L’operaio che stucca “il buco” senza accorgersi che è un’opera d’arte!

stucco-opera-arte-eron-tuttacronacaDavide Salvadei, in arte Eron, aveva reazlizzato un’opera per una mostra del progetto “Critica in arte”, svoltasi al Mar, il Museo d’Arte di Ravenna. Ma lo street-artist è stato talmente bravo nel disegnare un buco sul muro che, vedendolo e credendolo reale, un operaio addetto a lavori di muratura lo ha stuccato. E’ stato lo stesso artista a raccontare, al Resto del Carlino, di aver disegnato su una delle pareti l’ombra lasciata da un grande specchio, posizionato sul pavimento come se fosse caduto. Per rendere ancor più realistica la scena aveva realizzato persino il buco del chiodo che avrebbe dovuto sostenere la cornice dello specchio. In molti, tra i visitatori, si erano chiesti se il foro fosse vero o dipinto. Quando la mostra si è chiusa, poco meno di un mese fa, lo specchio è stato rimesso al suo posto e non restava che ridipingere la parete con il buco. Eron e il museo avevano già concordato che a quel punto non c’era più bisogno di mantenere il disegno del buco, che era propedeutico all’installazione. Ma quando l’operaio incaricato di sistemare le sale del Mar, in vista della nuova esposizione, ha cominciato a riverniciare, di fronte al buco non ha avuto dubbi: ha preso lo stucco bianco e lo ha coperto. Eron ha commentato:

“Ci sarei rimasto peggio se l’operaio si fosse accorto che era un buco finto. Stuccandolo, invece, in un certo senso mi ha aiutato a ‘completare’ l’opera”.

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La più classica delle rapine: la banda del buco colpisce a Roma

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La più classica delle rapine quella che hanno tentato nella notte in via Tuscolana, a Roma. Un residente questa mattina, ha allertato la polizia con una segnalazione intorno alle 7.00 di questa mattina dopo esser sceso in cantina e aver trovato un buco al civico 909. Secondo gli investigatori attraverso questo passaggio i ladri hanno cercato di arrivare all’interno di un bar ma invece hanno sbagliato “mira” e si sono ritrovati in un Golden Point. A quel punto i ladri hanno creato un altro buco e sono entrati in una rivendita di videogiochi “Gamestop”. la banda del buco ha fatto un buco nell’acqua!

Fonsai: arresti per quattro componenti della famiglia Ligresti

ligresti-fonsai-tuttacronacaIpotesi di reato di falso in bilancio aggravato e manipolazione di mercato. Sono queste le motivazioni che hanno fatto scattare sette ordinanze di custodia cautelare a Torino, nei confronti di quattro componenti della famiglia Ligresti (Ionella, Giulia Maria, Paolo Gioacchino e Salvatore) e di alcuni manager che, all’epoca dei fatti, occupavano posizioni di vertice nell’ambito di Fondiaria-Sai. Le altre tre persone arrestate sono Emanuele Erbetta e Fausto Marchionni, ex amministratori delegati di Fonsai, e Antonio Talarico, ex vicepresidente della società. Gli investigatori ritengono che abbiano occultato al mercato un ‘buco’ nella riserva sinistri di circa 600 milioni di euro, la mancata comunicazione del quale avrebbe provocato danni ad almeno 12mila risparmiatori. Gioacchino Paolo Ligresti al momento è ‘ricercato’ e le Fiamme Gialle di Torino sanno che il manager si trova in Svizzera e prima di prendere ufficialmente contatti con le autorità elvetiche, attendono di sapere se l’ uomo intende rientrare in Italia e consegnarsi.

Il giallo diventa un puzzle, ombre sul delitto di Udine.

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“E’ un grosso puzzle”. Così il procuratore capo della Procura dei minori di Trieste, Dario Grohmann, definisce il caso delle due ragazzine autoaccusatesi dell’omicidio di Mirco Sacher. Grohmann pone una serie di quesiti che dovranno trovare risposta: ad esempio perché “un uomo all’improvviso aggredisce delle ragazze che conosceva”. Le due 15enni tra l’altro, spiega il magistrato, hanno raccontato versioni che presentano “piccole discrasie”.

Una confessione con due ore di buco… ancora giallo a Udine!

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Nuovi particolari sul giallo di Udine. Ora che emergono nuovi dettagli sono anche tante le domande che la Procura dei minori non riesce a spiegarsi. Le due 15enni, che frequentano la stessa scuola, avrebbero chiamato Mirco Sacher, un loro amico di famiglia per farsi accompagnare in città. Poi si sono ritrovate in un campo dove l’uomo avrebbe tentato di violentarle, cosa che sembra provata dal morso che una delle due ragazze ha sul seno. A questo punto sarebbe scattata la reazione e lo strangolamento. Ma due ragazzine di 15 anni possono aver ucciso a mani nude un 66enne?  C’era qualche adulto con loro? Cosa hanno fatto in due ore di “buco” nelle quali affermano di aver bevuto aspettando dei loro amici alla stazione di servizio? Che rapporto avevano con l’ex ferroviere?

L’avvocato Dario Miani del foro di Trieste, nominato difensore d’ufficio di una delle due minorenni si limita a dire «La vicenda è delicata. C’è il riserbo assoluto. Si tratta di due ragazzine, poco più che bambine. Non possiamo dire nulla».

Intanto ieri le due adolescenti sono state ascoltate per circa 5 ore in questura.

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