Pensionati al tempo della crisi, ma soprattutto pensionati in crisi! Chi aveva pianificato una vecchiaia tranquilla si è visto strappare via le proprie certezze, ma a dirlo queta volta non sono gli italiani ma l’Ocse che ha lanciato l’allarme sulle pensioni. In particolare l’Ocse ha rilevato come i pensionati italiani siano tra i più tartassati di tasse e, nella media europea, siano tra coloro che hanno assegni decisamente bassi. Così l’Ocse ha lanciato le sue perplessità e bocciato di fatto la riforma Fornero, che la stessa ex ministro qualche giorno fa aveva invece difeso: “potrà essere un problema per le generazioni future e i lavoratori con carriere intermittenti, lavori precari e mal retribuiti, (questi) sono più vulnerabili al rischio di povertà durante la vecchiaia” e che chiede revisioni sull’introduzione del metodo contributivo e sull’assenza di pensioni sociali.
Ma la Stabilità cosa ha saputo fare per i pensionati?
Svanita anche la proposta di sostituire la cassa integrazione in deroga andando in pensione a 62 anni, in anticipo rispetto all’attuale soglia dei 66 anni, gli unici interventi sulle pensioni contenuti nella Legge di Stabilità riguardano il contributo sulle pensioni d’oro che, partirà dal 6% per la parte eccedente quattordici volte il trattamento minimo Inps, cioè per gli assegni superiori ai 90.000 l’anno circa, e salirà fino al 18%, per la parte eccedente trenta volte il trattamento minimo Inps, cioè oltre 193.000 euro circa all’anno; e la stretta confermata anche per il prossimo anno per gli importi superiori a sei volte il trattamento minimo (oggi 2.886 euro) poiché i beneficiari non si vedranno attribuire alcun beneficio.
Questa è la riforma pensionistica di cui l’Italia ha bisogno?