Il nuovo business di Cosa Nostra è il mercato ortofrutticolo di Palermo. Qui i boss del clan Galatolo stabiliscono i prezzi di frutta e verdura attraverso alcuni insospettabili imprenditori che gestivano gli stand. Sono state le rivelazioni di alcuni pentiti a permettere alla Direzione investigativa antimafia di poter mettere i sigilli alle società dei cinque imprenditori ritenuti vicini a Cosa Nostra. Ma il business non si fermava a frutta e verdura, ma avanzava anche in altri servizi come il facchinaggio e il parcheggio dei mezzi, attraverso una cooperativa, la “Carovana Santa Rosalia”. L’organizzazione mafiosa avrebbe imposto anche le proprie cassette di legno a tutti i rivenditori.
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Al mercato di Palermo il prezzo lo fa la mafia
Pubblicato da tdy22 in febbraio 20, 2014
https://tuttacronaca.wordpress.com/2014/02/20/al-mercato-di-palermo-il-prezzo-lo-fa-la-mafia/
Metti un passaggio segreto in casa
Stanze segrete. E’ questo uno dei nuovi business che, negli Stati Uniti, sta registrando una forte crescita, con sempre più persone che desiderano avere delle panic room per difendersi da malintenzionati che possono penetrare in casa. E in questo filone si è inserito con successo un ex ingegnere di Gilbert,in Arizona, è passato dal progettare Boeing a creare la Creative Home Engineering, società specializzata in passaggi segreti.
Pubblicato da tdy22 in dicembre 3, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/12/03/metti-un-passaggio-segreto-in-casa/
500mila lire a fusto… questa era la tariffa del clan dei Casalesi
Le ecomafie per smaltire un fusto di rifiuti “pericolosi” chiedevano fino a 500mila lire. Questo era il business del clan dei Casalesi che naturalmente adottava tariffe diverse secondo il contenuto che era necessario “smaltire”. Lo rivelò nel 1997, nell’audizione resa alla Commissione di inchiesta sui rifiuti, il boss pentito Carmine Schiavone Per smaltire i fusti occorreva un’attrezzatura speciale, disse Schiavone, e i costi per un’operazione regolare sarebbero stati di due milioni e mezzo a fusto.
Pubblicato da tdy22 in novembre 1, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/11/01/500mila-lire-a-fusto-questa-era-la-tariffa-del-clan-dei-casalesi/
Gli Usa e i siti con le foto segnaletiche: l’ultimo business?
Sembra proprio che in tempo di crisi ci sia chi ha invece inventato un business redditizio celandosi anche dietro il presunto senso civico e il diritto di informazione. Alcuni siti americani hanno infatti iniziato a pubblicare foto segnaletiche (mugshots) e dati personali che individuano le persone che sono state arrestate nei diversi stati americani. secondo gli amministratori del sito questo dovrebbe mettere in guardia da vicini molesti, da colleghi criminali, da soci insolventi, da compagni di classe con problemi di droga. In realtà poi il tutto si riduce a mero business e con una somma che va da 30 a 500 dollari le foto vengono rimosse e non è più possibile ricercare il profilo un presunto criminale. Le richieste di denaro per la rimozione della foto sono state anche paragonate a un atto di estorsione ma nonostante questo continuavano a fare bella mostra sul web. In realtà poi, la foto segnaletica dimostra solo l’arresto ma non è indice della condanna. Spesso le persone segnalate in rete poi non sono state riconosciute colpevoli e le accuse verso di loro sono state comunque ritirate.
Se poi invece la condanna è avvenuta e la pena è tata pagata è ancora più grave che ne resti la traccia indelebile ( se non si rimuove a suon di dollari).
La vicenda del giovane Maxwell Birnbaum, riportata dal New York Times, che si è visto rifiutare la domanda per uno stage da una società a causa del ritrovamento online di una sua foto segnaletica, scattata in occasione del suo coinvolgimento in una storia di droga, è indicativa in proposito.
Bisogna però aggiungere che i siti sono perfettamente legali e attivi da diverso tempo, sostenendosi finanziariamente con le stesse modalità di altre attività sul web. Il fenomeno ha iniziato a svilupparsi nel 2010 con la creazione di Florida.arrests.org, ad opera di Craig Robert Wiggen, diffondendosi progressivamente fino a raggiungere dimensioni rilevanti.
I siti mugshots proliferano su Internet e se ne contano ormai a decine. Per attrarre traffico i gestori, spesso difficilmente rintracciabili, utilizzano come esca le foto di personaggi famosi. Per le altre immagini pescano a man bassa dai siti dei funzionari di polizia locali o da altre fonti ufficiali. JustMugshots, fondato nel 2012 da Arthur D’Antonio, dispone di milioni di foto e cinque dipendenti ma rimane sconosciuto il giro di affari e i particolari del business messo in piedi dal proprietario.
Diversi Stati stanno cercando di porre un freno a questa tendenza. Nell’Oregon un progetto di legge prevede la possibilità di ottenere la rimozione gratuita sul web delle foto di tutti quelli che sono in grado di dimostrare la non colpevolezza. Anche nello Stato della Georgia nel mese maggio è stata approvata una norma che va nella stessa direzione mentre nello Utah è stato proibito alle forze di polizia di concedere foto segnaletiche a siti che chiedono soldi in cambio della loro eliminazione.
Contemporaneamente, nel campo privato, oltre a Google, i dirigenti di MasterCard, PayPal e American Express una volta che il problema è stato portato alla loro attenzione hanno avviato indagini interne predisponendosi ad interrompere eventuali rapporti commerciali in corso relativi a conti aperti o a servizi di pagamento.
Contro le pratiche e la presenza dei siti mugshot vengono inoltre promosse cause legali e class action da parte di singoli e associazioni.
Di diverso segno invece la posizione della stampa statunitense schierata a difesa della pubblicazione online di foto segnaletiche di arrestati. I giornalisti hanno sollevato obiezioni all’azione di limitazione legislativa delle autorità statali sostenendo che i documenti pubblici devono restare tali anche quando si tratta di immagini che riguardano individui implicati in fatti giudiziari. Il Reporters Committee for Freedom of the Press, in particolare, si oppone ad ogni restrizione appellandosi al Primo emendamento e al diritto delle redazioni di stabilire quali notizie pubblicare per informare i lettori.
Pubblicato da tdy22 in ottobre 10, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/10/10/gli-usa-e-i-siti-con-le-foto-segnaletiche-lultimo-business/
Il business della sanità: quando curare è sinonimo di affare
La terza industria del paese vale 114 miliardi di euro e quando la sanità diventa un industria è chiaro che il sistema si distorce e i cittadini diventano clienti a cui vendere prodotti: cioè le medicine. Fra primari, direttori generali, imprenditori di case farmaceutiche e fabbricanti di protesi, proprietari di cliniche e politici, l’industria frutta 114 miliardi di euro. In quanti ci mangiano? La mangiatoia, il libro inchiesta dei due cronisti di Repubblica Michele Bocci e Fabio Tonacci è una diagnosi del sistema sanitario italiano e delle sue distorsioni. Da curare a nuocere alla salute, questo è il viaggio che nel libro dura 12 ani e l’Italia che progressivamente da secondo Paese mondiale per la sanità scade al volontariato e si avvale, del contributo indispensabile dei poliambulatori di Emergency. Lì non si curano solo migranti ma su 10 pazienti 2 sono italiani. Fra Asl e aziende ospedaliere “oggi quasi tutte con i bilanci in passivo o a rischio di andarci” – che i due cronisti prospettano al nostro sistema sanitario il rischio di fare una brutta fine!
Pubblicato da tdy22 in settembre 23, 2013
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I calciatori si danno all’industria del sesso?
Ronaldo sembra proprio che vorrebbe acquistare la rivista Playboy e sta pensando di far un’offerta per ottenere l’esclusiva in Brasile del magazine erotico. D’altra parte Ronaldo appena si è ritirato dal calcio ha aperto un’agenzia di marketing, la 9INE, che ha già sotto contratto numerose stelle brasiliane, a cominciare da Neymar, quindi il pallino per gli affari è nel suo Dna. Oltre all’agenzia, è anche proprietario di palestre, cliniche e immobili, che ogni anno gli fruttano guadagni invidiabili. Playboy è la decima rivista più venduta in Brasile è chiaro quindi l’interesse del giocatore verso un business sicuro.
Ma sicuramente non è l’unico giocatore che vuole investire nell’industria del sesso, anni fa Pele è stato testimonial di una campagna rivolta a chi ha problemi di erezione, mentre Ronaldinho firma una linea di preservativi.
Pubblicato da tdy22 in luglio 15, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/07/15/i-calciatori-si-danno-allindustria-del-sesso/
Saviano tra coca, disciplina mafiosa e la difesa della felicità
In occasione della pubblicazione sel zuo nuovo libro, Zero Zero Zero, Roberto Saviano rilascia un’intervista al quotidiano tedesco Die Welt in cui descrive un paradosso tutto italiano: nel Paese senza regole, la criminalità organizzata è quella che vanta la maggior propensione al sacrificio e al rispetto dei codici di comportamento. In essa è riscontrabile una disciplina che crea una parziale fascinazione sullo scrittore. “La criminalità organizzata ne esercita una certa quantità, lo devo confessare. Ma sarebbe un errore soccombere a questa forza di attrazione. I mafiosi costruiscono un’immagine di uomini d’onore, che vivono secondo un codice, detengono molti soldi e non hanno alcuna paura della morte. Questo mito va smontato: devo mostrare quanto siano ridicoli, le loro paure, la loro esistenza miserabile. Credo davvero che le cose si possano cambiare, se vengono scritte. Questa è la mia ossessione”. La vita della criminalità italiana, insomma, è costellata di rinunce, soprattutto se confrontata con la mafia messicana, dove lusso e feste sono un tratto distintivo dei grandi capi del cartello della cocaina. “I boss italiani sono gli ultimi calvinisti dell’Occidente. Vivono la maggior parte del loro tempo in un buco sottoterra, e per il loro successo rinunciano ad ogni lusso”. Ma un paradosso è anche il rapporto tra i suoi due libri: con Gomorra, che ha confessato non riscriverebbe se avesse il potere di tornare indietro nel tempo, che, dopo averlo obbligato ad una vita sotto scorta, gli ha permesso di scrivere la nuova opera. “Non vale la pena scrivere un libro che ti distrugge la vita. E’ importare raccontare la verità sulla mafia, e non avere paura né essere costretti al silenzio. Ma è altrettanto importante difendere il proprio percorso verso la felicità. Ora non so più come ritrovarlo, visto che vivo completamente isolato dagli altri uomini”. Ma l’isolamento l’ha portato a compiere un passo oltre: “Grazie alla scorta sono però riuscito ad incontrare molti inquirenti, ed ho avuto accessi ad atti e testimonianze che mi hanno permesso di studiare la dinamica del cartello delle droghe. “Suona paradossale, ma più vivo protetto, maggiore è la mia vicinanza a ciò che accade nel mondo della criminalità, anche se non posso più permettermi di camminare per strada”. Saviano non risparmia neanche, dopo tutte le bastonate inflitte dalla Germania all’Italia, una piccola bacchetata ai tedeschi. “La Germania sottovaluta il traffico di droga in modo drammatico, alla polizia mancano gli strumenti giuridici per poterlo contrastare in modo efficace. In Germania la mafia è al sicuro in modo davvero assurdo”. Per concludere, l’autore si schiera con la legalizzazione della cocaina, che rappresenta il più importante business per le mafie globali: “La coca rappresenta un mercato da 400 miliardi di dollari di fatturato annuo. Una legalizzazione darebbe agli stati la possibilità di contrastare la droga, con campagne come quella condotta contro il fumo, e togliere alla criminalità organizzata la sua maggior fonte di guadagno”. Capitalismo allo stato pure insomma, che semplifica con un esempio: “Nessun altro affare dà maggior lucro. I suoi profitti sono enormi. Si prenda questo esempio. Chi all’inizio del 2010 ha investito nell’Apple 1000 euro, ora ne possiede 1600 grazie alla crescita delle sue azioni. Chi invece nel 2012 ha investito 1000 euro nella cocaina, ora ne possiede 182 mila. Cento volte di più rispetto alle azioni che sono andate meglio negli ultimi anni”.
Pubblicato da tdy22 in Maggio 27, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/05/27/saviano-tra-coca-disciplina-mafiosa-e-la-difesa-della-felicita/
Cultura e scuola… L’Italia fanalino di coda!
Che la cultura in Italia non avesse più rilievo era chiaro. Tagli ai finanziamenti per il cinema, per l’editoria, teatri che calano il sipario e sale cinematografiche che chiudono. L’Italia strozzata dalla crisi che è miope alla cultura… eppure potrebbe essere un business. Non a caso si chiama industria cinematografica, non a caso per anni il cinema ha mantenuto famiglie e famiglie di addetti ai lavori… non stiamo parlando di attori o registi o produttori, ma stiamo parlando dell’indotto che un prodotto cinematografico crea. Dalla manovalanza per il set all’industria del catering, dai montatori alla cartellonistica, dalle sarte ai parrucchieri, dai compositori agli studi di doppiaggio… il business ci sarebbe e chi lamenta le sale cinematografiche vuote vuol dire che non ha la capacità di guardare avanti. Se la sala langue occorrerebbe una riconversione… non solo sala cinematografica ma spazio dove creare un evento tra cui il cinema. In America stanno nascendo le sale cinematografiche in piscina, i cinema nei musei ormai sono la norma, così come nelle esposizioni raramente manca l’evento multimediale. Luoghi che siano flessibili ad accogliere l’arte in ogni sua forma, che non siano fossilizzati nei grandi blockbuster sempre più dedicati agli adolescenti, ma diventino un luogo di incontro per condividere un film o un’installazione. Un’esperienza non visibile attraverso un prodotto piratato in internet… la pirateria andrebbe combattuta con le idee e con le proposte non con leggi sterili e divieti astratti che di fatto non debellano la violazione dei diritti d’autore. Si dovrebbe pensare a una fruizione del prodotto cinematografico come materiale che possa viaggiare su diversi supporti, che possa essere assaporato in diversi luoghi con finalità diverse… non si può far morire il sogno, la fantasia, le idee…
Ma se la cultura langue, la scuola affonda. Anche qui l’Italia si pone al penultimo posto seguita solo dalla Grecia. Insomma i luoghi con maggiore ricchezza archeologica e maggiore storia artistica sono stritolati dall’austerity e dal malgoverno che ha portato a un impoverimento con delle politiche disattente verso l’istruzione. La spesa pubblica italiana si aggira intorno all’8,5 rispetto al 10% della media europea.
Pubblicato da tdy22 in aprile 6, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/04/06/cultura-e-scuola-litalia-fanalino-di-coda/
Vodafone taglia!
Vodafone ha annunciato 700 esuberi nel piano industriale che ha presentato ai sindacati. Lo riferisce la stessa azienda in un comunicato, in cui sottolinea che “pesa l’andamento del settore tlc”. “Risulta quindi necessaria – si legge nella nota – un’azione di trasformazione ed efficienza che passa attraverso la ridefinizione complessiva del costo del lavoro e una riduzione del perimetro aziendale pari a 700 esuberi, nelle funzioni di staff e supporto, e non a diretto contatto con il cliente”.
Il piano industriale, si legge nella nota, “evidenzia che gli effetti negativi della crisi macroeconomica, la forte pressione competitiva e il drastico calo dei prezzi, nonché gli interventi regolatori, stanno progressivamente influenzando in modo molto critico l’andamento del settore delle telecomunicazioni”. Anche Vodafone Italia, “che in questi anni ha mantenuto costante la sua strategia di investimenti in Italia per offrire ai propri clienti il miglior servizio e la migliore qualità e copertura di rete, ha risentito degli effetti combinati di questi fenomeni registrando negli ultimi due anni una rilevante erosione del fatturato e dei margini”.
La “difficile congiuntura”, pertanto, “rende urgente una maggiore focalizzazione organizzativa e di business per garantire la continuità degli investimenti sul servizio al Cliente e sulla qualità e lo sviluppo delle reti di nuova generazione, e per assicurare il rilancio sostenibile dell’impresa e della sua competitività sul mercato nei prossimi anni”. “E’ stato avviato – conclude la nota – un percorso di condivisione con il Sindacato che auspichiamo, come accaduto in passato, prosegua in maniera costruttiva nell’impegno reciproco di trovare soluzioni sostenibili per le persone e per l’impresa”.
Pubblicato da tdy22 in marzo 6, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/03/06/vodafone-taglia/
Hotel a moduli targato Ikea, il primo entro l’anno a Milano!
Aprirà entro la fine dell’anno a Milano il primo hotel nato dall’inedita alleanza fra Marriott e Ikea. La joint venture prevede la realizzazione di una nuova catena di hotel, in tutto 50 alberghi economici, che nei prossimi cinque anni dovrebbero sorgere in Europa. Lo riporta il Wall Street Journal, sottolineando che l’alleanza dovrebbe essere annunciata oggi. La filosofia della catena alberghiera sarà la stessa che ha garantito il successo dei mobili Ikea: prodotti economici ma con un bel design, insomma «cheap-but-cool». E gli hotel punteranno proprio ad offrire un’accoglienza di stile e calorosa, ma a prezzi contenuti. Target di riferimento chi viaggia per affari e i turisti «low cost» che però non rinunciano a un certo tipo di comfort. Harald Mueller, dirigente Ikea e responsabile del progetto, ha spiegato al quotidiano svedese Svenska Dagbladet il piano e ne ha descritto la strategia: «Stiamo cercando da tempo immobili in tutta Europa. Elimineremo tutto ciò che è superfluo, come ad esempio i ristoranti, al posto dei quali metteremo una buona colazione, Internet ad alta velocità e una reception efficiente senza formalità da adempiere quando si lascia l’albergo».
Pubblicato da tdy22 in marzo 5, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/03/05/hotel-a-moduli-targato-ikea-il-primo-entro-lanno-a-milano/
Gambe pubblicitarie!
Se vuoi che la tua pubblicità abbia successo, devi metterla dove sei sicuro che guardino tutti. Con questa fondamentale regola del marketing ben chiara in mente, un service di pubblicità giapponese ha iniziato a offrire ai propri clienti una nuova possibilità per incrementare il loro business: incollare gli adesivi pubblicitari sulle gambe nude di belle ragazze. Forse la cosa può sembrare sessista e poco rispettosa nei confronti delle donne, ma le ragazze giapponesi non sembrano pensarla così: in poco più di un mese alla compagnia sono pervenute oltre 1300 richieste e il numero è in continuo aumento.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 22, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/02/22/gambe-pubblicitarie/
Poesie e racconti: i colori della fantasia
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