La No Tav che ha baciato il poliziotto denunciata per violenza sessuale

no_tav_bacia_poliziotto-tuttacronacaA metà novembre, aveva fatto scalpore la foto della manifestante No Tav che dava un bacio a un poliziotto: l’immagine, che ritrae Nina De Chiffre ed è stata scattata durante la marcia contro la Torino-Lione del 16 novembre a Susa, rimbalzò rapidamente nel web e ne parlarono anche tg e stampa. Allora, la 20enne che vive a Milano dove studia e lavora ed è attivista militante del collettivo meneghino Remake, spiegava: “Non era un messaggio di pace. Volevo ridicolizzare i poliziotti”. Ma la sua voglia di ridicoilzzare le forze dell’ordine le si è ritorta contro, come spiega il segretario generale del sindacato di polizia Coisp, Franco Maccari, intervistato durante il programma radiofonico La Zanzara di Radio 24 “Ho denunciato la ragazza No Tav per violenza sessuale”. Ha infatti spiegato: “Ho denunciato la tipa No Tav che ha baciato il casco del poliziotto. Ci sono un paio di reati: uno è l’oltraggio, ma anche la violenza sessuale. Se io vengo lì e la bacio sulla bocca, non è reato? Se un poliziotto va a baciare un manifestante a caso viene fuori la terza guerra mondiale”.

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La manifestante No Tav e il poliziotto: la vera storia del bacio

notav-bacio-tuttacronacaSabato, a Susa, nel Torinese, c’erano qualche migliaio di attivisti No Tav a manifestare. Di quella giornata, quello che resta impresso è una foto che ha fatto il giro del web. E subito si è parlato di quell’attimo di pace, di quell’istante in cui tutto, violenza in primis, si è fermato. Mentre una manifestante dava un bacio a un poliziotto. Una foto considerata come tenera, dove non si possono notare gli occhi chiusi, come se attorno a loro non ci fosse nessuno. Ma la foto-simbolo scattata da un reporter dell’Afp, dietro, ha un’altra storia. Sta a significare altro. E quell’altro l’ha spiegato alla Stampa la stessa protagonista. Nessun gesto di pace, ma un tentativo di ridicolizzare le forze dell’ordine. Le si chiama Nina De Chiffre, è una 20enne milanese militante del collettivo Remake, e ha voluto chiarire: “Quella foto non è stata assolutamente organizzata ad arte, come molti hanno insinuato. Il fotografo ha solamente avuto fortuna. Ma soprattutto: il mio intento non era quello di lanciare un messaggio di pace. Volevo metterli in imbarazzo: volevo prenderli in giro. Direi che ci sono riuscita”. “Stavamo marciando in corteo – chiarisce la ragazza, che ha anche postato un commento su Facebook attraverso il suo profilo Jasper Baol – quando improvvisamente ci siamo trovati di fronte questo schieramento di polizia. Gli agenti in tenuta antisommossa, per regolamento, non possono reagire ad alcuno stimolo proveniente dai manifestanti. Così mi sono avvicinata con le mani in alto. Ho visto un giovane agente – avrà avuto 20 anni – e ho iniziato a provocarlo. Prima gli ho leccato il casco, poi gliel’ho baciato. Infine ho infilato le mie dita nelle sue labbra, ma in quel momento è intervenuto un suo superiore che mi ha allontanato”. E Giuseppe Corrado, collega e caposquadra del giovane poliziotto “provocato” conferma la versione. “Bacio? Diremmo forse meglio un tentativo fallito di provocazione risolto grazie alla professionalità del nostro operatore. E’ stato un gesto fondamentalmente ostile, e che quasi rasenta un reato penale, oltraggio a pubblico ufficiale. Il collega ha mantenuto i nervi saldi, è stato ineccepibile sul piano professionale, nessuno di noi cade in questi equivoci”.

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A fuoco il presidio dei No Tav in Val di Susa e loro accusano “attentato incendiario”

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Ha preso fuoco il presidio dei No Tav a Vaie in provincia di Torino, un rifugio realizzato nel 2005 in legno e tubi di metallo, che serviva per dare accoglienza ai militanti come spiegano sul sito ufficiale:  “Alcuni ragazzi No Tav di Pesaro in questi giorni avrebbero dovuto dormire proprio in questo presidio ma per un impegno improvviso avevano rinunciato al loro viaggio in valle di Susa”. Sono stati proprio alcuni membri del movimento No Tav insieme ai Vigili del Fuoco a spegnere l’incendio, ma purtroppo le fiamme avevano già divorato il rifugio. “Un attentato incendiario per mano dolosa e mafiosa”: così il movimento No Tav definisce l’incendio…Questa la foto gallery che documenta l’incendio del presidio:

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