Un bando del Comune di Piacenza ha fatto scoppiare polemiche per un aggettivo, nello specifico “corretto”, che si legge al proprio interno.
l bando prevede, tra i compiti del giornalista che sarà selezionato tramite selezione pubblica:
“un’attività di ricerca sulla terminologia utilizzata dai media locali per illustrare e descrivere episodi che riguardano la sicurezza urbana: alimentato soprattutto dai media, il discorso pubblico sulla paura condiziona i comportamenti e distorce le percezioni. L’uso costante di titoli ad effetto, di immagini appiattite su stereotipi e pregiudizi, di scelte stilistiche che sembrano calcolate per provocare un disgusto ‘oggettivo’ nei lettori, dipingono un fatto come problema, piaga o minaccia dell’ordine sociale”.
Giudizi duramente cassati in consiglio comunale dal consigliere ed ex-parlamentare Tommaso Foti (Fratelli d’Italia) che in aula si è rivolto direttamente al sindaco Dosi:
“Le risse e le violenze sono suggestioni della stampa? Se volete dare questo incarico, almeno non fatelo con motivazioni offensive nei confronti dei cittadini. Non penso e non credo che la percezione di insicurezza sia data dall’alimentazione della rappresentazione dei fatti. Anzi, molto spesso è il contrario. Questo progetto è simile a un decalogo di Pol Pot che utile al premio Pulitzer”.
La finalità del progetto – sempre secondo il bando comunale – è “favorire una corretta informazione a livello locale, che eviti di stimolare sentimenti incontrollati di paura tali da sfociare in comportamenti intolleranti o discriminatori” e “veicolare dati e notizie corretti”.