’impianto andava chiuso molti anni fa, ancora prima del disastro del marzo 2011. E anche da allora, tuttavia, la centrale non ha smesso di emettere radiazioni letali. Ora è giunto il tempo per Tokyo di ammetterlo, anche se nessuno sa esattamente in che stato siano i reattori collassati: si teme addirittura una imminente “liquefazione” del suolo. A novembre prenderà il via l’operazione più pericolosa: inizierà la rimozione di 400 tonnellate di combustibile nucleare con un’operazione che non è mai stata tentata su questa scala: si tratta di contenere radiazioni equivalenti a 14.000 volte la bomba atomica di Hiroshima. L’operazione di bonifica di Fukushima costerà 11 miliardi di dollari e saranno necessari 40 anni, ammesso che tutto vada bene. Il Washington’s Blog riassume che gli scienziati non hanno idea del vero stato dei nuclei dei reattori: le radiazioni potrebbero investire la Corea, la Cina e la costa occidentale del Nord America. E anche gli scienziati lanciano l’allarme. “Se anche solo una delle piscine di stoccaggio dovesse crollare”, avvertono l’esperto nucleare Arnie Gundersen e il medico Helen Caldicott, non resterebbe che “evacuare l’emisfero nord della Terra e spostarsi tutti a sud dell’equatore”. Un allarme di così vasta portata, che disorienta anche gli esperti più prudenti. Secondo Akio Matsumura, già consulente Onu, la rimozione dei materiali radioattivi dai bacini del combustibile di Fukushima è “una questione di sopravvivenza umana”. Il New York Times riporta che migliaia di lavoratori e una piccola flotta di gru si preparano a “evitare un disastro ambientale ancora più profondo, che ha già reso la Cina e gli altri paesi vicini sempre più preoccupati”. Obiettivo, neutralizzare le oltre 1.300 barre di combustibile esaurito dall’edificio del reattore 4. Il Japan Times conferma infine che “Le conseguenze potrebbero essere di gran lunga più gravi di qualsiasi incidente nucleare che il mondo abbia mai visto: se una barra di combustibile cadesse, si rompesse o si impigliasse mentre viene rimossa, i possibili peggiori scenari includono una grande esplosione, una fusione nel bacino o un grande incendio”.
Un violento tifone, la diciottesima perturbazione della stagione, chiamata Man-yi, si è abbattuta sul Giappone seminando feriti e dispersi, panico e paura, ma soprattutto si teme, per la centrale nucleare danneggiata di Fukushima. Il tifone sta spostandosi infatti da sud a nord con un carico di piogge torrenziali “senza precedenti” e venti che arrivano a 160 km/h.
La Japan Meteorological Agency (Jma) ha lanciato un messaggio di “allerta speciale” in diverse zone dove si segnalano gravi danni ad abitazioni e infrastrutture, oltre a casi di feriti e dispersi. Tra le aree più colpite la città di Kyoto, l’ex capitale, dove circa 90.000 famiglie sono state evacuate.
E’ una vera e propria emergenza nazionale con decine di treni soppressi tra cui quelli ad alta velocità shinkanzen, come le linee Tokaido e Joetsu, oltre 500 voli annullati, una nazione paralizzata.
L’Agenzia meteo ha emesso un “avvertimento speciale” nelle tre prefetture de Giappone occidentale (Fukui, Kyoto e Shiga), particolarmente colpite. Le autorità locali hanno emesso nelle tre province (più quelle di Hyogo e Mie) l’ordine di evacuazione per un totale di quasi 400.000 residenti.
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A metà mattinata, risultavano almeno tre dispersi e almeno una trentina di feriti, in base agli aggiornamenti forniti dalla tv pubblica Nhk, che ha avviato una diretta sulla situazione.
Secondo la Jma, le precipitazioni nelle 48 ore fino a lunedì mattina hanno raggiunto i circa 300 millimetri in alcune parti della città di Kyoto e della città di Otsu, superando la media mensile di settembre. In alcune aree delle prefetture di Mie e Nara sono caduti ben 500 mm di pioggia.
Il governo centrale ha rafforzato l’unità di crisi presso la residenza ufficiale del primo ministro sul passaggio del tifone n.18 che si è abbattuto poco prima delle 8 locali vicino a Toyohashi, nell’isola di Honshu, la stessa di Tokyo.
Attualmente la perturbazione sta interessando il Giappone centrale e dovrebbe finire sul Pacifico questa notte, dopo un passaggio sulla centrale nucleare di Fukushima dove la Tepco, il gestore dell’impianto, ha messo in atto misure straordinarie.
Allarme dopo allarme il dramma infinito del nucleare di Fukushima non sembra aver fine. Un tunnel di distruzione e di paura che sembrerebbe inarrestabile. Le ultime letture dei valori della cisterna contenente acqua contaminata hanno rilevato livelli di radiazioni 18 volte più alti di quelli finora mai registrati. Vicino al fondo di una delle cisterne sono stati rilevati valori radioattivi di 1.800 millisievert per ora, sufficienti a uccidere in quattro ore una persona. Il 22 agosto la lettura era stata invece di 100 millisievert per ora.
E’ sempre più drammatica la situazione alla centrale nucleare di Fukushima. Si è registrata una nuova perdita di 300 tonnellate di acqua altamente radioattiva che l’autorità nucleare giapponese ha valutato a livello 3, cioè “incidente grave”, sulla scala internazionale degli eventi nucleari (Ines). La fuoriuscita dell’acqua radiattiva fuoriuscita da un un serbatoio è andata nel terreno e ha formato diverse pozze in superficie. Secondo la società di gestione Tepco l’acqua non sarebbe sversata nell’Oceano, ma ci sono voci contrastanti sulla vicenda. La stessa società ha ammesso di non aver capito come o da dove l’acqua è fuoriuscita, ma pensa si sia trattato di una valvola vicino a un canale di scolo. Intanto sono stati rilevati almeno 18 casi di cancro alla tiroide tra gli under 18 che abitano nella regione della centrale nucleare. Anche se una chiara corrispondenza tra cancro e nucleare ancora non è stata accertata, sembra che la zona invalicabile non sia stata sufficiente a garantire l’incolumità delle persone che vivono ai confini.
Una proposta di referendum per bloccare la costruzione di una quarta centrale nucleare vicino a Taipei ha fatto divampare una rissa tra i legislatori di Taiwan durante una sessione del parlamento. Già dalla sera del primo agosto, l’opposizione del Partito democratico progressista (DPP) aveva occupato parte dell’assemblea, arrivando a bloccare le porte con le sedie. In seguito sono scoppiati i tafferugli, con lanci di acqua dalle bottigliete e scontri.
Pugno duro contro gli attivisti No Tav. Ai manifestanti ora viene contestata l’accusa di attentato per finalità terroristiche o di eversione e per questa ragione i pm hanno disposto nella mattina di oggi, 29 luglio, una serie di perquisizioni nelle abitazioni di alcuni dimostranti. L’accusa fa riferimento all’assalto al cantiere dello scorso 10 luglio, quando gli appartenenti alle forze dell’ordine furono costretti a uscire dalle reti del cantiere per poi essere presi di mira con bombe carta, petardi e pietre lanciati ad altezza d’uomo. In quell’occasione fuorno fermati 9 attivisti, si registrarono 15 agenti contusi e l’autostrada A32 Torino-Bardonecchia bloccata per ore a causa di un violento incendio. Durante le perquisizioni sono stati sequestrati pc e telefoni cellulari.
Ha ammesso che acque radiattive accumulate sotto la centrale nucleare di Fukushima sono finite nell’Oceano Pacifico la Tepco, la società giapponese che gestisce l’impianto. Ha però sostenuto che l’impatto della perdita radiattiva sia limitato, questo in considerazione del fatto che “non ci sono tassi di aumento anomalo della radioattività”. La perdita sarebbe in gran parte proveniente dai basamenti degli edifici dei reattori. Tale ammissione è arrivata all’indomani dell’ampia vittoria dei liberaldemocratici del premier Shinzo Abe, e degli alleati del New Komeito, alle elezioni di rinnovo parziale della Camera Alta. Essi sono in gran parte favorevoli al riavvio dei reattori nucleari. La centrale era stata devastata dal sisma/tsunami dell’11 marzo 2011. E’ già da tempo che i valori sulla radioattività nelle acque della falda sottostante l’impianto mostrano valori in netto rialzo, fino a moltiplicare per 110 le percentuali di cesio 134 nei campioni raccolti tra oceano e reattori.
Potrebbe sembrare che qualche scienziato folle si sia divertito a creare nuove specie di frutta e verdura invece sono solo quelle che un blogger ha fotografato due anni fa intorno all’area dell’incidente nucleare di Fukushima. Dai pomodori deformi alle pannocchie unite, fino ad arrivare al mandarino di due colori. Una vera atrocità che lascia percepire il pericolo delle radiazioni sull’agricoltura e sul terreno. Tuttavia c’è anche chi non crede che questa sia un’analisi corretta Timothy Mousseau, un professore di biologia presso l’Università della Carolina del Sud, ha i suoi dubbi. Pur non negando che alcune mutazioni sulle piane ci possano essere state, la correlazione tra le trasformazioni di frutta e verdura come quelle delle fotografie e l’effetto delle radiazioni è ancora tutta da dimostrare. Intanto la centrale nucleare continua ad avere perdite, l’ultima è di appena qualche ora fa.
Non c’è pace per la centrale nucleare di Fukushima danneggiata gravemente dopo l’esplosione avvenuta a causa del sisma con conseguente tsunami dell’11 marzo 2011. E’ ancora il famigerato reattore n.3 a creare problemi. Questa volta si è trattato di una perdita di vapore che è stata segnalata dalla Tepco che gestisce l’impianto. Il vapore sarebbe stato disperso da una piscina di stoccaggio al quinto livello dell’edificio. L’episodio è avvenuto alle 8.20 locali (l’1.20 in Italia) ed è stato rilevato grazie a una telecamera di sorveglianza. Secondo la Tepco la fuoriuscita sarebbe attribuibile alla pioggia. Nonostante l’ennesima perdita, che dimostra come il problema non sia affatto contenuto e stabilizzato, gli strumenti di misurazione della radioattività non avrebbero mostrato cambiamenti. Appena una settimana fa però, c’era stato un nuovo (l’ennesimo), innalzamento del livello di radioattività nella centrale: i campioni di acqua prelevati il 9 luglio da un pozzo di osservazione vicino all’impianto avevano rilevato una quantità di cesio 134 pari a 11mila becquerel per litro e di cesio 137 pari a 22mila Bq/l, ovvero 111 e 105 volte i valori del venerdì precedente. Le cause di quell’innalzamento ancora non sono state rese note. Intanto nella prefettura di Fukushima la pesca è interdetta (se non a scopi scientifici) e il futuro dei pescatori locali è quanto mai incerto.
Sono riusici a penetrare all’interno della centrale atomica di Tricastin e sono quindi saliti sulle infrastrutture che circondano i reattori 1 e 3, questa mattina alle 5 , decine di attivisti di Greenpeace, 21 dei quali sono stati fermati. La portavoce del movimento Isabelle Philippe ha spiegato che gli attivisti hanno srotolato delle bandiere allo scopo di denunciare la “fragilità” degli impianti nucleari. Su una bandiera, che è stata proiettata sul muro della centrale, c’era l’immagine del presidente francese François Hollandeaccompagnato dalla scritta “Presidente della catastrofe?”. “Tricastin: incidente nuclare” era invece il testo di una seconda. Il ministero dell’Interno Manuel Valls, che ha chiesto un rapporto completo sull’irruzione, ha precisato che gli ambientalisti non sono entrati nelle “zone sensibili” della centrale. Ciò non toglie che il blitz pone diversi interrogativi sulla sicurezza di questi siti nucleari nonostante l’Autorità di sicurezza nucleare abbia sottolineato che “non c’è stato alcun impatto sulla sicurezza dell’installazione”. Il ministero dell’Interno ha reso noto che tra gli arrestati ci sono anche italiani, oltre a francesi, romeni e spagnoli. Il ministero ha reso noto che nessuno di loro “ha potuto accedere alle zone sensibili della centrale e alla sala comandi”.
E’ morto all’età di 58 anni per un cancro all’esofago Masao Yoshida, l’eroe che nel 2011, dopo il sisma e violando gli ordini dei superiori, aveva deciso autonomamente di raffreddare i reattori della centrale nucleare di Fukushima danneggiati con acqua di mare e dimessosi nel dicembre dello stesso anno a causa della sua malattia. Nel frattempo il gestore della centrale nucleare, la Tepco, che ha sempre smentito ogni correlazione tra tumore ed esposizione alle radiazioni, non si è unita alle quattro utility giapponesi che, allo scopo di poter far ripartire un totale di 10 reattori, hanno presentato domanda alla Nuclear Regulation Authority, l’agenzia sulla sicurezza nucleare, a un giorno dall’entrata in vigore della nuova regolamentazione. Le utility regionali, 4 su 10, sono alle prese con l’aumento degli oneri per l’importazione di combustibili fossibili per compensare lo stop ai reattori post-Fukushima. Di qeusti, sono ora in funzione solo 2 su 50. La Tepco ha invece reso noto di aver intenzione di tentare il riavvio dei reattori n.6 e 7 della centrale di Kashiwazaki-Kariwa, nella prefettura di Niigata, la più grande al mondo per capacità di generazione elettrica. E’ stato lo stesso consiglio direttivo della compagnia a prendere tale decisione senza consultazioni e la reazione degli amministratori locali è stata dura: il governatore della prefettura, Hirohiko Izumida, avrebbe richiesto alla società spiegazioni urgenti.
Torna il terrore in Giappone. Alle 22.25 locali (le ore 15.25 in Italia), con epicentro a poche decine di km dalle coste della prefettura di Fukushima e con ipocentro a 50 km di profondità. La Japan Meteorological Agency (Jma), che non ha lanciato alcun allarme tsunami, ha misurato l’intensità della scossa in 4 sulla scala di rilevazione nipponica di 7 (5,2 di magnitudo sulla scala Richter), in città come Minamisoma, colpita dal sisma-tsunami dell’11 marzo 2011. La Tepco, il gestore della centrale nucleare devastata di Fukushima, ha reso noto che non sono state rilevate anomalie all’impianto.
“NESSUN PERICOLO” dicono da Kiev. “Tutto sotto controllo”, dichiarano dall’ente che gestisce il sito. Il crollo ha coinvolto un tetto e un muro della sala macchine del quarto reattore (quello che esplose 27 anni fa) della centrale nucleare di Cernobyl. Nessuna vittima nel crollo, nessun problema per l’isolamento del sito secondo le autorità russe. MA COME PUO’ CROLLARE UN MURO E UN TETTO SU UNA STRUTTURA AD ALTO RISCHIO?
Centrali nucleari e Sandy? C’è una relazione tra gas serra ed eventi climatici estremi? C’è chi come Greenpeace da anni si batte su questa linea, ma ci sono commissioni scientifiche che affermano che il clima sul nostro pianeta sia ciclico e quindi ci stiamo avvicinando a un cambiamento sostanziale delle temperature nel nostro pianeta.
Poi scatta il panico e allora tutti tremano di fornte a Oyster Creek, la più vecchia centrale nucleare del Paese, simile a quella di Fukushima che in questo momento si trova sotto a 2 metri d’acqua…
*A day in the life of the Vixen, a blog about EVERYTHING & ANYTHING: Life advice, Sex, Motivation, Poetry, Inspiration, Love, Rants, Humour, Issues, Relationships & Communication*