Calvario su Ryanair: passeggeri a bordo senza cibo né bevande

Ryanair-passeggeri-tuttacronacaUn volo breve da Londra a Oporto in Portogallo, ma le avverse condizioni meteo l’aereo ha ritardato.

I passeggeri si sono dovuti spostare dal Gate 54 al Gate 46 per imbarcarsi, con partenza prevista alle 20:25, ma solo alle 00:15 sono riusciti a salire sull’aereo.

Intorno all’1:00 i viaggiatori hanno chiesto di avere acqua e cibo, ma sono stati loro negati, secondo quanto riportato da un video postato da uno di loro sul web.

All’ 1:25 è stato chiesto ai membri dell’equipaggio come mai il volo fosse il ritardo ed è stato detto loro che il serbatoio dell’aereo necessitava di essere riempito nuovamente.

Alle 3:00, con l’aereoporto chiuso, il volo non era ancora decollato e i passeggeri non sono potuti scendere dall’aereo. Alle 3:15 hanno quindi deciso di chiamare la polizia per difendere il loro diritto di smontare dal velivolo fermo da ore.

Alle 3:45, dopo più di 7 ore, i passeggeri, anche grazie all’arrivo delle forze dell’ordine, hanno potuto abbandonare l’aereo.

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I killer drinks! Allerta dell’agenzia sanitaria francese

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Cosa c’è nelle bibite energizzanti? Tanta caffeina, taurina, D-glucuronolattone, estratti di guaranà o ginseng. Ma niente che sia regolamentato e quindi sicuro dal punto di vista medico.

L’Anses, l’Agenzia francese per la sicurezza sanitaria ed alimentare, in un rapporto del 6 settembre scorso, mette in guardia sugli energy drink, e ricorda che la dicitura di bibita energizzante è di uso commerciale ma non si riferisce a nessuna definizione regolamentata.

Queste bevande, continua l’Anses, sono presentate dai produttori come ricche di proprietà stimolanti sia a livello psichico che mentale, ma sono un mélange di differenti composti, tra i più frequenti la caffeina, taurina, D-glucuronolattone, le vitamine del gruppo B, zuccheri ed edulcoranti. Talvolta contengono estratti di piante come il guaranà e ilginseng.

La questione sicurezza del consumo di queste bevande è stata affrontata a più riprese sia dall’Anses che da numerose agenzie sanitarie, per concludere che si tratta di un mercato in rapida crescita, +30% delle vendite nel periodo 2009-2011.

E che una lattina standard (250 ml) vale come due caffè (50 ml). Secondo l’Agenzia francese il 41% dei consumatori le utilizza prima, durante o dopo l’attività fisica, anche se “non hanno alcun valore nutritivo”.

Al contrario, la caffeina ha molti effetti eccitanti e reazioni avverse.

Dal giugno 2012, sono stati segnalati una trentina di casi sospetti, tra cui due morti, l’Agenzia ha analizzato 257 casi di reazioni avverse.

Per l’Agenzia questi eventi cardiovascolari sarebbero “molto probabili” in soggetti geneticamente predisposti. Vengono inoltre riferite altre reazioni avverse: psico-comportamentali (attacchi di panico, nervosismo) o neurologici (epilessia).

“Questo è molto preoccupante. Queste bevande non sono affatto banali”, ha detto Irene Margaritis, capo della unità di valutazione del rischio legato alla nutrizione dell’Anses.

Soprattutto perché queste bevande stanno attirando sempre di più. Ad esempio, le vendite di Red Bull (il leader di mercato in Francia con il 40%), sono aumentate del 38% nel 2012.

Aranciata sì, frutta no! L’ultimo scandalo alimentare e l’Italia china la testa in Ue

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Non sarà aumentato il contenuto di frutta nell’aranciata e nei succhi di frutta dal 12% al 20% come previsto dal Decreto Balduzzi, emesso dall’ex ministro della Salute del governo Monti. Lo ha bocciato e cancellato la Commissione Europea perché in contrasto sulla libera circolazione delle merci. Ad esultare sono i  produttori di  Fanta, San Pellegrino, Schweppes, Kinley e Sprite, ma anche tanti altri piccoli produttori che ora si troveranno liberi di poter mettere nelle bevande a base di frutta solo il 12%. A farne le spese? La salute dei cittadini! La Coldiretti aveva esultato quando il decreto era passato e ora invece si trova di fronte a quella che è stata una vittoria di Pirro.

La Repubblica spiega

“Avevano parlato subito di costi insostenibili che sarebbero ricaduti sui cittadini, di distorsione del gusto originario delle singole bibite (amate proprio per quell’originalità dai consumatori). Quando, «con colpevole ritardo» ammettono al ministero, il mini-decreto Balduzzi è stato inviato a Bruxelles, è tornato indietro subito e con le diffide allegate: “Così si impedisce a un prodotto di entrare nella catena commerciale italiana”. La questione “quote frutta” doveva essere fissata a livello comunitario, non si poteva disciplinare nazionalmente”.

I costi insostenibili forse ora saranno quelli della sanità, visto ceh studi medici in gran parte del mondo hanno dimostrato come alcune bevande addizionate con coloranti e conservanti, a basso contenuto di frutta siano dannosi per i consumatori.

Inutili i tentativi dei tecnici del ministero di salvare il decreto, ora che Balduzzi non è più ministro:

“«Abbiamo proposto di lasciare libertà di scelta sui prodotti fabbricati all’estero vincolando solo le bibite italiane », racconta il direttore generale per l’igiene e la sicurezza degli alimenti, Silvio Borrello. La risposta dell’Unione è stata una seconda diffida: la libertà di circolazione va garantita a tutti, anche alle vostre aziende”.

La battaglia non è ancora chiusa, spiega Borrello:

“«Insisteremo affinché l’Europa consenta ai singoli stati di far scegliere il quantitativo minimo di agrumi nelle confezioni»”.

Ma vincerla non sarà facile, spiega la Coldiretti:

“La Germania, va ricordato, più volte ha proposto l’etichetta “succhi di frutta” anche per le bibite senza alcuna aliquota di frutta. «Il problema è grave, bisogna continuare ad attaccare », dice la Coldiretti, pronta a vendere – grazie al decreto Balduzzi – 200 milioni di chili di arance in più. «La libera circolazione delle merci è una scusa, la verità è che questo intervento è contro la salute dei consumatori. L’Europa ha preso una cantonata enorme»”.

Quindi si continua a lottare, ma nel frattempo nel nostro organismo finisce solo il 12% di frutta quando tutto va bene.

Chi c’è dietro alle lobby dei produttori di bevande internazionali?

Il Ceo di Coca Cola, che produce Fanta e Kinley, è Muhtar A. Kent, un turco americano di religione islamica. Basterebbe solo vedere l’articolo pubblicato nel 2012 sullo sfruttamento dei lavoratori da parte di Coca Cola in Calabria dove è avvenuto ( e si spera non avvenga più) lo fruttamento dei lavoratori stagionali extracomunitari.

Il Chairman di Nestlé, che detiene anche il marchio San Pellegrino è Peter Brabeck-Letmathe, un imprenditore austriaco che ha ricevuto il  Black Planet Award. Il premio viene conferito ai possibili distruttori del pianeta. Inoltre in una sua intervista Letmathe ha dichiarato che l’acqua non è un diritto umano, ma un prodotto alimentare.

Dimenticato in cella per 4 giorni, ottiene 4,1 mln di risarcimento

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Daniel Chong, studente di San Diego arrestato per errore durante un raid anti-droga nel suo campus ha finalmente ottenuto giustizia. Era il 2012 quando lo studente d’ingegneria, durante il tradizionale giorno della marijuana libera che si celebra in molti campus americani, fu arrestato e poi  “dimenticato” in cella senza cibo e senza acqua per quattro giorni, costretto anche a bere la propria urina per non morire. Durante questo periodo fu anche colto da allucinazioni e quando non fu più sicuro di uscire dall’incubo vivo, ruppe i suoi occhiali e si incise con il vetro un messaggio sul braccio per sua madre. Una volta tornato libero, Chong ha dovuto trascorrere cinque giorni in ospedale: aveva perso 7 chili, era disidratato e aveva problemi di insufficienza renale. Ora, finalmente, sarà risarcito con 4,1 milioni di dollari di risarcimento. Il ragazzo ha commentato: «È stato un incidente, un terribile incidente», mentre il suo avvocato ha ribadito che quello che è accaduto al suo cliente «non deve succedere più a nessun essere umano sul pianeta».

 

La bibita killer!

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Le bibite  zuccherate a base di soda, le bevande sportive o energy drink e i succhi di frutta dolci sono responsabili ogni anno nel mondo della morte di 180.000 persone, 500 al giorno. A stimarlo è una ricerca presenta dall’Harvard School of Public Health di Boston alla conferenza annuale dell’American Heart Association dedicata alla nutrizione e alle malattie metaboliche. “Questa tipologia di prodotti consumati in tutto il mondo contribuiscono all’eccesso di peso, una delle cause dell’aumento del rischio di sviluppare patologie croniche come il diabete, le malattie cardiovascolari e alcuni tipi di cancro”, spiegano i ricercatori della Harvard School of Public Health di Boston.

Lo studio, esaminando precedenti ricerche, ha collegato l’assunzione di bevande zuccherate a 133.000 decessi per diabete, 44.000 per malattie cardiovascolari e 6.000 per le neoplasie. Il 78% di queste morti sono avvenute in Paesi dove la popolazione ha redditi medio-bassi, piuttosto che in quelli più ricchi. “La nostra ricerca – avvertono gli scienziati – mostra che negli Stati Uniti, circa 25.000 decessi nel 2010 sono collegati a questo tipo di bevande zuccherate”. L’American Heart Association raccomanda di consumare non più di 450 calorie a settimana provenienti dalle bevande zuccherate, sulla base però di una dieta di 2.000 calorie.

I ricercatori hanno calcolato i quantitativi di zucchero e dolcificanti assunti dalla popolazione mondiale grazie alle bibite. Raggruppando i risultati per età e sesso, ma anche effetti sull’obesità e il diabete, e decessi correlati. Ebbene su nove regioni del pianeta nel 2010 la zona America Latina-Caraibi ha registrato il maggior numero di morti per diabete (38.000) legato proprio al consumo di bevande zuccherate. Mentre l’Asia ha il maggior numero di decessi per patologie cardiovascolari (11.000). Tra i 15 Paesi più popolosi del mondo, il Messico ha il più alto consumo pro-capite di bevande zuccherate e il tasso più alto di decessi: 318 morti per milione di adulti legate all’assunzione di bevande dolci. Mentre il Giappone, uno dei Paesi con il più basso consumo pro-capite di bevande zuccherate del mondo, ha anche fatto registrare il più basso tasso di mortalità associato con il consumo di queste bibite: circa 10 decessi per milione di adulti.

Un problema quello delle bevande zuccherate che risulta dannoso soprattutto per i bambini. Fra i ragazzini che le consumano, le bibite di questo tipo sono la prima causa di un apporto calorico troppo alto. A dirlo uno studio della University of North Carolina di Chapel Hill pubblicato sull’American Journal of Preventive Medicine. Inoltre, il consumo di bibite come la soda dolcificata, i drink alla frutta e gli energy drink, e’ associato anche con un piu’ alto consumo di cibi poco sani. Gli scienziati hanno esaminato i dati provenienti dal 2003-2010 What We Eat in America e daiNational Health and Nutrition Examination Surveys: i ricercatori hanno esaminato campioni provenienti da 10.955 bambini fra i 2 e gli 8 anni. Le bibite zuccherate sono le principali cause del maggior apporto calorico fra i bambini di 1-5 anni e quelli fra 6 e 11 anni.
Negli Stati Uniti il consumo di bevande zuccherate è molto diffusa. E’ recente l’ultima notizia nel braccio di ferro fra autorità e produttori sul consumo di questi prodotti. Pochi giorni fa è stato infatti bloccato a poche ore dalla sua entrata in vigore, lo stop alla vendita di bibite ad alto contenuto zuccherino in contenitori più grandi di 16 once (poco meno di mezzo litro) nella città di New York. A deciderlo è stato il giudice della corte suprema a Manhattan Milton Tingling  Junior, che ha revocato il divieto voluto dal sindaco della città Michael Bloomberg. Il primo cittadino ha annunciato che presenterà ricorso.

Un giudice mette ko il sindaco di New York!

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Un giudice dello Stato di New York ha sospeso il bando delle maxibibite, deciso dal sindaco Michael Bloomberg e che sarebbe dovuto scattare martedì. Per Bloomberg si tratta di una sconfitta dopo la sua battaglia per bibite più salutari. Secondo la corte, infatti, i limiti posti dalla normativa non sono legali.

Il primo cittadino presenterà appello contro la decisione presa dal giudice supremo Milton Tingling.
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