Panico all’ospedale, paziente afferra l’arma e minaccia i sanitari

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Panico e terrore al Policlinico Casilino di Roma dove, questa mattina intorno alle 10, il personale medico ha trovato un’arma tra gli effetti personali di un paziente ricoverato al pronto soccorso nella giornata di ieri. Lo staff sanitario ha immediatamente segnalato il ritrovamento alla sicurezza interna, che dopo aver allontanato i medici si è avvicinato all’uomo insieme a un ausiliario. Il paziente immediatamente è andato su tutte le furie e ha minacciato, pistola alla mano, il personale paramedico e il vigilante. La guardia giurata è riuscita a entrare in bagno e ha armato la sua pistola, ma a causa del pavimento bagnato il vigilantes è scivolato ed è partito un colpo che per fortuna non ha procurato danni. Quando il paziente ha sentito il colpo è fuggito, ma è stato intercettato dagli agenti del commissariato Casilino intervenuti sul posto. Il paziente è stato quindi condotto al commissariato, ma poi è stato rilasciato ed è tornato al Policlinico Casilino dove ha avuto ancora un atteggiamento aggressivo tanto da esser necessario un secondo intervento da parte della polizia. E’ emerso anche che la pistola dell’uomo era ad aria compressa, un’imitazione di quelle reali. Il paziente è stato denunciato dagli agenti del Casilino per minacce, procurato allarme ed interruzione di pubblico servizio.

 

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La nuova droga della follia si chiama Ya-Ba, mega operazione a Roma

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L’operazione è stata portata avanti tra venerdì e sabato nei quartieri più a rischio della città: Pigneto, San Lorenzo, Trastevere, Trionfale, Termini e Casilino. E’ in queste zone che si concentra il traffico di stupefacenti e in particolare marijuana, hashish, eroina e cocaina. Il bilancio dell’operazione è di 19 persone arrestate, molti dei quali stranieri, di età compresa tra i 18 e i 54 anni. In particolare è stato però fermato un cittadino del Bangladesh, di 30 anni, nei pressi dell’acquedotto Alessandrino, in zona Tor Pignattara. Il giovane era in possesso di 120 pasticche di “Ya-Ba”.

Lo Ya-Ba è una sostanza simile all’ecstasy, ma l’abuso della sostanza produce comportamenti molto violenti, autolesionisti e a stati allucinatori. Questa metanfetamina porta a gravi e irreparabili disturbi psichici, tanto da guadagnarsi l’appellativo di “droga della pazzia”. Lo Ya-Ba è molto popolare in Cina.

Il servizio pubblico diventa luogo di tensione

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Cosa sta succedendo agli italiani? E cosa sta accadendo al servizio pubblico romano? Una notizia di qualche giorno fa riportava che un autista arrivato in ritardo a una fermata e spinto dalle lamentele dei passeggeri si fosse fermato e per alcuni minuti avesse chiuso le porte impedendo di salire e scendere. Poi una volta riaperte non sarebbe ripartito, tanto di spingere alcuni passeggeri in ritardo a scuola o al lavoro a precipitarsi fuori dall’autobus. A testimoniare i fatti ci sarebbe anche un video, anche se ancora le responsabilità vanno accertate. E’ notizia invece di oggi che sulla linea 511 dell’Atac che presta servizio al Casilino, nella giornata di domenica sera intorno alle 23.30 sarebbe salito a bordo un uomo, un romano di 53 anni che avrebbe iniziato a gridare all’autista che la corsa non finiva al capolinea Pantano-Borghese dove l’autobus si era fermato. Secondo il passeggero l’autista doveva riaccendere il mezzo e portarlo fin sotto casa.

Il cinquantenne ha iniziato a prendere a calci lo sportello del guidatore mentre l’autista è riuscito a barricarsi vicino al volante. Ma i calci del violento hanno infranto i vetri dello sportello. Se non fosse intervenuta subito la polizia l’autista sarebbe stato raggiunto dall’aggressore. Naturalmente l’uomo ha cercato, inutilmente, di resistere anche agli agenti di polizia prima di venir trascinato in commissariato.

Cosa sta avvenendo ai romani, al servizio pubblico e quali solo le tensioni sociali che si stanno riversando sui cittadini?

Donna segregata in Chiesa: “mi hanno violentato”, s’indaga

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Una 39enne nigeriana è stata liberata dalla polizia all’interno di una struttura ecclesiastica: «The Apostolich Church» di via delle Amazzoni, nella zona Casilino a Roma. La polizia era stata allertata dalla stessa vittima che aveva approfittato di un attimo di distrazione dei carcerieri e aveva preso un cellulare per chiamare il 113. La donna sarebbe rimasta all’interno della Chiesa per 10 giorni rinchiusa da un pastore nigeriano perché si è rifiutata di avere rapporti sessuali con lui. Tra i carcerieri anche due connazionali uno di 39 anni e l’altro di 31 e due donne poste ora agli arresti domiciliari.   I poliziotti hanno suonato ripetutamente al portone della chiesa ma non ricevendo risposte hanno scavalcato il muro e sono entrati nel giardino. Alla fine è stata una coppia che vive in un locale adiacente alla chiesa ad aprire la struttura. Lì, gli agenti hanno trovato anche altre due persone, marito e moglie, che abitavano nella struttura religiosa. Davanti a una porta chiusa gli agenti hanno chiesto spiegazioni e gli è stato detto che viveva una connazionale con problemi e che dovevano tenere la porta chiusa per non farla fuggire di notte. Gli agenti hanno chiesto di aprire la porta e lì hanno trovato la vittima visibilmente scossa. I poliziotti hanno chiamato il 118 e la 39enne è stata ricoverata in ospedale dove ha dichiarato di essere stata violentata dagli uomini presenti nella struttura religiosa. La polizia sta indagando sull’intera vicenda.

 

Maxi rissa al Prenestino tra stranieri, 2 all’ospedale

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Un romeno di 41 anni e un albanese di 43, si sono presentati nella notte per chiedere cure sanitarie dopo aver preso parte a una maxi rissa al Prenestino, quartiere alla periferia di Roma.  I medici del Policlinico Casilino hanno appurato che entrambi presentavano ferite e fratture al volto guaribili in 30 giorni, così hanno deciso di chiamare i carabinieri. Le forze dell’ordine li hanno interrogati e così sono venuti a conoscenza della maxi rissa. I due sono stati denunciati a piede libero, ora si cerca di rintracciare gli altri partecipanti.

Maxi coltivazione di marijuana a Roma, mascherata da mais!

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Due ettari di terreno coltivato a granturco, peccato che era solo apparenza, sotto ogni pianta di mais ce ne era una di marijuana che cresceva tranquilla e indisturbata. E’ stato però il forte odore che proveniva da un casale su via Lunano, zona Casilino, a insospettire gli uomini di una Volante in servizio per l’ordinario pattugliamento della zona. Quando sono entrati nel casale hanno scoperto una serie di fili dove erano appese le piante di marijuana per l’essicazione, a terra, invece, le cassette di legno accatastate in cui veniva conservata l’erba già pronta. Su ogni cassetta era indicata la diversa tipologia della medesima pianta, su alcune era apposta l’etichetta «Relax» e sulle altre il tipo indicato era «Big Devil». I poliziotti hanno trovato i 4 responsabili della piantagione intenti a stendere decine di altri fili all’interno di un secondo capannone, segno evidente che l’attività aveva dimensioni quasi industriali. I quattro uomini sono stati arrestati con l’accusa di produzione e traffico di sostanze stupefacenti, sono tutti originari della provincia di Vibo Valentia B.G. e L.P., di 23 anni, F.L., di anni 21, e B.D., 46enne unico senza precedenti di polizia. Da una prima stima effettuata sarebbero oltre 50.000 le piante di marijuana, per un peso di oltre 25 tonnellate scoperte e sequestrate.

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