Test nucleari, 60 anni dopo: la ferita è ancora evidente

test-nucleare-bikini-tuttacronacaEra il 1 marzo 1954 e gli Stati Uniti effettuavano uno dei test più famosi della storia del nucleare facendo esplodere una bomba all’idrogeno nel Pacifico occidentale, sopra l’atollo di Bikini, nelle isole Marshall. Quel giorno si produsse una potenza di 15 megatoni, nove in più rispetto a quelli previsti: la più grande esplosione mai prodotta dall’uomo fino a quel momento, mille volte più potente delle bombe di Hiroshima e Nagasaki. Gli effetti si videro da lontano, con una colonna di fumo che raggiunse i 40 km di altezza. Ora, sessant’anni dopo, quel test denominato Castel Bravo ancora rimane scritto sulla terra, come dimostrano le immagini catturate da un satellite che mostrano un cratere enorme, largo due chilometri, nella barriera corallina.

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I repubblicani aprono la porta ad Obama: gli Usa di nuovo in marcia?

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Corsa contro il tempo per gli Usa di evitare la “bomba atomica del default”. Secondo il Tesoro, infatti, il 17 ottobre gli Usa raggiungeranno il tetto imposto per legge all’indebitamento (16.700 miliardi di dollari) e non saranno più in grado di rispettare i propri impegni finanziari. I Repubblicani hanno però formalizzato a Barack Obama la richiesta di innalzare il tetto del debito in modo temporaneo, per sei settimane. In tal caso, la data fatidica slitterebbe al 22 novembre.

E’ solo una soluzione tampone, che non risolverebbe certo i problemi del Tesoro, ma rimanderebbe il problema.

Hiroshima 68 anni dopo: l’anniversario

-hiroshima-tuttacronacaSono trascorsi 68 anni da quando la città di Hiroshima venne messa in ginocchio dagli Stati Uniti con un bombardamento atomico. La popolazione ha ricordato quella tragedia che spezzò centinaia di migliaia di vite umane con una cerimonia, che si è svolta al Peace Memorial Park, il cui primo scopo era, oltre celebrare la memoria, sottolineare come l’eliminazione delle armi nucleari sia l’unica via praticabile. Alle 8:18 locali, l’1:16 ora italiana, tutti i presenti hanno inoltre osservato un minuto di silenzio: 68 anni fa, proprio a quell’ora, avvenne lo sganciamento. Si era verso la conclusione della Seconda guerra mondiale e Little Boy, questo il nome dell’ordigno, sorprese un’intera comunità. All’evento hanno partecipato anche il premier nipponico Shinzo Abe, il sindaco della città Kazumi Matsui e, per il terzo anno, l’ambasciatore americano John Roos, insieme ai rappresentanti delle potenze nucleari, come Regno Unito, Francia e Russia (non la Cina) e di numerosi altri Paesi, nonché delle popolazioni colpite dalla grave crisi del 2011 ancora irrisolta della centrale nucleare di Fukushima.

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