
“Che tempo che fa” la trasmissione di Fabio Fazio su Rai Tre finisce in Aula al Parlamento, dove è stata presentata un’interrogazione parlamentare da parte del presidente del gruppo del Pdl, Renato Brunetta, alla Commissione di vigilanza Rai:
“La trasmissione, che fa della legalità la sua bandiera e del moralismo la sua cifra programmatica, ha disatteso clamorosamente le norme che impongono alle reti televisive di ‘servizio pubblico’ la salvaguardia del pluralismo e il rispetto dell’equilibrio dei punti di vista”.
Brunetta scrive anche:
“…emerge che nel periodo compreso tra il 30 settembre 2012 e il 26 maggio 2013, su 60 puntate andate in onda su Rai Tre, la trasmissione ‘Che tempo che fa’ ha ospitato ben 20 esponenti appartenenti al Partito Democratico o comunque riconducibili alla coalizione di centrosinistra (Pierluigi Bersani, il 7 ottobre 2012, Matteo Renzi, l’8 ottobre 2012, Walter Veltroni, il 14 ottobre 2012, Giusi Nicolini, il 15 ottobre 2012, Nichi Vendola, il 29 ottobre 2012, Susanna Camusso, il 5 novembre 2012, Matteo Renzi, il 26 novembre 2012, Pierluigi Bersani il 26 novembre 2012, Massimo D’Alema, il 23 dicembre 2012, Pierluigi Bersani, il 3 marzo 2013, Matteo Renzi, il 9 marzo 2013, Nichi Vendola, il 18 marzo 2013, Laura Boldrini, il 24 marzo 2013, Rosario Crocetta, il 25 marzo 2013, Matteo Renzi, il 27 aprile 2013, Maurizio Landini, il 4 maggio 2013, Enrico Letta, il 5 maggio 2013, Josefa Idem, l’11 maggio 2013, Giuliano Amato, il 12 maggio 2013, Walter Veltroni, il 19 maggio 2013), mentre soltanto 4 sono stati gli ospiti presenti in trasmissione appartenenti alla coalizione di centrodestra (Sandro Bondi, il 12 novembre 2012, Roberto Maroni, il 18 novembre 2012 e il 2 marzo 2013, Angelino Alfano il 26 maggio 2013)”.
E conclude “I dati riferiscono anche di una monotona presenza di intellettuali e giornalisti che poi sono diventati senatori del Pd, come Massimo Mucchetti e Luigi Manconi, e direttori di giornali pressoche’ tutti riferiti all’area di sinistra. Tutto questo contrasta con qualsiasi norma giuridica e deontologica, ben consapevole che ‘la tutela del principio del pluralismo non significa lottizzazione numerica degli spazi e degli operatori tra i partiti, ma corretta rappresentazione della pluralita’ delle posizioni in cui si articola il dibattito politico-istituzionale e delle diverse ispirazioni culturali. Tutte le diverse matrici culturali del Paese hanno dignita’ e diritto ad esprimere la propria visione progettuale e la propria interpretazione della realta”.
Brunetta chiede quindi, ai vertici della Rai “di giustificare formalmente al Parlamento le motivazioni del mancato controllo sulla trasmissione citata tale da violare apertamente l’equilibrio dell’informazione politica, nel rispetto dei principi di tutela del pluralismo, dell’imparzialita’, della completezza, dell’obiettivita’ e della parita’ di trattamento”. E domanda a presidente e direttore generale della televisione di Stato “quali iniziative tempestive intendano prendere per garantire il diritto alla completa e obiettiva informazione del cittadino e rispetto del pluralismo nell’informazione all’interno dei programmi di approfondimento politico del servizio pubblico radiotelevisivo”.
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