Lo strano triangolo fra dubbi e conferme: Tarantini, le escort e il Cavaliere

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Berlusconi al vertice di uno strano triangolo i cui altri due punti (oscuri) sarebbero stati Tarantini e le escort? Questa è una delle ipotesi al vaglio dell’inchiesta di Bari con l’accusa di aver indotto, assieme all’ex direttore dell’Avanti Valter Lavitola, l’imprenditore Gianpaolo Tarantini a mentire all’autorità giudiziaria barese nell’inchiesta escort, dove l’ex premier è indagato. Nei verbali pubblicati oggi dalla Gazzetta del Mezzogiorno Silvio Berlusconi, afferma:

«Non avevo bisogno di Tarantini se avessi voluto avere delle persone di quel tipo lì…»

e poi avrebbe aggiunto:

«Io voglio dire, per ridere un giorno un mio assistente mi ha fatto vedere sulla tavoletta (il tablet) qua quante escort ci sono a Roma che esplicitano anche il prezzo per un invito a cena, 100 euro, 80-100 euro. Se uno si mette lì 20 minuti si porta 50 persone in casa… Quindi non è che avevo bisogno di Tarantini  per portarmi due persone ogni tanto a cena, cioè proprio… Almeno si vedevano le foto e si sceglievano, ho detto io».

Poi Berlusconi, sempre nell’interrogatorio avvenuto il 17 maggio dello scorso anno, avrebbe ammesso che Tarantini, più che un suo amico intimo, era diventato amico del suo maggiordomo e dei suoi camerieri. Secondo il Cavaliere:  «Regalava sempre cose a tutti i miei camerieri, era uno che non arrivava mai a mani vuote. Mi ricordo che mi disse: ‘Mio padre mi ha insegnato a non andare mai a casa di una persona a mani vuote’. Ed era molto generoso. Io lo sgridavo perché una volta mi ricordo che mi ha regalato un paltò di cashmere costosissimo, che non ho mai messo, credo sia ancora attaccato nell’armadio, che io cercai di dargli indietro, ma che lui non accettò… Quindi lui si era creato un rapporto di amicizia – afferma ancora Berlusconi – amicizia forse non è il nome giusto, di cordialità con il mio maggiordomo e con gli altri camerieri di casa mia e perciò telefonava per sapere se c’era una cena e arrivava sempre con due ospiti. A me faceva piacere sinceramente e le persone che lui ha portato a casa erano sempre persone molto a modo».

Poi improvvisamente Tarantini “precipita” e non può più mantenere la sua famiglia, tanto che Berlusconi, dispiaciuto da questa situazione corre in soccorso del “suo quasi amico, ma non troppo”  e decide di aiutarlo con le spese. Non solo lui ma tutta la sua famiglia “allargata”.

Chi fa da tramite?

Valter Lavitola, il giornalista-faccendiere finito anche in carcere per mille altri guai. «Lui si era così interessato appunto della vicenda Tarantini, della signora, della famiglia Tarantini che diceva essere senza mezzi, ma non ho mai parlato con Lavitola del fatto che Tarantini dovesse in qualche modo in eventuali interrogatori coprire cose che mi riguardavano. Anche perché – se ben ricordo i giornali, D’Addario, era venuto già fuori tutto, (…) tutto era già emerso e non c’era nient’altro che a mio parere potesse emergere. Quindi io non avevo nessun motivo per dover mandare dei messaggi a Tarantini di essere attento a quello che diceva, era già stato detto tutto quanto. L’unica cosa per cui dopo io ho acceduto alle pressioni di Lavitola, intense devo dire, alle lettere di Tarantini, di dare a Lavitola, perché desse a Tarantini degli aiuti economici, è stato proprio per il fatto che avevo conosciuto Tarantini in una situazione di benessere forte. Aveva affittato ville in Sardegna, viaggiava su aerei privati, eccetera, e francamente sentirlo precipitato…». Tarantini riceverà uno «stipendio» di 10mila euro al mese, più vari regali, e 500mila euro per avviare un’attività economica (gliene arriveranno solo 250mila, ma questa è un’altra storia): «C’era bisogno – gli chiede il pm Drago – di dargli tanti soldi? Quando si vuole aiutare una persona in difficoltà gli si dà il minimo indispensabile per campare». Berlusconi abbozza: «Lui doveva pagare l’affitto, che mi ricordo era un affitto esagerato, 6mila euro al mese e io dissi a Lavitola: “Ma che cambi residenza”». Drago: «C’era bisogno di andare alla casa ai Parioli?». Berlusconi: «Appunto! Poi metteva sul conto non soltanto la famiglia stretta, lui, moglie e due figlie, ma anche la madre e la famiglia del fratello. Quindi mi sembra di ricordare che avessi aderito a dare 5mila più 5mila euro al mese».

Poi però oggi dalle pagine del Fatto Quotidiano si legge un’ipotesi molto diversa. A raccontarla è la moglie di Gianpaolo Tarantini, Nicla. Secondo quanto si apprende dalla moglie Tarantini non avrebbe mai ricattato il Cavaliere, ma anzi ne è stato una vittima.

Gratitudine dal Cav: “Della gratitudine ne avrei fatto volentieri a meno. Se tornassi indietro a mio marito consiglierei di comportarsi diversamente”

I 500 mila promessi da Berlusconi sono arrivati?: “Neanche un centesimo. Niente io intanto sono finita in carcere, tre giorni, tre notti a Poggioreale, poi il tribunale del riesame ha deciso che me lo meritavo. E nel frattempo voi giornalisti mi avete distrutta”.

Il Cav silente: “Non so se si è fatto sentire e neanche mi interessa. Più gli stiamo lontano meglio è…E poi con tutti i problemi che ha adesso”.

Gianpi ha pagato per tutti: “Ha pagato in maniera sproporzionata: ha perso tutto, non ha più niente, non ha un soldo, non ha un lavoro, non ha le sue aziende. Mio marito l’hanno massacrato tutti”.

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Le “ossa” nell’armadio di De Gregorio!

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“Perché mi abbiano dato due milioni in nero me lo sono chiesto anch’io. L’ho confessato, ho commesso un reato”. Lo ha detto Sergio De Gregorio ai pm romani, parlando del suo coinvolgimento nell’inchiesta della procura di Napoli sulla presunta compravendita di senatori per far cadere il governo Prodi nel 2008. De Gregorio ha inoltre spiegato di “non aver dato nulla” in cambio dei soldi ricevuti.

“Se me li avessero dati in maniera trasparente – ha aggiunto il senatore – li avrei dichiarati come ho dichiarato un milione di euro alla Camera e sarei stato nella legge. Ho accettato un pagamento in nero, ho sbagliato e l’ho confessato al magistrato”.

La Procura di Napoli chiede il giudizio immediato – La Procura di Napoli questa mattina aveva chiesto il giudizio immediato nei confronti di Silvio Berlusconi nell’ambito dell’inchiesta sulla presunta compravendita di senatori. Analoga richiesta è stata formulata per il senatore Sergio De Gregorio e l’ex direttore dell’Avanti, Valter Lavitola. Il reato ipotizzato è quello di corruzione.

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