Sembra che dopo tanti annunci, anche del passato, ormai manchino veramente poche settimane alla cosiddetta “busta arancione” che permetterà a ogni cittadino di sapere con quanto andrà in pensione. Ciascun lavoratore iscritto all’Inps conoscerà così il suo futuro previdenziale e potrà riflettere su come migliorarlo o che decisioni prendere. Il sistema della “busta arancione” è nato in Svezia alla metà degli anni ’90, subito dopo l’introduzione del sistema di calcolo contributivo, ma ora sembra che verrà introdotto anche nel nostro Paese. La primavera scorsa, in particolare, sulla scorta del via libera dell’allora ministro Elsa Fornero, i tecnici dell’Inps avevano messo a punto un servizio, ribattezzato SimPol (Simulazione pensione on line), che altro non era se non la versione elettronica della busta arancione. In pratica, i cittadini, muniti di pin, si sarebbero potuti collegare al sito dell’Istituto e seguendo le istruzioni via via indicate nelle maschere, avrebbero potuto non solo verificare lo stato del loro conto previdenziale — cosa che è già possibile attraverso l’estratto conto — ma determinare in via previsionale sia la data di pensionamento sia l’importo della pensione, sulla base dei contributi versati ma anche sulla scorta di ipotesi relative ai versamenti futuri e, dunque, al proseguimento dell’attività lavorativa. Naturalmente questa sarebbe stata solo una proiezione indicativa-orientativa, ma all’improvviso tutto si bloccò, come troppo spesso accade nella burocrazia italiana. A impedire il decollo furono i timori sull’impatto dell’operazione in piena campagna elettorale, in primo luogo per quanto riguarda la copertura pensionistica delle fasce giovanili del lavoro precario. Ora, dopo le riserve iniziali sulla capacità degli italiani di avere a che fare con la matematica, anche l’attuale ministro del Welfare, Enrico Giovannini, ha annunciato che il 2014 sarà l’anno della busta arancione. Forse ci si riuscirà!