
Cosa c’è nelle bibite energizzanti? Tanta caffeina, taurina, D-glucuronolattone, estratti di guaranà o ginseng. Ma niente che sia regolamentato e quindi sicuro dal punto di vista medico.
L’Anses, l’Agenzia francese per la sicurezza sanitaria ed alimentare, in un rapporto del 6 settembre scorso, mette in guardia sugli energy drink, e ricorda che la dicitura di bibita energizzante è di uso commerciale ma non si riferisce a nessuna definizione regolamentata.
Queste bevande, continua l’Anses, sono presentate dai produttori come ricche di proprietà stimolanti sia a livello psichico che mentale, ma sono un mélange di differenti composti, tra i più frequenti la caffeina, taurina, D-glucuronolattone, le vitamine del gruppo B, zuccheri ed edulcoranti. Talvolta contengono estratti di piante come il guaranà e ilginseng.
La questione sicurezza del consumo di queste bevande è stata affrontata a più riprese sia dall’Anses che da numerose agenzie sanitarie, per concludere che si tratta di un mercato in rapida crescita, +30% delle vendite nel periodo 2009-2011.
E che una lattina standard (250 ml) vale come due caffè (50 ml). Secondo l’Agenzia francese il 41% dei consumatori le utilizza prima, durante o dopo l’attività fisica, anche se “non hanno alcun valore nutritivo”.
Al contrario, la caffeina ha molti effetti eccitanti e reazioni avverse.
Dal giugno 2012, sono stati segnalati una trentina di casi sospetti, tra cui due morti, l’Agenzia ha analizzato 257 casi di reazioni avverse.
Per l’Agenzia questi eventi cardiovascolari sarebbero “molto probabili” in soggetti geneticamente predisposti. Vengono inoltre riferite altre reazioni avverse: psico-comportamentali (attacchi di panico, nervosismo) o neurologici (epilessia).
“Questo è molto preoccupante. Queste bevande non sono affatto banali”, ha detto Irene Margaritis, capo della unità di valutazione del rischio legato alla nutrizione dell’Anses.
Soprattutto perché queste bevande stanno attirando sempre di più. Ad esempio, le vendite di Red Bull (il leader di mercato in Francia con il 40%), sono aumentate del 38% nel 2012.
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