La mattina del 28 gennaio, in un canale del Lido di Venezia, era stato trovato il cadavere dell’iraniana 29enne Mahtab Ahad Savoji. Ora sono stati fermati i due presunti assassini della giovane: si tratterebbe di una coppia di indiani con i quali condivideva una delle tre stanze in un appartamento di Via Pericle a Milano. I due iraniani, lei 30enne e lui 29enne, dopo aver ucciso la giovane strangolandola e averla denudata, ne hanno messo il cadavere in un trolley trasportato in treno da Milano a Venezia, dove hanno gettato il cadavere in un canale prima di far rientro in taxi, spendendo 500 euro. I due sono stati sottoposti a fermo dal pm milanese Grazia Predella con l’accusa di omicidio volontario in concorso e soppressione di cadavere. Rajeshwar Singh, 29, fermato assieme alla fidanzata Gagandeep Kaur, 30, aveva fatto delle avance alla vittima, che lo aveva respinto. Quando il corpo, nudo, venne trovato nel canale al Lido, con solo una collana al collo, la polizia temette che sarebbe finita per diventare un ‘cold case’. L’autopsia stabilì che la donna era stata strangolata e poi gettata in acqua. Uccisa il giorno prima del ritrovamento, intorno alle 14. Le impronte digitali hanno portato poi a identificare la donna, una costumista conosciuta nel suo paese che era ritornata in Italia due mesi fa per fare un corso di specializzazione all’Accademia di Brera. Condivideva una stanza con la coppia indiana, che in Questura a Milano ha detto di aver lasciato Mahfab a letto che stava ancora dormendo. Data la piega che le indagini stava prendendo, i due indagati si sono presentati alla ‘mobile’ con un avvocato riferendo di aver trovato Mahfab morta perchè “aveva bevuto tanto whisky”, non sapendo che era stata già accertata la causa della morte per strangolamento. Messi alle strette dai poliziotti, i due sono crollati e hanno confessato. La ragazza avrebbe rifiutato delle avances da parte della coppia ma non solo, a giorni avrebbe anche lasciato la stanza che condividevano, stanca di quella convivenza a tre, per recarsi a casa di un’amica. Non poteva immaginare che quella casa l’avrebba lasciata solo una volta morta.
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