I nostri 7 giorni: tra fragilità di quello che ci circonda e voglia di stupirci

7giorni-tuttacronaca“Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie”, scriveva Ungaretti nel 1918. E forse è proprio così che ci si sente, in quella trincea chiamata politica dove si combatte a suon di ultimatum e minacce. Con parole-bomba come Giunta e decadenza. Solo che quando il gioco si fa duro si cambia gioco, s’inizia un balletto chiamato “fiducia-sfiducia” dal quale si esce esausti. E quando la stanchezza è tanta subentrano il nervosismo e la tensione. Solo che quelli che sentono di star per cadere non sono solo i “soldati”, ma tutti noi. Gettati a terra da tutti questi meccanismi di chi pensa alla poltrona prima che a tutto il resto. Le foglie siamo stati noi italiani questa settimana, fatte volteggiare da una lotta interna al Pdl che ha portato a sfaldarsi anche il partito che si è sempre fatto forza della sua unità. Perchè se il faro si spegne, che direzione si segue? I nostri sette giorni sono stati all’insegna del voto di fiducia al governo Letta, con Berlusconi che continuava a dare indicazioni diverse prima e con Alfano che si è ribellato poi. Dopo di che è arrivata la Giunta, con un verdetto che ci si aspettava ma che ha fatto ugualmente discutere. Ma l’autunno non sono solo foglie che cadono, è anche il maltempo, il freddo, è quella pioggia che allaga e spazza via quello che trova lungo il cammino. Il ciclone Penelope si è abbattuto sull’Italia con la sua potenza creando disagi, ma nulla in confronto a quanto è accaduto a Lampedusa. La tragedia si è affacciata sulle nostre coste sotto forma di un barcone di migranti affondato, una tomba subacquea che giace sul fondo mentre i pochi superstiti cercano un futuro migliore e si piange per tutti coloro che non ne avranno più uno. E mentre in Italia si cerca di sopravvivere a quest’ennesimo disastro, l’Europa ci attacca proprio sul tema dell’immigrazione, sempre così sentito nel nostro Paese. E anche in questo caso, nessuna luce a indicare la strada della soluzione. Stiamo al palo, come in attesa che il nostro faro possa tornare a illuminarsi…

faro-alessandriaMa questa settimana anche altri fari sono venuti a mancare, entrambi in campo cinematografico: prima un incidente stradale ha strappato la vita a Giuliano Gemma, poi è stato il regista Carlo Lizzani a dire addio, per scelta. E il dolore si somma al dolore diventando un fiume in piena che sommerge tutto, un po’ come quell’acqua che ha ricoperto Longarone 50 anni, nel disastro del Vajont. Una tragedia dietro cui c’è la mano dell’uomo (e la sua fallibilità), almeno a quanto è venuto alla luce questa settimana. Ma come sempre c’è anche un altro lato che viene alla luce. C’è quell’essenza vitale che ci fa pensare che c’è sempre un motivo per continuare ad andare avanti. Se non altro per farci ancora sorprendere. Come da un sottomarino che “sbuca fuori” a Milano, da un’insegnante di yoga che decide d’ingrassare per scoprire se è possibile amarsi anche se il proprio corpo non rispecchia i dettami della moda, da un nonno che rinnega la figlia che ha cacciato di casa il nipote gay, da un Papa che vuole cambiare la Chiesa e riportarla alla sua essenza. E poi ci sono quelle denunce che colpiscono più forte di un pugno allo stomaco perchè ci si chiede come si sia potuti arrivare a certi punti senza che nessuno sia intervenuto prima. Come nella Terra dei Fuochi. Dove i rifiuti bruciano e le persone muoiono. Ed è proprio quando si teme che non ci siano soluzioni possibili che gli italiani ritrovano se stessi e fanno squadra. Hanno iniziato i vip con il loro appelli in rete a non fare morire i comuni, proseguono tutti gli altri con un appello a vestirsi di nero per assistere alla partita della nazionale italiana al San Paolo. Perchè quello che è impossibile fare da soli, diventa fattibile in gruppo. Ed è qui che risiede la vera forza che nasce da dentro: saper riconoscere chi può percorrere la strada con noi. Forse non saremo perfetti, ma potremmo sempre fare qualcosa. A volte basta una maglia di colore nero per fare la differenza. E se osservando meglio ci rendiamo conto che è un’illusione ottica, facciamo un passo indietro, e guardiamo l’insieme!

GOOD NIGHT, AND GOOD LUCK!

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Achtung! Si è suicidato Lizzani, addio a un narratore di storie semplici

Carlo-Lizzani-tuttacronaca

Shock nel mondo del cinema che è rimasto senza fiato quando si è appresa la notizia che l’uomo, suicidatosi intorno alle ore 15, in via dei Gracchi, nel quartiere Prati di Roma, era il 91enne regista, sceneggiatore, attore e produttore cinematografico Carlo Lizzani. Sono stati alcuni passanti a notare il corpo e immediatamente hanno chiamato i carabinieri.

 

Lizzni era stato “lo sceneggiatore del neorealismo” collaborando con autori autori quali Vergano, De Santis, Rossellini e Lattuada.

Aveva esordito nel 1950 con ‘Nel Mezzogiorno qualcosa è cambiato’ e con il film ‘Achtung’ del 1951.

Il suo capolavoro, anche se non l’unico, ma forse il più celebre è l’affresco storico anni dell’ascesa del fascismo tratto dal libro di Vasco Pratolini “Cronache di poveri amanti”. Nel 1973 Crazy Joe, tratto da un racconto di Nicholas Cage, che raccontava la storia di Joe Gallo, mafioso di basso rango che vuole fare carriera ai danni del boss.

Lizzani ha firmato anche la regia di ‘Storie di vita e malavita’ del 1975, ‘Fontamara’ tratto dall’omonimo libro di Ignazio Silone nel 1977, ‘La casa del tappeto giallo’ (1983), ‘Mamma Ebe’ (1985), ‘Caro Gorbaciov’ (1988), ‘Cattiva’ (1991), ‘Celluloide’ (1995), ‘Hotel Meina’ (2007), oltre agli sceneggiati televisivi ‘Nucleo Zero’ (1984), ‘Un’isola’ del 1986 e ‘La trappola’.

Dal 1979 al 1982 diresse anche la Mostra del cinema di Venezia e ultimamente era tutor del corso di Filmmaker della Accademia Act Multimedia di Cinecittà

 

L’Estate Romana e l’Isola del Cinema: domani Mr Teddy e Travaglio

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Ormai si sta entrando nel cuore degli appuntamenti dell’estate romana e degli appuntamenti che l’isola del cinema riserva in questo inizio di luglio anomalo a Roma dove la mattina si soffoca e nel pomeriggio piove. Domani 11 luglio tra gli ospiti della XIX edizione de L’Isola del Cinema ci sarà anche Sergio Castellitto. L’attore e regista interverrà insieme a Margaret Mazzantini, nel corso di una serata organizzata in collaborazione con la Molise Film Commission sul tema Il cinema italiano tra crisi economica e identità culturale, all’interno della quale è prevista la proiezione dell’ultimo film di Castellitto, Venuto al mondo, con Penelope Cruz ed Emile Hirsch. Alle 22 nello spazio dedicato agli incontri letterari a cura della casa editrice E/O Estate, un dibattito nell’ambito del Festival delle Storie alla presenza dei giornalisti Marco Travaglio e Vittorio Macioce.  Sarà un’occasione in cui Marco Travaglio si confesserà, racconterà la sua storia, il suo sguardo sull’Italia, i suoi punti di riferimento, gli anni da “apprendista” con Montanelli, le scelte, le rinunce, i suoi sì e i suoi no, i nemici e i compagni di viaggio. Al centro ci sarà però l’altro tema portante della serata: la Ciociaria con i suoi gioielli culturali e artistici. La serata è infatti una delle tante serate a tema riservate a “Ciociaria in festival”, le cinque manifestazioni su cui punta la Camera di Commercio di Frosinone per promuovere nella Capitale, all’Isola del Cinema, l’immagine del territorio, rafforzare l’identità, attrarre turisti e distribuire ricchezza.

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Contemporaneamente all’interno della Sala Cinelab Groupama, si terrà la proiezione del film Mr. Teddy di Rocco Manuel Spezio, Samuele Sestieri, Eliseo Acanfora, Lorenzo De Liberato, Niccolò Giorgi, nell’ambito della Rassegna Opere Prime e Seconde, a cura di Francesca Piggianelli. A presentare il film nella Sala CineLab saranno gli stessi registi. È prevista anche la presenza del cast artistico composto da Svetlana Kevral, Massimo Bonetti, Alessia Barela, Barbara Folchitto, Fabrizio Milano, Antonio Merone, Manuel Rufini. eccezionalmente accompagnati in questo progetto sperimentale da Valeria Valeri e dal maestro Carlo Lizzani.

Il lungometraggio racconta delle vite parallele di diversi personaggi che, animate da ambizioni e segnate da disagi, inevitabilmente s’intrecciano, condividendo luogo e tempo, proprio il giorno della presentazione di Mr. Teddy, nuovo prototipo di orsacchiotto parlante.

Come nasce il progetto Mr Teddy? Prodotto dall’ACT Multimedia di Cinecittà, all’interno di percorso formativo che ha voluto rendere un anno accademico una vera e propria esperienza lavorativa seguendo tutto l’iter produttivo di un film, a partire dalla fase di ideazione.

Scritta ad otto mani, la sceneggiatura ha avuto un periodo di gestazione di circa dieci mesi. Prendendo a pretesto un orizzonte di genere prossimo al thriller, la tipologia narrativa si rifà al modello americano del multiple storyline movie: più storie intrecciate nell’unità di tempo e in questo caso anche nell’unità di luogo. La caparbietà e l’ostinazione del gruppo di lavoro hanno consentito di portare a termine il progetto Mr. Teddy che ha incontrato non poche difficoltà. Un film, questo, realizzato da soli studenti Diplomandi dell’Accademia di Cinecittà: specificità che, insieme all’atipicità del film stesso, rende questo coraggioso esperimento al quanto unico nel panorama produttivo italiano.

Aspen. Ecco i nomi di chi guida l’internazionalizzazione italiana!

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Cos’è l’Aspen?

Come si legge dal loro sito sono “un’associazione privata, indipendente, internazionale, apartitica e senza fini di lucro caratterizzata dall’approfondimento, la discussione, lo scambio di conoscenze, informazioni e valori”.

Che missione ha l’Aspen e come realizza i suoi obiettivi?

Sempre secondo il sito la sua missione è “l’internazionalizzazione della leadership imprenditoriale, politica e culturale del Paese attraverso un libero confronto tra idee e provenienze diverse per identificare e promuovere valori, conoscenze e interessi comuni”. Ma ciò che già desta preoccupazione è la modalità con cui si realizzano gli obiettivi  perché si parla di  “confronto e dibattito ‘a porte chiuse’, per  favorire le relazioni interpersonali e consentire un effettivo aggiornamento dei temi in discussione. Attorno al tavolo Aspen discutono leader del mondo industriale, economico, finanziario, politico, sociale e culturale in condizioni di assoluta riservatezza e di libertà espressiva”.

Che una associazione privata abbia dibattiti riservati non c’è nulla di male… il problema si pone quando si parla di leader del mondo industriale, economico, finanziario, politico, sociale e culturale con la possibilità di influire a livello internazionale che si riuniscono sotto una specie di setta che determina poi le linee guida.

Ma chi fa parte dell’Aspen?

Sono 226 nominativi e le sorprese non mancano!  Da Romano Prodi, a Massimo D’Alema, da Giuliano Amato a Giorgio Napolitano. Ma anche diversi saggi come ex presidente della camera Luciano Violante, la mente economica della Lega Giancarlo Giorgetti e il ministro “montiano” delle politiche comunitarie Enzo Moavero Milanesi.

Nell’area della cultura troviamo: Umberto Eco, Claudio Magris e poi i registi come Carlo Lizzani e Cristina Comencini.

Tra i prelati:  monsignor Rino Fisichella, presidente del Pontificio consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione (uno dei dicasteri più importanti), Giovanni Giudici, vescovo di Pavia e membro della Commissione episcopale per i problemi sociali e del lavoro all’interno della Cei e Vincenzo Paglia, vescovo di Terni e presidente della Commissione episcopale per l’ecumenismo e il dialogo.

Ma come si finanzia l’Aspen? Con almeno una 20 di società partecipate dallo stato tra cui Rai, Eni, Enel, Finmeccanica, Fincantieri, Sea, Cassa depositi e prestiti, Acea, Poste Italiane, Sace, Simest.

Ma fino a che punto possiamo parlare di associazione privata e dove invece, date anche le personalità di indiscutibile “fama accademica ed eccellenza professionale” (requisiti essenziali come si legge sul sito per diventare soci), si tratta più di una lobby in cui è possibile intrattenere rapporti privilegiati? Essendo gli incontri segreti e riservati nessuno lo può sapere!!! Perchè pensar male?

STEFANIA! 18 dicembre alla Casa del Cinema di Roma il premio alla carriera alla Sandrelli

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