
Dalle pagine del settimanale francese Le Nouvel Observateur arriva l’allarme per la Ryanair. Secondo la rivista, la corsa al risparmio della compagnia low cost irlandese mette a rischio la sicurezza dei passeggeri. La Ryanair effettua, secondo l’Observateur, un vero e proprio mobbing sui piloti costretti a consumare meno carburante possibile anche a rischio di un atterraggio d’emergenza. Nel 2012 si sono verificati 3 atterraggi a Valencia e uno a Budapest a causa della mancanza di combustibile.
I piloti denunciano che c’è “una pressione costante della direzione affinché i piloti limitino il consumo di carburante per ragioni economiche: più l’aereo è pieno, più è pesante e consuma cherosene, quindi costa di più”.
Sempre secondo il settimanale, Ryanair stabilisce “una quota ottimale di carburante”. Il pilota può chiedere un extra solo in condizioni climatiche particolari o per il presumibile traffico dell’aeroporto di destinazione, ma il carburante supplementare non deve superare i 300 chili altrimenti sarà proprio il pilota a dover renderne conto alla direzione.
“Bisogna evitare di prendere sistematicamente 300 chili in più – si legge in una lettera firmata da John Lesie, responsabile della base delle Midlands Orientali, in Inghilterra e pubblicata dal giornale -. Aggiungere sempre 300 chili per ogni volo rappresenta un costo supplementare per la compagnia di oltre 5 milioni di dollari l’anno”.
Regolarmente, ogni mese o trimestre, Ryanair presenta una classifica del “carburante consumato” dai suoi piloti: il 20% di loro che è in testa ha diritto a una lettera in cui la direzione si congratula “per il lavoro ben fatto”. Mentre il 20% in coda alla lista riceve una comunicazione in cui li si “incoraggia” a rivedere al risparmio la loro maniera di pilotare.
Il risparmio può essere a rischio della vita?
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