Carnevale tossico: maschere e trucchi cinesi sequestrati

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Carnevale tossico a Roma dove sono state sequestrate circa due milioni di maschere cinesi, trucchi e altri giocattoli potenzialmente tossici e nocivi per la salute. Tutti gli oggetti ritirati dal mercato erano privi dei necessari certificati di conformità. Sono stati denunciati anche 4 imprenditori cinesi. Alcune maschere presentavano elevate quantità di cicloesanone, un composto infiammabile e nocivo per inalazione, oltre che irritante per le mucose, le vie respiratorie superiori, gli occhi e della cute, quindi molto pericolosi per i bimbi con cui sarebbero dovute venire a contatto. A pochi chilometri da Roma , a Fiano Romano, sono stati poi scoperte 45mila calzature con loghi contraffatti di celebri marchi dalle Hogan alle Nike, la merce era pronta per essere distribuita ai commercianti  e agli ambulanti.

 

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Hogan taroccate per gli alluvionati sardi

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Un regalo per gli alluvionati della Sardegna? In tempo di crisi, la Guardia di Finanza ha messo a disposizione dei sardi, duramente colpiti dal Ciclone Cleopatra, lo scorso 18 novembre, 2000 paia di scarpe Hogan taroccate. Le scarpe, prodotte vicino Caserta col falso marchio, passavano dai produttori campani ai grossisti cinesi che poi le rivendevano ai dettaglianti della capitale per collocarli sul mercato. La Guardia di Finanza aveva intercettato un carico di 57mila calzature, per un valore complessivo stimato di 1,4 milioni. Nel carico spedito ai sardi dalla Guardia di Finanza, sono finiti anche sandali con il tacco 12 o baby doll che in condizioni di alluvione non sono del tutto pratici. Non è certo la prima volta che la merce contraffatta in Italia viene donata in beneficenza, perché far rovinare della merce in magazzino  quando ci sono delle persone che hanno bisogno dei beni di prima emergenza!

 

Due laboratori-lager scoperti in provincia di Pavia: ci lavoravano 20 cinesi

laboratorio-lager-pavia-tuttacronacaMarito e moglie cinesi di 30 anni, regolarmente residenti in Italia, avevano allestito un laboratorio per calzature anche di griffe dell’alta moda di livello nazionale e internazionale, nel quale impiegavano oltre venti connazionali, in due villette nella provincia di Pavia, ad Albonese e Parona. A fare la scoperta, i carabinieri di Vigevano. Stando a quanto riferito, gli operai lavoravano fino a quasi 20 ore al giorno, principalmente di notte, per poi dormire in stanzette e giacigli dov’erano stivati una cinquantina di bidoni da 30 litri di solventi usati per la lavorazione del cuoio. Come riporta Repubblica, molti di questi contenitori rimanevano aperti e le esalazioni venivano respirate da tutti i presenti senza sistemi di bonifica e sicurezza. Inoltre i solventi erano altamente infiammabili e avrebbero potuto provocare una strage come quella di Prato. Nel laboratorio, oltre agli operai, anche le loro famiglie, compresi bimbi di pochi mesi. Ora la coppia titolare dei laboratori è stata denunciata con l’ipotesi di riduzione in schiavitù. Denunce sono scattate anche per due italiani, un uomo di 32 e una donna di 46 (entrambi della zona e con precedenti penali). I due erano i proprietari delle villette e la denuncia che li ha colpiti riguarda gli abusi edilizi commessi per trasformare le case in laboratori. Si sospetta che i due siano solo dei prestanome. Gli operai cinesi, tutti in regola sul territorio italiano, sono stati identificati.

Il tessile è morto? Calo del 70%. L’Italia perde il Made in Italy?

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Penalizzato dalla crisi, ma forse succube anche di una politica che non ha messo freno ai prodotti cinesi, così il tessile italiano è stato condannato a una morte lenta ma progressiva, come una malattia degenerativa che non lascia scampo. Dal 2008 le calzature e il tessile hanno fatto registrare un calo del 30,7 e del 39,3%, ma se si guarda indietro nel tempo si trovano dati ancora più allarmanti: il calo da metà degli anni ’90 sarebbe intorno al 50% – 70%. Lo studio è stato fatto da Banca d’Italia e anche se Palazzo Koch si affretta a dire il declino c’è ma “non è irreversibile, purché le imprese sappiano trasformarsi”, sembra solo l’ennesima beffa per gli imprenditori travolti.

Ancora una volta non si vuole vedere in faccia il problema del tessile, di quei tessuti e di quei costi che confrontati con i prodotti cinesi non possono essere competitivi ma che rappresentano invece per l’Italia un’eccellenza. Il taglio, il modello e la qualità non sono stati tutelati da governi miopi che invece hanno lasciato gli imprenditori in balia di loro stessi senza tutelare un mercato che in pochi anni è stato invaso da prodotti di bassa qualità a basso prezzo. Non sono stati tutelati neppure quando il commercio cinese ha iniziato a puntare su negozi al centro città, che probabilmente sono solo rifornimenti per l’ingrosso e non per il dettagliante. Ora il settore è in ginocchio e c’è chi parla di trasformazione… ma quale trasformazione ci può essere se non la chiusura?

L’Iva… quali sono i beni più colpiti?

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Vino · Birra · Abbigliamento · Calzature · Riparazioni di abbigliamento e calzature · Elettrodomestici · Mobili · Articoli di arredamento · Biancheria per la casa · Servizi domestici · Riparazioni di mobili, elettrodomestici e biancheria · Detersivi · Pentole, posate ed altre stoviglie · Tovaglioli e piatti di carta, contenitori di alluminio · Lavanderia e tintoria · Acquisto di auto · Pezzi di ricambio, olio e lubrificanti · Carburanti per veicoli · Manutenzione e riparazioni · Giochi e giocattoli · Radio, televisore, hi-fi e videoregistratore · Computer, macchine da scrivere e calcolatrici · Cancelleria · Piante e fiori · Riparazioni radio, televisore, computer , ecc. · Prodotti per la cura personale · Barbiere, parrucchiere, istituti di bellezza · Argenteria, gioielleria, bigiotteria e orologi · Borse, valige ed altri effetti personali · Onorari liberi professionisti.

Chi si colpirà? Le famiglie più numerose e quelle più povere. Ci sono beni a cui non si può rinunciare come i prodotti per l’igiene personale o le riparazioni. Per chi ha figli in età scolare la cancelleria sarà colpita duramente dall’Iva, così come i giochi per i bambini (a cui non sarà facile spiegare perché prima potevano avere un determinato giocattolo e ora a causa della mannaia dello stato devono rinunciare).

Ma se i consumatori avranno la loro gogna quotidiana, non andrà meglio ai commercianti. Soprattutto a quelli dell’abbigliamento e del tessile, ma anche ai negozi di calzature, di elettrodomestici e di articoli per la casa. Settori già ampiamente in crisi che rischiano il collasso… Uccidere lo Stato o i cittadini? Questo è il nuovo dilemma?

Basta alla contraffazione… ed è subito Flash Mob a Milano!

made_in_Italy- tuttacronaca

L’Associazione Nazionale Calzaturifici Italiani, è in sintonia con questa iniziativa spontanea e continua la sua battaglia in difesa del made-in-Italy calzaturiero nel mondo. La lotta viene fatta con ogni mezzo che possa richiamare l’attenzione su un problema che da anni inabissa il Pil italiano, ma, fino a oggi, nessun governo ha affrontato il problema in maniera seria e determinata.

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