Il derby? Meglio guardarlo in tv! Il Campidoglio: “State a casa”

maltempo-derby-tuttacronacaIeri a Monte Mario una frana ha determinato la chiusura integrale di due strade del quadrante nord ovest di Roma: la strada Panoramica, e la via Trionfale. Si tratta del nuovo disagio provocato dalle forti piogge che si sono abbattute in questi giorni sulla Capitale ma che questa volta interessa una zona cruciale per il derby capitolino, Lazio-Roma che si disputerà oggi alle 15. E il messaggio che arriva dal Campidoglio è semplice e chiaro: restate a casa. Il rischio, infatti, è che si generi il caos a causa di strade chiuse, smottamenti e la pioggia che ha ripreso a scendere. Come spiega Il Messaggero, il Campidoglio suggerisce tre «corridoi alternativi a via Trionfale», dove viene consigliato di limitare al massimo gli spostamentì poichè questa notte una nuova frana causata dal maltempo dei giorni scorsi a Monte Mario ha determinato la chiusura integrale di due importanti strade del quadrante nord ovest: la strada Panoramica, e la via Trionfale nel tratto compreso tra via San Tommaso d’Aquino e la Panoramica stessa. Tre palazzine sono state evacuate.  «Al fine di limitare i disagi alla viabilità dell’intero quadrante – spiega una nota – il Campidoglio e il Corpo di Polizia Locale di Roma Capitale hanno predisposto un piano per convertire la rete stradale alternativa a via Trionfale in corridoi ad alta percorribilità, attraverso apposita segnaletica per indirizzare i flussi, controlli continui per la repressione delle doppie file, orari alternativi di raccolta dei rifiuti da parte di Ama e la predisposizione di divieti di carico/scarico merci con la sola concessione della fascia oraria 12.00/14.00.Riporta ancora il Messaggero: I corridoi alternativi a via Trionfale sono: – Via della Camilluccia, per chi proviene dalle zone Trionfale e Monte Mario Alto; Viale delle Medaglie d’Oro, per chi proviene dalle zone Balduina, Trionfale/Stresa/Mario Fani; – Via della Pineta Sacchetti, per chi proviene dai quartieri Torrevecchia, Ottavia e Palmarola. Le chiusure al traffico di via Trionfale si aggiungono alle limitazioni al momento esistenti su altre vie del quadrante interessate da dissesti causati dal maltempo. Si invitano pertanto i cittadini – conclude la nota – a limitare al massimo gli spostamenti in direzione di via Trionfale e a utilizzare la viabilità alternativa descritta».

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Roma: la sopraelevata della tangenziale Est abbattuta entro il 2016

tangenziale-est-roma-tuttacronacaL’annuncio arriva dal Comune di Roma: entro il 2016 verrà abbattuta la sopraelevata della tangenziale Est. Secondo il progetto del Campidoglio, pilastri e cemento lasceranno il posto a un parco verde lineare con affaccio sui binari, ad una pista ciclopedonale parallela alla strada e parcheggi per residenti. Inoltre, la via che collega Batteria Nomentana alla stazione sarà “declassata” alla viabilità locale, diventerà a due corsie – più una complanare – e sarà munita di rotatorie e spazi verdi. A presentare, questa mattina, il progetto su cui hanno lavorato i tecnici del dipartimento Lavori pubblici di Roma Capitale, il presidente della commissione capitolina Attività produttive Orlando Corsetti.

“Il progetto è in una fase estremamente avanzata – spiega Roberto Botta, dirigente dell’unità organizzativa nuove opere stradali di Roma Capitale – Una volta che sarà approvato andrà in appalto e credo che a settembre potrebbe esserci un vincitore definitivo. In questo caso i lavori, che dureranno circa 12 mesi, potrebbero iniziare nel 2015. L’importo degli interventi è di circa 9 milioni di euro e i fondi sono stati già stanziati con la legge Roma Capitale”. “Il cantiere andrà per step – aggiunge – si muoverà per fasi in modo da non creare tanti disagi e da consentire la piena operatività della stazione. La sopraelevata verrà letteralmente fatta a fette e si sta pensando di riutilizzare alcuni materiali per i successivi lavori di riqualificazione dell’area”.

Entusiasmi da prendere con beneficio d’inventario, visto che da anni si parla di un imminente abbattimento della sopraelevata.

“Dopo 30 anni di disagi in quel quadrante c’è un’attesa spasmodica per quest’opera – commenta Corsetti – La pressione si è un po’ attenuata con l’apertura della nuova tangenziale sotterranea ma rimane il mostro. Ora lavoreremo per informare i cittadini che dovranno scegliere cosa fare insieme all’amministrazione. Presenterò il progetto ai romani e alle associazioni per raccogliere i loro pareri. Se non ci sarà una percentuale altissima di adesione al progetto di abbattimento penso ad un referendum cittadino sul futuro della sopraelevata”.

L’Italia non è un Paese per disabili: la protesta solitaria a Roma

protesta-disabile-tuttacronacaLa signora Liliava Salvatori è rimasta disabile al 100% dal 1968, quando venne investita da un camioncino. Da allora, si è sottoposta a una decina di interventi, tra cui l’asportazione delle anche. Oggi la donna ha deciso di piazzarsi in mezzo alla strada, sotto la scalinata del Campidoglio a Roma, e sedersi a terra con accanto la sua carrozzella. Tutto questo perchè, spiega, “Mi hanno tolto il pulmino e mi hanno promesso una indennità per prendere il taxi. Sono mesi che non arriva”. Dall’amministrazione capitolina “mi hanno detto che mi davano la badante: ma io non la voglio”, aggiunge la protagonista della solitaria protesta che sta creando disagi e pesanti rallentamenti nel traffico del centro di Roma. La donna spiega anche di essere una militante di lungo corso del partito comunista prima e di Sinistra e libertà ora, e di “aver votato anche quello là”, facendo riferimento al Sindaco Ignazio Marino. I vigili sul posto, che cercano di convincerla a liberare la carreggiata, spiegano che non è la prima volta che effettua proteste di questo genere.

Il monolite che fa la sua apparizione al Circo Massimo: “spazio all’arte”

monolite-roma-tuttacronacaTre giorni fa, al centro del Circo Massimo, ha fatto la sua apparizione un’opera colorata, “Il monolite bifronte” di Francesco Visalli. Un omaggio a Mondrian che ha conquistato, senza che nessuno dicesse nulla, uno dei palcoscenici più prestigiosi di Roma. Una provocazione artistica, certo, un esperimento urbano, ma anche, spiega lo stesso artista, una denuncia nei confronti dell’amministrazione capitolina e delle istituzioni culturali “impotenti” davanti al materializzarsi della scultura. Per intere settimane, racconta Visalli, nessuno è andato infatti a bussare alla sua porta per chiedere conto di quell’installazione così moderna a due passi dal Colosseo, di fronte agli antichi Palazzi Imperiali: niente verifiche, nessuna denuncia, nessun controllo. Né sulle autorizzazioni, né sul versante sicurezza. E l’artista sul suo sito avverte: “Pronti i disegni per un totale di 4 installazioni in altrettante piazze”. L’opera è alta oltre tre metri, pesa più di due tonnellate, ha due facce, una bianca e l’altra nera, elementi dai colori accesi e un ampio basamento: e il Campidoglio non ne sapva nulla. Mesi di lavoro, in un posto più che in vista a Roma, che si è trasformato in un test: vedere quando avrebbero impiegato le autorità per accorgersi della nuova “presenza”. “Il monolite – dice Francesco Visalli – è un monito per l’amministrazione comunale e per quella nazionale perché recuperi il principio fondatore del Paese più bello del mondo, cioè l’arte. Arte che ha segnato la storia di millenni, arte che se fosse valorizzata, basterebbe da sola a sanare definitivamente il deficit pubblico. E tutto questo non ha colori di partito politico, è universale, vale per tutti”. Monumento e operazione sono stati economicamente sostenuti interamente dall’artista, senza aiuti economici o sponsor. E non finisce qui: a giorni il monolite potrebbe prendere “voce” grazie alla partecipazione di alcuni nomi noti del mondo dello spettacolo. Un manifesto per dire basta alla disattenzione sull’arte. Nel frattempo, mentre nessuno si è mosso per mesi , ora il sottosegretario ai Beni Culturali Ilaria Borletti Buitoni, che in un tweet ha scritto: “Abbiamo chiesto ai vigili la rimozione”. Spiega l’artista: “Non sono contento del risultato ottenuto, lo sarei stato molto di più se il Comune se ne fosse accorto dopo due giorni. È ovvio che debba essere rimosso. Mi rattrista che la reazione sia arrivata dopo due mesi e perché ho divulgato la notizia. Io stesso non ho piacere di vedere il monolite davanti al Circo Massimo, la sua collocazione potrà essere un’altra ma volevo dare un segnale forte. L’arte e la cultura non trovano più spazio, quindi lo occupano”.

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Le tasse nascoste nel bilancio comunale: colpiti i liberi professionisti e l’arte

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Ci sono aumenti dovunque nella nuova legge di Stabilità. Lievi? A volte non molto lievi, altre il rincaro sarà soft ma scoraggerà quanti sarebbero entrati in un museo o in una mostra. Tali modifiche sono state ieri vagliate al consiglio comunale di Roma. ra le delibere propedeutiche al bilancio ci sono:

ZTL:  l’aumento da 593 a 610 euro della tariffa per l’accesso in centro storico per rappresentanti di commercio, giornalisti, partiti politici, enti locali, sindacati, ambasciate, ordini professionali. Passa da 75 a 76 euro la tariffa Ztl per le Forze di polizia, gli operatori sanitari, i medici convenzionati e da 55 a 56,38 euro quella per le auto del Vaticano. Ritocchi anche per le tariffe Ztl dei residenti, che passano da 77 a 78 euro e da 92 a 94 euro per i residenti con auto di potenza superiore ai 20 cavalli. Per i residenti che richiedono un secondo permesso Ztl, la tariffa passa da 322 a 331 euro (da 103 a 105 per i residenti di San Lorenzo e Testaccio) e da 386 a 397 per chi ha un’auto con più di 20 cavalli (da 124 a 126 euro per i residenti di San Lorenzo e Testaccio). Il provvedimento prevede anche l’introduzione di un costo per le riprese all’interno del museo della Repubblica romana: 666,67 euro per riprese di carattere scientifico-divulgativo e 2.083,33 per riprese di carattere pubblicitario.

MUSEI: Ritocchi per il biglietto di ingresso al Museo civico di zoologia: la tariffa ridotta passa da 3,5 a 4,5 euro mentre viene introdotta una variante tra tariffa residenti (che resta fissata a 6 euro) e tariffa non residenti, che sale a 7 euro. Viene poi proposta la modifica di alcune spese di istruttoria per il rilascio di licenze per il Trasporto pubblico non di linea: nei procedimenti più complessi il costo d’istruttoria passa dai 21 a 60 euro. Negli altri procedimenti, il costo resta invariato a 21 euro. Cambia anche il costo per le riprese fotografiche di beni culturali. La tariffa per ogni singola foto passa da 51,67 a 66,12 euro, quella da pagare per la duplicazione e l’uso editoriale diffuso passa da 103,33 a 247,93.

LOCULI: Infine, vengono modificate alcune tariffe cimiteriali. In particolare, il costo dei loculi passa da 2.040 euro a 2.099 per la prima fila e da 3.248 a 3.342 per la seconda fila. La cremazione per i residenti passa da 318 a 327 e per i non residenti da 460 a 473

COMMERCIO:Novità sono in arrivo anche sul fronte attività produttive, dove, ad esempio, le spese di istruttoria per l’avvio di attività di vendita di alimenti e bevande restano invariate a 305 euro. Viene però introdotta una specifica per le attività temporanee superiori ai cinque giorni, per le quali il costo di istruttoria della Scia (Segnalazione certificata di inizio attività) sarà pari a 350 euro (150 se l’attività è inferiore a cinque giorni). Nuovi costi anche per chi chiude questo genere di attività (16 euro) e per chi la reintesta o la modifica (60 euro). Per l’apertura di grandi centri commerciali viene introdotta una progressività nel sistema tariffario delle spese di istruttoria da versare agli uffici tecnici capitolini: si pagherà ancora 1.550 euro se la struttura commerciale non supera i 4 mila metri quadrati e si salirà di prezzo al crescere della superficie, arrivando fino ai 20 mila euro di spese di istruttoria che saranno da sostenere per i centri commerciali con superficie totale superiore ai 100 mila metri quadrati.

Si aiuta così la ripresa? Tassando i liberi professionisti, il commercio e alzando le tariffe sui loculi e sulla cultura?

Aprire per credere: i nostri 7 giorni!

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A volte serve davvero “aprire”, per vedere l’altra fetta di realtà! Così questa settimana ci siamo soffermati a vedere l’altra parte della destra, quella degli alfaniani che si sono staccati da Berlusconi, in odor di decadenza, e che ora sono pronti a sostenere a spada tratta l’esecutivo Letta senza se e senza ma. Invece i dubbi restano ai pensionati, che hanno passato l’ennesima settimana con il fiato sospeso e la mannaia sul collo. Un po’ come accade ad Allegri ultimamente, che sente la panchina tremare e le vittorie volar via.  E di vento ce ne è stato molto questa settimana, tra i tweet di Balotelli con il presunto annuncio di divorzio dal Milan a quel post che ha rivelato la misteriosa FF di Mentana. La “grana” peggiore è approdata con le polemiche che hanno travolto la Clerici e i programmi di cucina andati in onda nonostante il lutto nazionale per la Sardegna messa in ginocchio da Cleopatra. E mentre la Sardegna piange crolli e alluvioni non risparmiano il resto d’Italia. Ma il passaggio di Cleopatra ci ha fatto riflettere… Se servisse davvero una Regina?  Forse l’Italia non è matura per una democrazia? Forse lo era e non lo è più? Mentre gli italiani s’interrogano per ben due volte alla commissione bilancio la maggioranza va sotto e soccombe… Ma se al centro si naviga con difficoltà, nell’Aula Giulio Cesare al Campidoglio volano gomitate e s’interrompe la seduta. L’opera d’altra parte era già in sciopero

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Si continua a scavare nella vicenda Ruby e le “antiche” deposizioni sono fette amare anche per Belen che minaccia querele. Ma se c’è chi vuole spalancare le Aule del tribunale, c’è chi invece si appella ad aprire la cella del carcere: è la mamma di Corona, che spera che il suo appello possa essere ascoltato, da chi ha già spalancato le porte ad altri detenuti che versavano in gravi condizioni di salute. A volte una parola può davvero spalancarti strade insospettabili… Come l’ironia, quella che ci ha commosso della Marchesini che, seppur malata, a Che Tempo Che Fa, ha saputo comunque strapparci un sorriso e aprirci nuovi orizzonti. Resta quel dolce amaro, quella velata malinconia che però viene vinta dalla forza travolgente di chi, nonostante i problemi di salute, sa rispondere alla malattia con la vitalità. Gli italiani invece sono preoccupati e rassegnati… Già pronti a festeggiare l’ennesimo Natale di crisi e a preoccuparsi di quale fetta indigesta toccherà mandar giù il prossimo anno. Quale ennesimo boccone amaro dovranno ingoiare? Meglio festeggiare con una crosta di grana e non pensare… intanto esercitiamoci a urlare!

GOOD NIGHT, AND GOOD LUCK!

Gomitata al sindaco di Roma, bagarre in Aula e ko di Marino!

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Poteva anche andar peggio al sindaco Marino che oggi in Aula Giulio Cesare – durante la ‘maratona’ per approvare il bilancio 2013 entro il 30 novembre ed evitare così il rischio del commissariamento – ha ricevuto una gomitata? Visto il nome fatidico  “Aula Giulio Cesare ” forse c’è ancora da ringraziare il cielo se non è accaduto niente di peggio al Sindaco

Il fatto, nonostante occorra ironia per cercare di sdrammatizzare la tensione che si sta vivendo in queste ore all’interno dell’Aula Giulio Cesare, non va taciuto: Roma, la capitale d’Italia rischia il commissariamento. Ma come sono andati i fatti?

Il sindaco di Roma, Ignazio Marino, è stato colpito involontariamente da una gomitata del consigliere di Fratelli d’Italia, Dario Rossin che protestava durante la seduta sul bilancio. Nel tentativo di raggiungere lo scranno del presidente dell’assemblea, Mirko Coratti, Rossin ha urtato in testa il sindaco Marino che ha poi lasciato l’aula per rientrarvi con del ghiaccio in testa: a “consolarlo” anche l’ex sindaco Gianni Alemanno.

Il sindaco: «Non è stata involontaria. Mi ha dato una gomitata, non ho visto neanche chi fosse ma solo una figura urlante che usava turpiloquio. Ho un bernoccolo in testa. Non so chi sia e non sono intenzionato a conoscerlo», ha detto il sindaco tornando in aula, ai cronisti, in merito alla gomitata ricevuta dal consigliere FdI, Dario Rossin. «È uno spettacolo indecoroso per degli eletti dal popolo che dovrebbero avere rispetto per l’aula Giulio Cesare e ciò che rappresenta da centinaia di anni».

L’opposizione però ha dichiara apertamente guerra, in special modo la lista Marchini che si è presentata con decine e decine i pacchi portati in consiglio comunale dalla Lista Marchini e posizionati in pila al centro degli scranni. In ognuno 1.500 tra emendamenti e ordini del giorno, per un totale di 100mila.

Come racconta Il Messaggero:

La bagarre è scoppiata subito. L’opposizione dopo aver fischiato ha interrotto il consiglio prima della relazione dell’assessore al Bilancio. Alcuni consiglieri d’opposizione si sono avventati, tra spintoni e calca, sugli scranni della presidenza dove è seduto anche il sindaco Ignazio Marino. «Non abbiamo avuto la possibilità di espletare il nostro mandato d’opposizione perché gli uffici erano chiusi», dice il vicepresidente dell’assemblea Giordano Tredicine (Pdl). L’opposizione in Campidoglio ha chiesto l’annullamento della seduta odierna. Il presidente dell’assemblea capitolina Mirko Coratti, all’inizio della seduta, ha messo in votazione l’ordine dei lavori sul bilancio. Scelta duramente contestata dall’opposizione. «Oggi sembra strano essere a Palazzo Senatorio – dice l’ex presidente dell’assemblea capitolina e consigliere del Ncd Marco Pomarici intervenendo in aula Giulio Cesare – È la forzatura numero uno della presidenza dell’assemblea capitolina senza un confronto nel merito. Abbiamo avuto ieri convocazione alle 19.37. Il consiglio oggi è iniziato alle 19.30. A nome del gruppo che rappresento chiedo di annullare questa seduta in quanto non in linea al regolamento dell’assemblea capitolina perchè sette minuti in ritardo rispetto all’orario di convocazione. Chiedo ufficialmente un parere da Coratti». «Il regolamento non è cosa vostra e deve essere rispettato. Non è mai accaduto che l’ordine dei lavori fosse stabilito a colpi di maggioranza. Si sta facendo un errore regolamentare» aggiunge Alessandro Onorato della Lista Marchini. Il presidente dell’assemblea capitolina Mirko Coratti ha rimesso al voto l’ordine dei lavori del consiglio comunale ed è stato approvato, quindi la seduta va avanti. Durante la votazione il consigliere comunale di Fdi Dario Rossin ha mostrato il cartello ‘Consiglio domenicale, Marino a casa prima di Natalè.

Fischi e urla ‘Buffone’ al capogruppo del M5s in Campidoglio Marcello De Vito che è stato contestato dalle opposizioni in aula Giulio Cesare dove è iniziata la discussione del bilancio 2013. «Siamo disgustati da questo inizio – denuncia De Vito nel suo intervento – uno spettacolo indegno. Sembra sia iniziato un mercato delle vacche. Voglio vedere il contenuto di questi emendamenti negli scatoloni». A quel punto molti esponenti delle opposizioni hanno fischiato il loro collega ‘pentastellato’ e interrotto il suo intervento al grido di ‘Buffone’, ‘Vai a casa’. Una volta tornata la calma in aula Alessandro Onorato della Lista Marchini ha preso parola per spiegare: «Si è permesso di banalizzare una battaglia politica che noi stiamo facendo e che forse loro non sono in grado di fare».

«Bisogna vedere se sono scritti bene – aveva commentato sorridendo sugli emendamenti della minoranza il sindaco di Roma Ignazio Marino prima dell’inizio della seduta – Mi aspetto un contributo straordinario che possa aiutarci a migliorare l’ottimo lavoro fatto dalla giunta e in particolare dall’assessore Morgante». Scambio di frecciatine tra il primo cittadino e il capogruppo del Ncd Sveva Belviso: «Non posso parlare con lei perchè non ci sono i requisiti minimi…» dice Marino.

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La politica paralizzata dagli emendamenti?

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La politica paralizzata dagli emendamenti? Sia a livello centrale che locale sembra proprio che se la maggioranza blinda, la minoranza si rifugia negli emendamenti. Al comune di Roma sarebbero almeno 100mila quelli presentati per modificare il bilancio di previsione del 2013. A raccontare i tempi stretti della maggioranza del sindaco Marino è l’articolo a firma di  Mauro Evangelisti e Michela Giachetta su Il Messaggero:

“Si assottiglia ancora il tempo a disposizione per l’approvazione del bilancio di previsione 2013 del Campidoglio. E in arrivo ci sono centomila emendamenti e ordini del giorno della minoranza per affondare Marino. Ieri in una tumultuosa riunione dei capigruppo è andato in scena un veemente scontro tra minoranza e maggioranza sul calendario delle sedute. Il presidente del Consiglio comunale, Mirko Coratti, supportato anche dalla maggioranza di centro sinistra, aveva intenzione di fissare la prima seduta per oggi. Il centro destra si è opposto. […]

A questo punto il consiglio comunale, salvo sorprese, si riunirà solo lunedì.Lunedì è il 25 novembre, ci sono solo cinque giorni prima della fatidica data di sabato 30. Dunque, la possibilità che il percorso sia concluso così rapidamente è fragile. In minoranza si stanno preparando a presentare decine di migliaia tra emendamenti e ordini del giorno. Ieri c’erano le segretarie di alcuni consiglieri al lavoro per produrre i testi (quasi tutti fotocopia, la tecnica è quella di cambiare come in una catena di montaggio magari anche solo il nome di una via). Dalla galassia Pdl (oggi divisa tra Nuovo Centro Destra, Forza Italia e Tredicine) sono in arrivo quasi 50 mila emendamenti e odg. Ancora più clamorosa l’iniziativa che sta preparando Alessandro Onorato, della Lista Marchini, che lunedì organizzerà una sorta di manifestazione simbolica per consegnare decine di migliaia di emendamenti-ordini del giorno.”

Aung San Suu Kyi, premio Nobel per la Pace, e la cittadinanza romana

aung-san-suu-kyi-roma-tuttacronacaHa ricevuto dalle mani di Ignazio Marino, in Campidoglio, la cittadinanza romana il premio Nobel per la Pace Aung San Suu Kyi, che ha spiegato ai presenti che “Roma mi ha dato la forza di lottare”, aggiungendo che “Diventare cittadini di Roma è diventare cittadini del mondo”. E ancora: “Sono felice e vi sono grata per avermi scelta come cittadina”. Nell’aula Giulio Cesare, dove si è svolta la cerimonia, presenti anche il ministro degli Esteri Emma Bonino, gli ex sindaci della capitale Francesco Rutelli e Walter Veltroni e l’ex calciatore della Nazionale Roberto Baggio che nel 2007 ritirò, in sua rappresentanza, il premio Roma per la Pace. Oggi, i due si sono potuti incontrare, come ha sottolineato il giocatore: “Finalmente siamo fianco a fianco e ci guardiamo negli occhi”. L’onorificenza le era stata assegnata ancora nel 1994, dalla giunta Rutelli, perchè “impegnata sul terreno dei diritti umani e civili e dei diritti delle donne, già privata nella sua libertà personale e in grave pericolo di vita”. Ma la politica birmana fu tenuta agli arresti domiciliari dalla giunta militare nel periodo dal 1989 al 2010, motivo per il quale non potè recarsi in Italia. Nel 2007, la giunta guidata da Walter Veltroni le ha assegnato il premio Roma per la Pace. Aung San Suu Kyi ha scritto in inglese, sul Libro d’Oro di Roma Capitale, dove vengono raccolte le testimonianze di personalità illustre che si recano al Campidoglio: “La mia seconda visita a Roma dopo oltre quarant’anni. Memorabile”.

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Bufera in Campidoglio per la foto sui marò

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Non è più una questione politica, ma sembra proprio che la vicenda del manifesto dei marò posto al Campidoglio stia diventando un vero e proprio caso per tutta la cittadinanza. Oggi a protestare però sotto il Comune di Roma sono stati gli esponenti di “Prima l’Italia” che hanno urlato «Dove sono i Marò, riportateli» e «Vergogna». In prima fila anche Isabella Rauti, la moglie dell’ex sindaco Alemanno che insieme a una trentina di esponenti di “Prima l’Italia” ha cercato di srotolare uno stendardo, da loro creato, raffigurante i due marò italiani detenuti in India, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, sopra la scalinata del Campidoglio, nello stesso punto dove è stato rimosso l’originale.

L’enorme foto è stata subito rimossa da un vigile contro cui gli esponenti di ‘Prima l’Italià hanno urlato: «Venduto, vergogna servi». «Tradizionalmente gli stendardi in questa piazza vengono rimossi quando le questioni si sono risolte – ha denunciato Isabella Rauti – È successo per Shalit e per Rossella Urru. Quindi è inutile tirare in ballo Michelangelo, che nessuno ha potuto interpellare, ma l’idea che in questa piazza ci sia e resti lo stendardo dei nostri Marò, che sono detenuti ingiustamente e che devono essere giudicati dal tribunale di competenza che non è quello indiano. Prima l’Italia – ha concluso – nata poco tempo fa, ha pensato di prendere questa iniziativa perché trova vergognoso che sia stato rimosso lo stendardo dei Marò mentre la loro vicenda è ancora in corso».
«La giunta capitolina e il sindaco Marino, con tutta la maggioranza, sono molto attenti al tema dei diritti umani – spiega il vicesindaco Luigi Nieri – Però stiamo parlando di un luogo simbolo dal punto di vista dell’arte e stupisce che chi è così vicino a questa vicenda dei Marò se ne sia accorto oltre quindici giorni dopo che era stata tolta. Nel frattempo il comune di Roma aveva fatto con la Sovrintendenza una serie di riunioni proprio per capire come ricollocare la foto ma, soprattutto, capire se è la cosa più giusta da fare. Ecco, con grande rispetto di tutte le sensibilità, chi non se ne è accorto per oltre quindici giorni forse farebbe bene ad abbassare un pò la polemica e riflettere un pò meglio, sia sulle cose che sta dicendo oggi e pure su come ha trattato la piazza del Campidoglio». 

«Qualcuno a sinistra faccia capire a Marino che è il sindaco di Roma, città capitale d’Italia e non di Nuova Delhi – risponde Vincenzo Piso, deputato del Pdl – I Marò rappresentano la nostra nazione in una vicenda che li vede ingiustamente ed indebitamente trattenuti in India e la rimozione della loro foto dal Campidoglio è ingiustificabile».

«Il centrodestra continua a strumentalizzare il dramma umano vissuto dai due marò italiani e dalle loro famiglie. La gigantografia è stata rimossa da Palazzo Senatorio oltre 15 giorni fa di concerto con la Sovrintendenza ai Beni culturali, come spiegato dalle note ufficiali del Campidoglio». Lo dichiara Gianluca Peciola, capogruppo di Sel in Campidoglio.

aggiunge Dario Rossin, consigliere capitolino di Fratelli d’Italia: «Togliere la gigantografia dei nostri due marò da piazza del Campidoglio resterà una vergogna per una città che, con la mozione che proposi, ha illuminato il Colosseo in onore di due militari italiani che ingiustamente sono trattenuti da tempo immemore in India. Marino e la sua sinistra da centro sociale chiedano scusa alle famiglie di La Torre e Girone, e all’Italia intera che nella sua capitale dovrebbe avere il supporto politico e morale per la loro liberazione ma è costretta a subire gli affronti di Marino e compagni e della propaganda di questa ignobile sinistra».

Marino toglie il manifesto dei Marò per la Comunità di Sant’Egidio

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Sembra che la divisa indossata dai Marò sia un problema per il sindaco Marino che al manifesto che ricordava alla Capitale che  Massimiliano Latorre e Salvatore Girone continuavano a stare in India – costretti da una detenzione ingiusta e dagli errori di un governo debole – abbia preferito sostituire la comunità di Sant’Egidio. Quel manifesto, voluto dalla giunta Alemanno, era appeso accanto a quello di Sakineh, la donna iraniana condannata a morire mediante lapidazione per adulterio e quello di Julija Thimoshenko, la ex primo ministro della Ucraina in carcere per una complessa e oscura vicenda di ruberie e schieramenti pro e contro Russia.

L’episodio dà un’idea di come sia spaccata l’Italia e degli errori che fa una parte della sinistra, che, per pure ragioni di pregiudizio ideologico, allestisce la tendopoli per i Cobas e poi abbandona alla destra la tutela dei due marinai.

“Il manifesto dei due marò in Campidoglio – secondo quanto si è appreso – è stato tolto il 2 ottobre scorso”.

Questa l’agenzia che spiega la rimozione del manifesto. Si è appreso poi che il manifesto è stato tolto:

“in occasione di un evento interreligioso promosso dalla Comunità di Sant’Egidio“.

Naturalmente tolti anche i manifesti  di Sakineh e  di Julia Thimoshenko.

Conclude l’Ansa:

“Tutti e tre i manifesti non sono ancora stati ricollocati sulla facciata di Palazzo Senatorio”.

Il Giornale naturalmente rilancia la notizia:

“Lo sfregio di Marino ai marò: via lo striscione dal Campidoglio. L’amministrazione comunale rimuove la gigantografia dalla facciata del Campidoglio, ma si rifiuta di dare spiegazioni”.

L’ufficio stampa del Comune di Roma, si limita a dire:

“per ora non c’è intenzione di replicare”.

  

Quel gran pasticcio intorno al comandante della municipale a Roma

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Ritira la sua disponibilità Oreste Liporace, colonnello dei Carabinieri e designato dall’amministrazione come nuovo comandante dei vigili urbani, dopo che è emerso che al colonnello mancava un requisito fondamentale previsto dal bando:

«È richiesto di essere in possesso di comprovata esperienza, almeno quinquennale, maturata in ruoli dirigenziali nell’ambito di organizzazioni complesse o enti pubblici».

E Liporace, che pure vanta un lungo curriculum nell’Arma, fino al primo gennaio 2013 era tenente colonnello (solo dopo quella data è stato promosso colonnello) grado che, nel decreto legislativo 66/2010, è equiparato a vicequestore aggiunto, al di sotto di un dirigente pubblico.

La nomina è diventata quindi una farsa a detta dei sindacati come  Cisl e Cgil e comunque molti media hanno fatto anche notare la poca trasparenza dell’operazione. Il Corriere della Sera scrive:

In realtà, in cima ad una selezione infinita, dopo oltre due mesi di curriculum, colloqui e indiscrezioni, la scelta del successore di Carlo Buttarelli («dimissionato» da Marino a luglio) si è trasformata in un «pasticcio» amministrativo. Anche per i suoi contorni di «opacità»: della selezione pubblica si è saputo poco e niente, i criteri (o i punteggi) non sono conosciuti, la graduatoria finale non è on line . Non è un granché per un sindaco che ha vinto le elezioni puntando sulla «trasparenza» e sul trasformare palazzo Senatorio «in una casa di vetro».

Con una dichiarazione all’Ansa il colonnello ha di fatto rinunciato all’incarico, ora resta da designare comunque un comandante, da dove lo si attingerà?

“Tolgo la mia disponibilità a ricoprire l’incarico di comandante della Polizia Locale di Roma per rispetto delle istituzioni, del corpo di polizia locale della Capitale e dei cittadini romani”.

Lettera a Marino: gli abusivi impediscono di posteggiare davanti l’ospedale

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La storia è raccontata da Leggo e da Il Messaggero. Entrambi i quotidiani riportano la lettera di Silvana C. un’anziana di 72 anni che doveva accompagnare al policlinico Umberto I l’amica di 91 anni. Fuori dall’ospedale, secondo quanto afferma la 72enne, le è stato negato dagli ambulanti anche solo di appoggiare un attimo l’auto per poter accompagnare all’interno della struttura ospedaliera l’amica che da tempo attendeva una visita. Leggo e Il Messaggero hanno pubblicato la lettera che la signora Silvana ha inviato, a  mezzo stampa, al sindaco di Roma:

Il giorno 4 ottobre alle 10.30 stavo accompagnando una anziana di 91 anni al policlinico Umberto I per una visita che attendeva da sei mesi. Io, 72 anni, mi sono trovata a girare un’ora e mezza per un parcheggio vicino all’ospedale.

Fuori dall’ospedale decine e decine di ambulanti e immigrati con i teloni e le borse per terra occupavano tutto un marciapiede, i camioncini pieni di merce invadevano tre posti ciascuno parcheggiati non a spina di pesce ma per lungo. Appena avvistato finalmente un posto libero vado per fare manovra quando un uomo mi dice “questo
posto ci serve per lavorare” e quando ho chiesto di pazientare giusto il tempo di far scendere la mia anziana amica per accompagnarla in sala d’attesa mi sono sentita rispondere “vai da un’altra parte qui’ ci siamo noi, forza cammina!”. Caro Sindaco, proprio lei che e’ medico e consapevole del diritto alla salute, ha intenzione di tollerare le vessazioni verso gli anziani da parte di venditori abusivi fuori da un ospedale pubblico?

Prove anticipate della chiusura dei Fori Imperiali? No, solo manifestazione

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Qualche romano avrà pensato a un’anticipazione della chiusura dei Fori Romani invece stamattina la strada è stata chiusa dopo che gru, camion e betoniere hanno occupato l’arteria che porta dal Colosseo a Piazza Venezia. La protesta iniziata questa mattina alle 7, con i lavoratori della Metro C che già ieri in una lettera avevano annunciato lo stop dei cantieri dal prossimo 9 agosto a causa del mancato pagamento da parte del comune di Roma, in poco tempo ha richiesto la chiusura dei Fori Imperiali e il relativo caos intorno alla zona interessata dalla protesta. I dimostranti hanno puntato il dito contro il Campidoglio:   «Il Comune non paga  e alcuni di noi non prendono lo stipendio da circa 3/4 mesi. Così non si può andare avanti. Nonostante tutto noi abbiamo continuato a lavorare nei cantieri della Metro C». La manifestazione si è poi spostata proprio sotto il Comune dove in centinaia, con caschi gialli e pettorine arancioni, si sono riuniti sotto l’entrata del Palazzo Senatorio per chiedere al Comune di Roma di «onorare il pagamento previsto dal contratto». Una delegazione dei lavoratori è salita in Campidoglio.

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Il sindaco Ignazio Marino al termine dell’incontro di stamani in Comune  con i lavoratori della Metro C ha detto: «Pur comprendendo le difficoltà che il Consorzio Metro C sconta da circa due anni, nella definizione di un contenzioso molto rilevante economicamente e complesso dal punto di vista giuridico, reiteriamo la richiesta – già avanzata ieri – di soprassedere alla decisione di sospendere i lavori fino al 30 settembre 2013. Ci aspettiamo un gesto di responsabilità. Entro tale data, ovvero il 30 Settembre – aggiunge Marino – ci impegniamo a definire la posizione dell’amministrazione di Roma Capitale, e di tutte le altre istituzioni coinvolte, in merito all’accordo transattivo del settembre 2011, mai formalmente sottoscritto da tutti gli enti finanziatori dell’opera».

Marino per gli instant poll è al 60,5%

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Sembra che a Roma, secondo l’instant poll de “La7”, il Campidoglio vada a Marino, candidato del centro sinistra. Quindi nessuna sorpresa al momento, anche se i dati sono ancora tutti da verificare. C’è grande attesa anche per gli altri comuni che erano chiamati a votare il loro primo cittadino tra questi anche città “strategicamente” importanti come: Siena, Brescia, Lodi, Imperia, Ancona, Avellino, Treviso.

La prossima mossa che deve fare il governo? Il braccio di ferro con l’Europa

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Un’anticipazione dell’edizione di domani del Foglio presenta alcuni estratti di un lungo colloquio tra Silvio Berlusconi e Giuliano Ferrara. In due passaggi, l’ex premier parla della necessità del governo d’ingaggiare un “braccio di ferro” con i Paesi trainanti dell’Europa, in particolare la Germania. “Ecco. Qui si misura la vitalità di un governo o la sua complicità più o meno consapevole con le forze negative e paralizzanti che premono contro una soluzione effettiva della crisi da recessione. Bisogna che il governo sappia con autorevolezza ingaggiare un braccio di ferro, senza strepiti ma con grande risoluzione, allo scopo di convincere i paesi trainanti dell’Europa, e in particolare la Germania di Angela Merkel, che siamo di fronte a una alternativa secca: o si rimette in moto in forma decisamente espansiva il motore dell’economia, compreso quello finanziario legato alla moneta unica, uscendo dalla paralizzante enfatizzazione della crisi da debito pubblico, oppure le ragioni strategiche della solidarietà nella costruzione europea, dall’unione bancaria a tutto il resto, si esauriscono e si illanguidiscono fino alla rottura dell’equilibrio attuale”. Il leader del Pdl prosegue. “Un’Italia che perde ancora peso e ricchezza oltre quello che ha già perso, pronta ad essere messa all’incanto con metodi egemonici da chi è in posizione di forza, non è una prospettiva accettabile. Questo è il contenuto vero di quello che chiamo il braccio di ferro. O è così o ciascuno deve trovare le proprie soluzioni nazionali o regionali, scomponendo i meccanismi dell’area dell’euro”

I candidati sindaci di Roma: l’ultima sfida

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Si apre parlando de “La Grande Bellezza” della capitale il confronto tra Alemanno e Marino, e nella banalità più totale delle affermazioni: “Roma nel suo complesso è una grande città da valorizzare”, dice Alemanno e Marino aggiunge: “E’ la città più bella del mondo”. Ma quando si parla di trasporti, subito dopo, si vedono le differenze dei due candidati: Marino punta sul trasporto su rotaia, forse con una strizzata d’occhio agli elettori di Sel, e chiede “percorsi ciclabili davvero tali” mentre Alemanno, immemore di tutte le lamente arrivate recentemente per la situazione della viabilità, afferma che “Noi consegniamo il 50% dei tratti di metropolitana in più di quelli che abbiamo ricevuto”. Si passa quindi al secondo tema, ossia il contrasto con la criminalità: “Roma va difesa da questo attacco, sono diminuiti gli omicidi, i tentati omicidi. Dobbiamo continuare ad andare avanti su questa strada”, dice Alemanno, subito criticato dall’avversario: “Aveva ricevuto una città con la piccola criminalità, ce la restituisce con la grande criminalità”. Altro tema caldo è quello delle tasse: “Noi abbiamo già deciso di levare l’Imu dalla prima casa al 36% delle famiglie romane”, spiega il sindaco uscente. “L’Irpef è stata aumentata durante il periodo della giunta Alemanno” replica Marino. Ma Roma è pur sempre “Caput Mundi”, la Città eterna conosciuta in tutto il mondo e in quanto tale una delle più rinomate mete turistiche. Come pensano di rilarciare il turismo (quello stesso che di certo non gode al momento di buona pubblicità se per mangiare una fetta di tiramisù in centro dei turisti arrivano a pagare 72 euro! -ndr-) i due candidati? “Nei 4 anni del mio mandato il turismo a Roma è aumentato del 25%. Per fare di più si deve creare assolutamente il secondo polo turistico”, dice Alemanno. “Nei prossimi tre mesi renderò pedonale il più grande parco archeologico del mondo” replica Marino. Un altro tema trattato è quello sulla cittadinanza, e ancora una volta si parte da poli opposti: “Quelli che non vogliamo sono gli immigrati che violano le regole”, risponde Alemanno, che aggiunge di non vedere le nozze gay in Campidoglio mentre Marino replica: “Già da senatore avevo presentato una legge sull’introduzione di una norma per cui se un bambino nasce in Italia è italiano a tutti gli effetti”. Semprini chiede poi “dove li mettiamo?” riguardo ai rifiuti. Il candidato Pd punta sulla differenziata e “sull’educazione scolastica dei nostri figli”. “Questo modello che abbiamo concordato finora ci ha portato a oltre il 34% del riciclo” replica l’avversario. Semprini chiede poi degli indizi sulla prossima squadra di governo. Alemanno dice di aver già indicato il proprio vicesindaco. “Ho un metodo da marziano: sceglierà la mia squadra sulla base di curricula e di colloqui”. Infine, un ultimo appello. Marino spiega: “Penso a una città di grande respiro dove si sprigionano le energie migliori. Penso alla Roma migliore e per farlo bisogna avere un’idea di comunità, dove si premia il migliore ma si dà una mano a chi è rimasto indietro”. Tocca quindi ad Alemanno: “Noi abbiamo salvato Roma, innanzitutto rispetto al debito che abbiamo ereditato, poi abbiamo governato nella peggiore crisi del dopoguerra, e nonostante questo abbiamo retto, creando infrastrutture. Dobbiamo creare grandi progetti, già elaborati, per creare subito 60mila posti di lavoro”.

Marino VS Alemanno

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E’ confermato per questa sera in piazza del Campidoglio a Roma l’incontro tra Marino e Alemanno. 2 contendenti per la sedia a primo cittadino della Capitale, un faccia a faccia che sarà trasmesso da SkyTg24 alle 21 (come mai non sulla Rai? Non è un servizio pubblico?). L’evento si svolgerà secondo alcune regole precise con domande incrociate e dal pubblico, entro 1 minuto e 30 secondi e ciascuno avrà a disposizione sei repliche, da 30 secondi ciascuna.

Intanto è già battaglia con Marino che dichiara “La cultura del merito, che dovrebbe essere uno dei valori delle tante persone che hanno votato a destra, e’ stata umiliata dalla cultura del familismo e dei privilegi”, e Alemanno risponde ”Marino parla di merito senza aver mai amministrato”.

Le piazze di Roma… vince il deserto a fine campagna elettorale?

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A Piazza San Giovanni si chiude la campagna elettorale del Pd di Ignazio Marino… in una piazza quasi deserta (ma i suoi avversari non stanno meglio), il candidato a sindaco della Capitale parla di un programma di sostegno al reddito per 10mila giovani. “Con il presidente della Regione Nicola Zingaretti faremo un bando annuale, con fondi europei, per un assegno da 500 euro al mese per 10mila giovani tra i 18 e i 29 anni, che abbiano deciso di investire su sè stessi”. Ma se 500 euro forse possono bastare, e non sempre a un ragazzo di 18 o 19 anni, cosa ci può fare un 27 o un 29enne? Ci si mette su famiglia con 500 euro?

Ma a il Pd con Marino punta anche a “Una serata a impatto zero. Stiamo piantando i trenta alberi che abbiamo regalato a Roma. Dalle 17 tutti a S.Giovanni!”. L’ex senatore del Pd aveva infatti annunciato nei giorni scorsi che avrebbe ‘ricompensato’ la Capitale dal punto di vista ambientale”. Un po’ di sano populismo? Poi negli anni passati se si è fatta vivisezione e sperimentazioni abominevoli come un trapianto di fegato da scimpanzé che non andò mai a buon fine… in fondo è un male veniale? Salvo poi trovarsi d’accordo per la marcia per la vita…  e dichiarare “Non sono alla marcia per la vita perchè non voglio strumentalizzare politicamente un’iniziativa giusta. Io sono per la difesa della vita in ogni suo stadio, ma non si può prendere parte alla marcia solo perchè le elezioni comunali sono vicine. L’impegno per la difesa della vita deve essere quotidiano e lontano dai riflettori mediatici”, una posizione chiara e netta contro l’aborto, ma d’altra parte il candidato del pd, nel 2005, aveva pubblicato un libro dal titolo “Credere e curare”, edito da Enaudi.

Al Colosseo c’è invece Gianni Alemanno supportato da Silvio Berlusconi, il quale ricorda come Alemanno a pochi giorni dalla fine della campagna elettorale abbia decretato per Roma l’eliminazione di Equitalia e poi continua a parlare di lavori in Parlamento per rivedere la Tares… insomma la destra punta sulla riduzione delle tasse peccato che proprio la giunta Alemanno abbia deciso per un’Imu, nella Capitale, fra più alte di tutta Italia.

 A Piazza del Popolo c’è Grillo invece che attende… attende molto, attende ancora, attende fin quando è costrettoa  iniziare, ma la piazza non si riempie… i romani forse sono troppo disillusi dalla politica e neppure il M5S riesce a convincere i cittadini della capitale che il cambiamento si può fare. I romani lo vivono, sono a contatto con quei palazzi del potere e non hanno più illusioni da conservare… tutti uguali, anche chi si presenta in Piazza con l’apriscatole e in parlamento litiga per scontrini e diarie.

Marchini chiude a San Paolo: “Mi diverto perchè i giorni dispari mi alleo con Alemanno, quelli pari con Marino e nei weekend con De Vito. E’ incomprensibile per questo sistema capire che ci possa essere qualcuno che fa qualcosa senza accordi sotto banco, credendo di fare un’operazione giusta e vera per la città. Una città che amo da sempre”. Nessun alleato solo un amico semmai: “Marcello (De Vito, del M5S n.d.r.) è un bravo ragazzo, spesso ci troviamo nei faccia a faccia e ci divertiamo perchè prendiamo in giro Marino che ogni volta sembra che reciti il rosario, con tutte le cose che gli scrivono i suoi addetti stampa”.

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