“Siete omosessuali, avete cercato di diventare etero?” Il tweet di Vespa

bruno-vespa-tuttacronacaBruno Vespa fa infuriare gli utenti di Twitter con un cinguettio che di certo non passa inosservato: “Siete omosessuali, avete cercato di diventare etero e non ci siete riusciti? Stasera #portaaporta è fatta per voi”. C’è stato chi ha invocato l’arrivo di un’ambulanza per il giornalista e chi ha preferito insultare, mentre qualcuno porta alla memoria il Povia di “Luca era gay e ora sta con lei”. Il tweet, del resto, è di quelli che sembrano fatti apposta per scatenare le polemiche e fa anche sorgere il sospetto che qualcuno possa aver hackerato il profilo di Vespa. Ma poi ne sono arrivati altri: “Siete romantiche e protagoniste di una storia con una persona che non sente e non parla? Stasera #portaaporta vi commuoverà”. Ma vedendo che sempre più utenti s’indignavano, Vespa ha messo le mani avanti: “Temo di essere stato frainteso. A #portaaporta la storia della ragazza omosessuale che cerca di cambiare e poi torna se stessa è bellissima”. La morale? La puntata odierna trattava le unioni civili e i diritti degli omosessuali:

 

“Stasera a #portaaporta confronto tra @annapaolaconcia e @CarloGiovanardl sulle unioni civili e matrimonio tra omosessuali”.

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Berlusconi chiede scusa per il paragone con le persecuzioni degli ebrei

berlusconi-scuse-tuttacronacaIn una nota dell’ufficio stampa di Riccardo Pacifici, Presidente della Comunità ebraica di Roma, si legge che sabato sera “il Presidente della Comunità Ebraica di Roma era a cena in un ristorante a Portico d’Ottavia. Nello stesso locale, a un tavolo poco distante, si trovava Berlusconi con alcuni suoi ospiti. E durante il pasto l’ex premier ha chiesto a Pacifici di avvicinarsi per salutarlo. I due si sono intrattenuti in un colloquio che ha visto Berlusconi scusarsi per i paragoni con le persecuzioni contro gli ebrei, frasi che avevano suscitato indignazione”. Nella nota, redatta dal portavoce della Comunità Ebraica di Roma, Fabio Perugia, si legge ancora che Pacifici “ha spiegato serenamente che nessun paragone di quel tipo è accettabile e un chiarimento sarebbe stato più efficace in un incontro successivo”. Inoltre, il presidente ha ribadito che “la frase inserita nel libro di Bruno Vespa sarebbe dovuta, a suo avviso, essere cancellata in una seconda edizione del testo. L’ex premier ha concordato con la proposta di Pacifici. I due si sono quindi salutati e hanno proseguito la serata ognuno con i propri ospiti”.

Fini e quell’Alfano che “si accorge ora dei metodi usati contro di me”

gianfranco_fini_tuttacronacaIn questi giorni in cui sulla scena politica italiana tiene banco il faccia a faccia tra Silvio Berlusconi e Angelino Alfano, sempre più spesso si sente nominare Gianfranco Fini, con anche il Cavaliere che mette in guardia i suoi dissidenti: “Guardate come è andata con Fini…” E’ La Stampa a interpellare l’ex presidente della Camera, a cui chiede come siano andate le cose: “C’è stato l’esito totalmente negativo alle elezioni di febbraio. Ne ho preso atto senza attribuire agli elettori la colpa, da quel momento ho riflettuto sugli errori commessi e sulle cose da fare in futuro. Ho dedicato questi mesi a scrivere per Rizzoli un libro che si intitola “Il ventennio” , dove ripercorro la storia del mio rapporto con Berlusconi; lo sto presentando tramite iniziative in tutta Italia. Ho dato impulso alla Fondazione Liberadestra con l’obiettivo di far lievitare la consapevolezza, specie tra i giovani, sui rischi che correrà l’Europa se non saprà rinnovare il suo appeal, oppure sui limiti dello Stato sociale come l’abbiamo conosciuto finora, o su tante altre idee ancora”.  E prosegue l’intervista:

È il trampolino per rituffarsi nella politica?

“Se per politica lei intende fondare partiti, oppure bussare alla porta di quelli che già ci sono per ottenere un posto, non ci penso affatto. Men che meno ho intenzione di candidarmi alle prossime elezioni europee”.

 Che emozioni le suscita quanto accade nel Pdl?

“Mi conferma quanto è vero l’antico detto per cui “il tempo è galantuomo” e i nodi vengono al pettine. Si dimostra una volta di più che la mia polemica non era una ribellione sedata con la forza ma il tentativo di cambiare rotta al centrodestra italiano”.

Un tentativo finito male, ne converrà col Cavaliere…

“Non ho difficoltà ad ammetterlo. Il disegno di Monti, mio e di Casini era viziato all’origine, perché il terzo polo che ci riproponevamo di fare esisteva già, lo rappresentava Grillo. E noi di questo non ci eravamo accorti”.

Che altro avete sbagliato?

“Fu un errore presentare la nostra alleanza come obbligata per via del sistema elettorale, con una lista al Senato e tre alla Camera, senza un progetto condiviso e mai una manifestazione in comune. Si diede il senso della disunione. C’è di più. Tanti elettori di destra, che avevano capito e condiviso le ragioni del dissenso con Berlusconi, non ritrovarono nel programma di Monti la destra che loro cercavano. E in effetti, di destra ce n’era ben poca”.

Torniamo all’oggi, al dramma di Alfano…

“Capisco la sua angoscia. Lui e gli altri ministri Pdl sono stretti tra l’interesse del Paese e il loro rapporto con Berlusconi, al quale diversamente da me loro devono proprio tutto, mai sarebbero arrivati in Parlamento e men che meno al governo senza il Cavaliere”.

 Il quale ora pretende le loro dimissioni dal governo…

“Berlusconi fa quello che ha sempre fatto: dà ordini. La natura della sua personalità è incompatibile con opinioni diverse dalla propria. Chi non è d’accordo o viene cacciato o se ne va. Tutta intera la sua filosofia si riassume nella concezione aziendale, o padronale, o proprietaria: ognuno la chiami come vuole. Ma finché si tratta del Milan e di Mediaset, passi. Non è invece accettabile nel caso di un partito politico”.

 Le “colombe” Pdl temono il “metodo Boffo”, fatto di dossieraggi ai loro danni. Lei può dire di averlo sperimentato…

“Siccome la ferita è ancora aperta, tutto questo mi indigna. Ci sono quelli che solo oggi scoprono l’acqua calda, magari perché hanno paura di restarne scottati”.

 Si riferisce ad Alfano?

“A tutti e a nessuno in particolare. Ma chi aveva gli occhi per vedere, già nel mio caso avrebbe dovuto denunciare l’uso di metodi intimidatori che nulla hanno in comune con la libertà dell’informazione. Si va a rovistare nel privato, si mette in moto una macchina del fango, si spargono rappresentazioni calunniose…”.

C’è sempre la rivalsa dell’azione legale, non crede?

“Io alla giustizia ho fatto ricorso, e pure qualche giornalista è già stato condannato per diffamazione e sulla famigerata vicenda di Montecarlo, la Procura di Roma ha archiviato la denuncia a mio carico”.

 Secondo lei, Berlusconi è finito?

“Non è ancora fuori gioco. Nel Paese un consenso, sia pure calante, gli rimane. E sono convinto che lui controlli tuttora i due terzi del partito. Ma l’epilogo del ventennio è alle porte. E lo spazio invaso dal berlusconismo prima o poi verrà occupato da altri. Il mio auspicio è che siano i giovani a farsi protagonisti, perché non esistono uomini per tutte le stagioni”.

Ma perdoni se insisto: è proprio sicuro che la crisi del Pdl non le fa venire voglia di tornare in pista?

“Le ripeto di no, a ripropormi come uomo di partito non ci penso minimamente. Chi come me ha una storia alle spalle, può solo offrire un aiuto con l’esperienza e, se ne possiede, con le idee”.

Fini e Alfano: verso l’alba di una nuova destra?

fini-alfano-tuttacronacaMentre ancora non si conoscono le sorti di Pdl e Forza Italia, con Alfano che non sembra più disposto a seguire Berlusconi nelle sue personali crociate, prende la parola Gianfranco Fini, che in un’intervista all’Unità dichiara: “Se fossi in Parlamento voterei per la decadenza di Berlusconi, ma col voto segreto”. E aggiunge: “Per molti aspetti rifarei quello che ho fatto, anche perchè non me ne sono andato dal Pdl, sono stato cacciato. Anzi, dichiarato ‘incompatibile’. È stata l’unica volta che il Pdl ha votato un documento».  “Non credo di essere acrimonioso – spiega -, con chi mi ha cercato ho parlato, con gli altri no. Sarei felicissimo se rinascesse una destra con degli ancoraggi culturali molto diversi da Forza Italia e dal Pdl: rispetto delle regole, legalità, solidarietà sociale, prestigio nazionale”.  All’ipotesi di creare il nuovo soggetto di destra insieme ad Alfano, Fini risponde che “è interessante il suo riferimento al Ppe”. “Chi si ritrova su certi contenuti è compatibile con la mia idea di centrodestra. Siccome Alfano ha parlato di Ppe, bisogna capire cosa si intende per Ppe italiano”.  E riguardo la decadenza aggiunge: “La vicenda personale di Berlusconi non può essere nell’agenda del governo, ha ragione il premier. Il Cavaliere ha impedito la riforma, pur necessaria, della giustizia e ora vuole un salvacondotto. La rottura definitiva con me avvenne una settimana dopo che lui e Gianni Letta vennero nel mio ufficio a Montecitorio per chiedermi di convincere Giulia Bongiorno sull’opportunità di far camminare un provvedimento per accorciare i termini della prescrizione”.

Chi sale in barca con chi? Alfano e le “mozioni degli affetti”

alfano-fini-tuttacronacaNon è andato come sperava l’incontro con Angelino Alfano e ora Berlusconi lamenta che “Mi sono stufato delle mozioni degli affetti di Angelino. Dice che mi vede come un padre, ma non si comporta come un figlio”. La situazione tra i due è tesa: il leader aveva anche offerto la stabilità del governo anche in caso di decadenza in cambio dell’ingresso in Forza Italia del vicepremier che però chiede garanzie anche per le altre colombe e non si fida più delle parole: vuole dei documenti. Che Berlusconi non ha intenzione di dare. Si parla di un colloquio “teso ed esacerbato” tra il Cavaliere e quello che fino a poco tempo fa era il suo delfino. Sul tavolo, soprattutto, l’atteggiamento del Pdl una volta consumata la decadenza di Berlusconi da senatore. L’ex premier pare deciso ad andare alla rottura: “Non si governa con chi mi uccide”, ha sentenziato il Cavaliere, pronto ad andare all’opposizione anche se i senatori vicini ad Alfano riuscissero a far sopravvivere il governo a palazzo Madama. E minaccia che, in ogni caso, “decaduto o meno, in Senato farò un Vietnam”.

Berlusconi e Alfano: la stabilità del governo se entra in Forza Italia?

berlusconi-alfano-tuttacronacaBerlusconi non vuole la scissione del partito. Assolutamente no. Lo scopo ora è far entrare in Forza Italia tutti. Partendo da angelino Alfano per far sì che le colombe lo seguano. In cambio, è pronto a rassicurare sul governo e rinunciare alla crisi. Anche dopo la decadenza. Ecco quindi che arriva la cena tra il Cavaliere e il Vicepremier: “Voglio rilanciare Forza Italia all’insegna dell’unità e dell’assenza di correnti. Questa storia della conta non va bene. Il documento che ti chiedo di firmare non è dei falchi, è il mio”. Alfano da parte sua vuole giocare duro e si sente forte dei numeri. Come spiega l’Huffington Post:

Sostiene che il “suo” documento ha in calce 311 firme. Blindate. Più ci sono 70 incerti. Sono numeri “farlocchi” per Verdini, un “bluff” per spaventare il Cavaliere. Per Alfano sono buoni a far saltare l’operazione del Capo. Perché per tornare a Forza Italia servono due terzi dei membri del Consiglio nazionale. Due terzi non dei presenti, ma degli aventi diritto. E la manovra studiata nella riunione pomeridiana nello studio di Quagliariello prevede di giocare con gli assenti. Tra quelli pilotati e quelli fisiologici, ragionano, è possibile. Ecco perché Alfano stavolta mette la pistola sul tavola. O accordo su tutto, partito e governo, oppure è pronto alla scissione come chiedono in molti dei suoi.

Alfano propone quindi la “separazione consensuale” e spiega: “E’ la soluzione migliore per tutti con due partiti, Forza Italia e Pdl che si riconoscono nella tua leadership”. La convivenza tra falchi e colombe ormai è impossibile e si vogliono due partiti, uno berlusconiano di lotta l’altro “diversamente” berlusconiano di governo. Ma Berlsuconi nega questa possibilità: “Di dividerci non se ne parla. Non col mio consenso”. Non vuole cedere il marchio Pdl e non vuole due partiti con uno stesso leader ma su schieramenti opposti al governo. Vuole l’unità: “Angelino, il documento su Forza Italia non è dei falchi. È il mio. E tu dovresti firmarlo”. A questo punto propone uno scambio che ha dell’incredibile: il governo in cambio del partito.

Perché Forza Italia è un movimento del leader, non un partito, deve dare l’idea di novità ed essere in sintonia con la domanda di antipolitica che si leva dal paese: “A me il partito – è il senso del ragionamento di Berlusconi – a te il governo. Con l’assicurazione che lo sosterrò”. Ma niente conta. Perché una roba del genere non si è mai vista all’interno di un partito di Berlusconi. Neanche Fini arrivò a tanto.

Pdl alle primarie… il governo tiene ancora?

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Il Pd ha iniziato la sua campagna elettorale per le primarie ed è acceso il dibattito soprattutto tra Renzi, Cuperlo e Civati, anche se quasi tutti i sondaggi danno per vincente il sindaco di Firenze con la stessa sicurezza con la quale si riteneva che il Governo potesse arrivare tranquillamente al 2015. Ora però arriva l’affermazione di Alfano :

“La mia idea non è cambiata rispetto alla fine del 2012 quando lanciammo le primarie. Alle prossime elezioni, il nostro candidato dovrà essere scelto attraverso primarie il più aperte possibile, alle quali partecipi il più alto numero di simpatizzanti”.

E ancora il vice premier afferma nel prossimo libro che uscirà a firma di Bruno Vespa:

“A proposito della linea del partito, il nostro è stato sempre un grande movimento a guida e a prevalenza moderata. Non è un bene che finisca in mano a estremisti. Berlusconi non lo è, ma c’è il rischio che nella gestione pratica e quotidiana della comunicazione si prenda quella deriva”.

Diverso il parare di Raffaele Fitto, raccolto anch’esso nel libro di Bruno Vespa: “Io ragiono sul dopo Berlusconi il giorno in cui Berlusconi autorizzerà il ‘dopo’. Ricordiamo che lui ha fatto la campagna elettorale del 2013 dicendo che il candidato a palazzo Chigi sarebbe stato Alfano. Quindi sarà ancora una volta lui a decidere che cosa si farà”.

Nessuno mi può giudicare? Marina fuori dalla politica e Berlusconi ancora leader

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Nessuno mi può giudicare?  Su questo i dubbi ci assalgono, ma le uniche certezze sono da andare a ricercare  in quelle parole che  Silvio Berlusconi ha pronunciato in un’intervista rilasciata a Bruno Vespa: “Nessuno può togliermi il diritto di restare alla guida del mio movimento”. Un Berlusconi rinato che attacca l’operato del Governo: “Non intendiamo arretrare sulla Legge di stabilità. E credo sia giusto che, sulla mia vicenda, sulle tasse, sull’economia, siano gli elettori a potere giudicare noi e i nostri avversari, che, andando avanti così, confermerebbero i loro connotati di ‘partito delle tasse e delle manette'”.  e poi ha aggiunto “Abbiamo rispettato gli impegni presi con i nostri elettori nel febbraio scorso, quello sulla detassazione della prima casa che noi consideriamo ‘sacra’ e quello per un fisco meno oppressivo. Per questo non intendiamo arretrare sulla Legge di stabilità”. E’ “ancora necessario, in una forma o nell’altra, il mio impegno personale – dice ancora Berlusconi -. Nessuno può togliermi il diritto di restare alla guida del movimento che ho fondato, finché molti milioni di elettrici e di elettori lo vogliono. Sento il dovere di stare in prima linea”. Il presidente del Pdl assicura infatti che farà ancora campagna elettorale in prima persona alle prossime elezioni. “In caso di elezioni, sentirei il dovere di impegnarmi direttamente”.
Sull’ipotesi che i suoi figli scendano in politica, Berlusconi dice poi che Marina “sarebbe in grado di adempiere al meglio la missione” di candidato premier. “Tutti hanno constatato la sua autorevolezza e il coraggio da leonessa con cui mi ha difeso. Ma non è la sua vocazione. Sono sicuro che nessuno dei miei figli si sente attratto dalla politica. Soprattutto da ‘questa’ politica”.

La guerra del Cavaliere non è finita, nuove battaglie?

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La guerra di Silvio Berlusconi non è finita, anzi sembra quasi che sia alle prime battaglie che sicuramente il Cavaliere ha perso, ma che ora, è pronto  a guidare in prima persona, senza lasciarsi influenzare da colombe o falchi. In un’intervista a Bruno Vespa per il suo nuovo libro, l’ex premier annuncia guerra aperta: «La partita è ben lontana dal fischio finale, perché la sentenza che mi ha condannato è fondata su delle falsità, e sarà ribaltata molto presto», ha detto Berlusconi nel libro Sale, zucchero e Caffè. «Troppi giornali – continua – hanno titolato ‘L’ira di Berlusconi’. Io posso essere preoccupato, deluso, amareggiato ma l’ira proprio non mi ha mai posseduto». Interpellato sulla decisione della giunta del Senato di far votare la sua decadenza a scrutinio palese, Berlusconi risponde: «Mi pare tutto chiaro. Come dice una vecchia canzone di De Gregori, Non c’è niente da capire. L’atteggiamento della sinistra, e non solo, è ormai sotto gli occhi di chiunque abbia anche soltanto un minimo di onestà intellettuale. Ma hanno commesso un autogol; gli italiani hanno capito che vogliono eliminarmi per sempre dalla vita politica perché mi considerano l’ultimo ostacolo alla loro definitiva presa del potere».

Il domani non muore mai: Alfano e la sua missione impossibile

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Alfano ci prova ancora e spera che il domani non muoia mai, anche se il suicidio del suo partito è tangibile e la missione più che impossibile sembra irreale. A mezzanotte passata abbondantemente lo si vede uscire da Palazzo Grazioli, un colloquio rapido con il Cavaliere e nessuna dichiarazione rilasciata. Poi arriva l’indiscrezione che ci sarebbe stato un tentativo estremo… ma ci sono poche possibilità che sia andato a buon fine! Ora c’è la notte davanti e si spera che il futuro dell’Italia non muoia domani.

Intanto da Bruno Vespa arrivano due messaggi di tre ministri che vengono lasciati anonimi ma che parlano di un passaggio “drammatico come un divorzio”, “si va verso la scissione”, “situazione drammatica”!

Letta a Porta a Porta, tra parafulmini, dimissioni e bilico

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Non è certo il Premier entusiasta e ottimista quello che oggi si è presentato negli studi di Porta a Porta per essere intervistato da Bruno Vespa. Letta ha esordito con:

“Non possiamo essere io e il Presidente della Repubblica i parafulmini che tengono in piedi il sistema” e poi ha sottolineato “noto che da qualche settimana si è alzato il livello dello scontro politico tra i partiti”.

Sul suo ruolo e su quello del presidente Napolitano Letta ripondendo alle domande del conduttore di Porta a Porta ha affermato: “Dico attenzione: non governo a tutti i costi, non possiamo essere io e il Presidente della Repubblica i parafulmini e coloro che tengono in piedi tutto il sistema. C’è bisogno- dice Letta- di una responsabilità collettiva”.

Sull’ipotesi di dimissioni ha affermato “La situazione è così complessa che se verificassi che la mia permanenza peggiorasse la situazione non ci metterei un attimo a tirare le conseguenze. Ma non credo che siamo in questa situazione”e poi ha aggiunto “Siamo di fronte a delle scelta molto importanti, siamo proprio in bilico. Andare da una parte o dall’altra non dipende dalla scelte di Berlusconi, non eravamo salvi allora, non siamo salvi adesso”.

Per quanto riguarda l’annosa riforma dell’Iva ha invece spiegato: “Se me la sento di escludere l’aumento dell’Iva dal primo gennaio? “Ne parleremo, perché è una vicenda molto complicata. Quel che posso dire è che faremo una riforma”

Letta ha poi voluto spiegare i progetti per la riforma del lavoro: “Vogliamo spingere il lavoro a tempo indeterminato. Perché il nostro paese è morto sulla precarietà” e ha anche aggiunto “Nella legge di stabilità l’incentivo maggiore sarà per l’assunzione a tempo indeterminato”.

Durezza su quanti fino a oggi lo hanno accusato di non aver fatto le riforme di cui l’Italia aveva bisogno: “Non ne posso più di quelli che Raccontano la falsità, che in questi 4 mesi ci siamo girati i pollici così e così”.

E per la Spending review, arriverà anche il commissario: “Sarà nominato entro settembre e sarà una persona che farà molto bene”.

“Letta si preoccupa della seggiola”: così Renzi a Porta a Porta

matteo-renzi-porta-a-porta-tuttacronacaMatteo Renzi, durante la registrazione di Porta a Porta, ha spiegato: “Se il Pd vuol fare le cose per bene e per cambiare il paese, io ci sono. Se vuole rimanere com’è adesso, io glielo lascio volentieri”. Parlando della stabilità, ha sottolineato che è senz’altro un valore, ma “L’immobilismo” no. “L’unica cosa che serve è la stabilità… Certo, la stabilità va bene, ma una cosa è la stabilità altra cosa è l’immobilismo”. E aggiunto: “Dicono che non si pagherà più l’imu ma la service tax… Ma le tasse sono tasse anche in inglese.” Nel corso della registrazione ha detto anche: “Io capisco che Letta si preoccupi della seggiola. Ci mancherebbe”. Da segretario lei darebbe una mano? “Ma certamente”,  ha risposto il sindaco di Firenze che quindi ha aggiunto: “Questa cosa del governo che deve durare è un tic andreottiano. La mia domanda non è come ci arriva Letta, al semestre europeo, ma come si arrivano le nostre imprese”. Riguardo a Berlsuconi: “In qualsiasi paese al mondo Berlusconi sarebbe già andato a casa. Non avrebbe aspettato la decadenza”. E si dice certo che “non farà la crisi per un migliaio di motivi.” Semrpe nel corso della registrazione ha spiegato di aver cambiato idea sulla candidatura alla segreteria del Pd per colpa del governo Letta. “Il Pd nei primi mesi della vita di governo è rimasto alla ruota del Pdl”. Ha ricordato: “Ad esempio- ricorda- sull’Imu, quella è una battaglia che ha vinto il centrodestra. Il centrosinistra ha bisogno di ritrovare stimoli, questo mi ha fatto cambiare idea sulla candidatura”. Ha parlato anche di recessione che “finisce quando le aziende recuperano posti di lavoro non quando un solerte funzionario dice che la recessione è finita”. Ha quindi spiegato come dovrebbe comportarsi il suo partito: “Il Pd deve rischiare, non rimanere nel museo delle cere. Quando il Pd gioca in difesa perde, quando fa il catenaccio perde e lo vediamo. Invece, deve giocare all’attacco”. La trasmissione andrà in onda questa sera su Rai Uno.

Dopo la condanna in tribunale, Berlusconi assolto a Porta a Porta?

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Se il tribunale condanna, la tv assolve e così Silvio Berlusconi riceva la sua “purificazione” a Porta a Porta. Bruno Vespa accusa la magistratura e nell’attesa che oggi il Pdl ritorni a protestare in piazza, nello studio dove propio l’ex Premier firmò il “contratto con gli italiani”, va in onda la difesa a spada tratta del Cavaliere.

E proprio il conduttore ad aprire la puntata con: “Quasi nessuno immaginava una condanna così severa, compresa la richiesta della Corte di aprire un processo per falsa testimonianza contro parte dei testimoni del processo, comprese molte delle ragazze che facevano parte delle ‘serate eleganti’, deputati e collaboratori dell’ex presidente del Consiglio”, spiega. Per Vespa la “sentenza non dovrebbe avere conseguenze dirette sulla stabilità dell’esecutivo, ma segna un punto di svolta nei rapporti tra politica e magistratura”.

La puntata va avanti tra un’intervista a Daniela Santanché al garantismo di Francesco Nitto Palma, l’ex ministro nel governo Berlusconi (ora presidente della Commissione giustizia del Senato), fino ad arrivare alle teorie di Maurizio Belpietro.

La magistratura sotto processo mediatico?

Nitto Palma afferma sicuro che: “Avendo letto le carte, pensavo di dover commentare questa sera una sentenza di assoluzione, dato che non ho ritrovato alcun serio elemento probatorio per sostenere l’accusa, con riferimento al reato di concussione e prostituzione minorile”, attacca. Poi spiega come “tutti i testimoni che hanno rilasciato dichiarazioni diverse rispetto alla posizione dell’accusa” sono coinvolti ora nella trasmissione delle carte alla Procura per falsa testimonianza.

Ma se il Pdl fa quadrato come è logico ci si sarebbe aspettati ben altra reazione da Dario Nardella, giovane deputato del Pd, che invece stupisce tutti dichiarando: “Evidentemente i giudici hanno valutato le carte con questo esito”, spiega, parlando della necessitò di “rispettare le sentenze”, ma senza esprimersi in merito e ricordando come si tratti soltanto del primo grado. Non prima di spiegare come sia necessario dividere le questioni politiche dai problemi giudiziari del Cavaliere. Parole che hanno un gusto amaro, proprio perché pronunciate da un giovane democratico che ancora una volta sembra ribadire il ruolo della magistratura senza voler prendere nessun tipo di posizione e di giudizio politico ed etico. 

“Picchia duro” Maurizio Belpietro, direttore di Libero che afferma: “Una sentenza incredibile, non esiste una prova certa, i presunti concussi dicono di non essere tali, la vittima che dice di non essersi mai prostituita”, attacca. Le stesse posizioni ribadite da tempo e andate in onda nelle televisioni di famiglia nell’ “inchiesta” di Rete 4 “La guerra dei vent’anni”. Tutti si alternano a dipingere Berlusconi come il classico “perseguitato politico”.  

Sequestrati i locali della Villa di Vespa

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Con un provvedimento chiesto dal procuratore aggiunto di Latina, Nunzia D’Elia, una dependance nella villa di Bruno Vespa, composta di due stanze e un bagno, sarebbe stata posta sotto sequestro dagli i uomini del Nipaf. Il giornalista sarebbe indagato per abusivismo edilizio e violazione dei vincoli paesaggistici. La villa di proprietà di Bruno Vespa, un abitazione con piscina fra le rocce, negli ultimi mesi era stata oggetto di numerosi controlli e questa mattina, secondo alcune indiscrezioni, sarebbe avvenuto il sequestro di questi nuovi locali.

 

La villa di Bruno Vespa!

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Si trova a Cala Feola, all’isola di Ponza, la villa di Bruno Vespa che è ora oggetto di indagine. In particolare la procura di Latina ha aperto un fascicolo per appurare se siano stati commessi, o meno, degli abusi edilizi. Al momento non ci sono iscritti nel registro degli indagati. Due le questioni aperte: il conduttore ha presentato istanza di condonoal Comune e per un locale grotta, che oggi è un deposito per gommoni, che le autorità hanno respinto. E poi una piscina nata come “vasca di accumulo per le acque a servizio dei mezzi antincendio”. E che oggi è anche una piscina con tutti i comfort. Cosa dice l’interessato? “Si tratta di una vasca anti-incendio – ha commentato Vespa – con permesso di balneazione, autorizzata da 7 enti diversi. E’ giusto che la magistratura faccia gli accertamenti. Staremo a vedere”. Gli agenti della Forestale hanno fatto un sopralluogo e relazioneranno al pm.

 

Che ha fatto Ingroia per meritare questo?

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Non passa giorno che qualcuno non se la prenda con Ingroia: giornali, tv, social network, etc… Si censura il fatto che dal lavoro di magistrato possa passare ad altre attività. Invece, l’Italia, in questo senso, è piena di esempi illustri che non sono mai stati censurati. Di Pietro 20 anni fa è transitato dalla magistratura alla politica, tirandosi dietro una discreta pensione. Antonio Catricalà, prima Segretario generale della Presidenza del Consiglio e poi Sottosegretario, in realtà viene dall’avvocatura dello Stato, la moglie di Bruno Vespa, Augusta Iannini, che ha la qualifica di magistrato ha lavorato per anni presso amministrazioni e dal 6 giugno 2012 è membro dell’Autorità per la Privacy. Ma non sono casi isolati perchè quasi tutti i Capi di Gabinetto e i Capi Uffici Legislativi delle Amministrazioni Centrali provengono dalla magistratura ordinaria o amministrativa. E che non ci sia niente di male lo attesta il fatto che c’è stata di recente un’apposita legge a regolare flussi e riflussi presso la magistratura. Quanto poi all’ultima critica in merito al fatto che Ingroia proveniente dalla magistratura non potesse essere in grado di gestire la contabilità della regione Sicilia è solo il caso di far notare che Ingroia presso la regione avrebbe dovuto svolgere un compito manageriale che significa obiettivi, coordinamento, relazioni, etc… e non contabilità in senso stretto alla quale debbono provvedere impiegati e quadri. 

In realtà sembra veramente che ci sia in giro odor di vendetta perché Ingroia ha osato “alzare gli occhi troppo al cielo”.  Ma forse a Ingroia conviene andare ad Aosta… può darsi che la Sicilia sia terra pericolosa per lui! 

Porta a Porta diventa servizio pubblico?

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Si parla dei luoghi più sicuri dove tenere i risparmi e nello studio di “Porta a Porta” arriva uno dei famosi plastici di Bruno Vespa: stavolta si tratta di un materasso a grandezza naturale, con tanto di coperte e cuscino, che nasconde una cassaforte.
Vespa lo presenta così: “Ricordate la vecchia storia ‘ma dove tiene i soldi quello per stare tranquillo?’ Nel materasso!”. Ci sarebbero ditte tedesche e spagnole specializzate proprio nella produzione di questo genere di cassaforte che Vespa svela al pubblico italiano.

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