Italia fuori dal tunnel della recessione a fine 2013?

fine-recessione-tuttacronacaFitch, agenzia internazionale di valutazione del credito e rating, ha fatto sapere tramite una nota che l’Italia ha fatto “progressi sostanziali” sul fronte del consolidamento fiscale, ma “ma crescita potenziale resta debole, rispetto ai Paesi con lo stesso rating e al resto della zona euro”. E ancora: “L’Italia ha fatto passi avanti fondamentali sul fronte del risanamento dei conti” e “la recessione, iniziata in Italia nel terzo trimestre 2011, probabilmente finirà nella seconda metà del 2013, dopo una contrazione complessiva di oltre il 4%”. L’agenzia ha quindi confermato il rating dell’Italia a BBB+, mentre l’outlook resta negativo. Un problema che non può essere sottovalutato, tuttavia, è la situazione politica: “Una nuova ondata di instabilità politica in Italia, risultante in una paralisi delle politiche economiche e di bilancio, potrebbe portare ad un taglio del rating sovrano”. Nel frattempo Joerg Asmussen, membro del board della Bce, in una cerimonia alla Bocconi ha sottolineato l’importanza del Belpaese nell’attuale situazione europea: “L’Italia è troppo grande per essere salvata dall’esterno: deve invertire da sola la marcia. Il suo destino segnerà anche il destino dell’area dell’euro. In questo senso il futuro dell’area non si deciderà a Parigi o a Berlino, né a Francoforte o a Bruxelles. Si deciderà a Roma”. Ha poi aggiunto che “La svolta dipende da voi, ma non sarete lasciati soli” sottolineando come l’Italia vanti un “vivace spirito imprenditoriale”, una “creatività apprezzata a livello mondiale, la forza della sua società civile” e “ora forse l’evoluzione di un nuovo sistema politico sono risorse importanti”. Ha inoltre spiegato che il nostro Paese si trova “dinanzi a sfide di lungo periodo e la soluzione risiede in interventi strutturali. Basti guardare all’andamento del tasso di crescita in termini reali: 5% negli anni Cinquanta, 4% negli anni Sessanta, 3% negli anni Settanta, 2% negli anni Ottanta, 1% negli anni Novanta e 0% negli anni Duemila”. Tuttavia, si è dichiarato fiducioso del fatto che l’Italia ce la farà.

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DECLASSATA L’ITALIA:BBB. Standard&Poor’s non crede alla ripresa!

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Quella ripresa annunciata per la fine dell’anno all’estero non la vedono. Così Standard&Poor’s declassa l’Italia da “BBB+” a “BBB”. Secondo la nota agenzia di rating l’economia italiana si contrarrà quest’anno dell’1,9%  e ciò sarebbe dovuto a un “ulteriore peggioramento delle prospettive economiche” che porterebbe il debito italiano al 129% entro la fine del 2013.

Ma quali sono stati i fattori che hanno causato un downgrade all’Italia? Essenzialmente sono 2:

  • l’ulteriore indebolimento dell’economia
  • la mancata trasmissione sull’economia reale della politica monetaria espansiva della Bce con i tassi dei prestiti alle imprese che rimangono ben sopra i livelli pre-crisi.

S&P afferma:  “Nel 2013 gli obiettivi di bilancio in Italia sono potenzialmente a rischio per il differente approccio nella coalizione di governo” per coprire un disavanzo “frutto della sospensione dell’Imu e del possibile ritardo del pianificato aumento dell’Iva”.

Quindi sarebbe la rimodulazione dell’Imu e il mancato aumento dell’Iva a preoccupare l’agenzia di rating.

Il taglio del rating riflette motivazioni retrospettive e non tiene conto delle azioni intraprese dal governo per la ripresa. E’ questo il commento che una fonte del Tesoro riferisce a Reuters. “Complessivamente le motivazioni non sono condivisibili. Viene messo l’accento sulla bassa crescita e sulla competitività, ma non si tiene conto delle azioni intraprese”, ha commentato la fonte. Secondo la fonte del Tesoro infine si tratta di motivazioni che “riflettono più una valutazione retrospettiva piuttosto che prospettica”.
Perchè ogni volta che l’Italia prova, anche se con fatica, a compiere un inversione di marcia le agenzie di rating devono penalizzare il nostro Paese? Perché in piena crisi economica americana sono state riconfermate le tre A anche senza che ci fossero tutti i presupposti per la ripresa economica? Perché sembra sempre che vengano usati due pesi e due misure? Chi sta “giocando” sull’Italia? In questo momento forse si vuole dare un esempio all’Europa attraverso il declassamento del nostro Paese?

Per Letta è SI’… ma il rating non cambia!

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Dopo il discorso di oggi, senza nessuna sorpresa, Enrico Letta si è aggiudicato la fiducia a Montecitorio con 453 sì, 153 no e 17 astenuti. Via libera quindi al programma del neopremier. E se Piazza Affari approva, e lo dimostra chiudendo positivamente  con l”indice Ftse Mib che guadagna il 2,20% a 16.929 punti e riporta così il listino milanese sui livelli di oltre due mesi fa, Standar & Poor’s, l’agenzia di rating, non cambia la sua opinione: nonostante la nuova coalizione, si resta a BBB+ visto che permane il significativo rischio che l’economia possa non riprendersi nella seconda metà dell’anno: “Le parole iniziali di Letta suggeriscono un’intenzione a rallentare, ma non invertire, la velocità del risanamento fiscale”. L’agenzia dichiara anche che non è chiaro se un simile governo sarà effettivamente in grado di attuare delle riforme che incentivino la crescita, inoltre “la legge elettorale potrebbe essere riformata e questo, a nostro avviso, rafforzerebbe la capacità di azione dei futuri governi”.

Fitch ci declassa! Ora siamo BBB+

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Fitch ha tagliato il rating dell’Italia da A- a BBB+ con outlook negativo. La decisione riflette il “risultato inconcludente delle elezioni italiane”, spiega l’agenzia. “La recessione in atto in Italia – aggiunge – è una delle più profonde in Europa e i dati indicano il rischio che si prolunghi più di quanto atteso”.

Fitch, inoltre, prevede una contrazione del Pil italiano dell’1,8% nel 2013. Il debito sarà invece vicino al 130%. E’ quanto riporta il comunicato dell’agenzia di rating che declassa l’Italia. La recessione più profonda e lunga del previsto, si legge, “mette a rischio lo sforzo di risanamento di bilancio e aumenta i rischi del settore finanziario”.

A sostenere il rating BBB+, spiegano gli analisti di Fitch, sono vari fattori, fra i quali la relativa ricchezza e la la diversificazione dell’economia con moderati livelli di indebitamento del settore privato. L’Italia ha fatto progressi negli ultimi due anni nel risanamento di bilancio: l’agenzia prevede un deficit di circa il 2,5% nel 2013.

Attualmente sull’Italia l’agenzia S&P ha un rating BBB+ con outlook negativo, tre gradini sopra l’area “non investment grade”. Moody’s ha un rating Baa2 con outlook negativo, due gradini sopra la soglia “junk”.

ECCO DOVE  CI HA PORTATO MARIO MONTI… MAGARI CON UNA POLITICA ECONOMICA DIVERSA CI SAREBBERO STATE DELLE VOTAZIONI CHE AVREBBERO PERMESSO LA GOVERNABILITA’! MONTI HA PORTATO IL PAESE ALLA “RIBELLIONE” E SE ANCORA IL POPOLO ITALIANO NON HA DICHIARATO GUERRA CIVILE AL GOVERNO E’ SOLO PERCHE’ NON HA NEPPURE PIU’ LA FORZA DI CREDERE NELLA RIVOLUZIONE!
FITCH CI DECLASSA, COSI’ SIAMO PIU’ APPETIBILI PER LA SPECULAZIONE FINANZIARIA! GRAZIE ANCORA ALL’OLIGARCHIA DELL’ALTA FINANZA CHE COMANDA SUGLI STATI “SOVRANI”!
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