Grandi tafferugli in Italia, al nord i No Tav e a sud i No Muos. Già da ieri sera a Niscemi in sicilia la situazione era diventata esplosiva e si era tentato di occupare la base dove già una decina di militanti erano riusciti a salire sulle antenne. Il clima poi si era surriscaldato e gli scontri erano diventati violenti.
Oggi si ripetono i momenti di tensione e di protesta che diventa scontro. Oggi la giornata è iniziata da contrada Pisciotto, tra le budella della sughereta naturale protetta di Niscemi. Qui c’è stata la mobilitazione “No Muos”. A darsi appuntamento, ancora una volta per dire no alla costruzione delle antenne americane, all’indomani della revoca del fermo dei lavori deliberata dalla giunta Crocetta, circa duemila tra attivisti, rappresentanti di associazioni ambientaliste ed antimafia, oltreché rappresentanti istituzionali. Ad aprire la marcia era stato il sindaco di Niscemi, Francesco La Rosa, insieme con i sindaci dei comuni di Mascalucia, Caltagirone, Piazza Armerina, Pozzallo, Messina. Una decina o poco più in tutto. “Scendiamo in campo – dice La Rosa – perché la nostra terra non sia ancora una volta oltraggiata e svenduta a favore delle esigenze dell’esercito statunitense, per dire no ad una ulteriore forma di inquinamento elettromagnetico nocivo alla salute della popolazione e dell’ambiente”. I manifesti sono contro la giunta CRocetta che viene accusata di avere “tradito un impegno e svenduto la nostra autonomia siciliana”, come afferma Giancarlo Cancelleri, portavoce del Movimento Cinque Stelle all’Ars. “Non sempre – aggiunge – le leggi sono giuste solo perché sono leggi. Abbiamo il diritto di ribellarci perché dovrà pur esserci una possibilità per fermare la costruzione delle antenne della marina militare statunitense”. In questo clima teso anche le mamme protestano: “Crocetta ci ha preso per cretini ma noi non ci fermiamo. Lui ha avuto paura e si è ritirato. Noi lottiamo per i nostri diritti e la salute dei nostri figli”, dice Maria Concetta Gualato, coordinatrice delle mamme ‘No Muos’.
Numerosi i rappresentanti del mondo dell’associazione siciliano tra cui il coordinamento regionale di “Libera, nomi e numeri contro le mafie”, col suo coordinatore siciliano Umberto Di Maggio che ha ribadito quanto “la Sicilia debba lottare per essere una terra libera, di dialogo e confronto e non un avamposto di guerra”. Intanto, uno dei dieci attivisti saliti sulle antenne è sceso. Si tratta di un giovane di 19 anni che non ha resistito alle alte temperature che sfiorano i 40 gradi. Gli altri sono ancora sulle antenne americane, sdraiati su una amaca che hanno legato ai tralicci.
Quando il corteo arriva davanti a uno degli ingressi dell’impianto satellitare della Marina militare Usa, alcuni militanti riescono a superare la prima recinzione in legno forzando il cordone delle forze dell’ordine. Qui i manifestanti chiedono di entrare nella base per raggiungere i compagni, da ieri sera in cima ai tralicci della base militare. Un gruppo di dimostranti ha cercato anche di tagliare la recinzione con una cesoia e ha provato, legando una corda a un palo, di abbatterla. C’è stato un contatto con i carabinieri, che finora sono riusciti ad avere la meglio.
Alle 19.40, il CORTEO GIRA INTORNO ALLA BASE di contrada Ulmo, dove è giunto dopo un percorso di 4 chilometri sotto il sole. I manifestanti continuano a gridare slogan contro gli Usa e il governatore siciliano Rosario Crocetta, accusato di aver fatto marcia indietro: dopo aver revocato la concessione per il Muos, data nel 2011 dal suo predecessore, Raffaele Lombardo, ha ritirato il provvedimento alla vigilia del pronunciamento del Consiglio di giustizia amministrativa, organo d’appello del Tar.
Qualche minuto più tardi un centinaio di manifestanti No Muos riesce a sfondare la recinzione e ad entrare dentro la base militare Usa a Niscemi. Un militare della Guardia di finanza rimane ferito a una gamba e resta a terra davanti a uno degli ingressi. Tafferugli e scontri in successione fino allo scoppio di un bengala lanciato contro l’elicottero della polizia che sorvola la zona. Quasi una guerra al Muos?
Intanto si sentono le sirene dell’ambulanza giunta in contrada Ulmo per soccorrere il militare della Guardia di finanza che potrebbe avere una frattura o una forte contusione alla gamba sinistra. Circa metà degli oltre mille manifestanti sono entrati dentro la base dopo aver divelto buona parte della recinzione, mentre altri hanno deciso di restare fuori nonostante gli ingressi siano ormai liberi.
Dopo lo SFONDAMENTO DA UNA PARTE DEI MANIFESTANTI No-Muos defluiscono lasciando di fatto ‘area della base militare di contrada Ulmo. Alcune centinaia di persone, decidono invece di inoltrarsi all’interno della base e si forma un capannello di gente vicino ai tralicci dove già ieri sera si erano arrampicati dieci manifestanti.
TAGLIATA LA GOMMA A UN FURGONE DELLA RAI che stava riprendendo la manifestazione No-Muos davanti alla base militare Usa di Niscemi. Il mezzo si è leggermente piegato modificando la posizione della parabola montata sul tetto e impedendo il prosieguo delle riprese.
Prima delle 20,30 TUTTI GLI ATTIVISTI SCENDONO DALLE ANTENNE. Anche coloro i quali stazionavano con le amache da giorni. Intanto una bandiera No Muos è stata piazzata sul vertice dell’antenna.