Chiude un panificio e muore un pezzo d’arte italiana… l’ennesimo!

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Il panificio storico, un gioiello architettonico dall’insegna liberty realizzata a mosaico e fotografata da turisti di tutto il mondo, nonché citata nelle migliori guide che portano gli stranieri alla scoperta di Palermo ha chiuso i battenti. Il panificio Morello in via Cappuccinelle, al Capo ora è ancora più a rischio. Già il prezioso mosaico era danneggiato dalla mancanza di manutenzione, ma oggi sembra in pericolo di estinzione proprio per la chiusura del negozio e per il degrado che sempre più si sta diffondendo in Italia cancellando i nostri tesori… ma tutti sono indifferenti? Come si può sperare di rilanciare l’economia se non conserviamo la nostra arte? E’ giusto, ancora, pensare che la ripresa inizi dalle fabbriche o è ora di realizzare un nuovo modello economico in Italia basato su turismo, cultura, arte e civiltà?

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Lazio-Fiorentina si giocherà? Incontro a rischio per lo sciopero dei vigili

lazio-fiorentina-rischio-tuttacronacaLa nomina di Oreste Liporace a nuovo comandante di vigili urbani di Roma ha portato a uno stato di agitazione avviato dal sindacato della polizia locale Ospol, che ieri aveva anche annunciato l’assemblea generale dei 19 Gruppi, prevista per la giornata odierna. Ma tale protesta rischia di compromettere il regolare svolgimento del match Lazio-Fiorentina. Come spiega l’Ospol: “non si potrà garantire il numero minimo di personale del Corpo che presta servizio ogni domenica allo stadio per mancanza di soldi”. Quello che si contesta è che non sia stata accolta la richiesta dell’Ospol e di altre organizzazioni sindacali di scegliere il nuovo comandante all’interno del corpo di polizia locale. “Questa scelta – afferma il segretario, Stefano Lulli – mortifica i 27 dirigenti presenti nel Corpo di cui 3 Vice Comandanti e, di fatto, il sindaco Marino commissaria il Corpo della Capitale”. Si tratta di una “scelta discutibile nelle modalità avvenute non improntate sulla specificità e caratteristiche del Corpo – continua Lulli – ma attraverso la presentazione di curriculum che non possono calarsi in una realtà territoriale e specialistica del più grande Corpo di Polizia Locale d’Italia”.

Il nuovo capo della municipale e lo sciopero bianco dei vigili

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Oreste Liporace, il colonnello dei carabinieri messo a capo dei vigili di Roma, prenderà uno degli stipendi più alti del Comune, circa 200 mila euro l’anno. La designazione era attesa da 87 giorni e quando è stata presa Marino ha incontrato i sindacati solo dopo aver comunicato all’ultimo momento il nome che aveva scelto. Marino dice che vuole i sindacati a  un tavolo tecnico permanente sui problemi della polizia municipale, ma intanto i sindacati gli contestano che il sindaco avrebbe potuto scegliere tra 27 dirigenti in forza alla municipale e invece ha deciso di affidare l’incarico a un esterno.

Sul Messaggero vengono riportate le critiche di Giancarlo Cosentino della Cisl:
«Facciamo i migliori auguri al nuovo comandante, ma contestiamo il metodo usato dal sindaco. Il Comune da un lato taglia i servizi ai municipi e dall’altro assume un comandante esterno».

Liporace minimizza tutte le critiche e i problemi sul tavolo:

 «La questione interno-esterno non è importante. C’è molta più intesa di quanto si pensa tra le forze dell’ordine. È come se appartenessimo ad una sola categoria. Mi sento a tutti gli effetti un interno». […] Sulle manifestazioni previste ad ottobre, ha aggiunto: «Non ho nessuna preoccupazione».
Intanto però i vigili protestano e la città, va in tilt. In particolare la zona di San Giovanni, con annessa via Merulana risentono della protesta indetta dai vigili urbani. ma anche altre zone vengono colpite dai disagi come ad esempio Prati e le principali consolari come Tiburtina, Salaria, Colombo.
Questa mattina, infatti, molti agenti non erano in strada perchè hanno aderito all’assemblea generale dell’Ospol convocata per manifestare contro l’arrivo ai vertici di un esterno al Corpo.

L’arrivo di Oreste Liporace come nuovo comandante della Municipale «è come fosse un commissariamento» dicono  gli oltre mille vigili, che hanno partecipato all’assemblea convocata dall’Ospol e si dicono «offesi» dalle parole di ieri del sindaco di Roma Ignazio Marino che si è detto fiducioso che Liporace possa «restituire l’orgoglio» al Corpo dei caschi bianchi.

«Questa mattina hanno partecipato oltre mille vigili all’assemblea – commenta il segretario dell’Ospol Stefano Lulli – che hanno manifestato il loro dissenso. Si sentono offesi, con la dignità calpestata da quanto ha detto ieri il sindaco. Si sentono in stato di abbandono. Per correttezza attendiamo l’incontro di domani in Campidoglio ma se non ci soddisferà e alcune richieste non saranno accettate, come ad esempio, lo sblocco dei fondi per gli straordinari, faremo assemblee tutta la settimana fino ad arrivare poi allo sciopero».

Auto e mezzi pubblici incolonnati partendo dall’Appia altezza San Giovanni verso il centro. Tutte le vie limitrofe verso Termini e Fori Imperiali bloccate. «A mandare la città in tilt – spiegano alcuni autisti – è lo sciopero dei vigili urbani dopo l’arrivo del nuovo comandante esterno al Corpo». Gente che abbandona i bus e percorre a piedi la strada verso gli uffici. «Senza i vigili la pedonalizzazione è ingestibile», dice una signora bloccata in macchina. «Ma cosa succede? – chiede una ragazza a un autista – Nonostante sia abituata al traffico al mattino oggi la situazione mi sembra surreale»

«Il diritto di sciopero è inalienabile. Ma il pensiero del vigile quando indossa la divisa deve essere solo la sua città». Così il sindaco di Roma Ignazio Marino ha commentato su Twitter la protesta dei vigili urbani oggi nella Capitale.

«Il diritto di assemblea e sciopero è un diritto inalienabile di ogni lavoratore – spiega il primo cittadino – Penso però che come quando un dottore indossando il camice si occupa solo di curare il paziente, così il pensiero del vigile urbano quando indossa la divisa deve essere solo il benessere dei romani e delle romane, e della sua città».

«Il comandante deve essere scelto tra le professionalità presenti nel Corpo e non da altre parti. Per questo faremo ricorso al Tar. Ora lo stiamo preparando e lo presenteremo nel più breve tempo possibile». Ad annunciarlo il segretario dell’Ospol Stefano Lulli. «Già quando il sindaco Marino fece l’avviso pubblico per la ricerca del nuovo comandante – spiega – noi come Ospol facemmo una diffida nei suoi confronti a procedere in tale senso. Per noi il sindaco viola la legge».

Caso Sacher: 15enni accusate di omicidio volontario!

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Si tratterebbe di omicidio volontario l’accusa mossa dalla Procura dei minori di Trieste nei confronti delle due 15enni che avrebbero ucciso Mirco Sacher, il pensionato di 66 anni delle ferrovie trovato morto in un campo della periferia di Udine. Su questa base la Procura ha chiesto e ottenuto dal Gip una nuova misura cautelare di quattro mesi in comunità nei confronti delle ragazzine. Le due quindicenni dovranno rimanere quindi un altro mese – fino all’ otto agosto – nelle strutture in Veneto e Lombardia dove sono ospitate dall’otto aprile. Secondo quanto si è appreso, una volta che dalla Polizia scientifica di Roma giungeranno i risultati degli esami tecnici biologici e sul Dna, le indagini potrebbero essere chiuse.

Svolta nell’omicidio Sacher… sesso, denaro e ricatti.

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Da vittime a carnefici questo l’iter che sembrerebbe essere alla base delle indagini sull’omicidio di Mirco Sacher, il pensionato, ex ferroviere 66enne, amico di famiglia di una delle 15enni che lo ha ucciso. La perizia effettuata sui cellulari delle ragazze ha portato alla luce una scomoda verità. Appena quattro giorni prima di morire Sacher scriveva a una delle 15enni “Grazie, Ci penso ancora. E’ stato bellissimo”. Poi c’è stata la testimonianza di un ragazzino che ha ammesso di aver “comprato” anche lui una prestazione sessuale da una delle due. Ma altri reati stanno pendendo sul capo delle 15enni. Sembrerebbe infatti che qualche giorno prima dell’uccisione di Sacher le ragazze avessero rapinato un anziano. Lo schema, secondo quanto ricostruito dagli investigatori, era semplice: sembrare disponibili, poi derubare i malcapitati e minacciare denunce per violenze sessuali.

Quel 7 aprile, secondo gli inquirenti, i 3 si sarebbero appartati in una strada laterale e le due ragazzine poi sarebbero saltate addosso all’uomo e lo avrebbero soffocato. Omicidio volontario questo è il verdetto della perizia che verrà depositata la prossima settimana.

Il video riporta anche la testimonianza del direttore della scuola frequentata dalle 15enni. La scuola aveva, come più volte è stato ribadito, allertato le famiglie, che le ragazze si sarebbero trovate a rischio bocciatura, a causa dei loro comportamenti e dei profitti.

Bersani ad Agorà…

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Bersani ad Agorà, prima della piazza di sabato!

Pier Luigi Bersani questa mattina è ospite del programma televisivo Agorà su Rai3 e ha risposto a una serie di domande che non solo fanno il segno della situazione nel nostro Paese, ma che si proiettano anche nel futuro. Il leader del Pd ha confermato anche la manifestazione di sabato contro la povertà, mentre Berlusconi sarà in piazza per esporre con forza i suoi 8 punti programmatici di un possibile governo di scopo.

Si è fermi perché si deve eleggere il nuovo Capo di Stato?

“A mio modo ho una proposta di larghe intese. Non sottovaluto responsabilità democratica comune. Si consenta un governo di cambiamento su 8 punti. Si ricerchi un presidente della Repubblica condiviso, Nel 1976 c’era uno che governava e gli altri lo consentivano. Era una specie di governo di minoranza che la nostra Costituzione permette. Pdl e M5s hanno detto no.”

Bersani apre quindi l’intervista con una puntualizzazione sulle differenze tra il 1976 e oggi. Dopo che il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitan, ieri durante la commemorazione per il 20° anniversario dalle morte di Gerardo Chiaromonte, aveva richiamato i partiti a trovare delle larghe intese sul modello di ciò che avvenne alla fine degli anni ’70, oggi Bersani spiega le differenze che lo hanno portato in un vicolo cieco in cui non è possibile pensare a un governo di minoranza.

Quindi no a un governissimo di larghe intese tra Bersani, Berlusconi e Monti?

“Il nuovo presidente della Repubblica considererà la situazione. Soluzione di governissimo con me, Berlusconi e Monti è formula che paralizza. Poi vedrà il nuovo capo dello Stato. Io sono affezionato alla mia idea, ma non vuol dire non essere disponibile ad altre ipotesi. Io sono preoccupato per questa situazione sociale allarmante”.

Nonostante la situazione sia socialmente allarmante Bersani si dichiara affezionato alla sua idea, ma disponibile ad altre ipotesi. Ma se la situazione è allarmante perchè Bersani continua a riflettere sulla sua idea quando ormai non è stata accettata da altre forze politiche? Pensa ancora di portare la sua proposta alle Camere per poi vedere se riesce a mettere in piedi una maggioranza bulgara?

L’incontro con Berlusconi?

“Incontrerò Berlusconi per discutere del metodo per eleggere insieme il presidente della Repubblica. Attenti a non fare meccanismi di scambio su elezioni capo Stato. Io non sono disponibile. Non si possono fare improvvisazioni. Non voglio tirare paragoni oltre il lecito. Cerchiamo una larga maggioranza, con soluzioni che hanno anche un tratto di fantasia. Per Quirinale mi tengo testa aperta per varie soluzioni.”

Quindi sul tavolo non c’è un idea di governissimo, come smentita già in apertura del suo intervento ad Agorà, ma solo trovare dei nomi che possano andare bene per la destra e la sinistra. Ma sopratutto un nome che possa essere un ponte anche con l’Europa?

Quale sono le sue priorità?

“Voglio fare partire governo con qualche decisione di terapia d’urto. Affrontare emergenza sociale e moralizzazione della vita pubblica”.

Quindi emergenza sociale e vita pubblica. Ma sembra nebbiosa la risposta sul finanziamento ai partiti:

“Nell’incontro coi grillini c’è stato un fuorionda. Io mi sono detto pronto a discutere del superamento del finanziamento pubblico ai partiti. Io poi ho chiesto loro se sono pronti a ragionare nella stessa legge sulla democrazia interna. La risposta è stata molto interlocutoria”.

Il governo Monti?

“Il governo Monti si è paralizzato sulla corruzione: non è possibile”

Si è anche rivelato incapace di trattare sul piano internazionale nela questione dei Marò.

Bersani su prossime primarie per premiership:

“Io candidato? Ci devo ancora pensare”.

 

Bersani e il suo piano P!

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Secondo Pier Luigi Bersani, “la priorità ora è l’elezione del presidente della Repubblica”. Bersani, messo all’angolo, punta ora a portare Romano Prodisul più alto scranno del Quirinale.

Ai suoi il segretario avrebbe detto: “Dopo la scelta del nuovo capo dello Stato ci saranno ancora più elementi che giustificheranno l’esigenza di un governo di cambiamento, e che chiariranno che le ipotesi delle larghe intese o di un nuovo esecutivo tecnico retto da una strana maggioranza sono impraticabili”.

Lo schema, secondo il Corriere è il seguente:

Se l’elezione del presidente avvenisse senza l’aiuto del Pdl ma con l’apporto dei grillini e, magari, di qualche montiano, sarebbe veramente difficile mettere di nuovo insieme attorno a un tavolo il Pd e il Pdl. […] Un capo dello Stato di rottura nei confronti di Berlusconi scriverebbe la parola fine sul tormentone delle «grandi intese», come su quello di un governo modello Monti. E il nome vincente in questo senso potrebbe essere quello di Romano Prodi.

La ragione risiederebbe in un post pubblicato sul Blog di Grillo sabato e che è sfuggito a molti:

Il leader del Movimento 5 Stelle sostiene di non voler vedere un politico già usato al Quirinale, però poi accusa Partito democratico e Pdl che «vorrebbero un presidente “quieta non movere et mota quietare”, non un Pertini, ma neppure più modestamente un Prodi che cancellerebbe dalle carte geografiche Berlusconi».

Se i calcoli di Bersani sono azzeccati, proporre l’elezione di Prodi, uomo chiaramente incline alle posizioni di Pd e Sel, metterebbe a tacere il “bisogno disinteressato” di Berlusconi di un governo di larghe intese e dichiarerebbe scacco matto al Movimento 5 Stelle, costretto a sostenere Prodi per contribuire allastrategia “anti Cavaliere”.

Persino Berlusconi si è convinto di essere caduto in una trappola“Se c’è qualcuno che nel centrodestra pensa di approfittarne per mettermi da parte sta facendo male i suoi calcoli, perché io rovescio il tavolo”.

E che Bersani stia riflettendo su come fare per uscire dall’angolo in cui è stato messo a guardare la nascita di un ipotetico governissimo, lo dicono queste sue parole: “I saggi non possono preparare il terreno per le larghe intese, se c’è qualcuno nel partito che invece ha in mente questo obiettivo lo dica chiaramente”.

Insomma un ritorno alla vecchia politica, altro che traghettamenti verso l’anti-politica. Si parlerà di cambiamento tanto da farne indigestione nella terminologia e di averne sete nella sostanza.

Benvenuti in Italia!

La suora fantasma fa il giro del mondo!

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Miracolo, maledizione o suggestione? Forse Photoshop? Nella piazza del mercato del Capo a Palermo in tanti si sono riuniti per puntare occhi e macchine fotografiche verso il campanile della chiesa di Santa Maria della Mercede per cogliere l’immagine del “fantasma” di quella che sembra una suora intenta a pregare.
La notizia, e le immagini, hanno fatto velocemente il giro di forum e social network, scatenando curiosità e devozione, entrambe sfociate in un pellegrinaggio alla chiesa per cercare di rivedere qualcosa tra le ombre.

2 funerali eccellenti: Antonio Manganelli e Pietro Mennea

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A Santa Maria degli Angeli è il giorno dei funerali di Antonio Manganelli. Il feretro del capo della Polizia, portato in spalla dagli agenti, è stato fatto entrare nella basilica romana sulle note della marcia funebre dopo il saluto del picchetto d’onore. Il rito funebre è presieduto dal Cardinale Agostino Vallini, vicario del Papa per la diocesi di Roma.

Presenti il presidente del Consiglio Mario Monti, il leader del Pd Pierluigi Bersani e il governatore della Lombardia Roberto Maroni. Tra le altre personalità politiche che continuano ad arrivare alla basilica romana per la messa che sarà presieduta dal cardinale Agostino Vallini, il sindaco di Roma Gianni Alemanno, il capogruppo Pdl alla Camera Renato Brunetta, l’ex premier Giuliano Amato.

pietro mennea- feretro-funerale

Mentre è stato un «Arrivederci a festeggiare la tua vittoria al traguardo del cielo» per Mennea. Questo cartello e un lungo applauso hanno accolto nella basilica romana di Santa Sabina il feretro del velocista, poco prima della cerimonia funebre, cominciata alle 10 e officiata da padre Antonio Truda.

Nell’antica basilica, per l’ultimo saluto all’olimpionico scomparso giovedì’ a 60 anni, si sono ancora uniti ai famigliari tanti altri campioni dello sport, amici, autorità e molta gente comune.

Imbrattata Milano con scritte offensive contro Manganelli!

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Una serie di scritte offensive che inneggiano alla morte del Capo della Polizia, Antonio Manganelli, sono state trovate tra la scorsa notte e stamani, a Milano. Lo ha comunicato la Questura. In via Pomposa una frase vergata con una A cerchiata riportava la frase «+ Manganelli morti! + sbirri morti»; un altro imbrattamento riportava la frase «Manganelli, uno di meno». Altre scritte invece non sarebbero direttamente collegate alla morte dell’alto dirigente ma a una recente manifestazione.

E’ morto il Capo della Polizia, Antonio Manganelli

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Antonio Manganelli, Capo della Polizia, si è spento oggi nel reparto di rianimazione dell’ospedale San Giovanni di Roma, dove era ricoverato da oltre tre settimane dopo essere stato operato d’urgenza per l’asportazione di un edema cerebrale. Aveva 62 anni e da 2 combatteva contro il tumore che l’aveva colpito, il poliziotto nato ad Avellino che ha fatto carriera partendo dal basso e bruciando le tappe per meriti eccezionali. Si mette in luce appena trentenne risolvendo un difficile sequestro di persona a Firenza prima di approdare ala Criminalpol e trovarsi a collaborare, quarantenne, con Falcone e Borsellino, lottando con loro contro Cosa Nostra. Con De Gennaro, che l’ha voluto alla Criminalpol, lavora assieme alla Dia e poi allo Sco e diventa suo vice quando De Gennaro diventa Capo della Polizia. Dopo 7 anni, è il suo turno di occupare la poltrona più importante del Viminale, accompagnato dalla stima di tutte le forze di Polizia, di cui era paladino: “Quello che non va nel Paese ci ritorna come aggiunta di oneri. Tutti i problemi irrisolti diventano problemi della polizia”. Destra o Sinistra, Manganelli non ha mai fatto distinzioni, se ha difeso le intercettazioni come strumento d’indagine, non ha mai risparmiato frecciate sul peso “illegale” degli immigrati: «L’Italia? Una vergogna. Un indulto quotidiano. Tutti i giorni, quando arrestiamo qualcuno per uno dei reati di cosiddetta criminalità diffusa, scopriamo che quel qualcuno nell’ultimo semestre era stato già arrestato altre tre o quattro volte per lo stesso tipo di reato. Risultano stranieri il 30% degli autori di reato. Ma questa è una media che mi ricorda Trilussa, perchè a Palermo e Napoli l’incidenza degli immigrati è sul 4-5% dei reati, nel Nord-Est è sul 70%». Manganelli ha sempre difeso la sua istituzione, contro gli attacchi che potevano arrivare da più fronti, fosse il caso Ruby (“Se magistrati, giornalisti, o soggetti qualunque, ritengono di esprimere fatti non veri, noi saremo comunque al fianco dei funzionari di polizia che si esprimono per la tutela dei diritti del Paese”) o si trattasse della mano pesante dei poliziotti in piazza (“Già, il problema non sono i rifiuti per le strade ma le cariche della polizia… Si pone l’enfasi sul funzionario di polizia che ha ordinato la carica e non sul problema che sta dietro a tutto questo”). L’Italia viene così a perdere una delle poche persone, in posizione di potere, con dei valori, che credeva in quello che faceva, che vedeva la sua carica come una missione. L’uomo che ha condotto arresti importanti, portando avanti la crociata di Falcone e Borsellino.

Manganelli è grave, peggiorano le sue condizioni!

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Si sono aggravate le condizioni del capo della Polizia, Antonio Manganelli, ricoverato all’ospedale San Giovanni di Roma. A quanto si è appreso, dopo l’intervento d’urgenza, tre settimane fa, per l’asportazione di un edema cerebrale era insorta un’infezione respiratoria che oggi è peggiorata. Ora dopo ora si era sperato in un miglioramento che non è giunto, e il quadro generale, secondo i medici, è molto complesso e delicato.

Il capo della polizia ricoverato d’urgenza per ematoma cerebrale!

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Il capo della polizia, Antonio Manganelli, è stato ricoverato d’urgenza e operato nell’ospedale San Giovanni di Roma. Manganelli è stato operato per la rimozione di un ematoma cerebrale, conseguenza di una emorragia. Secondo quanto si è appreso, l’intervento chirurgico è riuscito.

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