I macchinari con i dispositivi di sicurezza li aveva comprati tutti, poi però pensando che ostacolassero la produzione li fece rimuovere. Così a dieci giorni dalla morte di Mario Orlando, operaio 53enne che lavorava nel salumificino di Taurisano, è stato arrestato uno dei fratelli proprietari dell’azienda Scarlino, Attilio. L’uomo ora si troca agli arresti domiciliari con l’accusa di morte causata dalla rimozione degli apparati di sicurezza. Indagato anche il fratello Antonio in quanto responsabile della sicurezza e il capo reparto Luigi De Paola a cui vengono contestati i reati di omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro e morte come conseguenza di altro reato. Accusato di omicidio colposo anche Mario De Icco l’operaio che inavvertitamente azionò l’impastatrice che uccise Orlando. Inoltre mentre l’azienda era sotto sequestro, inoltre, sono stati violati i sigilli – secondo la Procura su disposizione di Attilio Scarlino per rimontare un cancello di sicurezza su un’insaccatrice. L’obiettivo secondo i magistrati era dimostrare la presenza di misure di sicurezza che secondo quando accertato dagli uomini del commissariato di Taurisano erano invece assenti su molti macchinari.