“Fai prostituire tua moglie” così il padre di una bimba curata con Stamina

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“Ci hanno fatto indebitare per 47 mila euro e quando ho detto che non ce la facevamo più a pagare mi sono anche sentito rispondere di mandare mia moglie a prostituirsi”, questo è l’agghiacciante racconto del panettiere Nicola De Matteis, una delle 68 vittime dell’inchiesta Stamina. Le cure servivano alla figlia di De Matteis, la bimba infatti ha una encefalopatia dalla nascita per mancanza di ossigeno durante il parto. “Mia figlia – racconta De Matteis a La Stampa – era seguita al Regina Margherita a Torino, dove ordinavano soprattutto riabilitazione, nuoto, per non compromettere del tutto le capacità motorie. Ma speranze di guarigione zero. Poi cinque anni fa guardammo in Tv una puntata delle Iene che parlava di trattamenti miracolosi in Thailandia a base di cellule staminali e mia moglie decise di partire per Bangkok”.  “Una nostra amica aveva un parente in trattamento Stamina e quando sentì che stavamo per partire ci indirizzò alla Cognition a Via Giolitti, dove Vannoni ci accolse assicurandoci che mia figlia si sarebbe alzata e avrebbe camminato dopo la prima puntura. Il Dottor Marino Andolina di Stamina ci spiegava che con le infusioni le cellule si sarebbero andate a posizionare su quelle del cervello lesionate, riparando i danni. Balle. Oggi dopo quattro interventi per distendere i legamenti delle gambe è ancora sulla carrozzina, con le mani ricurve e difficoltà a deglutire”. Nessun miglioramento quindi, almeno a quanto afferma Nicola De Matteis, che si è dovuto indebitare per 47mila euro e quando non riusciva più a pagare le cure, il medico Marino Andolina, sempre nel racconto del padre della bambina, avrebbe risposto “Faccia prostituire sua moglie“. Poi le cure furono sospese proprio a causa del mancato pagamento.

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La bimba disabile che chiede una bambola con le sue stesse difficoltà

bambina-disabile-bambola-tuttacronacaLa statunitense Melissa Shang, di soli 10 anni, è affetta dalla malattia di Charcot Marie Tooth, che la costringe a vivere su una carrozzina. E’ anche un’appassionata dalle linea di bambole American Girl e per questo lancia un appello sul web: “Voglio che le altre bambine sappiano cosa vuol dire essere come me, attraverso la storia di una ‘American Girl’ disabile”. Con una petizione proposta attraverso il sito Change.com, Melissa chiede oche uno dei personaggi rappresentati dal noto marchio di giocattoli sia ispirato a unaragazzina  con evidenti difficolà di movimento. La bimba spiega che anche le bambole dovrebbero sedersi su una sedia a rotelle, vivendo così quelle difficoltà che i bambini sani non hanno. “Tuttavia, siamo come gli altri, con gli stessi pensieri e gli stessi sentimenti”, recita l’appello che accompagna le firme sul web. “Le American Girls – dice Melissa – dovrebbero rappresentare tutte le ragazze che compongono la storia americana, passata e presente, e quindi anche le ragazze disabili”. Come riporta Giornalettismo, la proposta non sembra irrealizzabile. La linea American Girl infatti è stata lanciata nel 1986 dalla Pleasant Company, società dal 1998 controllata da Mattel, e dal 1995 include personaggi che rappresentano storie di vita contemporanea. Le American Girl rappresentano a volte ragazze di diverse etnie che hanno lo scopo di insegnare i diversi aspetti della storia a stelle e strisce. I libri allegati alle bambole, scritti per bambini di età compresa tra gli 8 e i 10 anni, si pongono come obiettivo perfino quello di spiegare al giovanissimo pubblico anche temi delicati come il lavoro minorile, gli abusi sui minori, la povertà, il razzismo, la schiavitù, il maltrattamento degli animali. Melissa dice di essere appassionata delle American Girl dall’età di 7 anni. La sua petizione ha raccolto alcune centinaia di firme. E la sua speranza è quella di superare quota 9mila adesioni. C’è da augurarsi che l’operazone vada in porto. La malattia di Charcot Marie Tooth danneggia i nervi periferici causando debolezza muscolare e riduzione delle dimensioni dei muscoli.

Si fa una lampada abbronzante: finisce in sedia a rotelle per 45 giorni

lettino-abbronzante-tuttacronacaDesiderava solo apparire un po’ abbronzato, non si sarebbe mai aspettato di finire per un mese e mezzo in sedia a rotelle solo per fare una lampada. Eppure è stata questa la disavventura di un uomo che si è recato a un centro estetico in centro a Padova. La procedura è la solita: un lettino abbronzante dove rimanere per 7 minuti in posizione prona e altrettanti in posizione supina. Ma terminato il tempo un quarantenne padovano ha iniziato ad accusare un male crescente, soprattutto ai piedi e, nel giro di qualche minuto, gli si sono formate ferite profondissime, che il Pronto soccorso centrale dell’Azienda ospedaliera universitaria ha certificato. L’uomo ha riportato ustioni ai piedi tra il secondo e il terzo grado oltre a escoriazioni al volto e alle gambe. Il quarantenne è rimasto un mese e mezzo in sedia a rotelle, per recuperare la salute e la piena funzionalità di quei piedi martoriati.

La blindatissima maratona di New York 2013

maratona-newyork-tuttacronacaE’ stata un’edizione blindata quella della Maratona di New York 2013, con negli occhi ancora l’attentato che ha avuto luogo a Boston lo scorso 15 aprile. A trionfare nella Grande Mela, però, oggi è lo sport, con gli atleti che hanno solcato 42 km attraversando cinque distretti della città. Circa 50mila corridori, tra professionisti e amatori, non si sono lasciati intimorire e la preoccupazione ha presto ceduto il passo all’agonismo. Del resto a vegliare su di loro c’erano i poliziotti a presidiare tutti i cinque quartieri di New York, circa 6 mila telecamere di sorveglianza, cani antiesplosivo, elicotteri e sommozzatori per cercare di garantire l’incolumità generale.

Il primo a raggiungere il traguardo, in solitaria in 2h.08’23”, Geoffrey Mutai, primo nella storia a vincere nello stesso anno (2011) le maratona di Boston e New York. Seconda posizione per l’etiope Tsegay Kebede in 2h.09’15”. L’azzurro Daniele Meucci, medaglia d’argento europeo nei 10.000 metri nel 2012, ha chiuso in 2h.12′.04”. Per quel che riguarda la classifica femminile, ha trionfato Priscah Jeptoo, che succede nell’albo d’oro all’etiope Dabo, con il tempo di 2h.25′.07”. Seconda Buzunesh Deba e terzo posto per la lettone Jelena Prokopcuka che ha preceduto la francese Christelle Dauney e l’azzurra Valeria Straneo, giunta quinta in 2 ore, 28 minuti e 30 secondi.

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Maratona di New York: la nuova sfida di Alex Zanardi

maratona-new-york-tuttacronacaSi corre domani lungo le strade della Grande Mela. New York si prepara e se un anno fa l’uragano Sandy aveva provato a cancellarla, non riuscendo a spezzare gli animi di coloro che hanno comunque scelto di correrla a Central Park, non si può non pensare a quanto successo l’anno scorso a Boston, dove tre persone persero la vita e con decine di spettatori che ancora portano su di sè quei segni indelebili.

Ray Kelly, capo del New York Police Department, ha rassicurato le migliaia di maratoneti che giungeranno in città da tutto il mondo al riguardo: “Non c’è alcuna minaccia specifica contro”, ha speigato.

Assieme all’amministrazione Bloomberg, il dipartimento di Polizia di New York ha messo a punto un piano che ha lo scopo di garantire la massima sicurezza ai presenti e che prevede l’utilizzo di telecamere mobili, l’impiego di cani specializzati nell’individuare esplosivi e l’eventuale presenza di attentatori suicidi e controlli a tappeto su zaini, borse e borsoni.

Tra i molti italiani che sbarcheranno negli Usa, ci sarà anche Alex Zanardi, pronto ad affrontare la sfida correndo su una carrozzina olimpica. L’eroe paralimpico di Londra 2012, che scoprì l’handbike ed esordì nel 2007 sui 42,195 chilometri dell’evento newyorkese, ora è pronto a cimentarsi nella nuova prova. “E’ una disciplina dell’atletica paralimpica con una lunga tradizione, ma io la scopro in questa occasione. Che Dio me la mandi buona!”, ride l’ex pilota di Formula uno, da 12 anni senza gambe. La carrozzina, oltre ad essere meno veloce dell’handbike, richiede una fatica maggiore ma Alex, è risaputo, non si lascia scoraggiare quando si tratta di combattere. “Dalla mia prima maratona a New York sono cambiate tante cose, sono riuscito addirittura a diventare campione paralimpico, sia nella gara a cronometro sia in quella in linea e a ripetermi, questa stagione, con il campionato del mondo”. Ha spiegato lui stesso, per poi però sottolineare l’importanza di questa nuova corsa: “E’ una cosa bellissima, ma francamente perdi un pò il sapore del debutto, la notte insonne prima delle gare”. Quella che lo attende, come lui stesso prevede, sarà esattamente una notte in bianco: “Certamente sarò molto nervoso alla vigilia. Sarà difficile chiudere occhio la notte perché, quando affronti un percorso sportivo con grande passione, ci tieni tantissimo ed è lo stesso desiderio di far bene che ti mette un pò di ansia. Ma vediamo…”

 

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