13enne finisce all’ospedale dopo aver bevuto dell’acqua in bottiglia

acqua-bottiglia-tuttacronacaUna 13enne ha si è sentita male dopo aver bevuto da una bottiglia d’acqua che aveva acquistato in un esercizio commerciale e della quale aveva avvertito un sapore acre. Il malore, un bruciore alla gol,a l’ha colta mentre si stava recando da Sora, nel Frusinate, a Roma. I genitori l’hanno quindi accompagnata al pronto soccorso dell’ospedale di Frosinone dov’è stata visitata e trattenuta un osservazione e da dove è scattata la segnalazione alla polizia. Gli accertamenti degli uomini del commissariato di Sora e della Questura di Frosinone hanno portato a stabilire che la bottiglietta utilizzata aveva il tappo ma non il sigillo e questo fa ritenere che fosse già stata aperta. L’ipotesi è che vi fosse stato aggiunto del sapone per contaminare l’acqua. La bottiglietta è stata sequestrata e, dagli elementi raccolti dalla polizia, al momento si esclude una contaminazione di altre bottiglie d’acqua. Tutte le verifiche fatte dalla polizia sulle confezioni con lo stesso marchio e su eventuali altri ricoveri in ospedale per episodi simili hanno dato esito negativo.

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La moglie era troppo religiosa e lui tenta di avvelenarla

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Una moglie troppo religiosa e sempre con l’orecchio attento a Radio Maria, tanto ascetica quasi da dimenticarsi del marito. Così Eliseo Bongiorno, 67 anni ha cercato di avvelenarla dandole una bottiglietta d’acqua con l’acido muriatico. La moglie, casalinga di 61 anni, aveva scoperto il tentativo di avvelenamento grazie a una telecamera posta in cucina e così nella scorsa primavera il marito era stato arrestato a Dalmine, in provincia di  Bergamo.

Ora però arriva la richiesta d’archiviazione che certo farà discutere.  Secondo il pm Carmen Pugliese, il falegname in pensione non voleva uccidere, ma solo “attirare l’attenzione della moglie che lo trascurava perché impegnata a pregare e ad ascoltare tutto il giorno Radio Maria”.

L’analisi della bottiglietta avvelenata ha mostrato che la quantità di acido utilizzata da Bongiorno era minima e non poteva causare né lesioni, né tantomeno uccidere la donna

D’altronde il pensionato avrebbe fin dal giorno del suo arresto spiegato agli inquirenti di non aver nessuna intenzione di uccidere la consorte. L’uomo era semplicemente stanco dell’ossessione religiosa della moglie e si sentiva trascurato, spiega Il Giorno:

“Fin dal giorno del suo arresto l’ex falegname aveva spiegato di non aver avuto intenzione di ammazzare la moglie: voleva solo procurarle un malore, stanco dell’ossessione religiosa della donna, che lo trascurava pensando soltanto a preghiere e pellegrinaggi e che ascoltava tutto il giorno le trasmissioni su Radio Maria”.

La donna però aveva capito che nell’acqua c’era qualcosa che non andava e l’aveva fatta analizzare scrive Il Giorno:

“L’esito non aveva lasciato dubbi: acido muriatico. In un primo momento la signora aveva pensato a una contaminazione, ma poi aveva trovato un flacone sospetto, senza etichetta, tra i medicinali del marito e lo aveva fatto analizzare. Anche in quel caso il liquido era risultato acido muriatico e la donna aveva allora escogitato lo stratagemma della telecamera”.

Piazza del Popolo è… impopolare! Due caffè e una bottiglietta d’acqua: 17.55 euro

caffe_amari-tuttacronacaIl Messaggero riporta quanto accaduto a un suo lettore, che ha fornito la prova fotografica di quanto raccontato. L’uomo ha preso un caffè con un amico nello storico bar Rosati di Piazza del Popolo, a Roma. Dopo aver preso due caffè e una bottiglietta d’acqua, i due si sono visti consegnare un conto di 17.55 euro. Il lettore racconta: “Sbalordito ho detto ‘C’è un errore?’ No nessun errore. Ho sottolineato il fatto che quella cifra così alta non corrispondeva al reale costo dei prodotti consumati.. Passi che siamo a Roma, passi che siamo a piazza del Popolo (e già la parola popolo dovrebbe far comprendere al proprietario di abbassare il tiro) ma 17,55 euro sono troppi. Per un servizio scarso. Primo: sul tavolo non c’era il listino, altrimenti leggendo ci saremmo alzati e andati via… secondo: abbiamo consumato i caffè all’interno sperando nell’aria condizionata che non era in funzione (caldo afoso che provocava disagio). Uno schifo. Ho detto alla cassiera che non ci fate una bella figura, e che avrei portato il fatto all’attenzione dei media. Un cameriere visibilmente urtato mi ha risposto ‘è una minaccia?’ Nessuna minaccia solo una constatazione. La polizia annonaria dovrebbe fare più controlli e sanzionare i proprietari tanto quanto in proporzione hanno tolto dalle tasche dei turisti o concittadini”. Il quotidiano ha poi contattato telefonicamente il responsabile del bar, che ha operato l’operato dei suoi dipendenti: “I prezzi sono quelli esposti e ogni cameriere sa di dover consegnare il listino a ogni cliente. Se è vero quello che dice il vostro lettore avrebbe dovuto chiedere del responsabile e lamentare l’accaduto con lui”.

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