Faida in Cgil, scoppia la rissa con i rappresentanti Fiom

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Faida in Cgil a Milano dove si teneva l’attivo regionale del sindacato, al quale partecipava anche Susanna Camusso. Qui una decina di rappresentanti della Fiom, che non è stata invitata all’incontro, guidata da Giorgio Cremaschi, ha fatto irruzione nella sala. Tra scontri verbali sono volati schiaffi e spintoni.

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“Rimettere l’Imu!” lo chiede la Camusso

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“L’unica cosa seria sarebbe rimettere l’Imu. Che serietà ha un Paese che in pochi anni toglie e mette l’Imu 6 volte?”, così Susanna Camusso, segretaria della Cgil che tuona sulle ultime vicende del governo e della patrimoniale, ormai diventata una soap opera. La preoccupazione arriva dalle copertura per la prima rata dell’imposta, varato dal governo in concomitanza con lo sblocco dei rimborsi della Pa alle imprese creditrici.

A ciò si aggiunge l’allarme dei Caf, secondo i quali il calcolo della seconda tranche dell’imposta richiede più tempo e la scadenza proposta dal governo per il 16 gennaio porterà con sé inevitabili errori: da quello della poca chiarezza nel pagamento della seconda rata, e degli errori e contenziosi, a quello che alla fine i contribuenti si ritrovino a pagare di più, dal momento che, denuncia la Cgia, mancherebbero le coperture per l’abolizione della prima rata, e quindi scatterebbero le “clausole di salvaguardia”. Tradotto: se non si trovano i soldi scattano aumenti sulle accise di benzina e diesel, sugli alcolici, sulle slot machine e sulle sigarette elettroniche. Sul piede di guerra anche i sindaci. I contribuenti dei Comuni che hanno alzato l’aliquota oltre lo 0,4% di base ne dovranno pagare una parte. Lo Stato dovrebbe garantire la copertura al 60%. Il resto toccherà pagarlo ai residenti di città come Milano e Napoli. Un passo avanti rispetto al 50% iniziale, ma non abbastanza, secondo Pisapia.

I Caf, poi, temono errori nel pagamento della seconda rata. La scadenza è il 16 gennaio, e c’è il rischio di un ingorgo fiscale (insieme finiranno i saldi Imu e Tares e gli acconti Iuc e Tari) per un totale, in media, di 223 euro in un mese. I Caf, attraverso Unimpresa, avvertono: “L’approvazione del decreto legge che cancella, solo parzialmente, il versamento di dicembre sulle abitazioni principali, è arrivata troppo a ridosso delle scadenze. Ma soprattutto la confusione generata dalla norma che consente ai Comuni di far pagare la quota di imposta relativa all’eventuale aumento stabilito nel 2012 e nel 2013 rispetto all’aliquota ordinaria rende estremamente probabili errori nella determinazione degli importi da pagare entro il 16 gennaio. Con l’elevatissimo rischio di dare il via a un enorme contenzioso tra contribuenti e amministrazioni locali”.

L’autunno caldo e… l’inverno bollente del governo Letta

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Taglio delle tasse sul lavoro e sulle pensioni in modo che possa essere redistribuito il reddito. La Camusso lancia il suo ultimatum e si augura che la legge di stabilità possa dare risposte alle sue richieste, altrimenti… l’autunno da caldo diventerà bollente. La Cgil chiede anche al governo di «convocare un tavolo» con le parti sociali.

La legge di stabilità, ha aggiunto la Camusso, «o cambia il passo o siamo destinati a declinare. Nessun meccanismo che ragiona su Imu e Iva raggiunge l’obiettivo della redistribuzione del reddito». «Il dibattito che c’è non convince, per usare un eufemismo – afferma ancora la Camusso – sembra ci sia uno schema di galleggiamento, non ci si sta confrontando con il profilo del Paese e le esigenze dei cittadini. E non si aggredisce il nodo fondamentale, che è quello dell’ingiustizia nella distribuzione del reddito e della sovrabbondante tassazione sul lavoro dipendente e sulle pensioni».

 «Dire la verità sui conti pubblici? Mi pare un buon proposito ma insieme alla verità sui conti bisogna anche dire che i nostri conti peggiorano in ragione delle politiche fatte fino a oggi che non hanno portato al risanamento e peggiorato la situazione di una parte degli italiani e al miglioramento per altri», ha detto ancora la Camusso, interpellata alla fine del direttivo sulle dichiarazioni del ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni.

Per il sindacato, come spiega ancora Camusso, servirebbe anche una «politica industriale di qualità» senza quel pacchetto di privatizzazioni che si profila all’orizzonte. «Alle privatizzazioni diciamo un gigantesco “no” a carattere cubitale perché se ne parla troppo ipotizzando gli spezzatini più incredibili e inutili», commenta ancora il segretario generale della Cgil che rinvia al mittente anche i possibili nuovi tagli lineari alla spesa pubblica. «Bisogna distinguere tra tagli dei beni e dei servizi, che non sono la stessa cosa» ha concluso.

Questa mattina il presidente di Confindustria aveva fatto delle dichiarazioni in linea con le parole della Camusso. «Secondo me il congelamento dell’Iva non è la cosa prioritaria», ha detto Squinzi a margine dell’inaugurazione del Cersaie a Bologna. «Da tempo stiamo chiedendo ad alta voce, con tutta la nostra forza, il pagamento dei debiti della pubblica amministrazione e un intervento deciso sul cuneo fiscale. Questo – ha concluso – darebbe una spinta maggiore per far ripartire l’economia». Il 2 settembre scorsoConfindustria e sindacati avevano già presentato un documento congiunto con le priorità per la Legge di stabilità e per la crescita del Paese.

 

La Camusso felice dopo l’approvazione del Dl lavoro

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“Dalle prime agenzie che abbiamo visto, non possiamo che confermare il fatto che è positivo che il provvedimento degli incentivi si rivolga ad assunzioni a tempo indeterminato, a trasformazioni di contratti precari in contratti a tempo indeterminato, quindi questo è sicuramente un segnale positivo”. Lo ha detto il segretario generale della Cgil Susanna Camusso, a margine di un’iniziativa sindacale a Firenze, commentando l’approvazione da parte del Cdm del decreto lavoro.

Roma: la discesa in piazza dei sindacati

Secondo gli organizzatori, erano 100mila le persone scese per strada oggi per la manifestazione “Lavoro è democrazia” organizzata da Cgil, Cisl e Uil e durante la quale i sindacati hanno chiesto provvedimenti urgenti sul lavoro, fisco contratti, politiche industriali. Due sono stati i cortei, il primo partito da piazza della Repubblica,  il secondo da piazzale dei Partigiani, entrambi confluiti in piazza San Giovanni dove, sul palco, hanno preso la parola i vari leader. E mentre Alfano, al Festival del lavoro, ha dichiarato che “Il destino del governo è legato al programma e se non è realizzato il governo non va avanti. Dobbiamo intervenire sulle tasse e detassare le nuove assunzioni. Sono questioni fondamentali e, a partire dall’Iva, la nostra linea è evitare l’aumento della tassazione”, Susanna Camusso ha spiegato il senso della manifestazione: “Non vanno bene i continui annunci che non si traducono in una scelta che dia il senso del cambiamento”. La priorità, ha aggiunto la leader Cgil, deve essere “una restituzione fiscale a lavoratori dipendenti e pensioni”. Anche Epifani è arrivato a Roma: “E’ una giornata importante e ho voluto esserci”, aggiungendo: “Il Pd è al fianco di questa manifestazione di lavoratori unitaria con rispetto e condivisione degli obiettivi di rimettere il lavoro al primo posto e anche per il ruolo che ha il sindacato in una crisi come questa”.
L’appello del leader della Cisl, Bonanni, è per il governo: “Basta cincischiare, basta bizantinismi: ora Letta abbia coraggio”. E ha spiegato: “Il governo Letta ora deve dare una risposta, deve indicare una strada coraggiosa al Paese”. Angeletti, leader della UIl, ha invece dichiarato che bisogna “dare una scossa”, bisogna “dimezzare le tasse sul lavoro, ridurle fortemente su pensioni e imprese che investono”. “In un Paese dove la maggiore preoccupazione è scommettere sulla durata del governo, il messaggio che vogliamo dare è che non è più il tempo delle promesse e degli annunci”. Ricordando che  la “priorità è la riforma fiscale, vero dramma del Paese”. Ma ha anche avvisato chi di dovere: “Questa di oggi non è una manifestazione una tantum, non è una manifestazione fatta tanto per dire che ci siamo: questa è la prima, e la nostra lotta proseguirà. Perché questa volta non possiamo perdere, se perdiamo noi il Paese perderà ogni speranza”. Concludendo: “Il sindacato serve a sconfiggere questa politica”. Appello al governo anche da parte della Camusso: “Per il lavoro bisogna fare delle scelte, decidere ora e non tra qualche mese”. Ha ricordato che il lavoro è soprattutto “progetto e autonomia” per le persone. “Vogliamo salvare queste Paese”, ha concluso la segretaria spiegando che “il futuro deve avere il lavoro come base”. La morale? “Bisogna trovare il coraggio di trovare soluzioni”.

 

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La Camusso vuole gli F35? Povera Italia?

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“Dagli F35 potrebbe arrivare una grossa mano all’economia reale come anche dalle missioni internazionali di pace. Si chieda all’Ue di finanziarle e si utilizzino quelle risorse per le esigenze nazionale di ripresa”. Lo ha affermato il leader della Cgil, Susanna Camusso, intervenendo al congresso Cisl. Ma l’Italia sta diventando un paese fondato sulle missioni all’estero? C’era una volta la Cgil e ora?

I dubbi della Camusso sul Concertone e i cori contro il Cav.

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“E’ un evento datato, nel senso non politico del termine, ma nel senso che l’anno prossimo compie 25 anni”. Lo ha detto la leader della Cgil, Susanna Camusso, nel backstage del Concertone di piazza San Giovanni a Roma, precisando che questo non sarà l’ultima edizione dell’evento. “Dobbiamo discutere se è l’unica forma che vogliamo usare per parlare con tante persone”, ha aggiunto.

Accusa la Camusso un sistema vecchio, che non riesce neppure nel concertone del Primo Maggio a essere innovativo. Un format che si ripete uguale a se stesso (con la sola variante degli artisti che si esibiscono) in modo stanco. Si respira aria di già visto e già sentito, e purtroppo il grigiore della crisi sembra aver attenagliato anche il palco del 1° maggio. Restano i cori contro Berlusconi, soprattutto quando a cantare sono i gruppi emergenti. Una protesta contro un sistema che ha strappato barbaramente i sogni a milioni di giovani italiani e che sta per abbattersi anche sulle nuove generazioni. E’ quindi tutto da rivedere e da rimodulare… Sarà davvero il momento del cambiamento o è l’ennesima illusione?

Emma Bonino… dirige gli applausi!

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Mentre il neo premier Enrico Letta teneva il suo discorso d’insediamento alle Camere, Emma Bonino, seduta al suo fianco in quanto nominata ministro degli Esteri, “dirigeva gli applausi” o, per meglio dire, indicava ai nuovi colleghi come comportarsi. Nel biglietto, che prima è passato tra le mani di Angelino Alfano per poi continuare a scorre tra le mani dei vari ministri, la Bonino aveva vergato: “Posto che siamo tutti ‘Enrico’, non ci si applaude. Secondo me”. Messaggio ricevuto, considerato che tutti hanno “obbedito” evitando di applaudire insieme all’emiciclo.

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Il governo di Letta incassa la fiducia, ma si prepara lo scontro sull’Imu

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Enrico Letta è riuscito ad aggiudicarsi la fiducia anche al Senato, grazie a 233 voti a favore contro i 59 no e 18 astenuti. Un successo sul quale però è legittimo porsi una domanda: reggerà il nuovo governo? Perchè Berlusconi e i suoi hanno il loro chiodo fisso e non intendono ammorbidire la loro posizione: o via l’Imu o il voto. Così i commenti del Cavaliere di questa mattina assumono i toni di una minaccia molto più che quelli di un impegno alla partecipazione: “Certo che sono fiducioso sia sull’abolizione che sulla restituzione. Non sosterremmo un governo che non attua queste misure nè lo sosterremmo dall’esterno. Abbiamo preso un impegno con gli elettori e vogliamo mantenerlo”. Brunetta sottolinea la posizione, ricordando che “i patti devono essere onorati. E gli accordi presi in tema di Imu fanno esplicito riferimento all’eliminazione totale dell’Imu sulla prima casa e sui terreni e fabbricati funzionali alle attività agricole a partire dal 2013 e alla restituzione degli importi versati a tal titolo dalle famiglie italiane nel 2012”. Insomma, il PdL mette sull’avviso Franceschini, Delrio & Co: “Se sentono il bisogno di esternare, facendo marcia indietro, cerchino altri spunti. Sull’Imu non si tratta. Per noi valgono soltanto le parole del presidente Letta, pronunciate ieri alla Camera e ribadite oggi al Senato”. Alfano, al confronto, appare più sibillino: “Sull’Imu non c’è mai stato alcun dubbio da chiarire. C’è un fatto oggettivo: a giugno i cittadini non pagheranno”, che però non ha nulla a che vedere con una dichiarazione di abolizione. Eliminazione, del resto, contro cui si scagliano i sindacati che non approvano la sotttrazione di “risorse a politiche più necessarie. Come spiega la Camusso: “Bisogna scegliere e dire che si difendono le persone con una sola casa, non chi ha 20 ville e 37 appartamenti, e con valore basso”. Certo, il mancato introito potrebbe poi provocare “altri danni”, come l’aumento di un punto del debito, ma il Cavaliere ha già la soluzione pronta: “Dobbiamo andare a Bruxelles a trattare – ha spiegato – perché con la crisi recessiva che deriva anche dalle misure imposte dall’Ue dobbiamo ridiscutere gli impegni assunti”. Un PdL compatto quindi nel trincerarsi dietro il loro vessillo, il punto chiave di un’intera campagna elettorale. Ma dello stesso avviso non è il Movimento 5 stelle. Come ha spiegato Crimi, nelle dichiarazioni di voto sulla fiducia: “L’attendevamo sui fatti e ha mostrato la rigidità di un sistema politico ibernato. Lei ci ha invitato a scongelarci, ma l’invito a scongelarsi lo rivolgiamo noi a lei”. Tra i ministri ci sono “tanti nostromi di governi naufragati”. Il governo “sarà ostaggio di veti e mercanteggiamenti dei partiti. Il M5S non darà la fiducia, ma si confronterà sui contenuti. Saremo sempre responsabili”.

Manovra sì, manovra no… la terra dei cachi!

 

CHI TARTASSERA’ CHI? CHI METTERA’ LA TASSA PIU’ ALTA? CHI UCCIDERA’ I CERVELLI IN FUGA PER EVITARE LA DIASPORA?

TRA IMU CHE SI TOGLIE E MANOVRA CHE SI FA… BENVENUTI IN ITALIA, LA TERRA DEI CACHI!
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Camusso: “Una vittoria di Renzi sarebbe certamente un problema”

 

Pensa di essere rottamabile anche lei???

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