Nella notte, verso le 3,20, si è rovesciata un autocisterna sull’A25, un fiume di benzina ha invaso l’autostrada tra i caselli di Scafa-Alanno e Chieti-Pescara. Nell’incidente sono rimaste coinvolte anche 3 vetture: i guidatori e i passeggeri hanno riportato solo ferite lievi. Quasi illeso anche il conducente dell’autocisterna. L’autocisterna trasportava 10mila litri di benzina e 15mila di gasolio, nell’incidente si è girata completamente e dai boccaporti è uscito un fiume di combustibile. L’autostrada è rimasta chiusa al traffico in entrambi i sensi di marcia e il traffico stato deviato sulla Tiburtina fino al termine delle operazioni, in tutto circa otto ore. Alle 11,25 è stata riaperta la carreggiata nord, mentre alle ore 13,05 sono terminate le operazioni di rimozione dell’autocisterna.
C’era ancora un restringimento sabato mattina tra Padova Est e Arino in direzione Venezia dove ieri pomeriggio uno schianto tra tir aveva provocato una vittima e due feriti. Si stava rimuovendo un cumulo di detriti residui dei carichi persi dai mezzi pesanti e il restringimento provocava rallentamenti e brevi code, una pausa nel viaggio di molti automobilisti che obbligava a pensare al giovane camionista mestrino che in quell’incidente ha perso la vita: il 37enne Nicola Faggian, che ha tamponato un tir fermo davanti a lui. Vittima, indiretta, dell’incidente anche un automobilista 38enne di Catania, piombato con la sua vettura, a Padova Ovest, contro un camion fermo lungo la colonna provocata dallo schianto di Arino.Il tamponamento a catena ha coinvolto una Nissan Micra, una Alfa Romeo 159 e un autoarticolato. L’impatto ha coinvolto anche il mezzo pesante di Nicola, che viene spinto in avanti dall’urto e finisce per colpire con forza il camion che lo precede. La cabina dell’autocisterna collassa su sé stessa, intrappolando al suo interno il 37enne, che morirà dopo poco nonostante l’arrivo degli elicotteri di Suem e i vigili del fuoco, intrappolato tra il volante e il cruscotto, con una profonda ferita alla testa.
Nicola Faggian è morto così, ad un passo dalla realizzazione del suo sogno, che gli avrebbe permesso di lasciare una volta per tutte il volante per dedicarsi alla sua musica: mancavano pochi mesi e poi avrebbe detto addio all’autocisterna che guidava da quando aveva 20 anni. Umile e con un talento innato per la batteria, era riuscito assieme al suo gruppo, Stazione Centrale, ad avere un contratto discografico serio e a breve sarebbe uscito il loro album. Al suo amico Francesco Payne Malvolti, voce del gruppo e che l’aveva coinvolto nell’avventura musicale della band, aveva detto solo due giorni prima:”Ehi Franci quanto manca all’uscita dell’album, perché non ce la faccio più con il camion”. E’ lo stesso cantante a parlare: “Purtroppo non riesco ancora a credere di aver perso uno dei migliori amici di tutta la mia vita, una persona che aveva cuore in “avanzo” per tutti. Sempre disponibile, sempre il primo ad arrivare in studio di registrazione e l’ultimo ad uscire. Un artista vero, con un’umiltà fuor dal comune. La vita è così, lui lo sapeva e se ne è andato credendo nel suo più grande progetto, il successo con il suo gruppo. Un imprenditore che guidava giorno e notte per riuscire a far uscire poi il suo primo grande album. Sono sicuro che non aveva rimpianti, chi se ne va così oggi ha già vinto”. Nicola viveva ad Asseggiano, in viale Jacopone da Todi, assieme alla mamma rimasta vedova due anni fa. Nel paese era molto conosciuto perché giocava come portiere nella squadra locale di calcio a sette. Oltre alla mamma, lascia la sorella, l’adorato nipotino e la fidanzata.
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