Si diceva “braccia rubate all’agricoltura” oggi potremmo dire “l’agricoltura rubata agli italiani”. L’Italia è sempre più dipendente dalla Cina e dall’Est Europa per quanto riguarda il settore del primario. E pensare che se c’era una nazione a vocazione agricola era la nostra, dove l’eccellenza del cibo ben si sposava con i prodotti localmente prodotti che diventavano materie prime di alta qualità. Il bel tempo che fu? Ora rimangono alcuni grandi prodotti, restano le tipicità del luogo che si sono salvaguardate o che sono state protette, ma la grande diffusione di ortofrutta si svolge altrove, ben lontano dai nostri terreni. L’abbandono dei campi, la cementificazione dei suoli fertili rimasti, la mancanza di cambio generazionale, le difficoltà di accesso da parte dei giovani e di avvio di nuove imprese sono solo alcuni problemi legati alla moria delle aziende agricole. Eppure ci sarebbe veramente tanto su cui investire… pensiamo solo alla domanda di prodotti biologici o di colture particolari le cui sementa sono ormai di difficile reperimento. Eppure le strade sembrano interrompersi e il mercato italiano viene invaso da prodotti agricoli cinesi (come il pomodoro) e provenienti dall’Est Europa (il grano). Ma se in Italia di industria e di manifatturiero si parla, l’agricoltura spesso è relegata in secondo piano. Troppo poco spazio viene dato dai media e dai giornali al fenomeno che sta portando sull’orlo del baratro migliaia di aziende agricole che ogni giorno combattono contro un terreno sempre più inquinato e con i costi per la produzione che lievitano vertiginosamente. Quando finalmente il problema arriva all’opinione pubblica si parla di nicchie di mercato… come se mangiar bene potesse essere qualcosa da maniaci del cibo o da palati sopraffini. In realtà ogni cittadino avrebbe il diritto di mangiar sano! Spesso le etichettature sono assenti o incomplete, scritte con caratteri minuscoli e scoloriti, inaccessibili a molti consumatori. Per le scadenze bisogna ormai essere molto fantasiosi le date vengono apposte ovunque e solo sempre meno comprensibili. Non parliamo poi della qualità. Nelle grandi città si vedono esposti sui banchi dei supermercati peperoni esangui e lattughe ormai prossime al collasso. Le arance siciliane arrivano prima a Milano e poi tornano a Palermo, nel migliore dei casi… quando non siamo costretti a distruggerle. Sulle quote latte ormai abbiamo gettato la spugna… non se ne parla neppure più! Chi ha ucciso l’agricoltura italiana? L’Europa o la nostra incapacità spesso di essere competitivi senza rinunciare alla qualità? Probabilmente ancora una volta si sono sbagliate le politiche agricole e si è lasciato spazio per l’invasione di prodotti esteri senza tutelare i nostri agricoltori e le nostre eccellenze. Un’altra scommessa persa!
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L’Italia è dipendente dalla Cina e dall’Est Europa?
Pubblicato da tdy22 in Maggio 31, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/05/31/litalia-e-dipendente-dalla-cina-e-dallest-europa/
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