Cristina Orlandi, sorella di Emanuela, ha confermato che il flauto ritrovato nella chiesa di Sant’Apollinare dietro una formella della Via Crucis potrebbe essere quello appartenuto alla ragazza, questo perchè la custodia dello strumento della giovane presentava gli stessi angoli consumati. La redazione di Chi l’ha visto si è quindi recata nel negozio dove la famiglia l’aveva acquistato, usato, cercando la conferma e nella speranza di risalire all’insegnante di musica che l’aveva venduto. Il titolare del negozio, confrontando lo strumento con quello di una foto in cui Emanuela suona il suo, ha confermato si tratta dello stesso modello. Al momento il flauto è in mano alla polizia, che spera di estrarne il dna dal beccuccio. Nel frattempo, una busta anonima è stata recapitata ad una ex compagna della scuola di musica dell’Orlandi. All’interno, delle foto di guardie svizzere nell’atto del giuramento, con alcune scritte e date che ricordano un codice e dei negativi di foto non decifrabili, eccetto per una che raffigura un teschio con una scritta sulla fronte. All’interno del plico c’erano anche una bustina che contiene un ciuffo di capelli, un fiore di tulle, un pezzo di stoffa e del materiale non identificato, simile a terriccio. Il tutto è ora in mano agli inquirenti.
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Emanuela Orlandi: prima il flauto, ora una busta…
Pubblicato da tdy22 in aprile 10, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/04/10/emanuela-orlandi-prima-il-flauto-ora-una-busta/
Quel flauto maledetto… sarà dell’Orlandi?
La magistratura sta facendo tutte le rilevazioni per appurare se quel flauto sia veramente appartenuto a Emanuela Orlandi o invece sia un depistaggio come ce ne sono stati tanti in questi anni. Quel che di sicuro non è difficile è entrare in possesso, oggi, di un flauto della ditta Rampone e Cazzani dei primi anni ’80. Basta andare su Google e digitare “Flauto traverso Ramponi e Cazzani”. Oltre che tramite eBay e Kijiji, se ne possono trovano in vendita a Milano, a Udine, a Palermo, etc…
Si scopre così che ne sono stati venduti alcuni esemplari in diverse località italiane.
Più complesso sarebbe avere a disposizione il Dna dell’Orlandi, bisognerebbe fare un vero e proprio appostamento e far toccare loro casualmente l’oggetto (cosa veramente irrealistica) o raccogliere un fazzoletto di carta che è stato usato da uno della famiglia (il che è quasi impossibile).
Pubblicato da tdy22 in aprile 9, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/04/09/quel-flauto-maledetto-sara-dellorlandi/
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